ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00468

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 388 del 26/10/2010
Abbinamenti
Atto 1/00445 abbinato in data 27/10/2010
Atto 1/00462 abbinato in data 27/10/2010
Atto 1/00463 abbinato in data 27/10/2010
Atto 1/00465 abbinato in data 27/10/2010
Atto 1/00466 abbinato in data 27/10/2010
Atto 1/00467 abbinato in data 27/10/2010
Atto 1/00469 abbinato in data 27/10/2010
Atto 1/00470 abbinato in data 27/10/2010
Atto 9/1-00445/001 abbinato in data 27/10/2010
Firmatari
Primo firmatario: POLIDORI CATIA
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
Data firma: 26/10/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BOCCHINO ITALO FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA 26/10/2010
DI BIAGIO ALDO FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA 26/10/2010
MORONI CHIARA FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA 26/10/2010
DELLA VEDOVA BENEDETTO FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA 26/10/2010


Stato iter:
27/10/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 27/10/2010
Resoconto GIORGETTI ALBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 27/10/2010
Resoconto MISITI AURELIO SALVATORE MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD
Resoconto MOSELLA DONATO RENATO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
Resoconto IANNACCONE ARTURO MISTO-NOI SUD LIBERTA' E AUTONOMIA, I POPOLARI DI ITALIA DOMANI
Resoconto MESSINA IGNAZIO ITALIA DEI VALORI
Resoconto POLIDORI CATIA FUTURO E LIBERTA' PER L'ITALIA
Resoconto OCCHIUTO ROBERTO UNIONE DI CENTRO
Resoconto MAGGIONI MARCO LEGA NORD PADANIA
Resoconto FLUVI ALBERTO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto GAVA FABIO POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 27/10/2010

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 27/10/2010

ACCOLTO IL 27/10/2010

PARERE GOVERNO IL 27/10/2010

DISCUSSIONE IL 27/10/2010

APPROVATO IL 27/10/2010

CONCLUSO IL 27/10/2010

Atto Camera

Mozione 1-00468
presentata da
CATIA POLIDORI
testo di
martedì 26 ottobre 2010, seduta n.388

