ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00602

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 449 del 15/03/2011
Abbinamenti
Atto 1/00590 abbinato in data 16/03/2011
Atto 1/00594 abbinato in data 16/03/2011
Atto 1/00598 abbinato in data 16/03/2011
Atto 1/00599 abbinato in data 16/03/2011
Atto 1/00600 abbinato in data 16/03/2011
Atto 1/00601 abbinato in data 16/03/2011
Atto 1/00604 abbinato in data 16/03/2011
Atto 6/00070 abbinato in data 16/03/2011
Firmatari
Primo firmatario: DUSSIN GUIDO
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 15/03/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
REGUZZONI MARCO GIOVANNI LEGA NORD PADANIA 15/03/2011
TORAZZI ALBERTO LEGA NORD PADANIA 15/03/2011
MONTAGNOLI ALESSANDRO LEGA NORD PADANIA 15/03/2011
LUSSANA CAROLINA LEGA NORD PADANIA 15/03/2011
DUSSIN LUCIANO LEGA NORD PADANIA 15/03/2011
FOGLIATO SEBASTIANO LEGA NORD PADANIA 15/03/2011
ALLASIA STEFANO LEGA NORD PADANIA 15/03/2011
MAGGIONI MARCO LEGA NORD PADANIA 15/03/2011
DESIDERATI MARCO LEGA NORD PADANIA 15/03/2011
DAL LAGO MANUELA LEGA NORD PADANIA 15/03/2011
ALESSANDRI ANGELO LEGA NORD PADANIA 15/03/2011
LANZARIN MANUELA LEGA NORD PADANIA 15/03/2011
TOGNI RENATO WALTER LEGA NORD PADANIA 15/03/2011
BITONCI MASSIMO LEGA NORD PADANIA 16/03/2011


Stato iter:
16/03/2011
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 16/03/2011

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 16/03/2011

RITIRATO IL 16/03/2011

CONCLUSO IL 16/03/2011

Atto Camera

Mozione 1-00602
presentata da
GUIDO DUSSIN
testo di
martedì 15 marzo 2011, seduta n.449

