ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00507

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 400 del 23/11/2010
Abbinamenti
Atto 1/00471 abbinato in data 22/12/2010
Atto 1/00497 abbinato in data 22/12/2010
Atto 1/00499 abbinato in data 22/12/2010
Atto 1/00500 abbinato in data 22/12/2010
Atto 1/00501 abbinato in data 22/12/2010
Atto 1/00502 abbinato in data 22/12/2010
Atto 1/00505 abbinato in data 22/12/2010
Atto 1/00509 abbinato in data 22/12/2010
Firmatari
Primo firmatario: TABACCI BRUNO
Gruppo: MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
Data firma: 23/11/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CALGARO MARCO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 23/11/2010
LANZILLOTTA LINDA MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 23/11/2010
MOSELLA DONATO RENATO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 23/11/2010
PISICCHIO PINO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 23/11/2010
VERNETTI GIANNI MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 23/11/2010
BRUGGER SIEGFRIED MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 23/11/2010


Stato iter:
22/12/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 22/12/2010
Resoconto CASERO LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 22/12/2010
Resoconto TABACCI BRUNO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
Resoconto BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
Resoconto GALLETTI GIAN LUCA UNIONE DI CENTRO
Resoconto FUGATTI MAURIZIO LEGA NORD PADANIA
Resoconto BOCCIA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto CONTE GIANFRANCO POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto LA MALFA GIORGIO MISTO - REPUBBLICANI, AZIONISTI, ALLEANZA DI CENTRO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 22/12/2010

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 22/12/2010

ACCOLTO IL 22/12/2010

PARERE GOVERNO IL 22/12/2010

DISCUSSIONE IL 22/12/2010

APPROVATO IL 22/12/2010

CONCLUSO IL 22/12/2010

Atto Camera

Mozione 1-00507
presentata da
BRUNO TABACCI
testo di
martedì 23 novembre 2010, seduta n.400

