ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00082

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 28 del 03/07/2008
Firmatari
Primo firmatario: SORO ANTONELLO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 03/07/2008
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRESSA GIANCLAUDIO PARTITO DEMOCRATICO 03/07/2008
SERENI MARINA PARTITO DEMOCRATICO 03/07/2008
AMICI SESA PARTITO DEMOCRATICO 03/07/2008
ZACCARIA ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 03/07/2008
GHIZZONI MANUELA PARTITO DEMOCRATICO 03/07/2008
DE TORRE MARIA LETIZIA PARTITO DEMOCRATICO 03/07/2008
LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO 03/07/2008
ZAMPA SANDRA PARTITO DEMOCRATICO 03/07/2008
MIOTTO ANNA MARGHERITA PARTITO DEMOCRATICO 03/07/2008
SARUBBI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 08/07/2008
GOZI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO 10/07/2008


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 03/07/2008
Stato iter:
24/07/2008
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 24/07/2008
Resoconto ZACCARIA ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 24/07/2008
Resoconto GIOVANARDI CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
REPLICA 24/07/2008
Resoconto DE TORRE MARIA LETIZIA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IL 08/07/2008

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 08/07/2008

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 10/07/2008

DISCUSSIONE IL 24/07/2008

SVOLTO IL 24/07/2008

CONCLUSO IL 24/07/2008


Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00082
presentata da
ANTONELLO SORO
giovedì 3 luglio 2008 nella seduta n.028

