ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00567

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 257 del 11/12/2009
Firmatari
Primo firmatario: GRAZIANO STEFANO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 11/12/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 11/12/2009
VENTURA MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 11/12/2009
BERSANI PIER LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 11/12/2009
QUARTIANI ERMINIO ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 11/12/2009
CUOMO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 11/12/2009
FONTANELLI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 11/12/2009
TOUADI JEAN LEONARD PARTITO DEMOCRATICO 11/12/2009
BRANDOLINI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO 11/12/2009
PICIERNO PINA PARTITO DEMOCRATICO 11/12/2009
MOTTA CARMEN PARTITO DEMOCRATICO 11/12/2009


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 11/12/2009
Stato iter:
14/01/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 14/01/2010
Resoconto GRAZIANO STEFANO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 14/01/2010
Resoconto SAGLIA STEFANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 14/01/2010
Resoconto GRAZIANO STEFANO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 14/01/2010

SVOLTO IL 14/01/2010

CONCLUSO IL 14/01/2010

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00567
presentata da
STEFANO GRAZIANO
venerdì 11 dicembre 2009, seduta n.257

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:

Selfin S.p.a, società fondata nel 1989 da Ibm Italia, operante nel settore della progettazione e realizzazione di sistemi informativi e software applicativi per il mercato pubblico e privato con sede a Caserta e filiali a Cagliari, Roma e Palermo, per quasi vent'anni ha realizzato utili significativi, rappresentando un punto di riferimento di eccellenza per il sistema industriale, in particolare campano;

Selfin S.p.a., sin dalla sua nascita ha beneficiato di professionalità altamente qualificate e ha avuto clienti del settore pubblico e del settore privato di assoluta rilevanza, tra i quali si segnalano Enel, Gruppo Fiat, Telecom, numerose Asl, Presidenza della Repubblica, Istituto superiore della sanità, Ministeri e banche. Nella sua attività, la società si è costantemente attestata su livelli di soddisfazione dei clienti, in linea e addirittura superiori agli standard di mercato, sviluppando importanti soluzioni tecnologiche;

nel corso del 2004, Selfin S.p.a. è oggetto da parte di Ibm di una prima fusione con un'altra azienda di proprietà di quest'ultima, denominata Industria per il Software. La decisione è motivata dalla volontà di creare un polo di eccellenza nel Mezzogiorno, di proprietà di Ibm. A seguito di tale scelta, sono trasferiti centinaia di dipendenti di Selfin S.p.a. di Roma alla società gemellata, denominata Sistemi Informativi, avente il medesimo consiglio di amministrazione e il medesimo amministratore delegato di Selfin S.p.a., dopo la fusione con Industria per il Software. In quest'anno, Ibm Italia procede a impiegare 13 mila dipendenti, di cui una buona parte in aziende dalla stessa totalmente controllate. La quota di forza lavoro impiegata al Sud raggiunge una percentuale irrisoria, nonostante ingenti finanziamenti per progetti di varia natura;

nello stesso periodo, poco dopo la richiamata fusione fortemente contestata anche a livello sindacale, Ibm chiede ed ottiene la dichiarazione di esuberi e la conseguente applicazione della cassa integrazione per le due società di sua esclusiva proprietà, Sistemi Informativi (con oltre 2000 dipendenti, al Centro-Nord) e Selfin S.p.a. (con 400 dipendenti, al Sud), nonostante la loro posizione: nell'illustrazione dei dati di performance di Ibm Italia, tradizionalmente riferiti ogni trimestre, Selfin S.p.a. e Sistemi Informativi risultano tra le aree di minore perdita del gruppo Ibm. Alla fine del 2004, Ibm, dopo aver usufruito di ingenti finanziamenti per il Mezzogiorno, decide la cessione di Selfin S.p.a di Caserta, che rappresenta il 50 per cento della forza lavoro di Ibm nel meridione, a Met Fin s.a.s.. La richiesta della direzione generale della corporation di aumentare gli utili di Ibm Italia è alla base di quella che appare agli interpellanti un'incomprensibile e ingiustificata decisione di soddisfare le direttive della multinazionale, dismettendo soltanto la parte del Mezzogiorno di Ibm Italia per ragioni di equilibrio interno alle linee manageriali della società, e non anche di Sistemi Informativi che ad oggi risulta ancora di proprietà di Ibm Italia;

le organizzazioni sindacali e la regione Campania, all'indomani della vendita, evidenziano all'allora Ministero delle attività produttive i rischi per i livelli occupazionali e i destini industriali di un'azienda di eccellenza nel settore delle tecnologie avanzate in relazione ai problemi finanziari del gruppo Met Fin s.a.s.. Di fatto, a pochi mesi dall'acquisizione da parte di quest'ultima, si mettono in essere gravissimi comportamenti da parte della società, come il mancato pagamento di stipendi e contributi fino alla dichiarazione di insolvenza, nel luglio 2005, da parte del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere con richiesta di accesso alle procedure di cui al decreto legislativo n. 270 del 1999 (cosiddetto «Prodi-bis»);

nell'agosto 2005, prende avvio la procedura di amministrazione straordinaria con la quale si giunge ad esperire due gare per l'assegnazione di Selfin S.p.a. ad una nuova proprietà da parte dell'organismo commissariale;