La Camera,
premesso che:
nel campo dell'energia elettrica ottenuta tramite fonti rinnovabili l'Unione europea ha da tempo provveduto a definire un ordinamento normativo chiaro ed esaustivo, allo scopo approvando specificatamente la direttiva n. 2001/77/CE del Parlamento europeo e del Consiglio sulla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità;
tale direttiva è stata successivamente sostituita dalla direttiva 2009/28/CE, in corso di recepimento dal nostro Paese, con un decreto legislativo il cui schema è stato definitivamente approvato dal Consiglio dei ministri del 3 marzo 2011, previo parere delle Commissioni parlamentari;
l'Unione europea riconosce la necessità di promuovere in via prioritaria le fonti energetiche rinnovabili, attribuendo a tali fonti un'importanza strategica per la protezione dell'ambiente, lo sviluppo sostenibile e la lotta ai cambiamenti climatici e anche ai fini del raggiungimento della sicurezza degli approvvigionamenti energetici nell'ambito del mercato interno dell'elettricità;
con il «pacchetto clima-energia, obiettivo: 20/20/20», finalizzato a ridurre le emissioni dei gas ad effetto serra entro il 2020, lo Stato italiano è tenuto a ridurre, entro tale data, le emissioni di anidride carbonica del 20 per cento rispetto al 1990;
oltre a puntare sul risparmio e sull'efficienza energetica, sia nei trasporti sia nei consumi di energia elettrica e calorica, l'obiettivo di riduzione delle emissioni climalteranti si può efficacemente conseguire soprattutto sfruttando l'energia solare, la fonte energetica rinnovabile più compatibile con le caratteristiche geografiche e paesaggistiche del nostro Paese;
infatti, il nostro Paese gode di un'insolazione ampiamente superiore rispetto ad altri Paesi europei, come la Germania, che puntano più dell'Italia sull'approvvigionamento energetico dal settore fotovoltaico;
lo sviluppo del settore delle fonti energetiche rinnovabili e l'indotto ad esso connesso, specialmente nell'attuale momento di crisi economica mondiale, creano occupazione locale e hanno un impatto positivo sulla coesione sociale;
uno degli esempi più virtuosi in questo campo è rappresentato proprio dal settore fotovoltaico, che nel nostro Paese è composto da circa 1.000 aziende, 15.000 posti di lavoro diretti ed oltre 100.000 indiretti, con una stima di volume d'affari nel 2010 compresa tra i 6 e gli 8 miliardi di euro;
soprattutto, il settore del fotovoltaico a concentrazione è oggi in forte fermento e si stanno sviluppando, anche nel nostro Paese, tecnologie innovative, interamente italiane, che, se supportate dagli atti necessari per promuoverne lo sviluppo, possono adeguatamente maturare e trovare un definitivo sbocco industriale e commerciale a tutto vantaggio del «sistema Paese»;
la direttiva n. 2001/77/CE è stata recepita nel nostro Paese con il decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387; in particolare, l'articolo 7 di tale decreto legislativo è specificatamente dedicato all'energia solare, demandando ad un apposito decreto ministeriale la disciplina e l'entità dell'incentivazione per l'elettricità prodotta mediante conversione fotovoltaica e prevedendo una specifica tariffa incentivante, di importo decrescente e di durata tale da garantire un'equa remunerazione dei costi di investimento e di esercizio degli impianti («conto energia»);
con il decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 6 agosto 2010, recante «Incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare», in attuazione dell'articolo 7 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, sono stati ridefiniti i criteri e le modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare, specificando che le relative tariffe incentivanti si applicano per l'energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici che entrano in esercizio nel 2012 e 2013;
il parere sullo «Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili - Atto n. 302», approvato all'unanimità dalle Commissioni VIII e X della Camera dei deputati, ed in particolare il punto 31 delle condizioni, invita il Governo a posticipare dal 1o gennaio 2013 al 1o gennaio 2014 la decorrenza della soppressione dell'articolo 7 del decreto legislativo n. 387 del 2003, concernente le tariffe incentivanti del «conto energia», allo scopo di rendere coerente tale soppressione con la parte dello stesso schema di decreto legislativo, inerente ai meccanismi di incentivazione (articolo 24, comma 5, lettera a)), che fa salve le decorrenze fissate ai sensi dei decreti attuativi previsti dal sopra citato articolo 7 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, per gli impianti che entrano in esercizio nel 2012 e 2013;
lo scopo delle due Commissioni parlamentari è stato quello di garantire, con norme chiare, la continuità degli investimenti, la garanzia del credito bancario e la certezza del diritto, fermo restando l'obbiettivo del decrescere degli incentivi sancito dallo stesso decreto legislativo n. 387 del 2003;
infatti, anche la Commissione europea, in data 31 gennaio 2011, ha adottato una raccomandazione in cui invita gli Stati membri ad incoraggiare le politiche di sviluppo delle fonti rinnovabili, scoraggiando esplicitamente strumenti normativi retroattivi, causa di incertezza sul mercato e di congelamento degli investimenti;
lo schema di decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri del 3 marzo 2011, invece, all'articolo 25, blocca al 31 maggio 2011 le tariffe incentivanti già previste dal «conto energia», prevedendo l'emanazione di un ulteriore decreto ministeriale che dovrà ridefinire gli incentivi per gli impianti che entrano in esercizio a decorrere dal 1o giugno 2011 e fino al 31 dicembre 2012, lasciando ad altri decreti ministeriali la disciplina degli incentivi a regime, con doppia modalità di incentivazione, tariffa incentivante o asta pubblica; da questo contesto normativo sono esclusi gli impianti incentivati ai sensi dell'articolo 2-sexies del decreto-legge 25 gennaio 2010, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 marzo 2010, n. 41, che entrano in esercizio entro il 30 giugno 2011, per i quali si applicano le tariffe incentivanti del decreto ministeriale 19 febbraio 2007, cosiddetto «secondo conto energia» («decreto-legge Alcoa»);