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
il 21 maggio 2008, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri viene dichiarato lo stato di emergenza, fino al 31 maggio 2009, in relazione agli insediamenti di comunità nomadi nel territorio delle regioni Campania, Lazio e Lombardia;
la base giuridica per l'adozione del decreto è costituita dall'articolo 5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225: si tratta della legge che istituisce il Servizio nazionale della Protezione civile, e il cui articolo 5, comma 1, prevede che, al verificarsi di calamità naturali, catastrofi o altri eventi che per intensità ed estensione debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità e alla natura degli eventi;
sulla base del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, il 30 maggio 2008 vengono adottate tre ordinanze (n. 3676, n. 3677, e n. 3678) del Presidente del Consiglio dei ministri, che contestualmente nominano i prefetti di Roma, Milano e Napoli come commissari delegati per la realizzazione di tutti gli interventi necessari al superamento dello stato di emergenza, e attribuiscono loro una serie di poteri tra cui quello del «monitoraggio dei campi autorizzati in cui sono presenti comunità nomadi e individuazione degli insediamenti abusivi» (articolo 1, comma 2, lettera b) e quello «dell'identificazione e censimento delle persone, anche minori di età, e dei nuclei familiari presenti (nei campi autorizzati e negli insediamenti abusivi), attraverso rilievi segnaletici» (articolo 1, comma 2, lettera c);
la disinvoltura con cui la dichiarazione dello stato di emergenza sui campi nomadi viene ricondotta alla fattispecie costituita dal «verificarsi di calamità naturali, catastrofi o altri eventi», potenzialmente sembra giustificare la dichiarazione dello stato di emergenza, con semplice decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, senza alcun controllo o garanzia parlamentare, praticamente su qualunque materia;
nelle dichiarazioni rese dal Ministro Maroni, tale intervento sarebbe legittimato, inoltre, dal Regolamento CE n. 380/2008; in realtà, tale regolamento prevede la rilevazione di identificatori biometrici, comprendenti le immagini del volto e le impronte digitali, a partire dall'età di sei anni, al mero fine di istituire un modello uniforme per i permessi di soggiorno rilasciati a cittadini di paesi terzi;
viene quindi impropriamente estesa ad avviso degli interpellanti una normativa comunitaria - applicabile ai soli cittadini extra-comunitari e ai soli fini di istituzione di un modello uniforme di permesso di soggiorno - a tutti coloro che italiani, comunitari o extra-comunitari, di qualunque età, anche inferiore ai sei anni, si trovino in un campo nomade, autorizzato o abusivo, e a prescindere dalla presenza legale o illegale sul territorio italiano, e dunque dall'eventuale rilascio di un permesso di soggiorno, dimenticando peraltro che circa il 60 per cento dei rom presenti sul territorio nazionale ha la cittadinanza italiana;
le norme adottate, inoltre, lungi dal distinguere tra cittadini italiani, comunitari o extra-comunitari, si fondano sul mero presupposto che tutti coloro che vi saranno soggetti si trovino in un campo nomade, suscitando così le perplessità espresse dal Garante della privacy che non ha mancato di sottolineare come questa «schedatura» sarebbe priva di una base normativa, prevedendo oggi la legge che le impronte possano essere prese solo in casi ben determinati, come per esempio nell'ipotesi di ingresso in carcere. In ogni caso non possono essere prese indiscriminatamente, o comunque per una fascia sola della popolazione sulla base della mera considerazione che il soggetto viva in un campo nomade, violando così il principio di dignità, di non discriminazione per etnia e di tutela dei minori;
quanto detto è aggravato dalla circostanza che nelle copie di alcuni atti di censimento a firma del commissario delegato per l'emergenza insediamenti e comunità nomadi della regione Campania, - resi pubblici dalla comunità di Sant'Egidio - emerge che il 25 giugno 2008, nel campo detto «centrale del latte», non solo sono state raccolte rilevazioni fotografiche e impronte digitali degli interessati ma che tale schedatura ha contemplato anche la registrazione di dati relativi alla religione professata e all'appartenenza etnica;
tali disposizioni, secondo Unicef Italia, violano fondamentali principi non solo costituzionali, primo tra tutti quello sancito dall'articolo 3 della Costituzione, ma anche quelli del superiore interesse del bambino su qualunque altra considerazione e quello di non discriminazione dei bambini, principi cardine della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia; così come preoccupate sono state le dichiarazioni del Commissario per i diritti umani in seno al Consiglio d'Europa che ha ricordato come «tali metodi richiamano misure prese nel passato e che hanno portato alla repressione dei Rom»;
le norme approvate, infatti, al di fuori di ogni garanzia parlamentare o costituzionale, lungi dal perseguire gli autori di abusi e violazioni dei diritti dei bambini, finiscono per equiparare le vittime di tali abusi ai criminali che li sfruttano, e ledono al contempo in maniera sproporzionata il diritto all'eguaglianza di tutti i bambini, rilevando un approccio da un lato restrittivo e discriminatorio, dall'altro inefficace, come sottolineato dalla stessa Conferenza episcopale italiana;
la stessa finalità indicata dal Ministro dell'interno e da quello dell'istruzione, di favorire così la scolarizzazione dei minori rom, è contraddetta dalla stessa pratica di sgombero dei campi rom che spesso, come testimoniato dai volontari che vi lavorano a stretto contatto, determina l'inutile e pericoloso effetto di sparpagliare nuovamente quei bambini per le città, interrompendo, invece, processi di scolarizzazione in corso, avviati con il concorso di tutte le professionalità della scuola italiana -:
se il Presidente del Consiglio dei ministri intenda modificare quanto prima il decreto che proclama lo stato di emergenza, e le ordinanze conseguentemente adottate, abbandonando le politiche repressive e discriminatorie fin qui seguite, e avviando invece un'approfondita riflessione sulle politiche di integrazione, affrontando in particolare l'aspetto della scolarizzazione e dell'integrazione sociale dei bambini appartenenti a comunità nomadi; se, a tal fine, non intenda predisporre un piano nazionale, integrato e pluriennale per la frequenza e il successo scolastico di minori rom e sinti.
(2-00082)
«Soro, Bressa, Sereni, Amici, Zaccaria, Ghizzoni, De Torre, Lenzi, Zampa, Miotto, Sarubbi, Gozi».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

cittadino straniero

diritti del bambino

diritto di soggiorno

discriminazione etnica

nomadismo

norma europea

pianificazione nazionale

scolarizzazione

zingaro