ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00769

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 342 del 23/06/2010
Firmatari
Primo firmatario: BELCASTRO ELIO VITTORIO
Gruppo: MISTO - NOI SUD LIBERTA' E AUTONOMIA - PARTITO LIBERALE ITALIANO
Data firma: 23/06/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRUGGER SIEGFRIED MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 23/06/2010
IANNACCONE ARTURO MISTO - NOI SUD LIBERTA' E AUTONOMIA - PARTITO LIBERALE ITALIANO 01/07/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 23/06/2010
Stato iter:
01/07/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 01/07/2010
Resoconto IANNACCONE ARTURO MISTO - NOI SUD LIBERTA' E AUTONOMIA - PARTITO LIBERALE ITALIANO
 
RISPOSTA GOVERNO 01/07/2010
Resoconto MENIA ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 01/07/2010
Resoconto IANNACCONE ARTURO MISTO - NOI SUD LIBERTA' E AUTONOMIA - PARTITO LIBERALE ITALIANO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 01/07/2010

DISCUSSIONE IL 01/07/2010

SVOLTO IL 01/07/2010

CONCLUSO IL 01/07/2010

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00769
presentata da
ELIO VITTORIO BELCASTRO
mercoledì 23 giugno 2010, seduta n.342

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro per i beni e le attività culturali, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
all'incirca nel 1970 iniziava nel territorio dei comuni di Rossano e Corigliano, in provincia di Cosenza, la vicenda della centrale di Rossano Calabro sorta sulla costa jonica della Calabria, in località Cutura del comune di Rossano, con la richiesta di installazione di 4 sezioni da 320 megawatt elettrici ciascuna per un totale 1280 megawatt elettrici, alimentate a olio combustibile e gas naturale;
la prospettiva dell'installazione sul territorio di un simile fattore inquinante, nonché penalizzante per lo sviluppo al tempo ipotizzato, produsse la forte reazione delle istituzioni locali e dei cittadini nonché del proprietario dell'area interessata, che sul sito aveva già previsto e avviato un progetto turistico assentito dagli organi governativi del tempo e da altri soggetti istituzionali;
tale progetto avrebbe, oltretutto, dato impiego a qualche migliaio di addetti;
per un verso le popolazioni e le istituzioni del luogo e di tutta la piana di Sibari furono indotte all'accettazione di quell'impianto dalla speranza di nuova occupazione, ma soprattutto per le prospettive e le promesse governative di industrializzazione della piana di Sibari che prevedeva con il famoso «pacchetto Colombo», ventimila posti di lavoro che si sarebbero dovuti ottenere con:
a) il porto di Sibari (ora porto di Corigliano);
b) la Liquichimica, con l'EGAM (acciaierie speciali);
c) l'istituzione della prima università in Calabria che si sarebbe dovuta chiamare «Università della Sibaritide»;
d) la realizzazione dell'autostrada Taranto/Sibari e Sibari/Catanzaro che avrebbe dovuto chiudere l'anello autostradale italiano da Nord a Sud;
e) la realizzazione dell'aeroporto della Sibaritide;
f) il raccordo ferroviario SS 106-Centrale, a carico dell'Enel, per ridurre il carico del trasporto del combustibile su gomma;
per altro verso poiché le forze politiche locali, facenti parte del consiglio comunale di Rossano, continuavano ad opporsi al progetto della centrale, l'amministrazione comunale di allora fu fatta cadere con conseguente scioglimento del consiglio e nomina del commissario prefettizio, che immediatamente rilasciava all'Enel la richiesta licenza edilizia e che, terminato l'incarico, venne promosso prefetto a Grosseto (nella cui provincia era in costruzione la centrale di Piombino, gemella di quella di Rossano);
nulla di quanto promesso è stato realizzato nella piana di Sibari e nell'area urbana Corigliano-Rossano, infatti:
a) il porto di Corigliano, benché fortemente ridimensionato, tuttora non è terminato e fatica a decollare per evidente mancanza di volontà politiche statali e regionali;
b) non vi è stato alcun insediamento industriale di quelli previsti e nemmeno di altri;
