ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00356

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 304 del 08/04/2010
Abbinamenti
Atto 1/00326 abbinato in data 08/04/2010
Atto 1/00353 abbinato in data 08/04/2010
Atto 1/00354 abbinato in data 08/04/2010
Atto 1/00355 abbinato in data 08/04/2010
Firmatari
Primo firmatario: SANTELLI JOLE
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 08/04/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CAPARINI DAVIDE LEGA NORD PADANIA 08/04/2010
CAZZOLA GIULIANO POPOLO DELLA LIBERTA' 08/04/2010
MOFFA SILVANO POPOLO DELLA LIBERTA' 08/04/2010
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD PADANIA 08/04/2010
PELINO PAOLA POPOLO DELLA LIBERTA' 08/04/2010
BALDELLI SIMONE POPOLO DELLA LIBERTA' 08/04/2010
DAL LAGO MANUELA LEGA NORD PADANIA 08/04/2010
MORONI CHIARA POPOLO DELLA LIBERTA' 08/04/2010
GRANATA BENEDETTO FABIO POPOLO DELLA LIBERTA' 08/04/2010
MOLTENI LAURA LEGA NORD PADANIA 08/04/2010


Stato iter:
08/04/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 08/04/2010
Resoconto PELINO PAOLA POPOLO DELLA LIBERTA'
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 08/04/2010
Resoconto LO MORO DORIS PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto GOZI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI
Resoconto MURER DELIA PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE VOTO 08/04/2010
Resoconto FAVIA DAVID ITALIA DEI VALORI
Resoconto FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD PADANIA
Resoconto TURCO LIVIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto CAZZOLA GIULIANO POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto TASSONE MARIO UNIONE DI CENTRO
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 08/04/2010
Resoconto VIESPOLI PASQUALE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
PARERE GOVERNO 08/04/2010
Resoconto VIESPOLI PASQUALE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 08/04/2010

DISCUSSIONE IL 08/04/2010

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 08/04/2010

ACCOLTO IL 08/04/2010

PARERE GOVERNO IL 08/04/2010

APPROVATO IL 08/04/2010

CONCLUSO IL 08/04/2010

Atto Camera

Mozione 1-00356
presentata da
JOLE SANTELLI
testo di
giovedì 8 aprile 2010, seduta n.304

