ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00535

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 422 del 24/01/2011
Abbinamenti
Atto 1/00531 abbinato in data 24/01/2011
Atto 1/00536 abbinato in data 24/01/2011
Atto 1/00537 abbinato in data 24/01/2011
Firmatari
Primo firmatario: DI STANISLAO AUGUSTO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 21/01/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 21/01/2011
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 21/01/2011
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 21/01/2011
ORLANDO LEOLUCA ITALIA DEI VALORI 21/01/2011


Stato iter:
26/01/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 24/01/2011
Resoconto DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI
 
INTERVENTO GOVERNO 24/01/2011
Resoconto CRAXI STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
PARERE GOVERNO 26/01/2011
Resoconto CRAXI STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 26/01/2011
Resoconto VERNETTI GIANNI MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
Resoconto SCILIPOTI DOMENICO INIZIATIVA RESPONSABILE (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE)
Resoconto DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
Resoconto ADORNATO FERDINANDO UNIONE DI CENTRO
Resoconto D'AMICO CLAUDIO LEGA NORD PADANIA
Resoconto NARDUCCI FRANCO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MIGLIORI RICCARDO POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto PESCANTE MARIO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 26/01/2011
Resoconto CRAXI STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 24/01/2011

DISCUSSIONE IL 24/01/2011

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 24/01/2011

ACCOLTO LIMITATAMENTE AL DISPOSITIVO IL 26/01/2011

PARERE GOVERNO IL 26/01/2011

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 26/01/2011

DISCUSSIONE IL 26/01/2011

APPROVATO IL 26/01/2011

CONCLUSO IL 26/01/2011

Atto Camera

Mozione 1-00535
presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO
testo di
lunedì 24 gennaio 2011, seduta n.422

