DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 02/04/2012
DISCUSSIONE IL 02/04/2012
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 02/04/2012
APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 03/04/2012
ATTO MODIFICATO IL 14/05/2012
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 15/05/2012
DISCUSSIONE IL 15/05/2012
ACCOLTO IL 15/05/2012
PARERE GOVERNO IL 15/05/2012
APPROVATO IL 15/05/2012
CONCLUSO IL 15/05/2012
Atto Camera
Mozione 1-00989
presentata da
GIANPAOLO DOZZO
testo di
lunedì 2 aprile 2012, seduta n.615
La Camera,
premesso che:
la complessa tematica del disarmo e della non proliferazione nucleare, contrariamente a quanto si ritiene comunemente, è ben chiara ai Paesi ed alle organizzazioni internazionali fin dai primi anni dell'era nucleare, tanto che una risoluzione per l'utilizzo del nucleare esclusivamente a scopi pacifici e per lo stop ad ulteriori acquisizioni di armamenti venne votata dall'Onu già nel gennaio del 1946;
le armi nucleari, per la loro stessa natura, sono in grado di determinare distruzioni gravissime, ma non è possibile preventivarne la dismissione unilaterale senza considerare le conseguenze che una loro riduzione non bilanciata può provocare sugli equilibri internazionali;
un vero disarmo nucleare è conseguentemente possibile solo in un contesto davvero mondiale, che veda una pari assunzione di impegno da parte di tutti i Paesi già dotati di armi atomiche o che aspirino ad acquisirne. Qualunque iniziativa asimmetrica vanificherebbe ogni effetto deterrente con la conseguenza perversa di rafforzare proprio la posizione di chi non accetta le regole condivise;
dopo la corsa agli armamenti del periodo della Guerra fredda, si è da tempo avviata una stagione internazionale di dialogo positivo sul tema, a partire proprio dalle due principali potenze che hanno contributo fattivamente alla conclusione del Trattato di non proliferazione nucleare del 1968 e, oggi, stanno conducendo una revisione ciascuna delle proprie prospettive strategiche, firmando tra loro il nuovo Trattato sulla riduzione degli arsenali nucleari (New Strategie Arms Reduction-Treaty - New Start) l'8 aprile 2010 a Praga;
anche l'Alleanza atlantica sta rivedendo la propria politica riguardo alle armi nucleari, con un processo di revisione iniziato nel 2010 a Lisbona, che si concluderà al vertice del prossimo maggio 2012 a Chicago;
se Occidente e Federazione russa hanno assunto impegni forti e coerenti in direzione del disarmo, si rischia, invece, che altri Stati mantengano o sviluppino armi nucleari al di fuori del Trattato di non proliferazione nucleare e di qualunque dialogo internazionale. Si ricorda che non aderiscono al Trattato di non proliferazione nucleare Paesi, che potrebbero avere peso ed ambizioni crescenti nello scenario internazionale, in alcuni dei quali esistono possibilità di infiltrazioni di matrice terroristica, in altri governano regimi sui quali è dubbio il peso della sola moral suasion internazionale;
un problema aggiuntivo è rappresentato dalla circostanza che le conoscenze tecnologiche richieste per produrre ordigni nucleari sono le stesse indispensabili alla produzione di energia elettronucleare; proprio per questo è importante il regime di penetranti controlli che l'Agenzia internazionale per l'energia atomica garantisce, in ottemperanza alle previsioni del Trattato di non proliferazione nucleare e dei rispettivi accordi bilaterali sulle salvaguardie tra l'Agenzia e i singoli Stati;
appare conseguentemente necessario attribuire maggiori poteri di accesso e di intervento all'organismo deputato a verificare l'impiego di materiale nucleare a scopo militare, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, attribuendo un vero potere di ingresso e di ispezione anche non concordata con gli Stati interessati sulla base dell'universalizzazione del protocollo aggiuntivo quale nuovo standard internazionale per la sicurezza nucleare, seppure questa fattispecie abbia dimostrato difficoltà di attuazione, prefigurando, altresì, un'estensione dei suoi poteri anche ai Paesi non firmatari del Trattato di non proliferazione nucleare,
impegna il Governo:
a farsi promotore di una strategia diretta al rafforzamento del regime globale di non proliferazione e di disarmo basato sul Trattato di non proliferazione nucleare che miri ad includere nello stesso il maggior numero di Paesi a livello mondiale, nel quadro di un'azione veramente globale, altrimenti non efficace;
a sostenere in sede Onu la necessità di rafforzare ed espandere il numero di soggetti membri del Trattato di non proliferazione nucleare e di incrementare concretamente le possibilità di intervento dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica;
ad indirizzare in ambito Nato la politica di disarmo in maniera concertata con gli altri membri e nel quadro negoziale con la Federazione russa sul controllo degli armamenti.
(1-00989) «Dozzo, Stefani, Allasia, Gidoni, Chiappori, Molgora, Fugatti, Fedriga, Fogliato, Lussana, Montagnoli, Bitonci».