ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00549

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 426 del 31/01/2011
Abbinamenti
Atto 1/00540 abbinato in data 31/01/2011
Atto 1/00544 abbinato in data 31/01/2011
Atto 1/00546 abbinato in data 31/01/2011
Atto 1/00550 abbinato in data 31/01/2011
Atto 1/00552 abbinato in data 01/02/2011
Atto 1/00555 abbinato in data 01/02/2011
Atto 1/00556 abbinato in data 01/02/2011
Firmatari
Primo firmatario: FORMISANO ANNA TERESA
Gruppo: UNIONE DI CENTRO
Data firma: 31/01/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RUGGERI SALVATORE UNIONE DI CENTRO 31/01/2011
PEZZOTTA SAVINO UNIONE DI CENTRO 31/01/2011
OCCHIUTO ROBERTO UNIONE DI CENTRO 31/01/2011
GALLETTI GIAN LUCA UNIONE DI CENTRO 31/01/2011
COMPAGNON ANGELO UNIONE DI CENTRO 31/01/2011
CICCANTI AMEDEO UNIONE DI CENTRO 31/01/2011
LIBE' MAURO UNIONE DI CENTRO 31/01/2011
RAO ROBERTO UNIONE DI CENTRO 31/01/2011
NARO GIUSEPPE UNIONE DI CENTRO 31/01/2011
VOLONTE' LUCA UNIONE DI CENTRO 31/01/2011


Stato iter:
01/02/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 31/01/2011
Resoconto FORMISANO ANNA TERESA UNIONE DI CENTRO
 
INTERVENTO GOVERNO 01/02/2011
Resoconto VIALE SONIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 01/02/2011
Resoconto GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 01/02/2011
Resoconto VIALE SONIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 01/02/2011
Resoconto FORMISANO ANNA TERESA UNIONE DI CENTRO
Resoconto CIMADORO GABRIELE ITALIA DEI VALORI
Resoconto RAISI ENZO FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
Resoconto BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI
Resoconto MONTAGNOLI ALESSANDRO LEGA NORD PADANIA
Resoconto BALDELLI SIMONE POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto QUARTIANI ERMINIO ANGELO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MORONI CHIARA FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
 
DICHIARAZIONE VOTO 01/02/2011
Resoconto MOSELLA DONATO RENATO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
Resoconto POLIDORI CATIA INIZIATIVA RESPONSABILE (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE)
Resoconto CIMADORO GABRIELE ITALIA DEI VALORI
Resoconto RAISI ENZO FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
Resoconto FORMISANO ANNA TERESA UNIONE DI CENTRO
Resoconto BACCINI MARIO POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto MONTAGNOLI ALESSANDRO LEGA NORD PADANIA
Resoconto VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VIGNALI RAFFAELLO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
PARERE GOVERNO 01/02/2011
Resoconto VIALE SONIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 31/01/2011

DISCUSSIONE IL 31/01/2011

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 31/01/2011

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 01/02/2011

DISCUSSIONE IL 01/02/2011

VOTATO PER PARTI IL 01/02/2011

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 01/02/2011

ACCOLTO LIMITATAMENTE AL DISPOSITIVO IL 01/02/2011

PARERE GOVERNO IL 01/02/2011

APPROVATO IL 01/02/2011

CONCLUSO IL 01/02/2011

Atto Camera

Mozione 1-00549
presentata da
ANNA TERESA FORMISANO
testo di
lunedì 31 gennaio 2011, seduta n.426

