ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00842

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 578 del 30/01/2012
Abbinamenti
Atto 1/00826 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00830 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00831 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00832 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00833 abbinato in data 31/01/2012
Atto 1/00843 abbinato in data 31/01/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI BIAGIO ALDO
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 30/01/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DELLA VEDOVA BENEDETTO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 30/01/2012
BOCCHINO ITALO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 30/01/2012
MENIA ROBERTO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 30/01/2012
BRIGUGLIO CARMELO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 30/01/2012
CONTE GIORGIO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 30/01/2012
PATARINO CARMINE SANTO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 30/01/2012
CONSOLO GIUSEPPE FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 30/01/2012
LO PRESTI ANTONINO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 30/01/2012
MORONI CHIARA FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 30/01/2012


Stato iter:
02/02/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 31/01/2012
Resoconto DI BIAGIO ALDO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 31/01/2012
Resoconto BARBATO FRANCESCO ITALIA DEI VALORI
Resoconto OCCHIUTO ROBERTO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 31/01/2012

DISCUSSIONE IL 31/01/2012

RITIRATO IL 02/02/2012

CONCLUSO IL 02/02/2012

Atto Camera

Mozione 1-00842
presentata da
ALDO DI BIAGIO
testo di
lunedì 30 gennaio 2012, seduta n.578

La Camera,

premesso che:

il fenomeno dell'evasione fiscale in Italia rappresenta una piaga sociale prima ancora che economica, coinvolge una percentuale non trascurabile di cittadini e operatori economici e compromette l'equilibrio dei conti pubblici e l'equità del sistema fiscale;

secondo i dati forniti dalla Guardia di finanza nel 2011, 12.000 italiani sono stati denunciati per evasione fiscale e 7.500 di loro sono risultati evasori totali, cioè sconosciuti al fisco, cui hanno occultato 21 miliardi di euro di redditi;

secondo quanto evidenziato di recente dal presidente dell'Istat in Italia è praticamente impossibile definire un ammontare preciso dell'evasione fiscale, che si aggirerebbe tra i 120 e i 150 miliardi di euro. Tale dato dall'oggettiva e dichiarata imprecisione non consente, di fatto, di cogliere l'evoluzione del fenomeno negli anni;

stando ai dati Istat, di contro l'economia sommersa è al 17 per cento del prodotto interno lordo; se si esclude la pubblica amministrazione, dove non c'è economia sommersa, la media è del 20 per cento;

il fenomeno ha suscitato di recente una grande attenzione mediatica, a seguito delle iniziative delle autorità competenti volte all'individuazione dei potenziali evasori in luoghi particolarmente simbolici. L'attenzione mediatica ha accresciuto l'indignazione dei cittadini italiani costretti a importanti sacrifici da una politica di rigore e austerità;

il fenomeno dell'evasione fiscale è strettamente correlato a quello della corruzione, poiché in talune circostanze il mancato pagamento dei tributi rappresenta lo strumento attraverso cui raccogliere risorse destinate a finanziare pratiche corruttive;

in una recente audizione alla Camera dei deputati dei rappresentanti della Banca d'Italia è stato evidenziato che: «la corruzione non solo danneggia la P.A., ledendone l'integrità, il prestigio e il buon andamento, ma - ove particolarmente diffusa - può inquinare gli stessi meccanismi di produzione della ricchezza. Elevati livelli di corruzione, infatti, distorcono l'allocazione efficiente delle risorse, sottraendole alle attività produttive»;

in ragione di tali aspetti appare del tutto auspicabile un percorso di lotta all'evasione che contempli meccanismi attivi di controllo delle dinamiche di corruzione, essendo questi fenomeni strettamente legati;

malgrado esista dal 1970 l'anagrafe tributaria, quale banca dati utilizzata per la raccolta e l'elaborazione dei dati relativi alla fiscalità dei contribuenti italiani, che elabora circa 200 milioni di documenti ogni anno, non sembrano esserci sensibili miglioramenti nei meccanismi di controllo dell'evasione, che rappresenta un fenomeno sociale consolidato;

dal 1o luglio 2011 è entrato in vigore lo strumento del cosiddetto «spesometro», che consentirebbe di monitorare le entrate dei contribuenti per ogni acquisto superiore a un tetto che varia dai 3.000 a 3.600 euro. Si tratta di un meccanismo che prevede l'interazione con l'Agenzia delle entrate da parte dei prestatori di servizi. Ma anche su questo fronte vi sono non poche criticità, in virtù della macchinosità del sistema software e dei criteri da seguire, a cui si aggiungono i ritardi nell'applicazione di tali meccanismi;

al momento non vi è obbligo in capo all'amministrazione di procedere all'accertamento tributario mediante l'incrocio delle informazioni e dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi, ai flussi finanziari del singolo contribuente e allo «spesometro», «redditometro» e «riccometro»;

l'ipotesi di riconoscere a ciascun contribuente la possibilità di dedurre o detrarre in una qualche misura le spese relative ai consumi istituirebbe, grazie al meccanismo del cosiddetto «contrasto di interesse», un incentivo economico nella lotta all'evasione;

ai sensi dell'articolo 53 della Costituzione italiana, «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività»;

l'elusione fiscale si configura come il meccanismo attraverso il quale il contribuente mira a eludere l'imposizione attraverso condotte che non hanno altra giustificazione economica, se non quella di sfruttare strumentalmente le lacune dell'ordinamento, in modo tale da non far sorgere in tutto o in parte un obbligo tributario;

la normativa italiana non riconosce una disciplina antielusiva generale, sussistendo, invece, norme anti-elusione relative solo ad alcune tipologie di tributi. La teoria dell'abuso nel diritto tributario ha ottenuto un definitivo riconoscimento attraverso le sentenze della Corte di cassazione, Sezioni unite civili, nn. 30055 e 30057 del 2008, che legano il divieto di abuso all'articolo 53 della Costituzione,
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di assumere iniziative, anche normative, volte a:

a) prevedere la verifica incrociata delle dichiarazioni dei redditi di ciascun contribuente con i dati registrati dallo «spesometro» ed il valore dei flussi finanziari, al fine di rendere più efficienti le dinamiche di controllo messe a punto dagli organi deputati e dare corretta attuazione a quanto previsto dall'articolo 11 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214;

b) rafforzare le sanzioni per i reati di evasione e frode fiscale e rivedere la normativa in materia di falso in bilancio;

c) prevedere la deducibilità e detraibilità parziale delle spese relative ai consumi, per incentivare l'emersione a fini fiscali delle transazioni;

d) promuovere, anche attraverso la stipula di accordi con i maggiori istituti bancari, il controllo dei capitali italiani all'estero, in particolare di quelli locati presso i cosiddetti «paradisi fiscali», e la verifica delle attività svolte da consulenti e mediatori finanziari;

e) rafforzare il contrasto alla corruzione, anche attraverso l'introduzione del reato di corruzione privata e la revisione della normativa vigente in materia di liberalità e donazioni, per impedirne l'uso fraudolento a fini fiscali;

f) intervenire sulla normativa fiscale al fine di introdurre una disciplina antielusiva generale, che garantisca la piena applicazione del principio di cui all'articolo 53 della Costituzione italiana.

(1-00842)
«Di Biagio, Della Vedova, Bocchino, Menia, Briguglio, Giorgio Conte, Patarino, Consolo, Lo Presti, Moroni».