La Camera,
premesso che:
l'immigrazione costituisce per l'Italia e l'Unione europea un fenomeno di rilevante significato sociale, con notevoli implicazioni sul piano demografico, economico, politico, culturale e antropologico, che richiede interventi strutturali e mirati a garantire anche la coesione sociale;
il Governo Berlusconi ha affrontato il tema nei suoi vari aspetti, senza rinunciare a politiche di accoglienza, sostegno e integrazione dell'immigrazione regolare, accompagnandole con misure di rigore, per massimizzare il suo apporto positivo all'interno del sistema produttivo e sociale del Paese;
il Governo riserva da tempo particolare attenzione a quei territori dove esistono situazioni di sfruttamento del lavoro e di degrado e disagio sociale, come quella di Rosarno; situazione, quest'ultima, a cui il Governo si era interessato fin dal dicembre 2008, quando si era verificata un'aggressione analoga a quella del gennaio 2010. Già allora la risonanza dell'accaduto e la necessità di intervenire per assicurare agli immigrati condizioni dignitose di sussistenza ed un'adeguata situazione igienico-sanitaria determinarono una serie di incontri tra i rappresentanti della protezione civile regionale e dei comuni maggiormente interessati dalla presenza di lavoratori immigrati;
in quell'occasione i rappresentanti degli uffici sanitari della regione e dell'associazione Medici senza frontiere avevano constatato sul posto le precarie condizioni igienico-sanitarie dei luoghi ove vivevano gli immigrati. Ma gli interventi più tangibili erano venuti proprio dal Governo: già nel mese di aprile 2009 il ministero dell'interno aveva, infatti, erogato al comune di Rosarno, che svolgeva le funzioni di capofila del progetto, un primo significativo contributo di 200.000 euro, utilizzati per noleggiare delle strutture di carattere sanitario; nella stessa zona sono poi in via di realizzazione, oltre a progetti territoriali per la sicurezza, ulteriori specifici progetti finanziati anche con le risorse provenienti dal Fondo sociale europeo, gestito dal ministero del lavoro e delle politiche sociali, diretti all'accoglienza e all'integrazione degli immigrati presenti nell'area, tra cui la realizzazione di alloggi per lavoratori stranieri impiegati nel lavoro stagionale;
simili episodi rendono comunque evidenti anche tutte le conseguenze negative che derivano dall'immigrazione clandestina, che, proprio per questo motivo, è necessario combattere senza tentennamenti, anche perché prima o poi si determinano processi di commistione tra i flussi migratori illegali e quelli legali, con conseguenze negative nell'opinione pubblica. Si rischia così di compromettere i valori della coesione sociale e dell'integrazione nel nostro tessuto sociale dei lavoratori provenienti da Paesi extracomunitari;
troppo spesso cittadini immigrati regolari dal punto di vista del permesso di soggiorno, non lo sono sotto il profilo del rapporto di lavoro; eppure le leggi attuali, in particolare il testo unico in materia di immigrazione, di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998, così come modificato dalla cosiddetta «legge Bossi-Fini», già impongono la regolarità delle posizioni di lavoro e la necessità di assicurare idonea sistemazione alloggiativa per i lavoratori stranieri. È, quindi, necessario che le leggi siano applicate integralmente da chi fino ad oggi le ha semplicemente eluse;
l'ingresso illegale nel territorio dello Stato costituisce nella maggior parte dei casi il presupposto per l'emarginazione e lo sfruttamento lavorativo di molti stranieri e, spesso, il serbatoio per il reclutamento della manovalanza della criminalità;
anche su questo versante la maggioranza ha ottenuto importanti risultati con l'azione di Governo, in particolare attraverso il rafforzamento dei sistemi di effettiva espulsione dei clandestini. Negli ultimi due anni sono stati effettivamente rimpatriati 42.595 clandestini nei rispettivi Paesi di origine;
sul fronte della prevenzione dell'immigrazione clandestina, il Governo ha dato prova di concretezza: da quando si è dato compiuta attuazione alle intese con la Libia - Paese di maggiore transito degli immigrati provenienti dall'Africa sub-sahariana - gli sbarchi di clandestini sulle coste italiane sono diminuiti del 90 per cento, rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente: 31.281 persone sbarcate nel 2008, 3.185 nello stesso periodo del 2009;
proprio con riferimento alla Libia - si ricorda - il ministero dell'interno ha raggiunto nel maggio del 2009 un risultato mai conseguito in precedenza, frutto degli accordi stipulati e dell'intensa attività diplomatica svolta: restituire alla Libia 227 cittadini extracomunitari clandestini che non erano libici, ma che erano partiti dalle coste libiche;
per continuare a combattere efficacemente la clandestinità bisogna proseguire nell'applicazione puntuale e rigorosa della cosiddetta «legge Bossi-Fini», che lega la possibilità di ingresso e soggiorno sul territorio dello Stato al possesso di un regolare contratto di lavoro;
questo fondamentale principio stabilito dal nostro ordinamento si sta affermando anche nelle più moderne legislazioni degli altri Paesi europei. L'ultimo caso in ordine di tempo è quello della Spagna, guidata dal Governo Zapatero, dove proprio questo principio è stato ribadito e rafforzato dalla recente legge entrata in vigore il 13 dicembre 2009. Nella parte quinta del preambolo della nuova legge spagnola si stabilisce l'obiettivo di «perfezionare il sistema di canalizzazione legale ed ordinata dei flussi migratori per lavoro, rafforzando il vincolo tra la capacità di accoglienza dei lavoratori migranti e le necessità del mercato del lavoro»;
nel corso della XIV e della XVI legislatura, i Governi Berlusconi sostenuti dalla maggioranza di centrodestra hanno promosso una politica di immigrazione che si fonda su due dimensioni, che si sostengono reciprocamente: fermezza e rigore contro la clandestinità e integrazione fondata sul lavoro, sulla conoscenza e sul rispetto della nostra identità;
una coerente integrazione di milioni di persone già presenti nel nostro Paese e di molte migliaia che chiedono l'ammissione richiede una disciplina dei flussi e dei visti che garantisca la presenza e la convivenza degli immigrati provenienti dalle varie nazioni, tenendo in considerazione le reali possibilità di assorbimento nel nostro tessuto sociale, al fine di assicurare il rispetto e la tutela della dignità umana dei lavoratori stranieri, dei nostri valori e della sicurezza dei cittadini del nostro Paese;