c) la sede universitaria prese la via di Cosenza e fu realizzata ad Arcavacata (comune di Rende);
d) le autostrade non furono mai realizzate, né le dorsali e tutt'ora i cittadini sono costretti a percorrere la strada statale 106 Jonica (definita da tutti, anche nazionalmente, «la strada della morte») con la conseguenza che per raggiungere il capoluogo di provincia si impiegano ancora oltre un'ora e mezza di viaggio (120 chilometri) e per raggiungere quello di regione oltre due ore (180 chilometri);
e) nulla si è fatto di concreto per l'aeroporto e le ferrovie sono impraticabili, sia quelle locali, sia quelle nazionali, compreso il suddetto raccordo ferroviario strada statale 106-Enel, con annoso conseguente intasamento e consunzione del tratto di 106 interessato (TA-Rossano Centrale e SA-Rossano Centrale);
nonostante tutto ciò, l'Enel otteneva nel 1991 di potere installare altri quattro gruppi turbo gas da 115 megawatt elettrici, in totale altri 460 megawatt elettrici di potenza senza che l'area di produzione abbia avuto alcun miglioramento o vantaggio;
nonostante queste esperienze negative sembrerebbe che le istituzioni locali abbiano offerto all'Enel di rimodulare impianti esistenti, sia utilizzando energie rinnovabili e sia ricorrendo al cosiddetto «ciclo combinato», che pur mantenendo l'area urbana sottoposta al vincolo di una produzione industriale convenzionale, rappresentava comunque un punto di mediazione possibile;
viceversa l'Enel, pur potendo procedere a trasformare a carbone altre sue centrali in Italia, anche più obsolete e vecchie di quella di Rossano, ha rifiutato ogni proposta alternativa e vuole a tutti i costi imporre il carbone, che nessun'altra comunità locale vuole, essendo ormai una tecnologia obsoleta e altamente inquinante poiché:
a) è dannosa alla salute, alla salubrità dell'aria e dell'ambiente, soprattutto in aree densamente popolate come la nostra;
b) l'acquisto del carbone proviene interamente dall'estero, al pari delle altre fonti energetiche convenzionali e nucleari;
c) il costo aumenta sempre più (dal 2000 al 2008 vi è stato un aumento del 300 per cento) perché se ne assottiglia la quantità e perché sono necessari costosi disinquinanti per renderlo non già «pulito», ma appena meno dannoso, per non parlare dei danni che tale produzione di energia determina sulla salute dei cittadini;
a fronte di tutto ciò, l'Enel ha deciso di trasferire a Brindisi, portandole via dalla regione Calabria e da Rossano, le direzioni regionali e compartimentali relative alla gestione degli impianti produttivi, sottraendo di fatto anche quel poco di risorse che potevano scaturire da tali siti;
non si può, inoltre, non mettere in evidenza, come tali scelte siano decisamente in contrapposizione con qualsiasi ipotesi di sviluppo agro-turistico e culturale di questa importante area strategica della Calabria;
a tutto ciò vanno aggiunte le seguenti considerazioni:
a) la definizione di «centrale policombustibile» appare fuorviante in quanto è previsto l'utilizzo di bio-masse e di energia solare solo per il 5 per cento, contro il 95 per cento a carbone. Quindi appare più corretto considerarla una centrale «policombustibile quasi totalmente a carbone»;
b) la cosiddetta «nuova tecnologia a carbone pulito» per la presenza dei filtri a manica, dei dosolforatori e dei denitrificatori riduce solo in parte le particelle fini, ma nulla può fare sulle emissioni di polveri ultrafini (Φ< 0,1 μm), che, rappresentano la causa più importante d'incremento della mortalità e della morbilità;
c) il carbone è una delle forme più importanti d'inquinamento da mercurio. Il derivato di quest'ultimo, il metilmercurio, entrando nella catena alimentare dell'uomo, attraverso i pesci, può causare ritardo mentale, difficoltà di apprendimento, ritardo nello sviluppo neurologico, deficit del linguaggio, della funzione motoria, dell'attenzione e della memoria com'è evidenziato da numerosi studi scientifici in materia;
