ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00401

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 345 del 30/06/2010
Abbinamenti
Atto 1/00261 abbinato in data 30/06/2010
Atto 1/00393 abbinato in data 30/06/2010
Atto 1/00396 abbinato in data 30/06/2010
Atto 1/00398 abbinato in data 30/06/2010
Atto 1/00400 abbinato in data 30/06/2010
Firmatari
Primo firmatario: CARLUCCI GABRIELLA
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 30/06/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
D'INCECCO VITTORIA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2010
LUSSANA CAROLINA LEGA NORD PADANIA 30/06/2010
BINETTI PAOLA UNIONE DI CENTRO 30/06/2010
MURA SILVANA ITALIA DEI VALORI 30/06/2010
CALGARO MARCO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 30/06/2010
RIVOLTA ERICA LEGA NORD PADANIA 30/06/2010
DI VIRGILIO DOMENICO POPOLO DELLA LIBERTA' 30/06/2010
DE NICHILO RIZZOLI MELANIA POPOLO DELLA LIBERTA' 30/06/2010
APREA VALENTINA POPOLO DELLA LIBERTA' 30/06/2010
DI CAGNO ABBRESCIA SIMEONE POPOLO DELLA LIBERTA' 30/06/2010
PALUMBO GIUSEPPE POPOLO DELLA LIBERTA' 30/06/2010
COSENZA GIULIA POPOLO DELLA LIBERTA' 30/06/2010
D'IPPOLITO VITALE IDA POPOLO DELLA LIBERTA' 30/06/2010
CASTELLANI CARLA POPOLO DELLA LIBERTA' 30/06/2010


Stato iter:
30/06/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 30/06/2010
Resoconto ROCCELLA EUGENIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 30/06/2010
Resoconto GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE VOTO 30/06/2010
Resoconto MURA SILVANA ITALIA DEI VALORI
Resoconto CALGARO MARCO MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
Resoconto TESTA NUNZIO FRANCESCO UNIONE DI CENTRO
Resoconto NEGRO GIOVANNA LEGA NORD PADANIA
Resoconto D'INCECCO VITTORIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto CARLUCCI GABRIELLA POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto ARGENTIN ILEANA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 30/06/2010
Resoconto PALUMBO GIUSEPPE POPOLO DELLA LIBERTA'
 
INTERVENTO GOVERNO 30/06/2010
Resoconto ROCCELLA EUGENIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 30/06/2010

ACCOLTO IL 30/06/2010

PARERE GOVERNO IL 30/06/2010

DISCUSSIONE IL 30/06/2010

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 30/06/2010

APPROVATO IL 30/06/2010

CONCLUSO IL 30/06/2010

Atto Camera

Mozione 1-00401
presentata da
GABRIELLA CARLUCCI
testo di
mercoledì 30 giugno 2010, seduta n.345

