ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00700

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 316 del 04/05/2010
Firmatari
Primo firmatario: VICO LUDOVICO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 04/05/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BARBI MARIO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
BURTONE GIOVANNI MARIO SALVINO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
MARINI CESARE PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
ZUCCHI ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
BOCCI GIANPIERO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
BONAVITACOLA FULVIO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
CARELLA RENZO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
COSCIA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
CUOMO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
GRAZIANO STEFANO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
LEVI RICARDO FRANCO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
LOLLI GIOVANNI PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
LOSACCO ALBERTO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
CALVISI GIULIO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
DAL MORO GIAN PIETRO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
LOVELLI MARIO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
MARTINO PIERDOMENICO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
MIOTTO ANNA MARGHERITA PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
VERINI WALTER PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
LUONGO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
MOGHERINI REBESANI FEDERICA PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
POMPILI MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
PORTAS GIACOMO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
QUARTIANI ERMINIO ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
RIGONI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
RUSSO ANTONINO PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
SBROLLINI DANIELA PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
SIRAGUSA ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
VILLECCO CALIPARI ROSA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010
LULLI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 04/05/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 04/05/2010
Stato iter:
06/05/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 06/05/2010
Resoconto VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 06/05/2010
Resoconto RAVETTO LAURA SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
REPLICA 06/05/2010
Resoconto VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 06/05/2010

SVOLTO IL 06/05/2010

CONCLUSO IL 06/05/2010

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00700
presentata da
LUDOVICO VICO
martedì 4 maggio 2010, seduta n.316

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:

nell'interpellanza n. 2-00455, illustrata nella seduta di giovedì 24 settembre 2009, sono state chieste al Governo spiegazioni circa il fatto che, in un momento di grande sofferenza per le casse pubbliche italiane e di assoluta necessità di risorse da destinare a politiche pubbliche in funzione anti-crisi, la società ENI Spa, di cui il Governo è azionista di maggioranza relativa, versa all'erario italiano poco più di 300 milioni di imposte nette annue a fronte di un utile ante-tasse di oltre 7 miliardi di euro, con un'incidenza fiscale inferiore ai 5 per cento;

parallelamente, crescono, invece, le imposte che ENI Spa versa all'estero, erogando dividendi alle società controllate aventi sede in Stati e territori a regime fiscale privilegiata; in particolare, le principali aziende che hanno provveduto ad erogare dividendi da controllante ENI Spa sono state la ENI International BV, per euro 3 miliardi e 235 milioni, e la ENI Investments plc, per 917 mila euro. La prima società risulta avere sede ad Amsterdam, la seconda a Londra. Tali società controllano, poi, 48 società residenti o con filiali in Stati o territori a regime fiscale privilegiato, o residenti in Stati o territori elencati nell'articolo 3 del decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 21 novembre 2001;

ne consegue che ENI, pur realizzando cospicui ricavi sul territorio italiano (a valere sulle bollette di famiglie e imprese italiane), si è strutturata, da un punto di vista fiscale e societario, in modo tale da pagare la maggioranza delle imposte relative ai propri ricavi all'estero, per sfruttare regimi fiscali più favorevoli, con ciò sottraendo di fatto all'erario italiano risorse oggi fondamentali per fronteggiare la difficile congiuntura internazionale, la crisi occupazionale e la connessa e crescente domanda di politiche e tutele sociali;

in risposta a quanto appena rilevato, il sottosegretario Giuseppe Vegas, Vice-ministro dell'economia e delle finanze, ha riferito alla Camera in data 24 settembre 2009 che «Il Ministero dell'economia e delle finanze, azionista della società. ENI Spa, si limita ad esercitare i diritti dell'azionista, non esercitando attività di direzione e coordinamento (d'altronde, questa è la natura dell'azionista)»;