La Camera,
premesso che:
costituiscono pilastri indefettibili della finanza pubblica del Paese, alla luce dell'articolo 53 della Costituzione, il principio di razionalità ed equità nell'imposizione dei tributi, il dovere del pagamento delle imposte in attuazione dei doveri di solidarietà e dei diritti di partecipazione alla vita dello Stato, il rigore degli uffici pubblici nell'accertamento di quanto da ciascuno dovuto secondo le disposizioni di legge, il dovere di impedire l'evasione fiscale, il dovere morale di recuperare integralmente quanto evaso, il dovere di costruire la finanza pubblica come strumento di crescita economica e sociale. L'esame del sistema impositivo italiano e del suo funzionamento mostra che esso è profondamente ingiusto:
a) sfugge all'imposizione il 25 per cento della ricchezza prodotta e, quindi, nell'arco di quattro anni un intero prodotto interno lordo resta sconosciuto all'erario;
b) le imposte sulle imprese assorbono quasi il 70 per cento del profitto, con un livello stimato del 50 per cento superiore alla media europea;
c) gli adempimenti burocratici impegnano in media 24 giorni l'anno l'attività delle imprese;
d) c'è un prelievo di ben 110 euro sui redditi da lavoro fino a 1.000 euro al mese, che possono essere considerati una soglia di povertà;
e) si registra una pressione fiscale in aumento ed oggi di almeno tre punti superiore a quella della media europea;
f) stante l'ampia area di evasione, essa grava anzitutto su quanti pagano le imposte e, in particolare, sul lavoro dipendente e distorce persino gli interventi assistenziali nelle loro modeste, diverse previsioni odierne;
g) ignora la famiglia e le sue povertà;
h) non supporta l'elaborazione di un modello sociale nuovo che regga alla sfida della globalizzazione;
i) non indirizza lo sviluppo;
l) non tutela l'ambiente lungo le linee dell'energia pulita;
m) non premia;
nonostante gli annunciati impegni del Governo, i provvedimenti finora adottati hanno, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, manifestato carattere di episodicità ed assenza di un complessivo disegno volto a favorire il rapporto di fiducia fisco-cittadini, risentendo della caduta del rapporto fiduciario dei cittadini con lo Stato per come la maggioranza lo ha coltivato in questi due anni di legislatura; né è stato disegnato un percorso per l'eliminazione delle diseguaglianze economiche e sociali che il sistema determina; risulta assente ogni organicità di interventi per la semplificazione dell'impianto impositivo finalizzata all'agevolazione degli adempimenti, che avrebbe costituito, se non altro, un piccolo primo segnale di efficienza;
la pur migliorata attività di accertamento delle imposte evase (che il direttore dell'Agenzia delle entrate, peraltro, considera «all'inizio di un percorso lungo e tortuoso») è, anche in rapporto a quelle effettivamente recuperate, ancora molto lontana da livelli che possano far considerare fuori dell'area di una patologia gravissima la distanza tra i redditi che vengono portati in superficie e quelli tuttora sommersi;
pur valutando la diminuzione dei fatturati per la crisi economica e finanziaria in atto e la correlata contrazione dell'iva, la quale per il 70 per cento grava sui consumi delle famiglie, la riduzione di questi non è sufficiente a rendere comprensibile il più alto calo del gettito dell'imposta, con la conseguenza inevitabile di dover concludere che l'evasione fiscale continua ad aumentare;
gli studi di settore, inoltre, si sono rivelati insufficienti, se non limitativi e dannosi, risolvendosi spesso in incentivo a non fatturare; una sorta di accordo sbrigativo tra amministrazione e contribuente, in base al quale quest'ultimo è chiamato ad impegnarsi a pagare non il giusto ma un minimo plausibile, con il rischio di favorire di fatto la tendenza ad evadere quanto supera tale minimo;
d'altro canto le dichiarazioni, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo caratterizzate da ridotto senso di responsabilità, di autorevoli esponenti della maggioranza e, in particolare, quelle ripetute del Capo del Governo hanno consolidato una situazione di incultura fiscale, ma soprattutto civile, con tendenza alla giustificazione di chi non assolve ai doveri tributari e indiretta, ma reale e pesante, condanna di chi invece adempie; concezione che ha una conferma corale nel provvedimento dello scudo fiscale, vistosamente sostenuto dalla maggioranza senza nessuna condanna per gli autori della sottrazione finanziaria alla solidarietà nazionale;
si consolida, in tal modo, anche un mercato falsato, in cui trova spazio la concorrenza sleale tra le imprese virtuose e le imprese devianti e che non rispettano le leggi;
a fronte di una situazione così grave ed ingiusta, è indispensabile una vera e propria rivoluzione fiscale che aggredisca le aree di evasione e di elusione e introduca il principio del contrasto di interessi tra i contribuenti;
questo, peraltro, va inteso come accordo tra i cittadini, un rinnovato patto sociale per consentire alla comunità di cui essi sono parte e fondamento di assolvere agli obblighi che lo stare insieme delega allo Stato, alle regioni, alle province, ai comuni e alle città metropolitane per promuovere ed attuare condizioni di civile convivenza;
un accordo per il quale chi assolve ad un obbligo tributario quando compra e paga un prodotto ed un servizio possa poi detrarre, in tutto o in parte, l'onere in condizione di parità con i suoi danti ed aventi causa, i concittadini con i quali ha concluso il patto di comunità;
un sistema questo che evita anche la concorrenza falsata dai comportamenti di chi richiede prezzi ed applica tariffe differenziate a seconda che ci si assoggetti alla norma fiscale, spezzando così il cerchio collusivo che mette d'accordo il prestatore di un servizio o fornitore di un bene con l'utilizzatore, in danno della regolarità anzitutto economica, ma anche sociale della civile convivenza per le indubbie posizioni di dominanza che si manifestano;
