ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00340

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 147 del 17/03/2009
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 17/03/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 17/03/2009
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 17/03/2009
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 17/03/2009


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 17/03/2009
Stato iter:
21/04/2009
Fasi iter:

RITIRATO IL 21/04/2009

CONCLUSO IL 21/04/2009

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00340
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
martedì 17 marzo 2009, seduta n.147

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:

il 2 dicembre 2008 il consiglio di amministrazione di Telecom ha varato al termine di una riunione fiume durata oltre nove ore il nuovo piano industriale per il triennio 2009-2011;

nella mattinata del 3 dicembre 2008, in vista della presentazione del piano stesso da parte dell'amministratore delegato Franco Bernabè a Londra, le agenzie riportavano la notizia secondo cui il piano industriale di Telecom Italia per il 2009/2011 approvato nel lungo Consiglio di amministrazione del giorno precedente prevedeva una crescita media annua dei ricavi di oltre il 2 per cento;

durante la conferenza stampa di presentazione del piano industriale l'Amministratore delegato Bernabè ha dichiarato che: «L'obiettivo del piano è di proseguire nel miglioramento della dinamica di ricavi e margini avviata nel corso del 2008 e riprendere un percorso selettivo di crescita caratterizzato da una severa disciplina finanziaria del Gruppo Telecom Italia. Avevamo annunciato con forza un ritorno ai fondamentali, con l'obiettivo della generazione di cassa, della riduzione del debito, della corretta dinamica di ricavi e margini coerenti con la nostra dimensione e con la nostra capacità operativa. Le condizioni dei mercati e dell'economia reale nel frattempo intervenute hanno mostrato come sia necessario essere ancora più incisivi nell'affrontare in modo prioritario la riduzione dell'indebitamento. Alla luce dei risultati, che nel frattempo hanno mostrato la frenata dell'erosione dei margini, siamo oggi in condizione di proseguire con un piano triennale che conferma la direzione di questi ultimi mesi. Continueremo quindi con più determinazione sul lato del controllo dei costi operativi e degli investimenti, con un perimetro di business coerente con le nostre attuali necessità, e con l'obiettivo di abbattere il debito intorno al 2,3 in rapporto all'Ebitda»;

più nello specifico secondo il piano industriale dell'azienda: «I target per l'anno 2009 prevedono: ricavi organici tra 22,7 e 22,8 miliardi di euro, Ebitda organico tra 9,9 e 10 miliardi di euro, investimenti industriali per circa 3,3 miliardi di euro; i ricavi organici sono previsti in leggera crescita (0,2 per cento medio annuo) per il periodo 2008-2011 ed è atteso il raggiungimento di un Ebitda margin organico di circa il 46 per cento nel 2011 e gli investimenti rappresenteranno circa, il 13-13,5 per cento dei ricavi. Il primo obiettivo del piano sul mercato domestico è l'inversione del trend dei ricavi nel 2010 grazie alla crescita dei ricavi da servizi innovativi (BroadBand e business adiacenti) che al 2011 rappresenteranno circa il 28 per cento dei ricavi domestici totali.».;

in particolare, il ritorno alla crescita sul domestico, si dovrebbe fondare secondo quanto annunciato, su cinque punti: 1. la difesa della market share a valore grazie al nuovo approccio customer centric (consumer, business e Top Client) completamente operativo da gennaio 2009 con il varo della nuova organizzazione; 2. la chiusura del gap nella penetrazione nel broadband fisso rispetto alla media europea, sia aumentando la soddisfazione dei clienti grazie all'aumento della Qualità del Servizio, sia attraverso l'innovazione dell'offerta in termini di indirizzo di nuovi bisogni e di promozione di suite di servizi di VAS e Connettività per famiglie ed imprese; 3. lo Sviluppo del broadband mobile difendendo il premio di mobilità, il posizionamento di TIM sui servizi VAS Interattivi ed indirizzando la forte crescita dei clienti broadband convergenti; 4. lo sviluppo significativo nei business adiacenti (IPTV, ICT, Online Advertising, Digital Home, Service Exposure) per ampliare lo share of wallet sul cliente, la loyalty; 5. la revisione dell'Architettura di marca del Gruppo per una più coerente percezione del nuovo assetto dell'offerta convergente e della citata impostazione customer centri;

