ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00319

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 270 del 21/01/2010
Abbinamenti
Atto 1/00292 abbinato in data 30/03/2010
Atto 1/00348 abbinato in data 30/03/2010
Atto 1/00349 abbinato in data 30/03/2010
Atto 1/00350 abbinato in data 30/03/2010
Atto 1/00351 abbinato in data 30/03/2010
Firmatari
Primo firmatario: LO MONTE CARMELO
Gruppo: MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD
Data firma: 21/01/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COMMERCIO ROBERTO MARIO SERGIO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 21/01/2010
LATTERI FERDINANDO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 21/01/2010
LOMBARDO ANGELO SALVATORE MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 21/01/2010
BRUGGER SIEGFRIED MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 21/01/2010


Stato iter:
30/03/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 30/03/2010
Resoconto LATTERI FERDINANDO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 30/03/2010
Resoconto BERRETTA GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto TORAZZI ALBERTO LEGA NORD PADANIA
Resoconto DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 30/03/2010
Resoconto SAGLIA STEFANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
PARERE GOVERNO 30/03/2010
Resoconto SAGLIA STEFANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
DICHIARAZIONE VOTO 30/03/2010
Resoconto COMMERCIO ROBERTO MARIO SERGIO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD
Resoconto ORLANDO LEOLUCA ITALIA DEI VALORI
Resoconto FAVA GIOVANNI LEGA NORD PADANIA
Resoconto BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto ROMANO FRANCESCO SAVERIO UNIONE DI CENTRO
Resoconto SARDELLI LUCIANO MARIO MISTO - NOI SUD/LEGA SUD AUSONIA
Resoconto MARINELLO GIUSEPPE FRANCESCO MARIA POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto D'ANTONI SERGIO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto FALLICA GIUSEPPE POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto FONTANA VINCENZO ANTONIO POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 30/03/2010

DISCUSSIONE IL 30/03/2010

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 30/03/2010

ACCOLTO IL 30/03/2010

PARERE GOVERNO IL 30/03/2010

DISCUSSIONE IL 30/03/2010

APPROVATO IL 30/03/2010

CONCLUSO IL 30/03/2010

Atto Camera

Mozione 1-00319
presentata da
CARMELO LO MONTE
testo di
giovedì 21 gennaio 2010, seduta n.270