questa impostazione deve inscriversi in un percorso civico di rispetto della dignità dei cittadini e delle istituzioni, evitando tentazioni di abbreviare i percorsi virtuosi attraverso il ricorso all'impostazione poliziesca dei controlli, la cui efficacia, peraltro, nel nostro Paese è tutta da provare, risultando piuttosto prevalente la tentazione di proteggere l'evasore che non quella di smascherarlo e punirlo;
un tale patto tra i cittadini coinvolge naturalmente lo Stato e gli enti di rappresentanza comunitaria locale interessati a curarne la traduzione normativa e l'osservanza, nel rispetto dei principi costituzionali in materia di autonomie locali, di solidarietà e sussidiarietà;
il federalismo si pone in questo quadro come una grande opportunità di responsabilizzazione delle comunità e delle istituzioni locali nel confronto leale e costruttivo, senza cioè rimandi reciproci negli adempimenti e nelle iniziative, a condizione, però, che esso sia impostato sulla scrupolosa definizione dei compiti rispettivi basati sull'esatta conoscenza di tutti gli elementi informativi sui rapporti finanziari tra Stato, regioni ed enti locali, che, a giudizio dei firmatari del presente atto di indirizzo, non erano completi ed organici quando il Parlamento è stato chiamato ad approvare ad inizio 2010 la legge delega;
una scelta legislativa che si è rivelata carica di contraddizioni e foriera di un assetto istituzionale ispirato a compromessi a tutti i livelli, piuttosto che ad un necessario disegno organico, tanto più necessario, in quanto in questa materia sono scarse le indicazioni della Carta costituzionale;
ciò sia con riferimento ai trasferimenti statali, sia alla definizione dell'autonomia impositiva degli enti locali ancorata alla totalizzante affermazione del principio di pretesa territorialità delle imposte;
sul lato della spesa, cui le entrate si correlano, è stato attribuito un potere «taumaturgico» alla determinazione dei costi standard, la cui quantificazione è oggettivamente difficile e causa di contestazione e divaricazioni;
l'impianto che se ne ricava è quello di una moltiplicazione dei livelli impositivi con la frammentazione delle basi imponibili e dei centri di prelievo, nonché con la mancata individuazione chiara ed organica dei meccanismi di partecipazione al contrasto dell'evasione;
rimane, perciò, il dubbio che le scelte fatte non raggiungano l'obiettivo del ritorno, anche a livello locale, del senso di responsabilità della gestione della finanza pubblica, che deve rappresentare un unicum organico sorretto dai principi di uguaglianza, solidarietà e sussidiarietà indicati nella Costituzione;
tutto questo, infatti, deve essere inserito nella sinergia tra Stato, regioni ed enti locali per costruire con il fisco una struttura orientata al rinnovato patto fiscale tra amministrazione pubblica e cittadini;
in questo quadro di ricostruita fiducia reciproca tra lo Stato e i suoi cittadini possono proporsi, anzi, debbono in qualche caso precedere la rivoluzione fiscale, alcuni interventi già maturi, come un regime di tracciabilità dei pagamenti, un riordinato sistema delle agevolazioni fiscali e alcune mirate riduzioni delle aliquote iva, soprattutto per ciò che riguarda le spese della famiglia e la sterilizzazione degli effetti del fiscal drag;
la Costituzione, come noto, obbliga ad indicare nella legge i mezzi per far fronte a nuove e maggiori spese. È il momento di chiedere al Governo di dimostrare, ogni volta, nella relazione tecnica che accompagna i provvedimenti di spesa, l'efficienza, nell'interesse pubblico generale, di ogni singolo euro richiesto al contribuente, mettendo a fronte l'effetto del mantenimento di quel singolo euro nelle tasche del medesimo contribuente e della sua utilizzazione secondo scelte di spesa e/o di investimento liberamente assunte;
nel patto originario che lega i cittadini allo Stato, i bisogni dei cittadini restano prioritari rispetto a quelli dello Stato medesimo,
impegna il Governo:
a presentare in Parlamento, entro il primo trimestre dell'anno 2011, per avviare un dibattito tra le forze politiche chiaro e responsabile, una relazione che illustri, tenuto conto dei vincoli di finanza pubblica, l'inquadramento di un sistema fiscale articolato sulle seguenti linee strategiche:
a) abbattimento del 10 per cento medio del carico fiscale sulla famiglia;
b) abbattimento del differenziale impositivo a carico dell'impresa in rapporto a quello medio nell'area dell'Unione europea;
c) revisione in aumento, compatibile con il quadro europeo, della tassazione dei redditi da capitale, con esclusione dei titoli pubblici detenuti dalle famiglie;
d) introduzione di modalità e misure di detrazioni fiscali a fronte di pagamenti per beni e servizi;
e) esenzioni sulle quote di profitto reinvestite nell'attività che lo ha generato, limitatamente ai settori della ricerca, dello sviluppo e della cultura, dei beni e delle attività culturali;
f) riduzione al 20 per cento dell'aliquota Irpef sul primo scaglione di reddito;
g) revisione selettiva delle aliquote dell'iva, coerente con politiche di solidarietà per la famiglia, politiche di sviluppo per l'ambiente, politiche di rafforzamento dell'educazione e della formazione dei giovani, politiche della ricerca;
h) piano di abbattimento dell'irap sul costo del lavoro;
i) elaborazione di modalità di definizione delle imposte dovute che risultino a costo zero per i contribuenti, nel quadro della riorganizzazione degli uffici finanziari;
l) elaborazione di misure più stringenti per definire la tracciabilità dei pagamenti;
m) elaborazione di un quadro riassuntivo degli effetti sulla spesa pubblica di una riforma fiscale secondo le linee sopra tracciate, che contenga una simulazione dell'efficienza, a vantaggio dei cittadini, di un euro di spesa pubblica a fronte di un euro reso disponibile al cittadino come singolo e nelle formazioni sociali contemplate dall'ordinamento;
n) piano organico di lotta all'evasione fiscale con indicazione di competenze, strumenti e mezzi, con il coinvolgimento e l'incentivazione degli enti locali nell'attività di accertamento, come presupposto e impegno a non fare ricorso a provvedimenti, comunque denominati o mascherati, di condono.
(1-00507) «Tabacci, Calgaro, Lanzillotta, Mosella, Pisicchio, Vernetti, Brugger».