d) il processo di combustione del carbone produce, soprattutto nelle fasi di avviamento e di spegnimento dei gruppi termici ben 67 elementi tossici inquinanti, tra cui i ben noti metalli pesanti (arsenico, cromo cadmio), che causano nell'uomo gravi e mortali patologie mediche, nonché elementi radioattivi per 22 anni, come il piombo 210, responsabile di aumenti dell'autismo nei bambini;
e) una centrale a carbone emette rispetto ad un impianto di pari potenza alimentato a metano un quantitativo doppio di CO2, i cui effetti deleteri sul clima (effetto serra) sono oramai sotto gli occhi di tutti ed un quantitativo 140 volte superiore di ossidi di azoto. Le emissioni della combustione di carbone in centrali elettriche rappresentano la più grande fonte artificiale di anidride carbonica, che secondo la maggior parte degli studiosi del clima è causa primaria del riscaldamento globale. La riconversione a carbone non rispetta l'adesione dell'Italia al protocollo di Kyoto ed all'accordo raggiunto in seno all'Unione europea per la riduzione delle emissioni serra del 20 per cento;
f) le emissioni da questi impianti sono i principali responsabili delle piogge acide. La scelta del carbone, combustibile sporco, non considera le energie alternative, come solare ed eolico, se non marginalmente, nonostante esse abbiano già oggi costi complessivi molto minori del carbone e vantaggi ambientali per tutti;
g) la costruzione della centrale a carbone appare come scelta politica imposta dall'alto al territorio senza il minimo rispetto delle regole e dei deliberati delle istituzioni locali (piano energetico regionale e PCTP, piano territoriale di coordinamento provinciale, entrambi escludenti il ricorso alla combustione del carbone) e delle popolazioni;
h) su un sistema fortemente connotato da attività agricole di pregio (distretto agricolo di qualità, istituito dalla Regione Calabria) e da attività turistico-alberghiere (l'occupazione di entrambi questi settori già oggi stimabile in almeno diecimila unità) tale impianto di circa cento unità stabili, più un indotto di meno di un centinaio di addetti, avrebbe effetti catastrofici; nel distretto di Brindisi, dove è stato realizzato un impianto simile, l'occupazione agricola è drasticamente diminuita, come quella turistica, e i prodotti locali non sono più venduti, con una grave crisi socio-economica, nonché un grave aumento di patologie a carico della popolazione residente;
i) il piano energetico regionale adottato dalla regione Calabria, delibera n. 315 del 14 febbraio 2005, così recita «è vietato, su tutto il territorio regionale calabrese, l'utilizzo del carbone per alimentare centrali per la produzione di energia elettrica»;
l) le amministrazioni comunali di Rossano e Corigliano hanno espresso in maniera congiunta il proprio disaccordo sul progetto dell'ENEL;
m) dal quadro sopra evidenziato risulta evidente che la decisione dell'ENEL contrasta totalmente con i desideri e le vocazioni del territorio in questione -:
cosa si intenda fare, di concreto con le amministrazioni locali e regionali, per far sì che l'ENEL riveda le sue valutazioni e decisioni in merito alla ristrutturazione e alla riconversione al carbone della centrale sita nel territorio di Rossano e Corigliano, considerato che tale progetto appare totalmente inidoneo e in contrasto con ogni possibile ipotesi di sviluppo di quel territorio che ha nell'agricoltura e nel turismo le leve fondamentali per puntare ad una propria autonomia economica;
se non si ritenga necessario prendere spunto da questa situazione per una seria riflessione che ponga il territorio della Calabria al centro di produzioni di energie alternative che possano rappresentare un volano per nuove forme di sviluppo e, al contempo, che siano in armonia con le vocazioni naturali della regione Calabria.
(2-00769) «Belcastro, Brugger, Iannaccone».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

amministrazione locale

carbone

costruzione stradale

energia dolce

gas a effetto serra

gas naturale

produzione d'energia

risorse rinnovabili

soppressione di posti di lavoro

stazione energetica

turismo