Atto Camera
Mozione 1-00351
presentata da
FRANCESCO SAVERIO ROMANO
testo di
martedì 30 marzo 2010, seduta n.302
La Camera,
premesso che:
secondo quanto dichiarato dall'amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, alla fine del 2011, dopo oltre 40 anni di attività , chiuderà lo stabilimento del gruppo Fiat a Termini Imerese (Palermo);
circa due anni fa, tuttavia, la Fiat aveva definito un accordo con la Regione siciliana per il rilancio dello stabilimento, attraverso il superamento delle principali diseconomie del territorio;
tale accordo prevedeva un importante intervento finanziario della Regione siciliana (150 milioni di euro) per finanziare la costruzione di nuovi capannoni nell'area industriale di Termini Imerese che avrebbero dovuto essere ceduti in locazione alla Fiat ed al suo indotto a prezzi di mercato. La conclusione traumatica della precedente legislatura regionale non ha permesso al Parlamento siciliano di esaminare e varare il relativo provvedimento di legge;
la recente decisione di interrompere la produzione presso lo stabilimento di Termini Imerese dopo il 1o gennaio 2012 è conseguenza, secondo il management, della scarsa integrazione della filiera produttiva e dell'indotto e degli elevati costi fissi di produzione, soprattutto connessi al trasporto, oltre ad una sovrapproduzione rispetto al reale assorbimento sul mercato;
secondo Marchionne la Fiat «ha la capacità di produrre circa 94 milioni di vetture, circa 30 milioni in più di quante se ne vendono. Il settore automobilistico è l'unico a non aver razionalizzato la produzione nonostante un terzo di questo disavanzo arrivi dal vecchio continente. Lo scorso anno l'Europa ha utilizzato circa il 75 per cento della propria capacità e quest'anno potrebbe scendere al 65 per cento. Il motivo è semplice: i costruttori non chiudono gli impianti. L'ultimo impianto a chiudere in Europa ha smesso la produzione prima della seconda guerra mondiale»;
a fronte di un aumento dell'offerta, si è, infatti, verificata una contrazione della domanda a causa della crisi economica e gli interventi di sostegno messi in campo dai Governi nazionali per salvaguardare i livelli occupazionali e le imprese hanno aggravato l'eccesso strutturale del settore;
in tale ottica la decisione del Governo di non prorogare gli incentivi per il settore dell'auto si pone in linea con le scelte adottate dalla maggioranza dei Paesi europei, a fronte di un mercato che appare oggi saturo;
l'annunciata chiusura dello stabilimento ha destato preoccupazione ed allarme nei lavoratori, nelle loro famiglie e negli abitanti di un territorio in cui non esistono molte alternative occupazionali e che vedrebbe improvvisamente perdere circa 1400 posti di lavoro, senza contare le conseguenze sull'indotto;
il Governo, con l'obiettivo di individuare nuove imprese e soggetti produttivi che possano garantire la sopravvivenza e lo sviluppo produttivo dell'area, mantenendone i livelli occupazionali e la vocazione industriale, ha sollecitato l'acquisizione dello stabilimento da parte di nuovi investitori interessati a subentrare alla Fiat;
Governo nazionale e Regione siciliana hanno stanziato un contributo di 450 milioni di euro; affinché l'area rimanga destinata alla produzione di automobili e alla ricerca nel settore dei veicoli elettrici, nel tentativo di rendere lo stabilimento appetibile per eventuali futuri investitori;
le proposte arrivate da potenziali investitori per Termini Imerese che hanno superato il vaglio delle richieste dell'advisor e giudicate concrete sono in totale nove, di cui quattro operanti nel settore automobilistico;
il 13 aprile 2010 si svolgerà un nuovo incontro e nelle due successive settimane potrebbe essere definita una prima short list in attesa di valutare eventuali nuove offerte;
poiché l'area da riconvertire è occupata solo per un terzo dall'attuale stabilimento Fiat, verranno valutate anche le combinazioni di più progetti;
in assenza di una valida proposta industriale alternativa, la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, unitamente alla crisi dell'indotto e alle inevitabili perdite occupazionali, produrrà conseguenze insostenibili per la Sicilia, con ricadute anche in termini di coesione, di sicurezza e legalità,
impegna il Governo:
ad adottare ogni utile iniziativa volta a salvaguardare i livelli occupazionali, la professionalità dei lavoratori e la capacità produttiva dell'area di insediamento dello stabilimento siciliano della Fiat;
a salvaguardare la vocazione industriale di Termini Imerese favorendone il rilancio, anche con il coinvolgimento della regione e delle organizzazioni sindacali di settore;
a favorire un rapido utilizzo dei fondi comunitari, al fine di dotare l'area delle infrastrutture necessarie per attirare gli investimenti di grandi gruppi industriali;
a valutare la possibilità di inserire, nel rispetto della normative comunitaria, anche l'area di Termini Imerese come «una zona franca»;
a completare in tempi contenuti l'infrastrutturazione dell'area industriale termitana;
a valutare la possibilità di promuovere per quanto di competenza, nel rispetto delle norme comunitarie, sperimentalmente un contratto di lavoro regionale valido per l'intero territorio della Sicilia, d'intesa con le organizzazioni sindacali e finalizzato a precostituire condizioni più favorevoli all'insediamento nella regione di attività produttive.
(1-00351) «Romano, Naro, Mannino, Ruvolo, Drago, Vietti, Anna Teresa Formisano, Pezzotta, Ruggeri, Delfino, Poli, Compagnon, Ciccanti, Volontè, Libè, Galletti, Occhiuto».