ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00479

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 391 del 08/11/2010
Abbinamenti
Atto 1/00447 abbinato in data 08/11/2010
Atto 1/00477 abbinato in data 08/11/2010
Atto 1/00478 abbinato in data 08/11/2010
Atto 1/00483 abbinato in data 08/11/2010
Firmatari
Primo firmatario: DELFINO TERESIO
Gruppo: UNIONE DI CENTRO
Data firma: 08/11/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NARO GIUSEPPE UNIONE DI CENTRO 08/11/2010
GALLETTI GIAN LUCA UNIONE DI CENTRO 08/11/2010
COMPAGNON ANGELO UNIONE DI CENTRO 08/11/2010
CICCANTI AMEDEO UNIONE DI CENTRO 08/11/2010
VOLONTE' LUCA UNIONE DI CENTRO 08/11/2010
LIBE' MAURO UNIONE DI CENTRO 08/11/2010
OCCHIUTO ROBERTO UNIONE DI CENTRO 08/11/2010


Stato iter:
09/11/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 08/11/2010
Resoconto OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 09/11/2010
Resoconto MANTICA ALFREDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 09/11/2010
Resoconto DI GIUSEPPE ANITA ITALIA DEI VALORI
Resoconto DELFINO TERESIO UNIONE DI CENTRO
Resoconto BELLOTTI LUCA FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
Resoconto CHIAPPORI GIACOMO LEGA NORD PADANIA
Resoconto AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto RUVOLO GIUSEPPE MISTO-NOI SUD LIBERTA' E AUTONOMIA, I POPOLARI DI ITALIA DOMANI
Resoconto CICCIOLI CARLO POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 08/11/2010

DISCUSSIONE IL 08/11/2010

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 08/11/2010

ACCOLTO IL 09/11/2010

PARERE GOVERNO IL 09/11/2010

DISCUSSIONE IL 09/11/2010

APPROVATO IL 09/11/2010

CONCLUSO IL 09/11/2010

Atto Camera

Mozione 1-00479
presentata da
TERESIO DELFINO
testo di
lunedì 8 novembre 2010, seduta n.391

La Camera,

premesso che:

sin dal 2003 i Ministri della pesca dei Paesi mediterranei, riuniti a Venezia, hanno ritenuto che fosse giunto il momento di migliorare la gestione della pesca nel Mediterraneo, al fine di risolvere i problemi legati allo sfruttamento delle risorse ittiche di un bacino su cui si affacciano 21 Stati sovrani ed in cui operano anche flotte provenienti da altri Paesi non mediterranei;

molti Paesi, infatti, anche molto lontani dal Mediterraneo, sono interessati al nostro prodotto ittico, non solo attraverso l'importazione commerciale, ma anche attraverso la pesca con flotte proprie, danneggiando l'attività di quelle che tradizionalmente vi operano, principalmente nel Canale di Sicilia;

una gestione sostenibile dell'attività della pesca presuppone, pertanto, una cooperazione più stretta tra i Paesi rivieraschi;

numerosi ed anche recenti episodi, come quello avvenuto il 12 settembre 2010 in cui il motopesca «Ariete» del compartimento marittimo di Mazara del Vallo è stato raggiunto da colpi di mitraglia sparati da una motovedetta libica ad oltre trenta miglia dalla costa della Libia, evidenziano la presenza di contenziosi costanti sulle acque utilizzate dai marittimi italiani per la pesca: spesso con la Libia ma in passato anche con altri Paesi rivieraschi;

il Consiglio consultivo regionale per il Mediterraneo (RAC-MED), riunitosi a Solonicco nel settembre 2010, ha valutato attentamente la situazione della giurisdizione delle acque nel Mediterraneo - sia ai fini dello sfruttamento delle risorse della pesca degli Stati costieri, sia per la protezione dell'ambiente marino - e i ripetuti incidenti dovuti a sconfinamenti veri o presunti di pescherecci in acque territoriali non internazionalmente ritenute tali, nonché la mancata armonizzazione delle misure tecniche e di gestione della pesca che sta vanificando gli sforzi sviluppati dall'Unione europea nella politica di conservazione delle risorse ittiche;

tuttavia, la piena e condivisibile azione di tutela e di salvaguardia del patrimonio marittimo del Mediterraneo, unita al necessario e giusto contrasto alla pesca distruttiva ed indiscriminata, deve essere armonizzata con le specificità e le peculiarità locali, al fine di evitare che la legislazione comunitaria possa prescindere da quelle che sono le vocazioni dei territori e creare, di conseguenza, tensioni di carattere sociale;

il regolamento n. 1967/2006 del Consiglio europeo del 21 dicembre 2006, relativo a «Misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mar Mediterraneo e recante modifica del regolamento (CEE) n. 2847/93 e che abroga il regolamento (CE) n. 1626/94», infatti, sta penalizzando, in questo momento di crisi strutturale, le marinerie italiane, non in grado di sopportare i maggiori costi di gestione derivanti dall'adeguamento delle attrezzature di pesca e dal cambiamento del tipo di pesca effettuato e questo sia per la pesca a strascico (che, avendo visto già lievitare il costo del carburante delle imbarcazioni, si troverà a far fronte, a causa dell'aumento della selettività delle reti, ad un minor pescato, soprattutto di specie pregiate, e quindi ad un calo di redditività complessiva) sia per quella speciale di bianchetto e di rossetto, che, non potendo più essere effettuata nella fascia costiera ed in corrispondenza delle praterie di fanerogame, sarebbe destinata a scomparire con grave danno per i piccoli operatori ittici e per alcune eccellenze gastronomiche ad essa legata;

