ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00632

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 468 del 27/04/2011
Firmatari
Primo firmatario: DELFINO TERESIO
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 27/04/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GALLETTI GIAN LUCA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/04/2011
COMPAGNON ANGELO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/04/2011
CICCANTI AMEDEO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/04/2011
NARO GIUSEPPE UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/04/2011
VOLONTE' LUCA UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/04/2011
LIBE' MAURO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/04/2011
DE POLI ANTONIO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/04/2011
MANTINI PIERLUIGI UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/04/2011
SCANDEREBECH DEODATO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/04/2011
LUSETTI RENZO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/04/2011


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00632
presentata da
TERESIO DELFINO
testo di
mercoledì 27 aprile 2011, seduta n.468

La Camera,

premesso che:

la Politica agricola comune (PAC) ha sempre manifestato una particolare attenzione al settore lattiero caseario;

a seguito della crisi del settore del periodo 2008-2009, che ha visto molti produttori del settore manifestare in maniera vigorosa il loro disagio, Bruxelles ha messo in campo le proprie energie per trovare nuove e più efficaci misure per la stabilità futura del settore in questione;

a tal fine, è stato costituito nel 2009 un gruppo di esperti di alto livello sul problema latte, GAL, che ha prodotto una serie di proposte, con 7 raccomandazioni condivise dal Consiglio agricolo del 27 settembre 2010;

il 9 dicembre 2010 la Commissione ha presentato le proposte legislative per dare applicazione alle indicazioni del gruppo di esperti sul latte, proposte che saranno discusse dal Parlamento europeo e dal Consiglio agricolo, per essere approvate nel 2011 ed entrare in vigore nel 2012;

queste proposte legislative fanno seguito alla relazione della Commissione europea «Andamento della situazione del mercati e conseguenti condizioni per estinguere gradualmente il regime delle quote latte», COM(2010) 727;

in Europa, il mercato del latte è stato caratterizzato da un andamento molto altalenante, mai verificato prima;

l'analisi realizzata dal gruppo di esperti ha messo in evidenza alcuni fattori critici della filiera lattiero-casearia che hanno reso più grave la crisi del 2009, tali fattori sono i seguenti:

a) squilibri nella catena di approvvigionamento;

b) crescente concentrazione dell'industria a fronte di un numero elevato di produttori dispersi sul territorio;

c) ripartizione disomogenea del valore aggiunto lungo la filiera;

a causa della rigidità del mercato gli agricoltori hanno poca scelta per quanto riguarda le latterie, in particolare al momento della consegna non sanno che prezzo otterranno per il loro latte, in quanto il prezzo è fissato, in molti casi, dalle latterie molto più tardi e su basi che sfuggono al controllo dell'agricoltore;

il valore aggiunto nella filiera non è distribuito in modo equilibrato, specie per quanto riguarda gli agricoltori, e c'è un problema rilevante di trasmissione del prezzo lungo la filiera;

infatti i prezzi al consumo aumentano in modo più rilevante dei prezzi alla produzione e la forbice tra i due prezzi si allarga sempre di più;

questo scenario riguarda l'Europa, ma anche l'Italia, anche se nel nostro Paese la presenza di una forte cooperazione nel settore lattiero-caseario rende la filiera più stabile;

il pacchetto latte, dal punto di vista giuridico, è una modifica del regolamento dell'organizzazione comune di mercato unica (Regolamento Comunità europea 1234 del 2007), in cui sono introdotte alcune misure specifiche per rafforzare la posizione dei produttori lattiero-caseari nella filiera;

gli strumenti individuati sono quattro:

a) relazioni contrattuali: contratti scritti tra produttori di latte e trasformatori;

b) possibilità di negoziare collettivamente le condizioni contrattuali attraverso le organizzazioni dei produttori (OP);

c) norme specifiche per la costituzione e il funzionamento delle organizzazioni interprofessionali (OI);

d) trasparenza del mercato;

le nuove misure, che saranno riesaminate nel 2014 e nel 2018, dovrebbero rimanere in vigore fino al 2020 per dare ai produttori lattieri il tempo necessario per prepararsi all'abolizione delle quote e migliorare la loro organizzazione secondo una logica più orientata al mercato;

