Atto Camera
Mozione 1-00640
presentata da
MAURO LIBE'
testo di
martedì 17 maggio 2011, seduta n.473
La Camera,
premesso che:
l'articolo 3 del decreto-legge n. 203 del 2005 ha attribuito il sistema di affidamento in concessione del servizio nazionale della riscossione all'Agenzia delle entrate, che esercita le relative funzioni tramite la società Equitalia spa;
Equitalia spa è una società per azioni a totale capitale pubblico (51 per cento Agenzia delle entrate, 49 per cento INPS) il cui fine è «di contribuire a realizzare una maggiore equità fiscale, dando impulso all'efficacia della riscossione, attraverso la riduzione dei costi affrontati dallo Stato e l'ottimizzazione del rapporto con il contribuente»;
mentre da mesi si registra sostanziale immobilismo (investimenti, ordinativi, pagamenti della pubblica amministrazione) per effetto di una crisi economica e finanziaria internazionale che ha colpito la maggior parte dei contribuenti italiani e delle piccole e medie imprese, l'attività della riscossione delle imposte e dei tributi di Equitalia non ha subito rallentamenti;
al 9 aprile 2011 i concessionari della riscossione avevano concesso 1.145 milioni dilazioni per un importo complessivo di oltre 15 miliardi di euro;
da uno studio effettuato dalla Federcontribuenti, almeno il 40 per cento di coloro che hanno aderito alla rateizzazione, circa 1.100.000 contribuenti, oggi ottenibile con un massimo di 72 rate, sta riscontrando forti difficoltà nel potervi adempiere. Ancora più allarmante il dato secondo il quale almeno 2.000.000 di contribuenti che potrebbero sanare le loro posizioni non presentano richiesta di rateizzazione proprio per l'impossibilità a pagare alle attuali condizioni considerate troppo onerose;
Equitalia ha già approntato nuovi strumenti per prolungare le dilazioni, fino a ulteriori 6 anni, ma per chiederle bisogna dimostrare che la propria situazione economica è peggiorata;
a fronte di tutto ciò và evidenziato il dato che vede oltre 6.000.000 di famiglie e 1.500.000 di imprese coinvolte da misure cautelari di Equitalia;
sempre secondo Federcontribuenti emerge che, con una proiezione a fine 2011, potrebbero venire messi all'asta oltre 20.000 immobili di imprese e contribuenti morosi;
l'ampio ricorso allo strumento delle procedure esecutive per attuare il recupero dei crediti dello Stato, quali ipoteche immobiliari, pignoramenti di stipendi e conti correnti bancari, fermi amministrativi (le cosiddette «ganasce fiscali») sui beni mobili registrati, finisce spesso per penalizzare anche quei contribuenti che sono incolpevolmente morosi, non distinguendo cioè tra evasori e cittadini onesti in difficoltà, che si trovano a perdere la casa ipotecata o a chiudere le proprie attività;
l'applicazione di tali strumenti di riscossione dei tributi sta assumendo proporzioni notevoli in tutto il Paese senza distinzioni geografiche: da Nord a Sud, cittadini, professionisti, aziende ed associazioni di categoria e di consumatori lamentano la facile applicazione di tali strumenti anche per sanzioni di valore esiguo;
si tratta di un fenomeno che interessa milioni di cittadini italiani che pagano le tasse e che, in questo momento di difficoltà economica, vengono ulteriormente penalizzati ed esasperati dalle citate procedure vessatorie, oltretutto praticate con interessi moratori troppo elevati (oltre il 35 per cento annuo, più aggi, compensi, interessi e sanzioni);
le procedure esecutive attuate da Equitalia determinano gravi conseguenze, quali:
a) per i veicoli soggetti a fermo amministrativo: sanzioni amministrative previste dal codice della strada, che variano da un minimo di euro 656,25 ad un massimo di euro 2.628,15, oltre il sequestro del veicolo; costo ingente per lo sblocco; inopponibilità al concessionario di successivi atti dispositivi del bene; diritto di rivalsa delle compagnie di assicurazione in caso di sinistro;