sempre l'amministratore delegato ha poi aggiunto: «Siamo fiduciosi su questo piano», sugli obiettivi di generazione di cassa e di riduzione del debito e non c'è la prospettiva di un aumento di capitale. Bernabè inoltre ha indicato che «nonostante lo scenario macroeconomico siamo fiduciosi sulle prospettive a lungo termine». Anche con riferimento alla crisi in atto, l'amministratore delegato Telecom ha rilevato che «la recessione interesserà soprattutto il mercato anglosassone»;

nonostante la fiducia espressa, tra gli obiettivi fissati ed annunciati vi è anche, quasi come presupposto al resto, una notevole riduzione del personale, il piano triennale di Telecom Italia, tra le altre cose, prevede infatti, anche un «ulteriore intervento di riduzione degli organici sul perimetro domestico», pari a «4 mila unità oltre alla già prevista riduzione di 5 mila risorse entro il 2010». I dipendenti di Telecom Italia scenderanno da 64 mila a circa 55 mila nel 2011, una riduzione complessiva del 14 per cento;

l'amministratore delegato ha poi specificato di volere procedere cercando il consenso delle parti, con l'obiettivo finale di rafforzare l'azienda, che può fare da volano per la crescita del settore Ict e quindi sostenere l'andamento del Pil. Il rafforzamento di Telecom Italia, ha specificato l'amministratore delegato è un grande obiettivo del Paese, cui tutti dovrebbero collaborare;

la collaborazione richiesta dall'azienda pare coinvolgere in primo luogo dipendenti e clienti: come detto sono stati dichiarati quindi 4.300 esuberi che si vanno ad aggiungere ai 5.000 già annunciati a settembre del 2008, è prevista una riduzione del 20 per cento delle risorse già stanziate per lo sviluppo e la manutenzione delle reti telefoniche che porterà presumibilmente ad un progressivo scadimento della qualità offerta ai clienti, è stata annunciata poi la chiusura di 22 sedi in Italia del servizio assistenza clienti, una decisione che anticipa quella di procedere alla completa esternalizzazione del servizio. Già oggi Telecom appalta parte del lavoro a call center esterni;

alcuni casi appaiono davvero particolari, come quello di Mantova dove, ad esempio, i dipendenti Telecom sono chiamati a trasferirsi nella sede di Verona, tenendo presente la turnistica a cui sono sottoposti dalle ore 6.50 alle ore 21.00, 7 giorni su 7. Di fatto tale trasferimento potrebbe costringere alle dimissioni molti lavoratori. Appare doveroso riflettere sulle ragioni di tale trasferimento perché non paiono direttamente connesse a motivi di risparmi economico visto che nel comune di Mantova, a quanto si apprende, vi sono spazi già occupati da personale Telecom in cui i dipendenti del 187 chiamati a trasferirsi potrebbero essere collocati;

quanto al consenso delle parti ricercato dall'azienda non pare affatto esserci, il giorno 5 febbraio a Roma si sono incontrate le Segreterie Nazionali e territoriali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL, insieme al Coordinamento Nazionale delle RSU di Telecom Italia, con i rappresentanti dell'azienda, al fine di completare gli approfondimenti relativi alle ricadute del piano industriale 2009-2011. Durante l'incontro sono stati illustrati gli intendimenti aziendali di riorganizzazione delle aree di staff, oltre che le prime «traduzioni» in numeri e sedi impattate, legate alla riorganizzazione. Il giudizio dei rappresentanti sindacali appare evidentemente molto critico. Secondo i sindacati per quanto riguarda le linee di sviluppo aziendale, il piano 2009-2011 presenta negatività e limiti evidenti si muove in una logica esclusivamente finanziaria con la vendita di asset fino a qualche mese fa definiti strategici (Sparkle, Germania, Cuba e Olanda), la riduzione drastica di investimenti (2 miliardi, di cui quasi 1 sulla rete), il «congelamento» della presenza in Brasile (la più importante in termini di ricavi e fatturato). Inoltre il piano si presenta totalmente contraddittorio tra obiettivi dichiarati e scelte economiche, industriali e organizzative annunciate. In particolare sembra del tutto evidente che l'obiettivo di migliorare da subito la qualità (soprattutto nei confronti del cliente finale) si scontra con una profonda riorganizzazione del customer e con l'uscita di migliaia di lavoratori (con ulteriori mobilità professionali aggiuntive, per riempire i vuoti); così come di difficile realizzazione saranno gli obiettivi dichiarati di puntare ad una più rapida penetrazione della banda larga e dei relativi servizi (e quindi ad una crescita dei ricavi sui servizi innovativi) a fronte di un calo di risorse per 900 milioni di euro proprio sulla manutenzione dell'attuale rete in rame e per la diffusione delle nuove tecnologie in centrali e aree attualmente non coperte o con evidenti problemi (ridondanza, lontananza tra centrale e utenza, scadimento del rame, eccetera). La stessa valorizzazione dell'informatica e dell'IT è contraddetta dall'eventuale internalizzazione di attività a basso valore, mentre continua il ricorso a consulenze esterne per quanto riguarda le attività più pregiate (a partire dalla costruzione della nuova piattaforma CRM). Le stesse scelte di intervenire sul mercato nel tentativo di meglio valorizzare marchio e il rapporto diretto con il cliente sono poi contraddette dalla scelte di riduzione della presenza, nelle aree di vendita, di dipendenti Telecom; in sintesi, per le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL «non vi è una linea di sviluppo industriale chiara e coerente, non vi è qualsivoglia strategia di rafforzamento su mercati esteri, non vi è alcuna valorizzazione delle peculiarità, tecnologiche e organizzative (a partire dalla presenza capillare sul territorio) di Telecom Italia. L'unica scelta chiara è quella di intervenire ulteriormente sul costo del lavoro, oltre che su un modello organizzativo che verrà completamente messo a soqquadro, con il rischio di paralizzare l'azienda attraverso l'ennesimo cambio di modello gestionale e divisionale»;

