ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00504

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 399 del 22/11/2010
Abbinamenti
Atto 1/00436 abbinato in data 22/11/2010
Atto 1/00441 abbinato in data 22/11/2010
Atto 1/00496 abbinato in data 22/11/2010
Atto 1/00503 abbinato in data 22/11/2010
Firmatari
Primo firmatario: CICCHITTO FABRIZIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 22/11/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LANDOLFI MARIO POPOLO DELLA LIBERTA' 22/11/2010
BALDELLI SIMONE POPOLO DELLA LIBERTA' 22/11/2010
LAFFRANCO PIETRO POPOLO DELLA LIBERTA' 22/11/2010
MAZZUCA GIANCARLO POPOLO DELLA LIBERTA' 22/11/2010
DE ANGELIS MARCELLO POPOLO DELLA LIBERTA' 22/11/2010
LUPI MAURIZIO POPOLO DELLA LIBERTA' 22/11/2010
MOTTOLA GIOVANNI CARLO FRANCESCO POPOLO DELLA LIBERTA' 22/11/2010
SANTELLI JOLE POPOLO DELLA LIBERTA' 22/11/2010
LAINATI GIORGIO POPOLO DELLA LIBERTA' 22/11/2010


Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 22/11/2010

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 22/11/2010

Atto Camera

Mozione 1-00504
presentata da
FABRIZIO CICCHITTO
testo di
lunedì 22 novembre 2010, seduta n.399

La Camera,

premesso che:

il testo unico della radiotelevisione, di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, stabilisce, all'articolo 45, che il servizio pubblico generale radiotelevisivo è affidato per concessione a una società per azioni, che lo svolge sulla base di un contratto nazionale di servizio stipulato con il Ministero concedente;

secondo quanto disposto dal citato testo unico all'articolo 49, comma 1, la concessione del servizio pubblico generale radiotelevisivo è affidata, per la durata di dodici anni dall'entrata in vigore del citato decreto legislativo, alla Rai - Radiotelevisione italiana s.p.a., che è tenuta ad adempiere ai compiti generali del servizio pubblico radiotelevisivo, come stabiliti dall'articolo 45, comma 2, e agli ulteriori obblighi individuati dalle linee guida definite d'intesa tra l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e il Ministro competente, prima di ciascun rinnovo triennale del contratto di servizio;

in particolare, il testo unico conferisce, con gli articoli 47, 49 e 52, vari compiti di valutazione, di controllo e di gestione sull'attività della società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo al Governo, che si affiancano a quelli attribuiti dalla legislazione vigente all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ed alla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi;

ferma restando la superiorità gerarchica delle norme costituzionali, con il testo unico si richiamano gli obblighi di correttezza e obiettività dell'informazione; in particolare, all'articolo 7, comma 2, si ribadiscono «la presentazione veritiera dei fatti e degli avvenimenti, in modo tale da favorire la libera formazione delle opinioni», la garanzia dell'accesso «di tutti i soggetti politici alle trasmissioni di informazione e di propaganda elettorale e politica in condizioni di parità di trattamento e di imparzialità» e «l'assoluto divieto di utilizzare metodologie e tecniche capaci di manipolare in maniera non riconoscibile allo spettatore il contenuto delle informazioni»;

la «tutela del principio del pluralismo» non significa lottizzazione numerica degli spazi e degli operatori fra i partiti, ma corretta rappresentazione della pluralità delle posizioni in cui si articola il dibattito politico-istituzionale e delle diverse ispirazioni culturali. Tutte le diverse matrici culturali del Paese hanno dignità e diritto di esprimere la propria visione progettuale e la propria interpretazione della realtà;

il servizio pubblico di informazione, per le caratteristiche proprie del mercato radiotelevisivo italiano e della mission della concessionaria del servizio pubblico, impone una particolare tutela del principio del pluralismo, non inteso nel senso di un'equilibrata «lottizzazione» degli spazi informativi tra le diverse forze politiche in ragione del loro diverso peso parlamentare, ma in quello di una rappresentazione realistica della pluralità delle posizioni in cui si articola il dibattito politico-istituzionale e in un uso sistematico e non derogabile del principio del contraddittorio;

il servizio pubblico televisivo non può essere considerato come il luogo di espressione privilegiato di determinati ambienti ed aree politiche; non è possibile, infatti, pensare che oggi il servizio pubblico televisivo (o parti rilevanti di esso) possa configurarsi come uno spazio privato ad uso e consumo di conduttori e giornalisti dichiaratamente schierati nell'area politica e culturale della sinistra;

