ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00500

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 227 del 06/10/2009
Firmatari
Primo firmatario: MONAI CARLO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 06/10/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FAVIA DAVID ITALIA DEI VALORI 06/10/2009
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 06/10/2009
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 06/10/2009
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 06/10/2009
PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI 06/10/2009
SCILIPOTI DOMENICO ITALIA DEI VALORI 06/10/2009


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 06/10/2009
Stato iter:
08/10/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 08/10/2009
Resoconto MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 08/10/2009
Resoconto REINA GIUSEPPE MARIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 08/10/2009
Resoconto FAVIA DAVID ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 08/10/2009

SVOLTO IL 08/10/2009

CONCLUSO IL 08/10/2009

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00500
presentata da
CARLO MONAI
martedì 6 ottobre 2009, seduta n.227

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:

la Commissione UE ha avviato una moratoria nei confronti del Governo italiano sulla riforma del «diritto d'insistenza» che favorisce all'atto del rinnovo del titolo il concessionario del demanio pubblico marittimo uscente, sulla base dell'articolo 37 del Codice della navigazione, restrizione giudicata incompatibile con gli obblighi derivanti dall'articolo 43 del Trattato CE;

il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti aveva assunto l'impegno con la nota del 7 aprile 2009 dell'Ufficio legislativo del Ministero a modificare senz'altro il quadro delle normative interne ed in particolare l'articolo 37 del Codice della Navigazione;

la Presidenza del Consiglio dei ministri impugnava nella seduta del 18 settembre 2009 dinnanzi alla Corte Costituzionale la legge regionale Emilia-Romagna n. 8/2009 attinente alla disciplina delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo;

con nota del 4 agosto 2009, la Commissione UE ha sollecitato le autorità italiane a far conoscere «la programmazione, precisa e dettagliata, degli interventi da adottare a livello nazionale» in ordine all'approvazione definitiva delle dovute modifiche legislative;

l'attività procedurale istruttoria è stata svolta secondo gli interpellanti dalle autorità italiane esclusivamente attraverso un carteggio formale e burocratico, evitando qualsiasi coinvolgimento immediato e diretto degli imprenditori interessati sia per la definizione degli elementi di conflitto, sia per la ricerca di una intesa nella scelta delle regole nuove eventualmente da adottare;

non è possibile che sia sfuggito che l'intervento della Commissione europea finirà con il mettere in crisi, non già un codicillo giuridico, ma un intero comparto che pure svolge un ruolo primario e trainante nell'ambito dell'economia del Paese;

il settore turistico, afferente l'attività di balneazione, registra circa 30.000 aziende con 250.000 addetti e costituisce un importante caposaldo delle attività economiche estive di tutta la costa italiana e rappresenta un rilevante volume di affari, soprattutto per i comuni rivieraschi;

la legge finanziaria per il 2007, all'articolo 1, comma 251, ha previsto l'abrogazione della norma che prevedeva l'aumento del 300 per cento dei canoni demaniali, stabilendo però un meccanismo moltiplicatore ancora più oneroso, ossia stabilendo la moltiplicazione della superficie complessiva del manufatto per la media dei valori mensili unitari minimi e massimi indicati dall'Osservatorio del mercato immobiliare per la zona di riferimento, moltiplicandolo a propria volta per un indice di 6,5;

tale meccanismo non tiene conto degli investimenti fatti e non definisce in modo puntuale l'ambito delle pertinenze destinate ad attività direzionali e di produzione di beni e servizi, confondendole con le superfici destinate ad attività commerciali;

in occasione dell'approvazione da parte della Camera dei deputati della legge n. 33 del 9 aprile 2009 è stato accolto dal Governo l'ordine del giorno 9/2187-A/77 che tra l'altro impegnava lo stesso Governo «ad adottare al più presto provvedimenti volti a raggruppare, semplificare e armonizzare le numerose norme che attualmente regolano la materia del demanio marittimo, provvedendo in particolare ad effettuare una verifica sul numero delle concessioni demaniali esistenti sul territorio nazionale e sulla reale consistenza delle rispettive strutture, a tutelare gli attuali rapporti concessori regolati con titoli di godimento in corso di validità, ad evitare disparità di trattamento tra i gestori di attività balneari su immobili acquisiti allo Stato e coloro che gestiscono le stesse attività in strutture amovibili, a definire in maniera precisa le pertinenze commerciali alle quali deve essere applicato il canone, a procedere ad una diversa e più ampia classificazione delle aree demaniali onde commisurare l'effettiva entità del canone demaniale, tenendo conto delle particolari condizioni delle aree concesse, della natura pubblica o privata dei soggetti concessionari e del tempo di utilizzo dei beni; a valutare la possibilità di sospendere la riscossione dei contributi dovuti in attesa dei provvedimenti che saranno adottati»;

si rende necessario definire come richiesto dalle imprese operanti nel settore della balneazione, parametri idonei a misurare il canone demaniale nel contesto reale del territorio dove l'operatore economico esercita la propria attività di impresa, al fine di misurare in modo sintetico e concreto le diversità esistenti negli 8.000 chilometri di costa italiana -:

quali siano gli orientamenti del Governo in materia;

se non ritenga necessario ed urgente incontrare le organizzazioni di categoria al fine di esplicitare una strategia sia per quanto attiene alla posizione da sostenere nei confronti della Commissione europea, sia per l'individuazione di una soluzione che tuteli le imprese balneari che operano sul demanio e che ne confermi il ruolo fondamentale che l'ordinamento italiano ha costruito negli ultimi decenni e che ha innegabilmente stimolato e favorito forme di effettivo, complessivo rinnovamento dell'intero settore, per la salvaguardia di un modello di turismo balneare unico al mondo e che ha dimostrato di essere virtuoso e affidabile;

se intenda adottare iniziative per semplificare ed armonizzare le numerose norme che attualmente regolano la gestione del demanio marittimo, con particolare riferimento ai canoni demaniali;

se intenda procedere ad una classificazione in più categorie delle spiagge italiane e delle relative strutture balneari;

se intenda mantenere il meccanismo dei rinnovi automatici alla scadenza dei relativi titoli concessori, così come previsto dall'articolo 10 della legge n. 88 del 2001;

se e come intenda regolare la procedura di pubblico incanto per l'ottenimento di nuove concessioni;

se intenda adottare iniziative per abrogare la norma relativa all'acquisizione dallo Stato delle opere di difficile rimozione.

(2-00500)
«Monai, Favia, Donadi, Evangelisti, Borghesi, Piffari, Scilipoti».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

armonizzazione delle norme

attivita' dell'impresa

beni e servizi

codice della navigazione

concessionario

proprieta' pubblica

recessione economica

registrazione di societa'

turismo