b) per gli immobili: iscrizioni di ipoteche con costi elevati per le cancellazioni, procedure di pignoramento, vendita all'asta e sfratto e la consequenziale dichiarazione di non bancabilità delle aziende o soggetti colpiti, determinando il sicuro fallimento delle società;
manca una strategia per eliminare i casi crescenti di vessazione e per introdurre politiche più aderenti alle oggettive situazioni di difficoltà come sta accadendo a migliaia di contribuenti, siano essi imprese o cittadini;
secondo alcuni esperti di diritto tributario, la mancanza di principi in tema di tutela del contribuente nella fase di riscossione coattiva ed il rinvio contenuto nella disciplina speciale in tema di esecuzione forzata tributaria alle norme del codice di procedura civile hanno finito di provocare un grave deficit di garanzie giurisdizionali nella fase di realizzazione esecutiva del credito tributario, sottraendo alle commissioni tributarie tutte le controversie aventi ad oggetto il controllo della legittimità dell'esecuzioni;
sono in crescita, infatti, le sentenze di tribunali italiani che in alcuni casi hanno qualificato doloso e condannato il comportamento di Equitalia in alcune procedure esecutive (tribunale di Genova, sentenza del 3 dicembre 2010, tribunale di Roma, sentenza del 9 dicembre 2010, ed anche la commissione tributaria di Bari, sentenza del 12 aprile 2010);
le conseguenze di tutto ciò sono la chiusura delle piccole e medie imprese, l'oppressione delle famiglie che già versano in condizioni di difficoltà e una grave perdita dell'occupazione;
si è così determinata una grave emergenza sociale che avrà gravi ripercussioni sull'occupazione e sui redditi delle famiglie, con conseguenze disastrose per l'economia locale,
impegna il Governo:
a promuovere una ristrutturazione dei debiti tributari, in maniera da conciliare l'esigenza di garantire il gettito erariale (perseguendo la lotta all'elusione e all'evasione fiscale) e la possibilità di rendere sostenibile il pagamento delle imposte e delle tasse arretrate;
a valutare l'opportunità di assumere iniziative volte a concedere una moratoria di almeno un anno per gli importi riscossi da Equitalia per le imprese e famiglie con obiettive difficoltà economiche dovute alla crisi congiunturale, che hanno presentato dichiarazioni puntualmente tramite i modelli F24, DM 10, 730, 740 e altri e che, pertanto, non possono essere considerate per definizione «evasori»;
a considerare la possibilità di ridurre gli interessi delle sanzioni annesse, di prevedere un aumento del numero massimo di rate concesse nelle rateizzazioni da Equitalia (fino a 120 rispetto alle attuali 72) nonché di concedere la possibilità di compensare i debiti nei confronti di Equitalia con i crediti verso enti pubblici;
a valutare l'opportunità di promuovere l'istituzione di un fondo di garanzia che intervenga a sostegno delle imprese che sono in situazione di obiettiva difficoltà per le pendenze nei confronti degli enti di riscossione di Stato e che si troverebbero costrette a licenziare i dipendenti e a fallire;
ad adottare iniziative normative volte a utilizzare sui territori regionali i profitti, rappresentati da sanzioni ed interessi, che Equitalia matura dalla riscossione dei tributi insoluti (in Piemonte corrispondono annualmente a circa 100 milioni di euro, in Lombardia a circa 200 milioni, in Veneto a circa 120 milioni), atteso che il 50 per cento delle somme riscosse sono sanzioni ed interessi, e destinare tali somme alla creazione di fondi di sostentamento per famiglie e lavoratori autonomi in difficoltà, permettendo di avviare i piccoli cantieri che gli enti locali non riescono ad attivare, come volano di economia territoriale.
(1-00640)
«Libè, Galletti, Occhiuto, Compagnon, Ciccanti, Naro, Volontè, Anna Teresa Formisano, Mereu, Cera, Delfino».