ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00350

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 302 del 30/03/2010
Abbinamenti
Atto 1/00292 abbinato in data 30/03/2010
Atto 1/00319 abbinato in data 30/03/2010
Atto 1/00348 abbinato in data 30/03/2010
Atto 1/00349 abbinato in data 30/03/2010
Atto 1/00351 abbinato in data 30/03/2010
Firmatari
Primo firmatario: IANNACCONE ARTURO
Gruppo: MISTO - NOI SUD/LEGA SUD AUSONIA
Data firma: 29/03/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SARDELLI LUCIANO MARIO MISTO - NOI SUD/LEGA SUD AUSONIA 29/03/2010
BELCASTRO ELIO VITTORIO MISTO - NOI SUD/LEGA SUD AUSONIA 29/03/2010
GAGLIONE ANTONIO MISTO - NOI SUD/LEGA SUD AUSONIA 29/03/2010
MILO ANTONIO MISTO - NOI SUD/LEGA SUD AUSONIA 29/03/2010
BRUGGER SIEGFRIED MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 29/03/2010


Stato iter:
30/03/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 30/03/2010
Resoconto BERRETTA GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto TORAZZI ALBERTO LEGA NORD PADANIA
Resoconto DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 30/03/2010
Resoconto SAGLIA STEFANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
DICHIARAZIONE VOTO 30/03/2010
Resoconto COMMERCIO ROBERTO MARIO SERGIO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD
Resoconto ORLANDO LEOLUCA ITALIA DEI VALORI
Resoconto FAVA GIOVANNI LEGA NORD PADANIA
Resoconto BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto ROMANO FRANCESCO SAVERIO UNIONE DI CENTRO
Resoconto SARDELLI LUCIANO MARIO MISTO - NOI SUD/LEGA SUD AUSONIA
Resoconto MARINELLO GIUSEPPE FRANCESCO MARIA POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto D'ANTONI SERGIO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto FALLICA GIUSEPPE POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto FONTANA VINCENZO ANTONIO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
PARERE GOVERNO 30/03/2010
Resoconto SAGLIA STEFANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 30/03/2010

DISCUSSIONE IL 30/03/2010

IN PARTE ACCOLTO IL 30/03/2010

PARERE GOVERNO IL 30/03/2010

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 30/03/2010

APPROVATO IL 30/03/2010

CONCLUSO IL 30/03/2010

Atto Camera

Mozione 1-00350
presentata da
ARTURO IANNACCONE
testo di
martedì 30 marzo 2010, seduta n.302