la nuova normativa, una volta approvata darà maggiore forza giuridica ai contratti tra produttori e trasformatori, con la possibilità per gli Stati membri di renderti obbligatori;

le quote latte diventano sempre meno rilevanti, in quanto la produzione lattiera resta al di sotto delle quote in un numero crescente di Stati membri. Mentre nella campagna 2008-2009 ben sei Stati membri hanno dovuto pagare un prelievo sulle eccedenze, nella campagna 2009/2010 gli Stati membri che devono pagarlo sono solo tre (Danimarca, Olanda e Cipro);

il prezzo della quota latte diminuisce man mano che si avvicina la fine del regime delle quote; nella grande maggioranza degli Stati membri è già basso o vicino allo zero;

per preparare meglio il terreno all'abolizione delle quote nel 2015, la Commissione suggerisce di facilitare l'atterraggio morbido attraverso la sensibilizzazione e la responsabilizzazione degli operatori della filiera lattiero-casearia in modo che tengano meglio conto dei segnali del mercato e adeguino l'offerta alla domanda;

il Governo italiano ancora non ha fornito una proposta per tutto il settore lattiero-caseario e in questi anni si è limitato alle proroghe del pagamento delle multe sulle quote latte, evidenziando, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, la mancanza di una visione globale di filiera;

occorre considerare inoltre che il tema riguardante la messa a punto di sistemi utili alla determinazione del valore del latte alla stalla è sempre di attualità;

quasi mai i prezzi fissati dalle trattative nel passato hanno centrato l'obiettivo di raggiungere un prezzo equo, ovvero quasi mai il prezzo alla stalla rappresentava il vero valore del latte;

questo perché, normalmente, il prezzo che veniva stabilito era un insieme di elementi su cui prevalevano, e tuttora prevalgono, elementi legati all'andamento del mercato nei precedenti 12 mesi e a fattori stagionali,
impegna il Governo:

a stabilire, in tempi brevi, la posizione negoziale dell'Italia sul cosiddetto pacchetto latte;

a prevedere che la posizione negoziale dell'Italia sul cosiddetto pacchetto latte contenga, tra gli altri, i seguenti elementi:

a)l'impatto per l'Italia conseguente alle proposte della Commissione europea sul pacchetto latte;

b)la compatibilità giuridica dei contratti tra produttori e trasformatori, ipotizzati dal pacchetto latte e la relativa possibilità per gli Stati membri di renderli obbligatori, con le norme nazionali sulla regolazione dei mercati ai sensi del decreto legislativo 102 del 2005;

c)la messa a punto di strumenti e metodi per migliorare la qualità dei prodotti in tutte le fasi della filiera anche attraverso l'adozione di strumenti, autorizzati dallo Stato membro, che consentano ai produttori e agli organismi interprofessionali (introdotti dalla proposta Unione europea) di gestire l'offerta produttiva, di pianificarla e di adeguarla alla domanda in caso di turbative di mercato;

d)l'individuazione di soluzioni, proposte e azioni di valorizzazione della cooperazione lattiero-casearia, che ha svolto in questi anni un positivo ruolo di stabilizzazione del mercato e della filiera;

e)l'estensione di parte delle misure previste nella proposta della Commissione sul settore lattiero-caseario ad altri comparti dell'agricoltura mediterranea che, negli ultimi tre anni, sono stati caratterizzati da estrema volatilità dei prezzi;

f) riguardo al prezzo alla stalla, la previsione di un indicatore di sicuro riferimento sul modello adottato ad esempio in alcune regioni, che tiene conto anche dei costi di produzione;

g) riguardo ai rapporti di filiera, il coinvolgimento ufficiale della grande distribuzione organizzata (GDO), per il ruolo fondamentale che questa svolge sul mercato.

(1-00632)
«Delfino, Galletti, Compagnon, Ciccanti, Naro, Volontè, Libè, De Poli, Mantini, Scanderebech, Lusetti».