La Camera,
premesso che:
il 25 ottobre 2010 il Consiglio dell'Unione europea aveva invitato le autorità bielorusse a garantire che le elezioni si sarebbero tenute il mese successivo si svolgessero in conformità alle regole e alle norme internazionali in materia di elezioni democratiche, nonché agli impegni assunti dalla Bielorussia stessa nell'ambito dell'Osce e dell'Onu per quanto riguarda i miglioramenti da apportare alla propria legge elettorale, al fine di allinearla alle norme internazionali in materia di elezioni democratiche, assicurando anche che avrebbe consultato tempestivamente l'Osce in merito alle modifiche previste;
l'Assemblea nazionale bielorussa ha, invece, approvato una riforma del codice elettorale senza aver preventivamente consultato l'Osce;
la dichiarazione sui risultati e le conclusioni preliminari della missione internazionale di osservazione delle elezioni presidenziali in Bielorussia sono state rese note dall'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'Osce e dall'Assemblea parlamentare dell'Osce il 20 dicembre 2010 e hanno evidenziato, malgrado i pochi miglioramenti intervenuti nel periodo pre-elettorale, che le elezioni presidenziali del 19 dicembre 2010 non si sono svolte nel rispetto delle norme internazionali in materia di elezioni libere, eque e trasparenti; le elezioni hanno comunque portato alla rielezione del Presidente Lukashenko, con l'80 per cento dei voti;
a seguito delle critiche mosse dagli osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa circa le irregolarità del voto durante le ultime elezioni presidenziali, il Presidente bielorusso ha disposto il 31 dicembre 2010 l'immediata chiusura dell'ufficio dell'Osce a Minsk;
oltre 700 persone sono state arrestate per aver partecipato alla manifestazione del 19 dicembre 2010 a Minsk e la maggior parte di esse sono state rilasciate dopo aver scontato brevi pene amministrative, mentre 24 militanti e giornalisti dell'opposizione, tra cui 6 candidati presidenziali, sono stati accusati di aver organizzato disordini di massa, attacchi violenti e resistenza armata, il che potrebbe comportare pene detentive fino a 15 anni;
all'indomani di tali gravi fatti, alcuni Paesi dell'Unione europea hanno dichiarato Lukashenko quale «persona non grata», mentre sono in corso discussioni in all'interno dell'Unione europea sulla necessità di ripristinare sanzioni nei confronti degli esponenti del Governo bielorusso, anche con l'adozione di una nuova risoluzione del Parlamento europeo;
tale ipotesi prevedrebbe, tra l'altro, di impegnare il Consiglio, la Commissione e l'Alto rappresentante dell'Unione europea: a rivedere la politica dell'Unione europea nei confronti della Bielorussia, anche esaminando la possibilità di imporre sanzioni economiche mirate e di congelare tutti gli aiuti macrofinanziari forniti attraverso prestiti del Fondo monetario internazionale e operazioni di prestito della Banca europea per gli investimenti e della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo; a modificare l'orientamento della politica europea di vicinato e dell'assistenza nazionale a favore della Bielorussia, in modo da garantire un adeguato sostegno alla società civile; a reintrodurre immediatamente il divieto di visto per i dirigenti bielorussi, estendendolo anche ai funzionari pubblici, ai magistrati e agli ufficiali di sicurezza potenzialmente responsabili dei brogli e delle rappresaglie postelettorali, nonché dell'arresto degli esponenti dell'opposizione, e a congelare i beni di tali persone;
il Governo polacco e il Parlamento lituano, in tal senso, hanno già imposto restrizioni di viaggio ai rappresentanti del regime di Minsk e, nel contempo, semplificato l'accesso all'Unione europea per i cittadini bielorussi;
tale sospensione non dovrebbe essere applicata ai rappresentanti di organizzazioni non governative e della società civile;
già il 15 febbraio 2010 furono arrestati in Bielorussia 40 attivisti, per la maggior parte membri dell'Unione dei polacchi di Bielorussia (Upb), tra cui Angelika Borys (presidente dell'Upb), Igor Bancer (portavoce dell'Upb), Mieczyslaw Jaskiewicz (vicepresidente), Andrzej Poczobut (presidente del consiglio di vigilanza dell'Upb) e Anatol Lebedzka, leader del partito di opposizione bielorusso, il Partito civico unito, allo scopo di impedire loro di partecipare al processo concernente la Casa dei polacchi di Ivyanets; la comunità dei polacchi, circa 400.000 persone, è costantemente oggetto di repressione e censura da parte delle autorità bielorusse;
il ricorso alla violenza da parte della polizia e dei servizi del Kgb nei confronti dei manifestanti durante la giornata elettorale e, in particolare, la brutale aggressione a Vladimir Neklyayev, hanno comportato gravi violazioni dei principi democratici fondamentali, come quelli della libertà di riunione e della libertà di espressione, nonché dei diritti umani;
preoccupazione hanno destato i tentativi delle autorità bielorusse di affidare alla custodia dello Stato Danil Sannikov, figlio di tre anni del candidato alle elezioni presidenziali Andrei Sannikov e di Irina Chalip, una giornalista investigativa, i quali dal giorno delle elezioni si trovano entrambi in carcere;
il Presidente del Parlamento europeo, l'Alto rappresentante dell'Unione europea e il Segretario generale dell'Onu hanno condannato la repressione della manifestazione del 19 dicembre 2010 e le ulteriori misure adottate dalle forze di polizia nei confronti dell'opposizione democratica, dei mezzi di comunicazione indipendenti e degli attivisti della società civile;
risulta che gli avvocati che rappresentano i manifestanti, gli oppositori politici o le loro famiglie sono minacciati di perdere la loro licenza o essere radiati;
la dichiarazione del vertice di Praga sul partenariato orientale aveva ribadito gli impegni, sottoscritti anche dalla Bielorussia, nei confronti dei principi del diritto internazionale e dei valori fondamentali, tra i quali la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali;
il 1o febbraio 2010 Alexander Lukashenko aveva firmato un decreto che imponeva la censura su internet e aveva creato un «centro d'analisi» in grado di monitorare internet e di esigere che i fornitori di accesso al servizio potessero bloccare nel giro di 24 ore qualsiasi sito web specificato, fatto che ha posto la Bielorussia allo stesso livello di Paesi come la Cina, la Corea del Nord e l'Iran;
il Consiglio dell'Unione europea ha ribadito la propria disponibilità ad approfondire le relazioni con la Bielorussia subordinatamente al raggiungimento in Bielorussia di sviluppi positivi verso la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto, così come la disponibilità ad assistere il Paese nel conseguimento di questi obiettivi;
la mossa della Federazione russa, che ha riconosciuto le elezioni e descritto la repressione come un «affare interno», è stata deplorata anche dalla Commissione europea intenta a avviare un processo di dialogo, consultazione e coordinamento politico con i Paesi terzi limitrofi della Bielorussia, che intrattengono tradizionalmente relazioni speciali con tale Paese, onde massimizzare l'efficienza della politica dell'Unione europea nei confronti della stessa e cooperare al fine di coniugare opportunamente la risposta al deficit democratico e alle violazioni dei diritti umani con la necessità di evitare l'isolamento internazionale del Paese;
va ricordato, infine, che in occasione del primo vertice bilaterale tra un Capo di Governo di un Paese membro dell'Unione europea e il Presidente bielorusso, che si è svolto il 30 novembre 2009 a Minsk, il Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi dichiarò pubblicamente, rivolgendosi a Lukashenko: «La sua gente la ama e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni, che sono sotto gli occhi di tutti, che noi apprezziamo e conosciamo», elezioni che furono, invece, definite dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa in grave violazione degli standard internazionali sottoscritti dai Paesi membri dell'Osce;
nel 2014 è previsto che si svolga in Bielorussia il campionato mondiale di hockey su ghiaccio;
secondo notizie a mezzo stampa, la posizione del Governo italiano - in linea con le dichiarazioni a sostegno di Lukashenko del Presidente del Consiglio dei ministri del novembre 2009 - sarebbe contraria a una dura condanna politica di quanto avvenuto nel corso delle elezioni presidenziali del 2010,
impegna il Governo:
a sostenere con forza l'azione europea circa l'introduzione di sanzioni personali, come la sospensione dei visti verso l'Unione europea, nei confronti degli esponenti del Governo e dell'apparato di sicurezza bielorusso che si sono resi responsabili delle gravissime violazioni delle norme democratiche e dei diritti umani in occasione delle ultime elezioni presidenziali, quanto meno fintantoché tutti i prigionieri e i detenuti politici non saranno stati liberati e scagionati da ogni accusa;
a chiedere nelle sedi opportune e attraverso i canali diplomatici il rilascio immediato e incondizionato di tutte le persone arrestate durante la giornata elettorale e all'indomani della stessa, nonché dei prigionieri di coscienza riconosciuti da Amnesty international;
a chiedere alle autorità bielorusse di fornire ai detenuti accesso senza restrizioni ai propri familiari, all'assistenza legale e alle cure mediche;
a condannare fermamente le azioni delle autorità bielorusse a danno delle minoranze e a ribadire il proprio appello alla Bielorussia affinché rispetti i diritti umani e i diritti di tutti i suoi cittadini;
a chiedere con forza che vengano garantite la libertà dei media, la libertà di associazione e di riunione, la libertà di religione per le chiese diverse dalla Chiesa ortodossa bielorussa e gli altri diritti e libertà politiche.
(1-00535) «Di Stanislao, Evangelisti, Donadi, Borghesi, Leoluca Orlando».