solo per le imprese siciliane si parla di 393 imbarcazioni da demolire con una perdita di posti di lavoro di oltre 1.200 unità; inoltre, il costo degli interventi di dismissione della flotta per la sola Regione siciliana è stimato in oltre 78 milioni di euro, senza che un piano di tale portata assicuri un futuro per le imprese rimanenti;

qualora non intervenisse una proroga vi è il fondato rischio che le risorse stanziate dal fondo europeo per la pesca possano venire disimpegnate con grave nocumento per il settore;

le associazioni nazionali del settore ittico esprimono, oltre a ciò, profonda preoccupazione e allarme per il rischio che salti la prossima campagna di pesca 2010/2011 per le cosiddette pesche speciali tradizionali, attività stagionali svolte in forma artigianale nei mesi invernali da piccole imbarcazioni, che assumono un fondamentale ruolo socio-economico in molte regioni italiane. La sopravvivenza di queste attività è legata all'approvazione di uno specifico piano di gestione che l'Italia ha già provveduto a presentare a Bruxelles per soddisfare i requisiti di sostenibilità imposti dall'Unione europea;

il cosiddetto collegato lavoro, recentemente approvato dalla Camere, reca, tra l'altro, una delega per la revisione della disciplina in materia di lavori usuranti, tra i quali dovrebbe essere inserito l'esercizio della pesca, come richiesto dalle associazioni di categoria;

si segnala, infine, che il settore ittico italiano, oltre a scontare una crisi di redditività e una sostanziale stasi della filiera dal punto di vista dell'innovazione e del miglioramento della filiera, risulta in grande sofferenza per il taglio del 36 per cento dei fondi per l'attuazione del piano nazionale per la pesca marittima decisi con il decreto-legge n. 78 del 2010 per la stabilizzazione dei conti e recepiti dal disegno di legge di stabilità,
impegna il Governo:
a prevedere misure di sostegno al settore ittico italiano atte a ridurre l'impatto della crisi e delle misure comunitarie in materia, in particolare quella relativa alla riconversione delle imbarcazioni dedite alla pesca tradizionale, valutando l'opportunità di assumere iniziative per estendere il regime speciale dell'iva agricola anche nel settore ittico, avviare un riassetto della normativa nazionale in materia di pesca ed acquacoltura, varare un programma nazionale triennale per il riposizionamento e l'adeguamento delle imprese coinvolte, sostenere l'adeguamento delle reti e promuovere un coordinamento degli interventi delle regioni, al fine di prevedere piani di gestione locali, diversificazione delle attività, integrazioni del reddito, e, infine, estendere la cassa integrazione in deroga e fino al 31 dicembre 2011 in relazione al fermo biologico, anche per quei settori che ne erano esclusi, come, ad esempio, quello del pesce spada;

a valutare l'opportunità di richiedere all'Unione europea, unitamente a Paesi come Spagna e Grecia che presentano i medesimi ritardi, uno slittamento di 12 mesi dei termini per usufruire dei fondi del fondo europeo per la pesca (fep), che rischiano di essere altrimenti disimpegnati;

ad assumere iniziative normative affinché la disciplina relativa ai lavori usuranti sia estesa anche all'attività della pesca marittima;

ad elaborare, tra gli obiettivi di una politica della pesca nel Mediterraneo, uno schema di controllo per la lotta contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata;

ad adottare ogni iniziativa necessaria, in sede comunitaria, affinché sia avviata una revisione del regolamento citato in premessa in tempi anticipati rispetto a quelli previsti (2012), cogliendo anche l'occasione offerta in tal senso dal libro verde sulla riforma della politica comune della pesca (pcp), in materia di maggiore sussidiarietà e con particolare riferimento alle politiche nei confronti dei Paesi mediterranei non appartenenti all'Unione europea;

a sollecitare la Commissione europea affinché si esprima positivamente per una rapida approvazione del piano di gestione presentato dall'Italia per l'avvio della prossima campagna per le cosiddette pesche speciali tradizionali, evitando di rinviare ogni decisione alla primavera del 2011;

a promuovere una conferenza mediterranea che definisca chiaramente la giurisdizione delle acque da parte degli Stati costieri - nel rispetto delle norme del diritto internazionale del mare - avviando negoziati per i contenziosi e le situazioni ad oggi sospese, al fine di stabilire un quadro in grado di garantire la certezza del diritto all'attività alla flotta comunitaria;

a sollecitare un processo di armonizzazione della misure tecniche e di gestione della pesca tra i Paesi rivieraschi, proseguendo e rilanciando gli sforzi già compiuti dalla stessa Commissione europea con la creazione dell'Associazione delle organizzazioni nazionali di imprese di pesca dell'Unione europea.

(1-00479)
«Delfino, Naro, Galletti, Compagnon, Ciccanti, Volontè, Libè, Occhiuto».