ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00526

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 418 del 17/01/2011
Abbinamenti
Atto 1/00517 abbinato in data 17/01/2011
Atto 1/00519 abbinato in data 17/01/2011
Atto 1/00523 abbinato in data 17/01/2011
Atto 1/00524 abbinato in data 17/01/2011
Atto 1/00525 abbinato in data 17/01/2011
Atto 1/00528 abbinato in data 17/01/2011
Atto 1/00527 abbinato in data 18/01/2011
Atto 1/00529 abbinato in data 18/01/2011
Firmatari
Primo firmatario: EVANGELISTI FABIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 17/01/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 17/01/2011
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 17/01/2011
DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI 17/01/2011


Stato iter:
18/01/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 17/01/2011
Resoconto SCOTTI VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 17/01/2011

ACCOLTO IL 17/01/2011

PARERE GOVERNO IL 17/01/2011

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 17/01/2011

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 18/01/2011

RITIRATO IL 18/01/2011

CONCLUSO IL 18/01/2011

Atto Camera

Mozione 1-00526
presentata da
FABIO EVANGELISTI
testo di
lunedì 17 gennaio 2011, seduta n.418

La Camera,

premesso che:
Cesare Battisti, cittadino italiano, è stato condannato in contumacia all'ergastolo, con sentenze passate in giudicato, per aver commesso, personalmente e in concorso con altri, quattro omicidi tra il 1977 e il 1979; complessivamente ben sette processi e ventiquattro giudici italiani ne hanno stabilito la colpevolezza;

nel corso della sua lunga latitanza, che ha avuto inizio nel 1981 a seguito dell'evasione dal carcere di Frosinone, Battisti ha soggiornato all'estero, in Messico e per un tempo maggiore in Francia, dove ha beneficiato, insieme ad altri terroristi, della cosiddetta dottrina Mitterrand;

anche a seguito del rafforzamento della cooperazione europea in campo giudiziario che ha ormai raggiunto traguardi molto elevati con il mandato d'arresto europeo, la Francia non può più essere rifugio di terroristi e infatti il 30 giugno 2004 venne concessa l'estradizione in Italia di Battisti, resosi, però, immediatamente latitante per sfuggire alla cattura, riparando, come è noto, in Brasile;

un ultimo ricorso, presentato alla Corte europea dei diritti dell'uomo, contro la sua estradizione in Italia, è stato dichiarato dalla stessa Corte inammissibile nel dicembre del 2006 in quanto manifestamente infondato, la quale ha stabilito, tra l'altro, che i giudici italiani avevano perfettamente rispettato gli standard europei (quanto a diritto d'accesso e informazioni sul procedimento, diritti della difesa);

comunque, il 18 marzo 2007 a Rio de Janeiro, grazie a un'operazione congiunta di nuclei antiterrorismo dei carabinieri e della polizia francese, Battisti venne arrestato e il 24 marzo 2007 il nostro Paese ne ha prontamente richiesto l'estradizione;

contro la richiesta di estradizione inoltrata dall'Italia, Battisti ha avanzato una domanda al Ministero della giustizia brasiliano, al fine del riconoscimento dello status di rifugiato politico;

il 28 novembre 2008, il Comitato nazionale per i rifugiati (Conare), organismo competente a giudicare in prima istanza, composto, peraltro, anche da membri rappresentanti l'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati e la Caritas, ha negato, con una votazione a maggioranza dei suoi componenti, il riconoscimento di tale status;

contro la decisione del Conare, Battisti ha presentato ricorso al Ministro della giustizia brasiliano Tarso Genro, il quale, in data 13 gennaio 2009, capovolgendo la decisione del Conare, ha accordato lo status di rifugiato politico al richiedente;

tra Brasile e Italia esiste un trattato di estradizione entrato in vigore nel 1993 e la mancata estradizione di Cesare Battisti configura, nell'opinione di autorevoli giuristi, una violazione del predetto trattato bilaterale di estradizione del 1989 da parte del Brasile, ciò che implicherebbe la responsabilità del Brasile sul piano internazionale per aver disatteso le disposizioni dell'accordo stesso;