La Camera,
premesso che:
sebbene il 2011 si presenti come l'anno della stabilizzazione delle aspettative e della riduzione dell'incertezza, secondo l'analisi mensile del centro studi di Confindustria, i ritmi di crescita restano molto differenziati, con l'Italia che fatica ad andare oltre l'1 per cento nella velocità del prodotto interno lordo;
i tribunali tributari registrano numeri significativi relativi alle procedure fallimentari delle piccole e medie imprese. L'aumento medio dei fallimenti è arrivato al 18 per cento nel terzo trimestre 2010, a testimonianza del fatto che la crisi economica-finanziaria non è stata del tutto assorbita dal mondo produttivo ed imprenditoriale e conferma la necessità per il Governo di riformare le politiche e il contesto strutturale legati alla creazione e allo sviluppo delle imprese, tenuto conto che le piccole e medie imprese in Italia hanno da sempre fornito un contributo fondamentale alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro;
in tale ottica e in attuazione della comunicazione della Commissione Europea «Pensare in piccolo», l'Italia è stata tra i primi Paesi europei ad aver dato attuazione allo Small Business Act (SBA), nato con lo scopo di creare condizioni favorevoli alla crescita e alla competitività sostenibili delle piccole e medie imprese;
le nuove misure contenute nello Small Business Act interesseranno una realtà numericamente molto importante: su 4.338.766 imprese, 4.335.448 (il 99,9 per cento) sono, infatti, piccole e medie imprese. Inoltre, la quasi totalità di piccole e medie imprese (il 95 per cento) è costituita da imprese con meno di 10 addetti. Il resto è formato da imprese che impiegano da 10 a 49 addetti (196.090 unità, pari al 4,5 per cento), mentre le imprese di taglia più grande (da 50 a 249 addetti) sono appena 21.867, ossia lo 0,5 per cento del totale;
oltre a costituire numericamente l'ossatura del sistema produttivo nazionale, le piccole e medie imprese impiegano oltre l'81 per cento degli occupati, in particolare nel settore dei servizi;
secondo una stima del Ministero dello sviluppo economico, attuando a regime le indicazioni dello Small Business Act, l'impatto sul prodotto interno lordo italiano, su base triennale, si aggirerebbe intorno all'1 per cento con 50 mila posti di lavoro in più grazie al maggior valore prodotto dalle piccole e medie imprese;
dal confronto tra Italia e la media europea su alcuni degli indicatori individuati dallo Small Business Act giudicati essenziali per favorire la crescita delle piccole e medie imprese, il nostro Paese esce con poche luci e molte ombre;
in particolare l'Italia, oltre a registrare forti ritardi sull'innovazione, l'accesso al credito e nei ritardi di pagamento, evidenzia ancora un forte gap di produttività: i 43.200 euro di valore aggiunto per addetto colloca l'Italia sotto la soglia di Germania, Francia e Gran Bretagna e solo nelle aziende con almeno 50 addetti tale differenza viene meno;
si registra una minor diffusione di competenza per l'innovazione e l'Italia appare indietro nella percentuale di imprese che hanno redditi da nuovi prodotti e nella quota di personale con titoli di studio elevati;
dal punto di vista dell'internazionalizzazione si segnala la lentezza dei tempi dell'export (quasi il doppio dei giorni rispetto agli standard europei) che colloca l'Italia all'ultimo posto dopo Ungheria e Repubblica Ceca;
nonostante si stia consolidando la ripresa dei finanziamenti alle piccole e medie imprese, stando agli ultimi dati della Banca d'Italia, dal confronto emerge che l'Italia è anche penultima nella classifica per quanto attiene alle possibilità di accesso al credito e nei ritardi nei pagamenti;
secondo il tavolo interassociativo delle imprese di servizi, lo Stato deve alle imprese del settore dei servizi tra i 60 e i 70 miliardi di euro (di cui la metà è rappresentata da credito verso enti del servizio sanitario nazionale) con un ritardo medio nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione di 100 giorni. La situazione potrebbe migliorare con l'entrata in vigore della direttiva sui ritardi dei pagamenti, ma allo stato molte piccole e medie imprese si trovano in una posizione drammatica, costrette a «fare da banca alla pubblica amministrazione»;
questi risultati, se rapportati alla quota di aiuti di Stato destinati alle piccole e medie imprese (quasi 4 volte la media europea), evidenziano come il contributo dello Stato non abbia prodotto i risultati attesi. Secondo il Ministro dello sviluppo economico, la riforma degli incentivi, che entrerà in vigore a gennaio 2012, porterà benefici particolari proprio alle medie e piccole imprese;
tra le misure utili al rilancio dell'economia delle zone depresse ad alto disagio sociale ed economico del Paese, attraverso esenzioni fiscali automatiche per le piccole e micro imprese per un periodo di 14 anni, erano state inserite le zone franche urbane, che avevano ottenuto l'autorizzazione anche dalla Commissione europea ma che la manovra d'estate ha, di fatto, cancellato e sostituito con le zone a burocrazia zero che non prevede, tuttavia, una sistema automatico di defiscalizzazione;