all'inizio del 2006, nei mesi di crisi più acuta dopo la vendita di Selfin S.p.a. a Met Fin s.a.s., a favore di Selfin S.p.a. è siglato dai commissari un contratto di sostegno con Ibm del valore di circa 30 milioni di euro, di durata triennale, per garantire la completa occupazione in Selfin S.p.a., Oggi, la nuova proprietà dichiara che il suo mancato rispetto sia alla base della richiesta di cassa integrazione guadagno ordinaria;

nel mese di luglio 2006, la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere procedeva all'arresto per bancarotta fraudolenta del titolare di Met Fin s.a.s., presidente del consiglio di amministrazione di Selfin S.p.a. e di due consiglieri di amministrazione di quest'ultima;

nel 2007, a seguito del secondo bando di gara, Selfin S.p.a., con circa 130 dipendenti, viene acquistata dal gruppo Comdata S.p.a. Il contratto di sostegno passa da 30 a 50 milioni di euro per una durata quinquennale, a supporto dell'attività di rilancio di Selfin S.p.a. Pur non sussistendo evidenti difficoltà, tale contratto ha impegnato un numero esiguo di risorse senza andare a regime, nonostante avrebbe potuto rappresentare l'opportunità per Selfin S.p.a. di rientrare su clienti storici di primaria importanza;

a partire dall'acquisto di Selfin S.p.a. da parte del gruppo Comdata, la situazione si è normalizzata almeno fino al mese di aprile 2008, quando l'azienda ha dichiarato le prime difficoltà economiche. Nonostante le difficoltà, il gruppo Comdata ha proseguito sulla via dell'espansione industriale sia in ambito del business process outsourcing che in ambito dell'information and communication technology, mediante varie acquisizioni;

al termine del periodo di vigilanza previsto dal decreto legislativo n. 270 del 1999, nel mese di febbraio 2009, l'azienda, decidendo unilateralmente di interrompere qualunque trattativa sindacale, richiede per l'intero anno l'applicazione della cassa integrazione guadagno ordinaria a rotazione a zero ore sul 35 per cento della forza lavoro complessiva di Selfin S.p.a., per un ammontare di migliaia di ore e con un costo a carico della collettività di più di un milione di euro;

a metà ottobre 2009, nell'ambito dell'ultimo tavolo presso il Ministero dello sviluppo economico, viene richiesto alla proprietà di fornire un convincente piano industriale per una definitiva prospettiva di Selfin S.p,a. nell'ambito di Comdata;

agli inizi del mese di novembre 2009, l'assemblea dei soci di Selfin S.p.a. delibera a sorpresa e senza concordare alcun passaggio con le rappresentanze sindacali la messa in liquidazione volontaria dell'azienda, nominando quale amministratore unico e liquidatore il dott. Generoso Galluccio, con successiva mancata erogazione delle spettanze del mese di ottobre e la richiesta di apertura della procedura di cassa integrazione straordinaria per liquidazione per tutti i 170 dipendenti;

agli interpellanti appaiono evidenti e gravi le responsabilità di Ibm Italia prima e di Comdata poi a danno del Mezzogiorno, dei lavoratori di Selfin S.p.a. e delle loro famiglie, e di una corretta logica di sviluppo industriale, nonostante le ingenti risorse pubbliche ottenute da Ibm in questi anni e il numero impressionante di acquisizioni societarie operate da Comdata negli ultimi tre anni, operazioni che hanno visto la stessa decuplicare il fatturato e raggiungere 6.000 dipendenti. È altresì evidente che negli anni la convocazione di continui tavoli presso il Ministero competente, senza ulteriori interventi, non ha impedito il verificarsi dei fatti sopra riportati e ad oggi oltre che in Selfin S.p.a. esiste la paventata e concreta possibilità che siano messi irrimediabilmente a rischio migliaia di posti di lavoro in società riconducibili al gruppo Comdata S.p.a., le famiglie dei lavoratori e un'industria di eccellenza -:

quali iniziative il Ministro interpellato ritenga, con urgenza, di intraprendere nei riguardi di Comdata S,p.a., per garantire l'immediato ritorno alla gestione ordinaria, rispettando gli impegni assunti, ivi compreso il pagamento delle spettanze a tutti i lavoratori, fino all'identificazione di una nuova soluzione industriale in grado di tutelare tutti i dipendenti;

quali iniziative urgenti ritenga di intraprendere nei riguardi di Ibm, affinché la società ponga in essere nel più breve tempo possibile ogni azione utile, ivi compreso il riassorbimento delle maestranze, garantendo il reinsediamento nel Mezzogiorno di una industria di eccellenza intorno alla quale far ripartire una sana logica di sviluppo industriale;

quali iniziative e interventi ritenga di attuare per scongiurare la chiusura di Selfin S.p.a. in liquidazione volontaria e per garantire un futuro, per ora quanto mai incerto, per la sopravvivenza dell'azienda e per il destino dei lavoratori e delle loro famiglie;

se il Ministro interpellato ritenga di convocare immediatamente tutte le parti interessate al fine di definire il piano di uscita da questa difficile situazione di crisi.

(2-00567)
«Graziano, Maran, Ventura, Bersani, Quartiani, Cuomo, Fontanelli, Touadi, Brandolini, Picierno, Motta».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

cassa integrazione

fusione d'imprese

gruppo di societa'

impresa privata

Mezzogiorno

piano di finanziamento

politica industriale

recessione economica

software