tuttavia, nella seduta del 18 novembre 2009, il Tribunale supremo federale ha dichiarato nullo il provvedimento di rifugio, concesso l'estradizione richiesta dall'Italia e autorizzato il Presidente Lula a consegnare Cesare Battisti al nostro Paese, in conformità al vigente trattato bilaterale in materia di collaborazione in tema di estradizione, pur precisando che la pronuncia faceva salve le competenze del Presidente stesso;

il 30 dicembre 2010, l'Avvocatura generale dello Stato brasiliana ha reso pubblico il proprio parere, approvato dal Vice Avvocato generale, che, richiamando l'articolo 3, capo I, lettera f), del trattato bilaterale di estradizione («l'estradizione non sarà concessa se la Parte richiesta ha serie ragioni per ritenere che la persona richiesta verrà sottoposta ad atti persecutori o discriminatori per motivi di razza, di religione, di sesso, di nazionalità, di lingua, di opinioni politiche o di condizioni personali o sociali, o che la situazione di detta persona rischia di essere aggravata da uno degli elementi suddetti»), si poneva in senso contrario alla concessione dell'estradizione di Battisti;

il 31 dicembre 2010 il Presidente Lula, proprio in conclusione del suo secondo mandato presidenziale, ha reso nota la propria decisione - conforme al parere dell'Avvocatura - che non accoglie la richiesta di estradizione dell'Italia nei confronti del connazionale, decisione che appare ancor più inaccettabile per il nostro Paese sia perché ingiusto sul piano dei principi, sia perché infondato sul piano legale, in quanto, mettendo in dubbio che il sistema giudiziario dell'Italia sia in grado di offrire adeguate garanzie al condannato, mette contestualmente in dubbio il rispetto dei principi stessi di civiltà giuridica da parte di tutta l'Unione europea, nella sua natura di comunità di valori e spazio di libertà e giustizia, essendone l'Italia un Paese membro;

da questo punto di vista, l'Italia si è trovata sola e non ha avuto il sostegno dell'Unione europea; il portavoce della Commissione europea ha, infatti, dichiarato che l'affaire è strettamente bilaterale e non coinvolge l'Unione europea, dimenticando che la lotta al terrorismo investe gli interessi dell'intera Unione e che, quantunque nel caso concreto si tratti di terrorismo interno, la dimensione internazionale è provata dalla fuga dell'imputato in Brasile, dopo aver soggiornato in un Paese dell'Unione europea, la Francia, grazie a «dottrine» più o meno interessate e all'influenza sull'opinione pubblica di alcuni intellettuali,
impegna il Governo:
a esperire tutte le iniziative che possano promuovere, nel quadro della cooperazione giudiziaria internazionale, una revisione della decisione adottata e conseguentemente favorire l'estradizione del cittadino italiano Cesare Battisti, affinché sconti le pene comminate dalle condanne definitive inflittegli in seguito a regolari procedimenti giudiziari - ai quali si è peraltro volontariamente sottratto - nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali e processuali che l'ordinamento italiano ha sempre riconosciuto;

a promuovere ogni opportuna iniziativa presso il Tribunale supremo federale del Brasile, la Commissione di conciliazione, istituita ai sensi del vigente accordo bilaterale tra Italia e Brasile, e presso la Corte internazionale di giustizia Onu dell'Aja e in ogni altra sede istituzionale o giurisdizionale competente, affinché, ricercando ogni soluzione condivisa con la Repubblica federativa del Brasile, si pervenga all'estradizione del connazionale;

a sviluppare tutti i possibili contatti con la nuova amministrazione Rousseff per rappresentare alle autorità brasiliane la nostra aspettativa per una corretta interpretazione del contenuto del trattato bilaterale e, quindi, per l'accoglimento dell'estradizione stessa.

(1-00526)
«Evangelisti, Donadi, Borghesi, Di Stanislao».