Atto Camera
Interpellanza urgente 2-00361
presentata da
MATTEO BRIGANDI'
mercoledì 8 aprile 2009, seduta n.161
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
la novella in materia fallimentare di cui alla legge n. 80 del 2005 si proponeva di perseguire i seguenti scopi:
a) deflazionare le dichiarazioni di fallimento;
b) preservare l'interesse generale ad evitare la dispersione dei valori aziendali;
c) valorizzare le soluzioni concordate tra imprese in crisi e creditori anche attraverso nuovi strumenti normativi;
si è trattato di un'innovazione radicale che, soprattutto nell'attuale congiuntura economica con evidente lungimiranza, è coerente con gli interventi del Governo al fine di contenere la disoccupazione per rilanciare l'attività delle imprese;
l'applicazione di tale normativa nel vicentino, appare agli interpellanti originale soprattutto da parte della Procura della Repubblica che interviene nella formazione delle intese tra imprenditori e creditori per le soluzioni concordate in situazioni di crisi;
in particolare quest'attività - non prevista dalla legge - produce, ad avviso degli interpellanti, ritardi delle procedure di concordato preventivo che porta all'ampio superamento del termine di 180 giorni fissato per legge;
in concreto vi sono ritardi nel depositare alla sezione fallimentare competente il parere previsto ai sensi dell'articolo n. 160 della legge fallimentare e ciò comporta una tardiva nomina del commissario giudiziale con impedimento, una volta introdotta la procedura di concordato, a risolvere le problematiche aziendali che si pongono laddove occorra l'autorizzazione del giudice delegato ai sensi dell'articolo 167 della legge fallimentare sentito il parere, appunto, del commissario giudiziale;
ciò che però appare grave agli interpellanti è il fatto che il procuratore Capo della Repubblica di Vicenza, sulla stampa rassegni opinioni sullo stato di salute della imprese, sull'affidabilità (anche negativa) di terzi imprenditori che intervengono a sostegno della continuità delle attività aziendali, travalicando, sempre ad avviso degli interpellanti, i limiti delle proprie funzioni;
a titolo di esempio si riporta una rassegna di condotte e dichiarazioni concernenti il procuratore capo riprodotte sulla stampa e riguardanti l'esistenza di una situazione di insolvenza della My Air: tali dichiarazioni hanno di fatto reso in questo modo improbabile la ricapitalizzazione delle imprese o, addirittura, radicando l'insolvenza;
nell'articolo pubblicato il 21 marzo 2009, sul Messaggero veneto a pagina 15 si legge: «è il procuratore... a coordinare di persona la guardia di finanza» ... «Gli inquirenti intendono monitorare la situazione delle grandi imprese presenti nel vicentino» ... «il nostro intervento serve ad incentivare condotte virtuose e positive il nostro auspicio è quello che My Air sia in grado di trovare nuovi fondi per ricapitalizzare la società e quindi risanare i debiti»; il 22 marzo 2009 ed ancora il 23 marzo 2009, sempre con riferimento alla vicenda My Air, si legge «l'ordine è partito dal Comando Generale della Guardia di Finanza» e «la Procura nutre seri dubbi su alcune voci della proposta di concordato», ed il 29 gennaio 2009 sul medesimo giornale si riporta che «Alla procura non tornano i conti, come ha dichiarato pubblicamente..., proprio per la presenza delle fatture sospettate di falsità»;
ulteriori notizie di stampa concernono procedure di concordato in corso rispetto alle quali la Procura è intervenuta in maniera assai netta: il 17 dicembre 2008, sempre sul Messaggero Veneto, è pubblicata la notizia secondo la quale «dopo che il Tribunale ha dato via libera all'ammissione alla procedura (di concordato)... è stato il Procuratore a incaricare la Polizia Tributaria di verificare...»;
come si vede dalle notizie riportate sono state effettuate verifiche tributarie su imprese anche successivamente alla manifestazione di voto dei creditori minando così, in concreto, le soluzioni concordatarie, ma soprattutto rendendo inutile l'istruttoria concordataria e sono stati resi noti sulla stampa giudizi sulle qualità morali di imprenditori e professionisti che, come prima conseguenza, hanno visto chiudersi il credito bancario;
a conferma di quanto sopra riferito nel Giornale di Vicenza del 14 gennaio 2009 si dà conto - ancora una volta - di giudizi resi dal procuratore con riferimento a vicende per le quali era in corso una procedura di concordato: il Procuratore Salvarani «all'Assemblea dei creditori... ha parlato di fatture false per 16 milioni di euro» e, il 20 dicembre 2008, a pagina 22 si riporta che «La Procura dubita della bontà di certe cifre», e che «Il Consigliere Salvarani... parlando...» con riferimento «a presunte operazioni inesistenti pari a 16 milioni di euro ha lasciato intendere che cosa sta preparando la Procura» e ancora, «il magistrato solleva forti dubbi sulle modalità finanziarie del Gruppo Conciario» -:
se il Ministro non intenda disporre iniziative ispettive al fine di verificare la sussitenza dei presupposti per la promozione di un'azione disciplinare.
(2-00361)
«Brigandì, Allasia, Barani, Caparini, Chiappori, Comaroli, Crosio, Fava, Fugatti, Goisis, Pini, Stefani, Bragantini, Alessandri, Torazzi, Bonino, Gidoni, Forcolin, Consiglio, Fogliato, Rainieri, Volpi, Grimoldi, Vanalli, Stucchi, Polledri, Laura Molteni, Rivolta, Renato Farina, Negro, Nicola Molteni».