ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00528

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 418 del 17/01/2011
Abbinamenti
Atto 1/00517 abbinato in data 17/01/2011
Atto 1/00519 abbinato in data 17/01/2011
Atto 1/00523 abbinato in data 17/01/2011
Atto 1/00524 abbinato in data 17/01/2011
Atto 1/00525 abbinato in data 17/01/2011
Atto 1/00526 abbinato in data 17/01/2011
Atto 1/00527 abbinato in data 18/01/2011
Atto 1/00529 abbinato in data 18/01/2011
Firmatari
Primo firmatario: VERNETTI GIANNI
Gruppo: MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
Data firma: 17/01/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TABACCI BRUNO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 17/01/2011
MOSELLA DONATO RENATO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 17/01/2011
BRUGGER SIEGFRIED MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 17/01/2011


Stato iter:
18/01/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 17/01/2011
Resoconto SCOTTI VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 17/01/2011

ACCOLTO IL 17/01/2011

PARERE GOVERNO IL 17/01/2011

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 17/01/2011

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 18/01/2011

RITIRATO IL 18/01/2011

CONCLUSO IL 18/01/2011

Atto Camera

Mozione 1-00528
presentata da
GIANNI VERNETTI
testo di
lunedì 17 gennaio 2011, seduta n.418

La Camera,

premesso che:
Cesare Battisti è stato condannato all'ergastolo per quattro omicidi commessi tra il giugno del 1978 e l'aprile del 1979, oltre che per varie rapine, e la sua azione terroristica ha lasciato una lunga scia di sangue e dolore;

il pluricondannato Battisti non ha mai scontato la sua pena, essendo fuggito dapprima in Francia, dove ha vissuto tra il 1981 ed il 1982 in clandestinità, prima di trasferirsi in Messico, dove comincia una sua attività di scrittore, proseguita poi tranquillamente nel corso del tempo;

successivamente Battisti è tornato in Francia, dove ha vissuto per molti anni, sino all'arresto avvenuto a Parigi il 10 febbraio 2004;

successivamente la Francia concede l'estradizione in Italia, però mai di fatto concretizzatasi per la fuga di Battisti, ricomparso in Brasile dove viene nuovamente arrestato;

nel 2006 la Corte europea dei diritti dell'uomo dichiara inammissibile «perché manifestamente infondato» il ricorso di Battisti contro la sua estradizione in Italia;

nel 2007 il Governo brasiliano accorda a Battisti lo status di rifugiato politico, perché, secondo l'organismo che valuta le richieste di asilo, «vi sarebbe fondato timore di persecuzioni del Battisti per le sue idee politiche» in Italia;

nel 2009 interviene il Tribunale supremo federale brasiliano, dichiarando illegittima la concessione di tale status e concedendo l'estradizione richiesta dall'Italia, in conformità a quanto previsto dal trattato bilaterale che regola i rapporti tra Brasile e Italia in materia di estradizione, pur facendo salvo il potere del Presidente brasiliano Lula di decidere in ultima istanza sull'estradizione;

l'Avvocatura generale dello Stato brasiliana ha reso noto successivamente il proprio parere in merito alla questione, richiamando l'articolo 3, capo I, lettera f), del trattato bilaterale in materia di estradizione, secondo cui «l'estradizione non sarà concessa se la Parte richiesta ha serie ragioni per ritenere che la persona richiesta verrà sottoposta ad atti persecutori o discriminatori per motivi di razza, di religione, di sesso, di nazionalità, di lingua, di opinioni politiche o di condizioni personali o sociali, o che la situazione di detta persona rischia di essere aggravata da uno degli elementi suddetti»;

un importante esponente del Governo brasiliano ha dichiarato che l'estradizione di Battisti non veniva concessa perché sarebbe stata a serio rischio l'incolumità personale dello stesso Battisti;

pertanto, sulla scorta delle posizioni manifestate dall'Avvocatura, il 31 dicembre 2010 il Presidente Lula ha annunciato la sua decisione del tutto conforme al parere espresso dall'organo brasiliano, respingendo di fatto la richiesta di estradizione avanzata dall'Italia nei confronti di Cesare Battisti;

le ragioni alla base delle scelte operate dal Governo brasiliano appaiono inaccettabili perché partono da un presupposto errato, che considera Battisti un perseguitato politico, condannato in Italia sulla base di motivazioni politiche e non giuridiche, mettendo in discussione l'intero sistema giudiziario italiano, che non sarebbe pertanto in grado di fornire adeguate garanzie circa il rispetto di un principio fondamentale quale quello ad un equo processo;

appaiono, inoltre, inaccettabili perché l'Italia non può, né deve, prendere lezioni dal Brasile in materia di Stato di diritto, tra l'altro da uno Stato che non è noto per le sue posizioni garantiste nei confronti dei carcerati nel proprio Paese;

la mancata estradizione appare incomprensibile e infondata, a fronte della quale sussiste il diritto dell'Italia ad una corretta applicazione delle norme del trattato bilaterale vigente in materia tra Italia e Brasile e il rispetto delle più elementari norme di diritto internazionale,
impegna il Governo:
ad intraprendere ogni possibile iniziativa presso le sedi competenti affinché si possa arrivare ad ottenere l'estradizione di Cesare Battisti ed eventualmente adire la Corte internazionale di giustizia;

a proseguire, nell'ambito delle relazioni diplomatiche con il Brasile, un intenso dialogo con la nuova amministrazione Rousseff, al fine di trovare una soluzione condivisa della vicenda e rispettosa delle ragioni di entrambi i Paesi.

(1-00528)
«Vernetti, Tabacci, Mosella, Brugger».