con l'obiettivo di colpire abusi e speculazioni nel settore fotovoltaico, il blocco previsto dal nuovo decreto legislativo rischia di colpire l'intero mercato del settore fotovoltaico;
notizie di stampa riportano un blocco del credito bancario per un ammontare di 40 miliardi di euro di commesse e un rischio di cassa integrazione per circa 10.000 lavoratori;
l'obiettivo di evitare le speculazioni sui terreni agricoli è ampiamente soddisfatto dal testo del nuovo decreto legislativo, che, attenendosi ad una condizione posta dalle Commissioni parlamentari, riconosce la possibilità dell'installazione degli impianti fotovoltaici ai soli proprietari dei terreni agricoli, nel contempo ponendo limiti rigorosi alla potenza degli impianti e alla superficie agricola occupata;
occorre evitare conseguenze gravi e non volute sugli investimenti programmati, assegnando tempi congrui per il completamento degli impianti e l'allaccio alla rete;
a tal fine occorre definire nell'immediato norme che possano porre rimedi al blocco degli incentivi del «conto energia» al 31 maggio 2011, attraverso una graduale diminuzione degli incentivi che in ogni caso garantisca la certezza degli investimenti ai soggetti - imprese o privati cittadini - che abbiano sottoscritto impegni sulla base di norme precedenti;
occorre garantire procedure certe e trasparenti per contrastare speculazioni nel settore delle fonti rinnovabili, puntando ad una progressiva riduzione degli incentivi fino al raggiungimento della coincidenza tra il costo del kilowattora (kWh) da fonti rinnovabili con il costo del kilowattora (kWh) prodotto da fonti convenzionali per tutte le categorie di utenti e per tutte le fasce orarie;
una disincentivazione rigida del settore delle energie da fonti rinnovabili potrebbe compromettere il raggiungimento della quota del 17 per cento stabilita ai fini del conseguimento degli impegni comunitari;
specialmente in questo periodo di crisi energetica, anche conseguente alla crisi libica, occorre sfruttare la posizione geografica italiana, non trascurando la sostenibilità delle nostre bellezze naturali, magari rivedendo le percentuali tra fotovoltaico ed eolico dichiarate alla Commissione europea per il raggiungimento degli obiettivi «post Kyoto»;
un buon punto di confronto potrebbe essere il modello tedesco, che, nonostante preveda meno incentivi di quelli italiani sull'energia prodotta, garantisce sostanziosi incentivi per la ricerca, lo sviluppo e il sostegno delle proprie aziende, strategia che è riuscita ad allargare la diffusione del mercato dei prodotti tedeschi all'estero;
nell'ambito della disciplina del decreto ministeriale di cui all'articolo 25, comma 10, del nuovo decreto legislativo, sarebbe comunque opportuno garantire l'applicazione delle tariffe incentivanti per l'energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici, come previste dalle lettere a), b) e c) della tabella A del comma 2 dell'articolo 8 del decreto ministeriale 6 agosto 2010, per gli impianti che entrano in esercizio entro il 31 dicembre 2011, al fine di garantire gli investimenti già avviati;
il Governo ha dovuto comunque garantire che, dall'applicazione delle norme del nuovo decreto legislativo, non derivino costi eccessivi a carico della bolletta elettrica che gravino oltre misura sui bilanci delle imprese e dei cittadini, prevedendo l'allineamento degli incentivi per le fonti rinnovabili stabiliti nel nostro Paese a quelli applicati negli Stati membri dell'Unione europea,
impegna il Governo:
a convocare immediatamente un tavolo di confronto con tutti gli operatori del settore delle fonti rinnovabili, per poter definire al più presto un nuovo sistema di incentivi, in attuazione dell'emanando decreto legislativo, basato sul raggiungimento graduale della nuova disciplina di incentivazione;
ad emanare in tempi strettissimi il decreto attuativo di cui all'articolo 25, comma 10, del nuovo decreto legislativo, inerente al settore del fotovoltaico, allo scopo di definire con certezza il quadro di incentivazione per i prossimi anni, permettendo a imprese e banche di pianificare lo sviluppo futuro del settore, con particolare riguardo alle imprese che abbiano già avviato propri investimenti sulla base del precedente quadro di incentivazione, ma non riescono a giungere alla messa in esercizio degli impianti entro il 31 maggio 2011;
nell'ambito della quantificazione delle tariffe incentivanti, a favorire la realizzazione di impianti integrati su edifici e manufatti, salvaguardando il territorio agricolo dalle speculazioni;
ad assumere iniziative per porre definitivamente fine al sistema di incentivazione tariffaria, noto come CIP6, di cui alla delibera del Comitato interministeriale prezzi n. 6 del 29 aprile 1992;
a rivedere il piano di azione nazionale per le energie rinnovabili, anche al fine di ridefinire gli obiettivi relativi al fotovoltaico e all'eolico, allo scopo di sfruttare la posizione geografica del nostro Paese che gode di un'insolazione ampiamente superiore rispetto ad altri Paesi europei, senza trascurare la tutela delle bellezze naturali italiane;
a sostenere la ricerca e lo sviluppo dei processi di industrializzazione delle nuove tecnologie del settore fotovoltaico.
(1-00602)
«Guido Dussin, Reguzzoni, Torazzi, Montagnoli, Lussana, Luciano Dussin, Fogliato, Allasia, Maggioni, Desiderati, Dal Lago, Alessandri, Lanzarin, Togni, Bitonci».