La Camera,
premesso che:
il tumore al seno rappresenta la forma più diffusa di carcinoma femminile: ogni anno in tutto il mondo vengono diagnosticati più di 1 milione di nuovi casi e 400.000 donne muoiono per questa malattia; nei paesi ad economia avanzata 1 donna su 100 si ammala entro i 45 anni, 2 su 100 entro i 50 e altre 8 fra i 50 e gli 80, cioè entro la speranza di vita media di questi paesi;
nei 2007 in Europa l'incidenza del tumore al seno è stata di oltre 280.000 nuovi casi e la mortalità di circa 75,000;
in Italia ogni anno si ammalano di tumore al seno circa 37,000 donne (dato che rappresenta il 20-25 per cento di tutti i tumori maligni femminili); di cui il 30 per cento prima dei 50 anni, il 45 per cento tra 50 e 70 ed il 25 per cento dopo i 70; sono circa 450.000 le donne che hanno avuto negli ultimi 10 anni una diagnosi di carcinoma mammario, di cui quasi la metà negli ultimi 5;
in Italia il tumore al seno rappresenta la prima causa di morte fra le donne di età compresa trai 35 ed i 45 anni; 8.000 decessi all'anno testimoniano l'elevato rischio di mortalità della malattia, seppure in diminuzione;
una recente indagine, commissionata dalla Lega italiana per la lotta ai tumori (Lilt), ha stimato i costi del tumore al seno tra i 29.000 ed i 31.000 euro per ogni singola patologia, in relazione alla gravità della malattia, alle eventuali complicanze, alla complessità e alla durata del previsto ciclo di terapia; la stima considera, innanzitutto, i costi medico-sanitari diretti ed indiretti (per l'86 per cento rimborsati dal servizio sanitario nazionale), ma anche i costi non sanitari direttamente connessi con la malattia (trasferte e spostamenti che spesso coinvolgono anche i familiari e i parenti più stretti delle pazienti), la diminuzione del reddito familiare legata alla forzata astensione dal lavoro della donna e, infine, gli oneri derivanti da una diversa gestione dell'economia domestica in relazione all'inabilità della donna a svolgere il proprio essenziale ruolo all'interno della famiglia;
al di là del pur rilevante impatto economico e dei costi sociali a carico della collettività, il tumore al seno rappresenta una vera e propria patologia sociale, con evidenti ripercussioni sulla qualità complessiva della vita di tutto il nucleo familiare e dei parenti più stretti delle donne colpite dalla malattia. Si tratta di una patologia da fronteggiare, allora, con strumenti adeguati alla consapevolezza che la salute della donna costituisce il fondamentale paradigma non solo del livello complessivo di benessere della famiglia e della società tutta, ma anche, più in generale, del complessivo livello di civiltà, democrazia e sviluppo del Paese;
fondamentale per ridurre i casi di insorgenza del carcinoma mammario è la prevenzione primaria basata sull'adozione di uno stile di vita tale da ridurre significativamente i fattori di rischio oggettivo, quali l'obesità, l'eccessivo consumo di alcool, una cattiva alimentazione e la protratta esposizione a radiazioni ionizzanti; in presenza di tali fattori e, comunque, di situazioni oggettive, quali l'età, la familiarità con la malattia, l'esistenza di disturbi nel ciclo mestruale, diviene essenziale un'efficace prevenzione secondaria basata sulla diagnosi precoce, assicurata da uno screening mammografico organizzato, strumento sensibile ed affidabile per identificare allo stadio iniziale tumori anche di piccolissime dimensioni che possono essere immediatamente trattati con terapie meno invasive, aumentando le probabilità di guarigione e riducendo di quasi il 50 per cento il rischio di mortalità;
i presupposti per una migliore efficacia della cura del tumore al seno sono, in conclusione, un'adeguata campagna di sensibilizzazione e di informazione, una diagnosi il più possibile precoce della malattia, una consapevole adesione delle pazienti al percorso terapeutico e un adeguato supporto psicologico alle donne colpite. A tal riguardo, le linee guida concernenti la prevenzione, la diagnosi e l'assistenza in oncologia, approvate l'8 marzo 2001 dalla Conferenza Stato-regioni, prevedono, sostanzialmente in linea con gli standard adottati dagli altri paesi europei, l'offerta gratuita a tutte le donne residenti in Italia in età compresa fra i 50 e i 70 armi di uno screening mammografico con frequenza biennale, secondo dettagliate modalità organizzative e qualitative;
tale previsione è stata successivamente inserita nell'elenco dei livelli essenziali di assistenza, approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 novembre 2001, che individua gli standard minimi qualitativi e quantitativi delle prestazioni sanitarie, da garantire in modo appropriato ed uniforme in tutte le diverse realtà regionali;
l'intesa Stato-regioni del 23 marzo 2005 ha ribadito il principio dell'uniforme erogazione dei livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio nazionale e ha demandato ad un apposito comitato, istituito presso il Ministero della salute, il compito di monitorare e verificare l'appropriatezza delle prestazioni e di certificare l'esatto adempimento degli obblighi regionali in materia sanitaria, ai fini dell'adozione delle successive misure da parte del previsto tavolo congiunto di verifica;
il numero di donne effettivamente destinatario dell'invito a sottoporsi al previsto screening per la diagnosi precoce del carcinoma mammario risulta notevolmente aumentato negli ultimi quattro anni; tuttavia, nel 2007, a fronte di 7 milioni e 400 mila donne potenzialmente interessate allo screening biennale, solo 2 milioni e 200 mila sono state effettivamente sollecitate ad effettuare la mammografia (dato che su base nazionale rappresenta il 62 per cento del target annuale di riferimento);
negli ultimi anni la conoscenza dei fattori di rischio di tipo genetico coinvolti nello sviluppo del carcinoma della mammella ha avuto un rapido sviluppo, con l'identificazione del gene TP53 e dei geni BRCA1 e BRCA2, responsabili di forme autosomiche dominanti di predisposizione allo sviluppo della neoplasia mammaria, definite ad «alta penetranza», in quanto mutazioni in questi geni conferiscono un aumento significativo del rischio di sviluppare tale neoplasia;