lo squilibrio che intacca la tutela del pluralismo è verificabile, soprattutto, attraverso la valutazione delle trasmissioni di approfondimento, i cosiddetti talk show, dove si assiste a processi mediatici e manipolazioni funzionali a specifiche tesi precostituite (sovente sostenute - con tifo da stadio - da spettatori organizzati e presenti in sala) sempre più spesso in assenza di contraddittorio; elementi, questi, che rendono evidente come il quadro della loro articolazione in Rai manifesti uno scompenso evidente a favore di una sola e ben riconoscibile visione culturale e politica. La realtà oggettiva presenta una serie di trasmissioni dal chiaro orientamento coincidente con la vecchia matrice egemonica, a fronte delle quali quelle di diverso segno culturale sono molto esigue e ridotte;

in tal modo si tradisce la lettera e lo spirito del testo unico che, all'articolo 7, comma 2, stabilisce come ci si debba attenere alla «presentazione veritiera dei fatti e degli avvenimenti, in modo tale da favorire la libera formazione delle opinioni», assicurando la garanzia dell'accesso «di tutti i soggetti politici alle trasmissioni di informazione e di propaganda elettorale e politica in condizioni di parità di trattamento e di imparzialità» e, soprattutto, prescrive «l'assoluto divieto di utilizzare metodologie e tecniche capaci di manipolare in maniera non riconoscibile allo spettatore il contenuto delle informazioni»

nonostante questo contesto di forte sbilanciamento a favore di una parte politica, tutto il centrodestra, onorando i valori fondanti a cui ispira la propria visione di una società libera e democratica, ha sempre auspicato una Rai aperta, in cui nessuna voce venisse soppressa ma altre, di diversa propensione culturale, potessero aggiungersi;

ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, con riferimento alle recenti polemiche contro il Tg1, vale la pena ricordare che, secondo quanto riprodotto dai più recenti dati dell'Osservatorio di Pavia, riferiti al mese di settembre 2010, sul tempo di parola e le presenze dei politici nei telegiornali, il Tg1, dopo il Presidente del Consiglio dei ministri e il Presidente della Repubblica, presenta una graduatoria che pone come terza presenza il leader dell'opposizione Bersani, quindi il Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, e fra i più presenti gli onorevoli Casini e Di Pietro. Se riferiti al prime time la graduatoria del Tg1 vede nell'ordine: Berlusconi, Fini, Bersani, Napolitano, Casini, Di Pietro. Dunque, la verità dei numeri ribalta affermazioni solo tendenziose sul Tg1;

il contratto nazionale di servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la Rai, sia nel testo tuttora vigente approvato con decreto ministeriale del 6 aprile 2007, sia nel nuovo testo sul quale la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi ha espresso parere favorevole il 9 giugno 2010, prevede che la Rai adotti una serie di misure intese a sostenere la produzione audiovisiva italiana ed europea, a garantire la neutralità tecnologica e competitiva e ad assicurare con idonei criteri tecnico-gestionali l'efficienza aziendale, con particolare riferimento alla trasparenza della gestione economico-finanziaria, riferendone poi al Ministero in varie occasioni e in riferimento a più atti e adempimenti;

in rapporto all'attività della Rai il Ministro dello sviluppo economico provvede poi a determinare l'ammontare del canone di abbonamento alla radiotelevisione;

in quest'ottica, in particolare il pluralismo produttivo, inteso come la necessità di agire in modo che le opere trasmesse dalla Rai non siano l'espressione di un unico produttore o gruppo di produttori, è riconosciuto come uno degli elementi fondamentali del pluralismo, sin dalla risoluzione, avente natura di indirizzo generale, approvata dalla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi il 13 febbraio 1997,
impegna il Governo:

a porre in essere tutte le misure che rientrino nelle sue competenze per garantire che l'attività della Rai risulti sempre scrupolosamente conforme alle prescrizioni della legislazione vigente, alle indicazioni del contratto di servizio, agli indirizzi della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, in particolare che ne vengano garantiti il pluralismo culturale e la libertà di accesso delle diverse espressioni, senza discriminare i giornalisti, gli opinionisti e gli editorialisti di orientamento culturale e politico diverso da quello della sinistra e, comunque, garantendo in ogni caso il pieno diritto al contraddittorio;

a garantire, in coordinamento con le competenze dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, il rispetto della libertà di espressione in conformità ai Trattati di Parigi e alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, che per loro natura, secondo una consolidata dottrina, sono norme aventi rango costituzionale;

a garantire migliori criteri di razionalità, trasparenza, efficienza ed economicità gestionale-amministrativa;

a porre in essere le misure utili che rientrano nelle sue competenze per garantire assoluta trasparenza ai rapporti tra la Rai e il mondo della produzione televisiva, sia con riferimento ai contenuti, sia con riferimento agli operatori del settore.

(1-00504)
«Cicchitto, Landolfi, Baldelli, Laffranco, Mazzuca, De Angelis, Lupi, Mottola, Santelli, Lainati».