La Camera,
premesso che:
lo stato di salute del nostro apparato industriale, in massima parte composto da imprese di piccole e medie dimensioni, non può prescindere, specie in un periodo ancora contrassegnato dagli strascichi della violenta crisi economico-finanziaria, dal sostegno fornito dal sistema creditizio in termini di finanziamento sia della gestione corrente, sia degli investimenti;
l'origine finanziaria della suddetta crisi globale ha evidenziato la necessità di intervenire nell'ottica di patrimonializzare gli istituti di credito e gli eccessivi livelli di rischio che essi assumono;
al fine di scongiurare il verificarsi di una nuova crisi finanziaria, i Governatori e i capi delle autorità di vigilanza del G20 sono intervenuti apportando significative modifiche all'accordo noto con il nome di Basilea 2, stilando il testo del Basilea 3. In base agli accordi raggiunti, il requisito minimo per il common equity - la componente di capitale con la maggiore capacità di assorbire le perdite - sarà innalzato dall'attuale livello del 2 per cento al 4,5 per cento;
il nuovo coefficiente sarà introdotto con gradualità entro il 1o gennaio 2015;
il requisito per il patrimonio di base, che, oltre al common equity, comprenderà altri strumenti finanziari computabili sulla base di criteri più stringenti rispetto agli attuali, sarà elevato dal 4 al 6 per cento nell'arco dello stesso periodo;
è stato, altresì, stabilito che il capital conservation buffer (cuscinetto di protezione del patrimonio), aggiuntivo rispetto ai requisiti minimi regolamentari, sia calibrato al 2,5 per cento e costituito da common equity al netto delle deduzioni e sarà applicato a seconda delle specifiche situazioni nazionali;
lo scopo del nuovo buffer di capitale è quello di assicurare che le banche mantengano un cuscinetto di capitale da poter impiegare per assorbire le perdite durante i periodi di stress finanziario ed economico. Da un lato, le banche potranno attingere a tale risorsa in situazioni di stress, dall'altro quanto più i loro coefficienti patrimoniali regolamentari si avvicineranno al requisito minimo, tanto maggiori saranno i vincoli posti alla distribuzione degli utili. Tali coefficienti patrimoniali sono integrati da un indice di leva finanziaria non basato sul rischio, che funge da supporto ai coefficienti descritti in precedenza basati sul rischio;
inoltre, è stato deciso di sperimentare un coefficiente minimo di leva finanziaria per il patrimonio di base del 3 per cento durante il corrispondente periodo di sperimentazione;
a seconda dei risultati della fase sperimentale, gli eventuali aggiustamenti definitivi saranno apportati nella prima metà del 2017, con l'obiettivo di trasformarlo a partire dal 1o gennaio 2018 in requisito minimo nell'ambito del primo pilastro del regime di Basilea 2, subordinatamente a un'appropriata revisione delle regole di calcolo e alla fissazione del livello di calibrazione;
sono state previste disposizioni transitorie per l'applicazione dei nuovi standard, fatto che contribuirà ad assicurare che il settore bancario sia in grado di rispettare coefficienti patrimoniali più elevati, attraverso ragionevoli politiche di accantonamento degli utili e di aumenti di capitale, assicurando in pari tempo il credito all'economia;
in aggiunta, dopo un periodo di osservazione che prenderà avvio nel 2011, l'indice di copertura della liquidità a breve sarà introdotto il 1o gennaio 2015. L'indicatore strutturale dell'equilibrio finanziario sarà trasformato in requisito minimo il 1o gennaio 2018;
in sintesi: i principali timori di Basilea 3 sono riconducibili, da un lato, all'utilità e all'efficacia dell'accordo e, dall'altro, alle conseguenze che esso potrebbe avere sulle imprese e, più in generale, sull'economia reale;
sotto il primo profilo, i parametri prudenziali adottati in termini di qualità e composizione del patrimonio, di leva finanziaria e di liquidità disponibile sono da più parti giudicati troppo miti per garantire un'effettiva protezione contro il rischio che si ripeta una crisi come quella attuale. Dal secondo punto di vista, vi è il timore di una forte stretta sui crediti concessi alle imprese, non giustificabile dai vincoli e dai costi imposti da Basilea 3;
gli aumenti richiesti nella capitalizzazione delle banche, con l'entrata in vigore della riforma di Basilea 3, rischiano di compromettere la ripresa economica, richiedendo un aumento del costo del credito per le imprese;
ad essere maggiormente penalizzati sono Paesi con modelli di business come l'Italia, fondati, cioè, sul canale del credito bancario per il finanziamento alle imprese;
occorre, pertanto, individuare soluzioni adeguate a specificità nazionali;
le banche italiane concordano sull'esigenza di avere un nuovo quadro di regole, ma è anche necessario che queste tengano conto dei diversi modelli di business e delle vere cause che hanno scatenato la crisi finanziaria;
la necessità di aumentare l'ammontare di capitale immobilizzato come riserva e di garantire, al contempo, un'adeguata remunerazione del rischio potrebbe indurre le banche a penalizzare quelle realtà sottocapitalizzate e teoricamente più rischiose, meno trasparenti sotto il profilo finanziario e gestionale e con dubbie capacità di garantire una redditività nel tempo sufficiente a sostenere i costi e a onorare il debito contratto con gli istituti di credito,
impegna il Governo:
a verificare e, se necessario, ad assumere ogni iniziativa di competenza affinché sia assicurata l'erogazione del credito, al fine di prevenire e scongiurare che le imprese e le famiglie debbano pagare le eventuali conseguenze negative dell'applicazione dei nuovi parametri patrimoniali previsti da Basilea 3;
ad adottare, specie nel periodo transitorio verso l'applicazione di Basilea 3, tutte le misure utili a scongiurare la diminuzione degli impieghi destinati a soggetti ritenuti più difficili da valutare, come le micro e le piccole imprese;
ad evitare, infine, che i nuovi requisiti imposti dall'accordo possano provocare un impatto negativo sull'economia reale, per evitare eventuali ulteriori danni al composito mondo delle piccole e medie imprese.
(1-00468) «Polidori, Bocchino, Di Biagio, Moroni, Della Vedova».