La Camera,
premesso che:
il gruppo Fiat ha intenzione di chiudere lo stabilimento di Termini Imerese, con gravi ripercussioni sull'economia siciliana;
da notizie riportate dalla stampa, il gruppo Fiat avrebbe intenzione di presentare un piano industriale che prevederebbe una riduzione di minimo 5 mila dipendenti;
in modo particolare gli stabilimenti che subirebbero riduzione maggiori di personale sarebbero la Fiat Mirafiori a Torino e gli stabilimenti di Termini Imerese, Pomigliano d'Arco e Cassino;
a questi dati andrebbero aggiunti quelli, ancora sconosciuti, che riguarderebbero il futuro dei due principali produttori di motori Fiat, la Fma di Pratola Serra e il sito produttivo di Termoli;
appare chiaro, stante anche la reticenza a tutt'oggi da parte della Fiat a sciogliere questi interrogativi, che l'opzione di produrre la maggioranza dei motori presso lo stabilimento di Bielsko Biala in Polonia sia ormai la scelta prioritaria dei vertici del gruppo;
nei ripetuti incontri portati avanti dal Governo con i vertici Fiat, a dimostrazione della sensibilità e dell'attenzione dell'attuale maggioranza su tale delicata questione, si è teso a salvaguardare i livelli occupazionali, ma, a tutt'oggi, sono ancora molte le questioni aperte;
è indispensabile che i vertici della Fiat si pronuncino in maniera definitiva sul riassetto industriale di ogni singolo stabilimento, al fine di aprire una serie di confronti sulle specifiche realtà produttive;
allo stabilimento Fma di Pratola Serra, ad esempio, si è registrato un forte calo della produzione, che ha determinato un massiccio calo delle maestranze occupate, determinando una crescente preoccupazione tra i lavoratori e le loro famiglie;
in un recente incontro l'azienda ha affermato che l'impianto di Pratola Serra dovrebbe essere inserito in un ampio contesto di ristrutturazione di tutto il comparto motori, senza però entrare nel merito delle competenze e delle produzioni che spetterebbero allo stabilimento Fma;
per poter garantire l'occupazione della totalità dei dipendenti della Fma occorre tenere un livello di produzione pari a circa 570.000 motori, a fronte di un potenziale di circa 800.000 motori, mentre attualmente lo stabilimento ne produce solo 170.000;
in provincia di Avellino vi sono 80 mila disoccupati; su una popolazione di 400 mila abitanti si raggiunge una percentuale di circa il 30-35 per cento di disoccupazione. Se a questi malauguratamente si dovessero aggiungere i 2.500 operai della Fma e complessivamente i 5 mila operai dell'indotto Fiat, quella provincia avrebbe un crollo e si inserirebbe in un contesto difficile ed estremamente problematico;
situazioni come quelle di Termini Imerese, Termoli e Pratola Serra destano enorme preoccupazione, poiché se si dovesse registrare una crisi irreversibile di tali stabilimenti, con gli effetti a catena su tutto l'indotto, si registrerebbe, sul fronte occupazionale, una crisi profonda che colpirebbe l'economia meridionale in territori dove già sussiste uno storico problema su tale fronte;
a questo si deve aggiungere il danno legato alla mancanza di sviluppo, data l'enorme influenza che il polo industriale Fiat ricopre in tutto il Mezzogiorno;
non va dimenticato, come hanno fatto i vertici Fiat, che nel corso della sua lunga storia, più volte, il gruppo ha beneficiato del sostegno economico pubblico, sia in maniera diretta che indiretta, attraverso la minaccia del disastro economico e della crisi di settore e attuando quella che da tutti è conosciuta come la «socializzazione delle perdite e la privatizzazione dei profitti»;
tale elemento non può, in nessun modo, essere tenuto fuori dai confronti con il gruppo Fiat;
occorre che maturi nelle classi dirigenti la consapevolezza che in questo momento la Fiat, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, sta assumendo atteggiamenti antimeridionali, diventando un pericoloso fattore di destabilizzazione della nostra economia e della nostra pace sociale, e che il Governo deve conseguentemente assumere iniziative forti, decisive e concrete per evitare che vi siano chiusure di stabilimenti localizzate soprattutto nel Sud d'Italia,
impegna il Governo:
a far conoscere quali iniziative il Governo intenda assumere per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali dello stabilimento Fiat di Termini Imerese e per evitare che l'eventuale decisione da parte del gruppo torinese di chiudere lo stabilimento possa determinare la crisi dell'attività industriale della zona legata all'indotto;
a proseguire, con ancora più determinazione, il confronto con il gruppo Fiat al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e le possibilità di sviluppo che gli impianti Fiat, soprattutto nel Mezzogiorno, rappresentano, individuando le reali intenzioni del gruppo;
a verificare, con il concorso di tutte le parti sociali ed istituzionali coinvolte, nel confronto aperto con il gruppo Fiat, la possibilità di arrivare ad un'innovazione, soprattutto negli stabilimenti siti nel Mezzogiorno e che sono a rischio di chiusura definitiva, con particolare riferimento allo stabilimento di Termini Imerese, del ciclo produttivo, al fine di rendere competitivi gli stessi nel mercato globale della produzione del settore automobilistico, dando nuovo vigore alla produzione e rilanciando, in tal modo, anche un più ampio piano di sviluppo del territorio;
a studiare tutte le misure possibili per salvaguardare il futuro e la sicurezza del reddito per i lavoratori che dovessero in qualche modo essere colpiti dai processi di ristrutturazione produttiva del gruppo Fiat.
(1-00350) «Iannaccone, Sardelli, Belcastro, Gaglione, Milo, Brugger».
Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

TERMINI IMERESE, PALERMO - Prov, SICILIA

EUROVOC :

cessazione d'attivita'

cofinanziamento

contributo finanziario

creazione di posti di lavoro

economia regionale

impresa in difficolta'

industria automobilistica

innovazione

politica industriale

politica industriale comunitaria

sviluppo regionale