ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01058

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 639 del 28/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: FRATTINI FRANCO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 28/05/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VALDUCCI MARIO POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
BALDELLI SIMONE POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
PIANETTA ENRICO POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
BIASOTTI SANDRO POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
BERGAMINI DEBORAH POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
CESARO LUIGI POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
D'ALESSANDRO LUCA POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
GALATI GIUSEPPE POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
GAROFALO VINCENZO POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
LANDOLFI MARIO POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
LUPI MAURIZIO POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
NIZZI SETTIMO POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
PAPA ALFONSO POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
PISO VINCENZO POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
SIMEONI GIORGIO POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012
TESTONI PIERO POPOLO DELLA LIBERTA' 28/05/2012


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-01058
presentata da
FRANCO FRATTINI
testo di
lunedì 28 maggio 2012, seduta n.639

La Camera,

premesso che:

sulle strade italiane viaggiano circa 8.610.000: veicoli motorizzati a due ruote, di cui 2.170.000 ciclomotori (veicoli < 50 cc) e 6.440.000 motocicli (scooter e moto > 50 cc), corrispondenti al 17 per cento dei veicoli circolanti, il che ne fa la categoria più rappresentata dopo le autovetture;

le strade italiane sono le più frequentate in Europa dai veicoli a due ruote: infatti circa un quarto del circolante di motocicli e di ciclomotori è concentrato nel nostro Paese;

secondo una recente indagine realizzata dal dipartimento trasporti e mobilità di Leuven, in Belgio, l'eventuale spostamento del 10 per cento dell'utenza dalle autovetture ai veicoli a due ruote comporterebbe una riduzione del 40 per cento delle ore trascorse nel traffico ed una riduzione del 6 per cento dei costi riconducibili al danno ambientale prodotto da emissioni e congestione del traffico;

i vantaggi offerti dalla mobilità a due ruote agli utenti, soprattutto in termini di riduzione dei tempi di percorrenza e contenimento dei costi di gestione, sono testimoniati dal XIX rapporto annuale dell'Aci-Censis (2011), che registra un incremento del 34 per cento nel numero degli spostamenti su motociclo o scooter, con percentuali che passano dal 14,9 per cento nel 2007 al 20 per cento 2011, con punte del 35 per cento per giovani di età compresa tra 18 e 19 anni;

l'accresciuto ricorso ai veicoli a due ruote per gli spostamenti individuali ha provocato un incremento degli incidenti stradali in cui rimangono coinvolti gli utilizzatori di questi mezzi;
gli incidenti stradali nel corso del 2010 hanno provocato la morte di 4.090 persone e il riferimento di 302.735 tra conducenti, passeggeri di veicoli e pedoni;

tra le categorie particolarmente esposte a rischio di incidenti, quella degli utilizzatori di ciclomotori, scooter e motocicli nel corso del 2010 ha fatto registrare 1.204 vittime e 77.590 feriti, corrispondenti rispettivamente al 29 per cento e al 25 per cento del totale;

il costo sociale riferibile agli incidenti a due ruote è stimabili in circa 5 miliardi di euro;

secondo l'Istat la presenza di ostacoli accidentali o fissi sulla strada ha provocato nel 2010 la morte di 108 centauri, il 39 per cento delle vittime riconducibili a questa causa di mortalità;

una delle principali criticità per gli utenti di due ruote è rappresentata dalle infrastrutture, che anche quando non presentano problemi di corretta installazione o manutenzione, sono sovente progettate senza tenere in alcuna considerazione le specifiche esigenze di motociclisti e ciclomotoristi;

l'associazione dei Costruttori europei di motocicli (ACEM) ha recentemente pubblicato una ricerca intitolata «linee guida per progettare strade più sicure per le due ruote a motore in Europa», che evidenzia come le strade presentino, fin dalla loro iniziale progettazione, fattori di pericolosità per tutti gli utenti che non dispongano di un abitacolo protettivo, come ad esempio la presenza di ostacoli lungo la carreggiata, l'utilizzo di segnaletica inadeguata, l'impiego di vernice che diventa sdrucciolevole, in caso di pioggia, la progettazione di rotatorie, curve ed incroci con caratteristiche dimensionali e di visibilità inadeguate per gli utenti delle due ruote e altro;

tra gli elementi infrastrutturali che rivestono una particolare importanza occorre evidenziare i dispositivi di ritenuta stradale, tra cui le barriere di sicurezza, i cosiddetti guard rail - la cui pericolosità per le due mote a motore è ampiamente dimostrata dalla letteratura scientifica sull'argomento, come gli studi di Ellmers (1997) e Brailly (1998), che dimostrano come, paradossalmente, le ferite prodotte dall'impatto contro le barriere risultino fino a 5 volte più gravi rispetto a quelle che il motociclista si sarebbe procurato se avesse impattato direttamente contro l'oggetto protetto dalle stesse;