il piano industriale presentato da Telecom non pare aver convinto neanche il Governo tant'è che lo stesso Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali ha dichiarato al riguardo che: «Guarderemo con molta attenzione a questo ulteriore programma di ristrutturazione di Telecom, per vedere se sia davvero necessario alla sopravvivenza ed alla crescita di questa società. Lo dico per Telecom e per qualunque altra situazione - ha proseguito il Ministro Sacconi - la generosità degli ammortizzatori sociali non deve incoraggiare una facile espulsione dei lavoratori dai luoghi di lavoro, se non in presenza di una esigenza incontenibile per la sopravvivenza della società. Bisogna sempre entrare nel merito e non accettare acriticamente quello che il datore di lavoro decide, tanto più in una stagione in cui mettiamo generosamente a disposizione molti più ammortizzatori sociali»;

è bene ricordare che Telecom ha da poco dato vita ad una fondazione di cui Navarro Valls è presidente con lo scopo dichiarato di ridurre il disagio sociale e migliorare la qualità della vita delle persone. L'esubero di 10 mila dipendenti in tre anni, senza un'adeguata giustificazione nel piano industriale, se non quella di un mero risparmio economico avulso da una strategia coerente di rilancio aziendale, non sembra coerente con gli obiettivi della fondazione Telecom Italia -:

se non ritenga necessario controllare, così come annunciato, con la dovuta perizia ed attenzione, nei limiti delle proprie prerogative, la coerenza e la congruità, tra il piano industriale, e gli esuberi annunciati dalla Telecom;

se non ritenga altresì necessario verificare che, in questo specifico caso, il riconoscimento di ammortizzatori sociali, peraltro limitati e per il momento solo annunciati, non stia incoraggiando l'espulsione dei lavoratori dai luoghi di lavoro;

se non ritenga necessario disporre con la massima urgenza, per i prossimi, 24 mesi, misure a sostegno del reddito per i dipendenti Telecom a rischio di esubero finalizzate a mantenere in attività il maggior numero possibile di lavoratori sia dipendenti che parasubordinati, prevedendo, per l'azienda nel caso in cui rinunci agli esuberi e si impegni a mantenere in servizio i dipendenti con un orario ridotto, l'attivazione di specifici ammortizzatori sociali finalizzati a compensare la riduzione delle retribuzioni erogate ai lavoratori per la diminuita attività lavorativa, garantendo così il mantenimento in attività, per i prossimi 24 mesi dei lavoratori sia dipendenti che parasubordinati.

(2-00340)
«Di Pietro, Donadi, Borghesi, Evangelisti».
Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

TELECOM ITALIA

EUROVOC :

aiuto all'occupazione

assicurazione di disoccupazione

conservazione del posto di lavoro

lavoro a tempo parziale

mobilita' della manodopera

riduzione dell'orario di lavoro

soppressione di posti di lavoro

telefono