oggi il nostro Paese ospita, secondo le più recenti statistiche, 4 milioni di cittadini stranieri residenti, circa il 6,5 per cento della popolazione (tale percentuale era al di sotto del 3 per cento nel 2001 e pari allo 0,1 per cento dieci anni prima), mentre la quota degli occupati sale ormai al 7,5 per cento come dato medio, con punte più elevate nelle regioni più ricche e sviluppate (nel Centro-Nord il numero degli immigrati è di quattro volte maggiore di quello del Sud). Il lavoro degli stranieri è presente in diversi settori dell'economia (agricoltura, turismo, costruzioni, servizi alla persona, ma anche comparti dell'industria manifatturiera);
secondo tutte le banche dati disponibili - Istat, Inps, Inail - l'occupazione straniera in Italia è cresciuta costantemente, almeno fino al 2008, e in dieci anni risulta più che raddoppiata, passando da meno di un milione a più di due milioni;
il reddito imponibile degli immigrati è in progressivo aumento: superiore a 21 miliardi di euro nel 2007; erano 18,4 miliardi di euro nel 2006 e 16,7 miliardi di euro nel 2005;
la Costituzione ha riconosciuto i valori fondanti della nostra identità nazionale nel rispetto del valore della vita e nella centralità della persona, creando così la premessa per un equilibrato sistema di diritti e di doveri, adattati - come prescrive la nostra Carta costituzionale - alle condizioni di ciascuna persona;
per questo, l'ordinamento promuove l'accoglienza e l'integrazione degli immigrati regolari e garantisce loro un'ampia tutela dei diritti civili, economici, sociali e culturali;
la legge 15 luglio 2009, n. 94, ultimo atto normativo del «pacchetto sicurezza», contiene numerose disposizioni che intervengono sia sul versante del contrasto dell'immigrazione illegale, che in materia di integrazione;
tra queste ultime, in particolare, la suddetta legge ha introdotto, quale valido strumento a disposizione degli stranieri che vogliono lavorare ed inserirsi nella nostra società, l'istituto dell'«accordo di integrazione», da attuarsi con regolamento, a breve operativo, che ne stabilisca i criteri e le modalità di sottoscrizione;
il meccanismo dell'accordo prevede che il cittadino straniero - contestualmente alla presentazione della domanda di permesso di soggiorno - sottoscriva degli impegni di integrazione che riguardano: la conoscenza della lingua italiana e dei valori di libertà, eguaglianza e democrazia posti a fondamento della Costituzione; il rispetto di tali principi e l'acquisizione di un'adeguata conoscenza della vita civile in Italia, con particolare riferimento, ad esempio, ai settori della sanità, dei servizi sociali e del lavoro; l'assolvimento del dovere di istruzione dei figli minori e la conoscenza dell'organizzazione delle istituzioni pubbliche. A seguito del rispetto degli impegni di integrazione, ai cittadini stranieri vengono attribuiti crediti, proprio per riconoscere loro il merito ed il senso di responsabilità dimostrato, mentre a seguito della commissione di illeciti i crediti vengono decurtati; lo Stato, da parte sua, si impegna ad accompagnare il cittadino straniero tramite corsi di italiano e di educazione civica sulla tradizione e la vita civile in Italia, nonché con voucher formativi per coloro che dimostreranno di aver raggiunto più alti livelli di integrazione;
tale approccio alla questione «immigrazione ed integrazione» denota un atteggiamento responsabile da parte del Governo per la tutela dell'intera comunità,
impegna il Governo:
a fornire nel piano nazionale per l'integrazione «Identità e incontro», annunciato dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, i valori, la visione e i programmi dedicati all'integrazione stessa, con l'obiettivo di una pacifica civile convivenza che si svolga nell'osservanza dei valori e dei principi a fondamento del nostro ordinamento giuridico;
ad analizzare, utilizzando le banche dati disponibili e, in particolare, quella dell'Inail, la natura e le modalità dell'immigrazione extracomunitaria, al fine di adottare politiche di governo dei flussi efficaci e tempestive;
ad adottare le opportune iniziative dirette a valorizzare l'apporto dei lavoratori immigrati al progresso economico e sociale del Paese, favorendo al contempo un processo di effettiva integrazione nel nostro tessuto sociale e la conoscenza ed il rispetto delle regole e della cultura di riferimento del nostro Paese;
a proseguire nel potenziamento degli uffici amministrativi competenti, affinché, entro la fine della XVI legislatura, i permessi di soggiorno siano rilasciati e rinnovati nei tempi previsti dalla legge;
a vigilare sull'applicazione delle disposizioni in vigore e sul rispetto puntuale e rigoroso delle norme che legano la possibilità di ingresso e soggiorno sul territorio dello Stato al possesso di un regolare contratto di lavoro e ad intensificare e rendere pienamente efficaci i controlli ispettivi, con il fattivo coinvolgimento dei vari livelli istituzionali e delle parti sociali;
a valutare, sulla base dell'esperienza compiuta, ogni possibilità di miglioramento dell'attuale assetto normativo, per contrastare l'immigrazione clandestina e regolare i flussi migratori, legandoli alle effettive necessità economiche e sociali del Paese;
ad intensificare una specifica, coordinata e capillare attività di contrasto dei fenomeni di illegalità e di sfruttamento del lavoro irregolare, con particolare riferimento all'agricoltura;
a potenziare le sinergie con le regioni e gli enti locali, per favorire la diffusione di ogni informazione utile al positivo inserimento degli stranieri nella società italiana, come la conoscenza dei loro diritti e doveri, le opportunità di integrazione e di crescita personale e comunitaria offerte dalle amministrazioni pubbliche e dall'associazionismo, nonché per sostenere ogni iniziativa di prevenzione della discriminazione razziale;
a misurare la reale esigenza di manodopera straniera nel nostro Paese, anche alla luce del periodo di crisi che l'Italia sta attraversando, anche al fine di non penalizzare i cittadini e le cittadine italiane oggi in cerca di occupazione;
ad adoperarsi con sempre maggiore impegno al contrasto del lavoro sommerso, in particolar modo degli immigrati spesso ridotti in uno stato assimilabile alla schiavitù, senza il rispetto delle più elementari regole e condizioni di vita e di lavoro.
(1-00356) «Santelli, Caparini, Cazzola, Moffa, Fedriga, Pelino, Baldelli, Dal Lago, Moroni, Granata, Laura Molteni».
Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

L 2009 0094

EUROVOC :

cittadino straniero

immigrazione

integrazione dei migranti

lavoratore migrante

lavoro nero

migrazione illegale