ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00362

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 317 del 05/05/2010
Abbinamenti
Atto 1/00363 abbinato in data 11/05/2010
Atto 1/00364 abbinato in data 11/05/2010
Atto 1/00365 abbinato in data 12/05/2010
Firmatari
Primo firmatario: D'ANTONI SERGIO ANTONIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 05/05/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO 05/05/2010
MAZZARELLA EUGENIO PARTITO DEMOCRATICO 05/05/2010
CIMADORO GABRIELE ITALIA DEI VALORI 05/05/2010
PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI 05/05/2010
MALGIERI GENNARO POPOLO DELLA LIBERTA' 05/05/2010
MARTINO ANTONIO POPOLO DELLA LIBERTA' 05/05/2010
OCCHIUTO ROBERTO UNIONE DI CENTRO 05/05/2010
SERVODIO GIUSEPPINA PARTITO DEMOCRATICO 05/05/2010
IANNUZZI TINO PARTITO DEMOCRATICO 05/05/2010
STEFANI STEFANO LEGA NORD PADANIA 06/05/2010
GOZI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO 10/05/2010


Stato iter:
12/05/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 11/05/2010
Resoconto D'ANTONI SERGIO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 11/05/2010
Resoconto GOZI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 11/05/2010
Resoconto CASERO LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 11/05/2010

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 11/05/2010

DISCUSSIONE IL 11/05/2010

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 11/05/2010

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/05/2010

RITIRATO IL 12/05/2010

CONCLUSO IL 12/05/2010

Atto Camera

Mozione 1-00362
presentata da
SERGIO ANTONIO D'ANTONI
testo di
mercoledì 5 maggio 2010, seduta n.317