permane, inoltre, un forte squilibrio fra il Nord e il Centro da un lato e il Sud e le Isole dall'altro: mentre nelle prime due macroaree si è vicini ad un'estensione tra il 70 per cento e l'82 per cento delle donne invitate ad effettuare i controlli, nelle regioni meridionali e insulari tale indicatore supera di poco il 27 per cento,
impegna il Governo:
a) a considerare il tumore al seno tra le priorità della sanità pubblica e ad avviare ogni intervento idoneo a fronteggiare lo stesso;
b) a promuovere progetti sperimentali integrati tra il Ministero della salute e le regioni per la promozione delle informazioni e la necessaria sensibilizzazione sull'adozione di un corretto stile di vita, nonché sull'importanza di una diagnosi precoce, coinvolgendo anche i medici di medicina generale e i servizi territoriali;
c) a promuovere progetti di supporto multidisciplinari per le donne che abbiano ricevuto diagnosi di tumore al seno;
d) a monitorare con attenzione e continuità dei andamento dei programmi di screening, mammografico, demandando ai comitato per la verifica dei LEA l'effettuazione di specifiche rilevazioni concernenti le diverse modalità organizzative e i differenti costi sostenuti, al fine di evidenziare le migliori pratiche e promuovere la loro estensione in tutte le realtà regionali;
e) ad assumere ogni iniziativa idonea ad eliminare le evidenziate differenze nell'attuazione dei programmi di screening mammografico;
f) a valutare, compatibilmente con il rispetto degli equilibri di finanza pubblica e di contenimento della spesa sanitaria, l'adozione di misure incentivanti e premiali per le regioni che evidenzino rispetto alla situazione attuale maggiore efficacia ed efficienza nella realizzazione di programmi di diagnosi precoce del tumore al seno;
g) ad assicurare una specifica iniziativa di affiancamento per le regioni inadempienti a quanto previsto negli attuali LEA, in termini di presa in carico, screening e prevenzione del carcinoma per consentire l'adozione di specifici programmi di recupero dei ritardi. Tali programmi saranno valutati dal CCM e dal Comitato per la verifica dei LEA, e condizioneranno l'accesso da parte delle regioni alla quota premiale del 3 per cento dell'intero finanziamento regionale per i servizi sanitari;
h) a predisporre linee guida per l'istituzione di percorsi diversificati di screening mammografici e di presa in carico delle donne a maggior rischio di carcinoma alla mammella, in quanto portatrici dei geni BRCA, in coerenza con i risultati degli studi promossi dal Ministero della salute nell'ambito del piano nazionale screening;
i) a proseguire in cooperazione con le regioni i programmi di prevenzione secondaria già avviati nei confronti del carcinoma al seno, con l'intento di promuovere una più consapevole ed informata partecipazione della popolazione femminile alle campagne di screening e quindi ridurre il divario esistente tra la popolazione destinataria dei programmi di prevenzione e le pazienti che effettivamente si sottopongono agli interventi di diagnosi;
l) a promuovere in coerenza con il Piano oncologico nazionale 2010/2012, rinnovazione e la ricerca clinica nel settore, orientando tali interventi allo sviluppo di nuove tecnologie sia in campo diagnostico che terapeutico;
m) a coordinare il monitoraggio degli interventi predisposti dalle regioni preordinati alla valorizzazione dell'assistenza a domicilio e alla predisposizione di protocolli integrati di assistenza socio-sanitaria a favore delle donne affette da tumore al seno;
n) a promuovere la possibilità di avviare un sistema di verifica e valutazione della qualità dei programmi di screening, ponendo in atto con maggiore sistematicità interventi e procedure di verifica di qualità del percorso diagnostico, in modo da ridurre l'incidenza di falsi positivi e di «tumori intervallo»;
o) ad individuare, in collaborazione con le regioni, una forma di rafforzata governance centrale della prevenzione oncologica, così da rendere maggiormente omogenei i modelli territoriali, la raccolta dei dati e la compatibilità dei sistemi informativi, spesso alla base della difficoltà ad ottenere in modo rapido ed efficace un quadro credibile della situazione su tutto il territorio nazionale;
p) ad incentivare e diffondere omogeneamente sul territorio nazionale le cosiddette «breast unite» cioè quelle equipe multidisciplinari cui riferire tutte le pazienti che necessitino di approfondimento diagnostico ed eventuale terapia in campo mammario, così da garantire loro la totale presa in carico dal punto di vista psicologico, diagnostico, chirurgico demolitivo e ricostruttivo, medico-oncologico e la presenza di associazioni di volontari e malati;
q) fatti salvi i programmi già in essere tra il Ministero della salute e le regioni per migliorare la qualificazione degli interventi di senologia diagnostica, per garantire la diagnosi tempestiva anche sotto l'attuale soglia di età per lo screening, il Governo avvia uno specifico approfondimento in ordine alla strategia di abbassamento della soglia dai 50 anni ai 40 anni, sia sotto il profilo tecnico-scientifico relativo al costo efficacia, sia sotto il profilo dell'inserimento nei LEA;
r) ad adottare iniziative volte a garantire alle donne che scelgono di impiantare protesi mammarie una più ampia ed esaustiva informazione non solo sulla sicurezza dei prodotti e sulle condizioni di adeguato utilizzo dei medesimi, ma anche sui possibili eventi avversi correlati all'impianto e sulle potenziali controindicazioni in termini di effettività dello screening per la diagnosi del tumore al seno;
s) a completare l'iter normativo del disegno di legge, già approvato in Consiglio dei ministri in prima lettura, istitutivo del registro nazionale degli impianti protesici mammari che, in collaborazione con i registri regionali istituiti in ogni regione e provincia autonoma, raccolga tutti i dati relativi alle protesi mammarie impiantate in Italia.
(1-00401) «Carlucci, D'Incecco, Lussana, Binetti, Mura, Calgaro, Rivolta, Di Virgilio, Palumbo».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

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