nel gennaio 2012 il CEN (Comitato europeo di normazione) ha approvato una specifica tecnica, che, se applicata, consentirebbe di testare barriere stradali che siano finalmente idonee anche per i motociclisti,
impegna il Governo:

ad assumere iniziative normative per aggiornare il codice della strada, articolo 53-bis e articolo 208, prevedendo l'inserimento degli utenti di ciclomotori e motociclo nella definizione di utente debole della strada, che attualmente comprende pedoni, bambini, anziani, disabili e ciclisti, senza menzionare espressamente gli utilizzatori dei veicoli motorizzati a due ruote, in ciò conformandosi alla consuetudine comunitaria, come esemplificato dalla direttiva 2008/96/CE, sulla gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali, che include nella definizione di «vulnerable user», pedoni, ciclisti e appunto, motociclisti;

a monitorare, eventualmente istituendo un'apposita commissione di vigilanza, l'effettiva applicazione dell'articolo 208 del codice della strada che prevede la destinazione del 50 per cento degli introiti delle sanzioni comminate dalle polizie locali, tra l'altro al rifacimento della segnaletica, alla manutenzione delle strade, all'installazione, all'ammodernamento, al potenziamento, alla messa a norma e alla manutenzione delle barriere e della segnaletica e alla sistemazione del manto stradale;

a vigilare analogamente sull'applicazione delle disposizioni dell'articolo 142 del codice della strada, che assegnano agli enti proprietari delle strade il 50 per cento dei proventi delle sanzioni per eccesso di velocità, destinandoli alla realizzazione di interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture stradali, ivi compresa la segnaletica e le barriere, e dei relativi impianti;

ad assumere iniziative volte a prevedere la trasmissione da parte degli enti locali ai Ministeri delle infrastrutture e dei trasporti e dell'interno, di una relazione indicante l'ammontare complessivo dei proventi di propria spettanza e a garantire la trasmissione al Parlamento di una relazione annuale sull'utilizzo degli stessi proventi;

a mettere in atto le opportune iniziative sul piano normativo e amministrativo affinché sia recepita la technical specification approvata dal comitato europeo di normazione citata in premessa, che consentirebbe di progettare e fabbricare guard rail sicuri anche per i motociclisti, prevedendo l'installazione obbligatoria degli stessi, da parte degli enti proprietari e gestori delle strade, sulle strade di nuova costruzione;

ad istituire un'apposita commissione tecnica nell'ambito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che, sulla base di un'attività di approfondimento della letteratura scientifica, di studio del bestpractice a livello nazionale ed europeo e di analisi di sicurezza delle strade e degli arredi stradali, definisca linee guida destinate a progettisti e costruttori di infrastrutture varie che tengano conto della sicurezza degli enti di due ruote a motore, facendo sì che le linee guida siano portate a conoscenza delle amministrazioni locali con l'obiettivo di diffondere una maggiore consapevolezza del problema tra decisori ed addetti ai lavori;

a recepire le indicazioni della menzionata direttiva 2008/96/CE del 19 novembre 2008 sulla gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali, che, pur applicandosi alle strade della rete transeuropea, invita gli Stati membri a recepirne le disposizioni come codici di buona prassi per le infrastrutture nazionali, e che tra i criteri da adottare per le valutazioni di impatto ed i controlli di sicurezza espressamente menzionata l'attenzione per gli utenti vulnerabili e, specificamente, per i motociclisti;

a promuovere una modifica del codice della strada che preveda espressamente il libero accesso di ciclomotori e motocicli nelle corsie riservate alla circolazione dei mezzi pubblici, in modo da separare dal normale traffico veicolare i mezzi motorizzati a due ruote, cosa che determina una pericolosa promiscuità di utenti della strada con caratteristiche e comportamenti spesso incompatibili, ferma restando la facoltà dei comuni di disciplinare diversamente accessi alle summenzionate corsie sulla base di motivate esigenze legate alla sicurezza della circolazione;

ad assumere iniziative per disciplinare l'utilizzo di dispositivi individuali atti ad archiviare informazioni sanitarie ed a costituire una storia clinica completa (gruppo sanguigno, allergie, patologie pregresse, rx, e altro) ad uso del personale sanitario che svolge interventi di emergenza su soggetti privi di conoscenza a causa di eventi traumatici come gli incidenti stradali, consentendo una maggiore tempestività e precisione nel trattamento del paziente.

(1-01058)
«Frattini, Valducci, Baldelli, Pianetta, Biasotti, Bergamini, Cesaro, D'Alessandro, Galati, Garofalo, Landolfi, Lupi, Nizzi, Papa, Piso, Simeoni, Testoni».