La Camera,
premesso che:
la Carta costituzionale sancisce che «la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale» (articolo 2), che «l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute» (articolo 10) e che «promuove e favorisce le organizzazioni internazionali» rivolte alla pace e alla giustizia tra le Nazioni (articolo 11);
la legge 26 febbraio 1987, n. 49, stabilisce che la cooperazione allo sviluppo è parte integrante della politica estera dell'Italia e persegue obiettivi di solidarietà tra i popoli e di piena realizzazione dei diritti fondamentali dell'uomo. L'attività di cooperazione allo sviluppo è finanziata a titolo gratuito e con crediti a condizioni particolarmente agevolate. Essa può essere svolta sul piano bilaterale, multilaterale e multibilaterale;
il disegno di legge delega presentato dal Governo nella XV legislatura (S. 1537) sulla riforma della disciplina della cooperazione dell'Italia con i Paesi in via di sviluppo conferma che la cooperazione allo sviluppo è parte qualificante della politica estera italiana;
l'orizzonte di un pieno sviluppo dei rapporti commerciali ed economici tra i Paesi che fanno riferimento al bacino euro-mediterraneo rappresenta una grande potenzialità per la crescita dell'Italia e in particolare per lo sviluppo delle sue zone deboli, che vedono in questa prospettiva non solo un'opportunità di crescita in chiave di base logistica, ma anche e soprattutto di vera e propria integrazione economica;
in occasione del vertice per il Mediterraneo svoltosi a Parigi il 13 luglio 2008, i 48 Capi di Stato e di Governo partecipanti hanno riconosciuto l'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) come organo legittimo dell'Unione per il Mediterraneo, riconoscendone il diritto di proporre progetti nel quadro della stessa Unione come in ogni sistema politico democratico e rappresentativo, in modo che l'Unione sia responsabile dinanzi a un'Assemblea legittimamente eletta;
la dichiarazione comune del vertice di Parigi del 13 luglio 2008 ha sottolineato che i Capi di Stato e di Governo appoggiano senza riserve il potenziamento del ruolo di tale Assemblea nei suoi rapporti con i partner mediterranei;
nella stessa circostanza le autorità degli Stati hanno altresì esortato la presidenza dell'Unione e la sua segreteria generale ad adoperarsi a sostegno della proposta di trasformare il fondo euro-mediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP), braccio finanziario della Banca europea per gli investimenti (BEI), in un nuovo istituto di credito incaricato di finanziare progetti tesi allo sviluppo e alla convergenza dell'area euromediterranea;
il 13 e 14 marzo 2010, l'Assemblea si è riunita per la sesta volta in sessione plenaria per aprire un dibattito sulla possibilità di trasformare il FEMIP, braccio finanziario della Banca europea per gli investimenti (BEI), in un nuovo istituto, la Banca euro-mediterranea per lo sviluppo, progetto al quale i firmatari del presente atto di indirizzo aderiscono pienamente;
la discussione è stata avviata dopo una serie di raccomandazioni e di risoluzioni approvate dall'APEM che richiamano con forza la necessità di pervenire nel più breve tempo possibile a una nuova ed efficace realtà economico-finanziaria in grado di incentivare gli investimenti e lo sviluppo nell'area euro-mediterranea;
i firmatari del presente atto di indirizzo fanno propria la proposta di istituire tale istituto. Si rende indispensabile un nuovo soggetto chiamato a stimolare la crescita e la redistribuzione economica attraverso piani di stimolo orientati in particolare al settore privato nelle zone deboli e sottoutilizzate dell'area euro-mediterranea;
a tal fine va rilevata l'urgenza di implementare subito nuovi e più efficaci strumenti ispirati ai principi di flessibilità, agilità e semplificazione delle norme e delle procedure di finanziamento. Una strada obbligata, se si vuole arginare e combattere in maniera fattiva e duratura il fenomeno della disoccupazione e il conseguente dramma della emigrazione clandestina tra Paesi;
l'esigenza di istituire un nuovo e più efficiente strumento finanziario è evidenziata dai dati relativi al funzionamento del FEMIP. Nell'arco degli ultimi sei anni, infatti, il Fondo euro-mediterraneo di investimento è riuscito a finanziare appena 125 progetti, una media di 20 l'anno. Una mole che avrebbe potuto e avrebbe dovuto essere smaltita in un solo anno;
appare del tutto evidente ai firmatari del presente atto di indirizzo che il FEMIP non riesce a fornire risposte concrete e tempestive ai crescenti bisogni delle realtà produttive operanti nella regione euro-mediterranea;
il gruppo tecnico incaricato della supervisione della trasformazione del FEMIP in Banca euro-mediterranea, istituito presso il Parlamento euro-mediterraneo e formato da parlamentari di Tunisia, Giordania, Italia e Parlamento europeo, ha sottolineato che il nuovo istituto non dovrà essere indipendente, ma inserito come filiale nel contesto della Banca europea per gli investimenti (BEI), che deterrà il 51 per cento del suo capitale. I Paesi delle sponde nord e sud del Mediterraneo concorreranno a coprire in misura paritaria il restante 49 per cento;
tale strategia, pienamente condivisibile, a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, conferisce al progetto concretezza e prestigio istituzionale dal momento che la BEI gode di un notevole peso e della più alta credibilità nell'ambito del sistema finanziario mondiale. Va inoltre ricordato che la BEI ha già patrocinato la creazione di diverse istituzioni finanziarie nello scenario internazionale, tra cui in particolare la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) nei Paesi dell'Europa orientale;
il Parlamento europeo ha espresso più volte il sostegno a tale progetto attraverso l'approvazione di una serie di risoluzioni quali: la risoluzione 15 marzo 2007 riguardo ai rapporti euromediterranei, che invita i Paesi membri dell'Unione europea e i loro partner mediterranei a effettuare gli studi necessari alla trasformazione del FEMIP in Banca euromediterranea di sviluppo; la risoluzione 5 giugno 2008 in cui si sottolinea che l'APEM, in quanto istanza parlamentare consultiva dell'UPM, ha facoltà di presentare proposte e procedere alla valutazione dei progetti da attuare nell'ambito dell'Unione; la risoluzione 19 febbraio 2009 che ribadisce l'appoggio dato alla trasformazione del FEMIP in Banca euromediterranea di sviluppo allo scopo di fornire le risorse occorrenti a finanziare i grandi progetti approvati dall'Unione per il Mediterraneo;
il dialogo con i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente è uno dei cardini della politica estera italiana. La sfida del processo d'integrazione euro-mediterranea riveste una valenza strategica preziosa per tutta la Nazione. Lo Stato italiano deve adoperarsi attivamente per consolidare il suo ruolo nello scenario euro-mediterraneo sia per promuovere e stimolare lo sviluppo e la crescita dei suoi territori, e in particolare di quelli deboli del Mezzogiorno, sia per rafforzare il proprio ruolo nelle dinamiche di concertazione e cooperazione con gli altri Stati europei attivi sul fronte mediterraneo. Anche per queste ragioni, a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, l'Italia deve battersi per ottenere sul suo territorio la sede centrale della Banca euro-mediterranea per lo sviluppo,
impegna il Governo:
ad attivarsi nelle opportune sedi internazionali per assicurare il necessario supporto politico finalizzato alla trasformazione del Femip nella Banca euro-mediterranea, così come descritta in premessa;
ad assumere ogni utile iniziativa affinché la sede centrale di tale istituto sia istituita in Italia, e in particolare in una grande città del Mezzogiorno;
ad adottare ogni iniziativa di coordinamento con il gruppo tecnico incaricato della supervisione della trasformazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) in Banca euromediterranea di sviluppo.
(1-00362)
«D'Antoni, Vico, Mazzarella, Cimadoro, Piffari, Malgieri, Antonio Martino, Occhiuto, Servodio, Iannuzzi, Stefani, Gozi».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

aiuto finanziario

banca di sviluppo

banca d'investimenti

BEI

Mar Mediterraneo

regione mediterranea CE

relazioni dell'Unione europea