inoltre, l'articolo 6 dello Statuto di Eni Spa attribuisce al Ministero dell'economia e delle finanze una golden share, ai sensi dell'articolo 2, commi 1 e 3, del decreto-legge 31 maggio 1994, n. 332, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 1994, n. 474, come sostituito dall'articolo 4, comma 227, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, in virtù della quale nessun azionista diverso dal Ministero (e dalla cassa depositi e prestiti) «può possedere, a qualsiasi titolo, azioni della Società che comportino una partecipazione superiore al 3 per cento del capitale sociale. Il limite massimo di possesso azionario è calcolato anche tenendo conto delle partecipazioni azionarie complessive facenti capo ai controllante, persona fisica o giuridica o società; a tutte le controllate dirette o indirette nonché alle controllate da uno stesso soggetto controllante; ai soggetti collegati nonché alle persone fisiche legate da rapporti di parentela o di affinità fino al secondo grado o di coniugio, sempre che si tratti di coniuge non legalmente separato», con ciò garantendo che il controllo della società resti nelle mani dell'azionista di maggioranza relativa, che è proprio il Ministero dell'economia e delle finanze; per la stessa finalità, l'articolo 6.2, lettera b), dello Statuto attribuisce al Ministero uno specifico potere speciale, consistente nel diritto di «opporsi alla conclusione di patti parasociali o accordi di cui all'articolo 122 del testo unico di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, nel caso in cui - come statuito dai decreto del Ministro del tesoro in data 16 ottobre 1995 - vi sia rappresentato almeno il 3 per cento del capitale sociale costituito da azioni con diritto di voto nell'assemblea ordinaria»;

l'articolo 17 dello statuto di Eni Spa - attribuendo la gestione della società ad un consiglio di amministrazione «composto da un numero di membri non inferiore a tre e non superiore a nove», cui l'articolo 23 conferisce «i più ampi poteri per l'amministrazione ordinaria e straordinaria della Società» - prevede che alla elezione degli Amministratori si proceda traendo dalla lista che ottiene la maggioranza dei voti espressi dagli azionisti «i sette decimi degli Amministratori da eleggere», mentre i restanti amministratori vengono scelti dalle altre liste. Coerentemente con ciò, su un totale di nove amministratori - cui lo stesso Statuto conferisce dunque «i più ampi poteri per l'amministrazione ordinaria e straordinaria della Società» - ben sei provengono dalle liste presentate dal Ministero dell'economia e delle finanze, includendo tra questi presidente ed amministratore delegato della società;

il Ministro dell'economia e delle finanze si è visto recentemente costretto, per recuperare risorse in un momento di grave crisi economica, a varare, all'articolo 1 del decreto-legge 3 agosto 2009, n. 103, convertito con modificazioni dalla legge n. 141 del 2009, l'ennesima misura di «scudo», volta a indurre il rientro di capitali sottratti al fisco, anche al prezzo di cancellare con quello che agli interpellanti appare un vero e proprio «colpo di spugna» reati come il falso in bilancio - sancendo secondo gli interroganti una sorta di «accettabilità sociale» della frode nei confronti di azionisti e fisco;

contemporaneamente a ciò, lo stesso Ministero assiste secondo gli interpellanti passivamente (attraverso l'inazione dei suoi stessi rappresentanti) alle manovre fiscali, quanto meno piuttosto spregiudicate, di un soggetto industriale la cui quota di controllo risiede in mano pubblica e che realizza introiti estremamente sostanziosi a spese dei consumatori italiani -:

se il Ministro dell'economia e delle finanze non intenda assumere le necessarie iniziative per porre fine a comportamenti da parte degli amministratori dell'Eni che adottano strategie fiscali le quali, di fatto, sottraggono ingenti risorse allo Stato - che, pure, controlla quella stessa società -, e che, al di là della correttezza giuridico-formale, pongono seri interrogativi in merito all'opportunità che la più grande impresa italiana, a controllo pubblico, applichi sistematicamente pratiche elusive al fine di massimizzare i ricavi per gli azionisti;

se non ritenga doveroso proporre all'assemblea dei soci (nella quale detiene la maggioranza di controllo) provvedimenti nei confronti degli amministratori che tali pratiche hanno deliberato.

(2-00700)
«Vico, Barbi, Beltrandi, Burtone, Cesare Marini, Zucchi, Bocci, Bonavitacola, Carella, Coscia, Cuomo, Giachetti, Graziano, Levi, Lolli, Losacco, Calvisi, Dal Moro, Farina Coscioni, Lovelli, Pierdomenico Martino, Miotto, Verini, Luongo, Mogherini Rebesani, Pompili, Portas, Quartiani, Rigoni, Antonino Russo, Sbrollini, Siragusa, Villecco Calipari, Lulli».
Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

ENTE NAZIONALE IDROCARBURI ( ENI )

EUROVOC :

evasione fiscale

imposta sugli utili