le piccole e medie imprese devono poter contare su strumenti nuovi e di semplice attuazione per poter agganciare la ripresa per cui una riforma degli incentivi può rappresentare uno degli interventi utili a questo scopo, soprattutto dal lato della semplificazione delle norme e delle procedure per rendere gli incentivi realmente e facilmente fruibili dalle piccole imprese;
scaduta la moratoria dei debiti delle piccole e medie imprese, è necessario individuare strumenti coerenti con una fase economica, che conserva ancora forti elementi di incertezza, che non penalizzino le imprese nelle condizioni di accesso al credito, che valorizzino le garanzie pubbliche e quelle rilasciate dai consorzi fidi;
nonostante la crisi economica abbia ridotto fatturati e profitti, la pressione fiscale sta penalizzando e pesando comunque sulle piccole e medie imprese. Tassando voci quali il costo del personale, gli oneri finanziari, svalutazioni e perdite su crediti, l'imposta regionale sulle attività produttive è risultata indifferente ai cali di redditività e mina le possibilità di rilancio drenando risorse fresche dalla casse delle imprese;
l'attività finanziario-imprenditoriale presenta un deficit rispetto ai competitor europei a causa di una cultura finanziaria delle piccole e medie imprese che non considera forme alternative al capitale di debito: nel Sud Italia, per esempio, solo il 4 per cento degli investimenti è destinato al venture capital;
anche se il premio Nobel per l'economia, Joseph Stiglitz ha affermato che «in materia di piccole medie imprese l'America deve imparare dall'Italia», prendendo atto della capacità di reazione delle nostre piccole e medie imprese davanti a una crisi globale come quella attuale, i Governi sanno che la dimensione delle piccole e medie imprese costituisce spesso un ostacolo al loro sviluppo sul piano internazionale. I limiti della dimensione aziendale potrebbero essere superati attraverso l'organizzazione delle piccole e medie imprese in reti di imprese, in cui si condividono gli investimenti in innovazione del prodotto, formazione del personale e ricerca di nuove opportunità di mercato;
il rilancio dell'economia del Paese non può prescindere da un rafforzamento delle misure volte a contrastare il fenomeno dell'evasione e dell'elusione fiscale legata all'economia sommersa;
nonostante uno degli obiettivi fissati al vertice di Lisbona del marzo 2000 era quello di portare la percentuale delle donne occupate dal 51 per cento del 1999 (rispetto al 61 per cento degli uomini) al 60 per cento nel 2010, in base ai dati Istat di agosto 2010 il tasso di occupazione femminile era pari al 46,1 per cento, quasi 22 punti percentuali in meno rispetto al tasso di occupazione maschile,
impegna il Governo:
compatibilmente con gli equilibri di bilancio a procedere in tempi rapidi alla definizione del provvedimento di riforma degli incentivi;
a rafforzare, attraverso un sistema di agevolazioni, le reti di impresa quale strumento per accrescere la competitività e la capacità di innovazione delle piccole e medie imprese e quale strumento propedeutico per forme di aggregazione più profonde;
ad elaborare un sistema di tassazione più favorevole alle imprese prevedendo agevolazioni per gli utili reinvestiti e per ridurre il cuneo fiscale;
a valutare l'opportunità di introdurre nuove misure destinate alle piccole e medie imprese per agevolarne i progetti di ricerca o gli investimenti in alta tecnologia o ambiente, attraverso programmi di promozione delle esportazioni;
a prevedere maggiori tutele dalla concorrenza asimmetrica dei mercati globalizzati senza regole e controlli e favorirne lo sviluppo rimuovendone i molti vincoli che ne ostacolano l'operatività e la crescita sul piano internazionale;
in attesa dell'entrata a regime della direttiva sui ritardi dei pagamenti, a prevedere forme di compensazione di crediti con versamenti da effettuare per imposte e contributi obbligatori o l'anticipazione senza oneri dei pagamenti da parte della Cassa depositi e prestiti o da parte delle banche;
a favorire la formulazione di una nuova intesa sulla moratoria sui debiti delle piccole e medie imprese che privilegi iniziative di crescita e di sviluppo rispetto a operazioni di semplice copertura di perdite relative a finanziamenti pregressi come anche richiesto da Rete imprese Italia;
a valutare l'opportunità di favorire il rilancio del venture capital come fattore di sviluppo per le piccole e medie imprese;
a valutare l'opportunità di procedere ad una più attenta analisi del fenomeno dell'economia sommersa anche attraverso una disaggregazione della stima per settori economici e per tipologia di contribuenti con l'obiettivo di analizzare la concentrazione del sommerso e della connessa evasione, e di approfondimento degli effetti del contrasto di interessi, già ampiamente e positivamente sperimentato in edilizia, per valutarne l'efficacia come strumento in grado di ridurre l'evasione fiscale;
ad assumere iniziative dirette ad introdurre nuovi strumenti di agevolazioni fiscali, oltre a quelli già previsti dalla normativa vigente, al fine di incentivare la creazione e lo sviluppo dell'imprenditoria femminile, anche in forma cooperativa.
(1-00549) «Anna Teresa Formisano, Ruggeri, Pezzotta, Occhiuto, Galletti, Compagnon, Ciccanti, Libè, Rao, Naro, Volontè».