La Camera,
premesso che:
il management del gruppo Fiat auto ha esternato la volontà di interrompere la produzione di autoveicoli presso lo stabilimento di Termini Imerese (Palermo), motivando questa decisione con le condizioni di svantaggio competitivo e le difficoltà strutturali in cui il gruppo stesso si troverebbe ad operare nel sito siciliano;
più precisamente la chiusura dello stabilimento viene motivata dalle diseconomie che, a giudizio della Fiat, comporterebbe la produzione di automobili a Termini Imerese nella misura quantificata in mille euro in più per unità di auto prodotta, costo determinato dall'assenza di infrastrutture idonee e di un indotto adeguatamente sviluppato;
il suddetto evento rappresenterebbe un colpo durissimo per l'industria siciliana, che vede proprio nello stabilimento di Termini Imerese, che conta oltre duemila addetti, la sua espressione più significativa, per non parlare degli effetti sull'indotto e delle conseguenze occupazionali, economiche e sociali che ricadrebbero sul territorio madonita;
lo stabilimento Fiat di Termini Imerese ed il suo indotto, infatti, rappresentano una forte realtà economica ed occupazionale che dovrebbe, piuttosto, essere valorizzata ed ulteriormente sviluppata, essendo un sito produttivo attivo dall'aprile del 1970 che ha tagliato il traguardo dei 4 milioni di autovetture prodotte;
la scomparsa di una realtà produttiva come quella rappresentata dalla Fiat e dalle fabbriche dell'indotto nella zona industriale di Termini Imerese assesterebbe un colpo mortale non solo ai livelli occupazionali dell'area, che perderebbe d'un sol colpo oltre duemila posti di lavoro, ma anche alle prospettive di sviluppo dell'intera regione, dal momento che la Fiat è oggi uno dei pochi grandi gruppi industriali operanti nell'isola;
la presenza dello stabilimento ha consolidato nel corso di 40 anni un know how tecnologico e territoriale importante. Inoltre, attorno allo stabilimento si può sviluppare innovazione e ricerca tecnologica, soprattutto nei decisivi settori delle fonti rinnovabili di energia e dei motori ecologici (ibridi, elettrici, ad idrogeno);
l'idea di una riconversione industriale è stata esplicitamente e fortemente respinta dal Governo regionale siciliano, che, schieratosi dalla parte dei lavoratori, ha stanziato 250 milioni per il rilancio del sito produttivo siciliano, grazie a fondi derivanti dal vecchio piano, poi arenatosi a causa di una lunga inerzia, che avrebbe dovuto rendere più funzionali le infrastrutture. Con interventi finanziari di tale portata, il Governo regionale è convinto che si renderà conveniente per la Fiat rafforzare e mantenere la sua presenza nell'isola;
esistono oggi tutte le condizioni per mantenere una presenza produttiva di automobili a Termini Imerese, prima fra tutte la sua collocazione strategica nel contesto del Mediterraneo, ed anche alla luce delle enormi potenzialità di mercato che sempre più si aprono nell'area di libero scambio e che coinvolgeranno Paesi in cui la crescita della domanda di automobili incrementerà notevolmente nei prossimi anni;
il rilevante processo di internazionalizzazione in cui è impegnato il management della Fiat non può compromettere la sorte degli stabilimenti italiani e, in particolare, di quello di Termini Imerese. Sarebbe deprecabile, inoltre, che il grave stato di incertezza in cui versa la Fiat auto e la grande operazione del suo riposizionamento industriale in ambito internazionale trascinino con sé anche il destino di quella che, per la Sicilia ed i siciliani, rappresenta il principale riferimento per le aspirazioni di industrializzazione e sviluppo della regione;
d'altra parte la stessa Fiat appena un anno e mezzo fa aveva sottoscritto con il Governo regionale un duplice piano di rilancio dello stabilimento di Termini Imerese, con il primo dei quali avrebbe dovuto allocare la produzione di tre nuovi modelli di auto, con un'ampia espansione dell'indotto, ed il ciclo produttivo degli stampati e delle presse e con il secondo, successivamente, avrebbe dovuto avviare nello stabilimento di Termini Imerese una missione produttiva finalizzata sempre al settore delle automobili con una parte di investimenti e di nuova occupazione, per quanto non della stessa portata della precedente;
alla luce di questa nuova inversione di rotta, c'è da chiedersi quali fossero le reali ragioni che appena un anno e mezzo fa spinsero la Fiat a non abbandonare, anzi a rilanciare lo stabilimento di Termini Imerese;
la definitiva approvazione il 26 giugno 2009 da parte del Cipe del progetto preliminare dell'interporto di Termini Imerese, già incluso tra gli hub interportuali del programma delle infrastrutture strategiche varato nel 2001, ed il relativo stanziamento di 80 milioni di euro possono rappresentare un potente volano in grado di ridare fiato a tutta l'economia regionale e a sostenere l'occupazione. L'interporto, infatti, si configura come un centro di trasporto ed interscambio delle merci dotato di impianti capaci di integrare il trasporto ferroviario e quello su gomma ed il distretto di Termini Imerese potrà tornare al centro dell'economia siciliana;
sul piano sociale l'incertezza del futuro assetto di SicilFiat continua a generare inevitabilmente forti malesseri sociali ed a minare la serenità degli operai e delle loro famiglie, determinando azioni di mobilitazione degli stessi a difesa della loro fabbrica, che, nell'ultimo decennio, come altre aziende siciliane, ha beneficiato di agevolazioni pubbliche a fronte di prospettive di salvaguardia e di sviluppo occupazionale puntualmente disattese;
si vuole scongiurare che in danno dei lavoratori si svolga un gioco di interessi e di piccole astuzie a cui si è recentemente assistito in occasione dell'ultima crisi dell'Alitalia;
il dibattito nel frattempo emerso sulla vicenda, sia in sede nazionale che regionale, ha riconfermato, senza confini di parte politica, che sussistono tutte le condizioni per continuare a garantire, per il futuro, il mantenimento produttivo del polo di Termini Imerese anche in ragione del varo, a partire dal 2010, dell'area di libero scambio nell'intero bacino del Mediterraneo destinato ad aprire nuovi scenari e significativi mercati;
il Parlamento siciliano ha percepito sul territorio un clima di «rivolta sociale» e, nel farsi espressione del popolo siciliano che soffre, che vuole cambiare e che richiede a viva voce un riconoscimento della storia dei propri lavoratori, ha votato all'unanimità un ordine del giorno per portare alla ribalta nazionale il problema dell'operatività del distretto industriale, dando mandato al Presidente della regione di farsi portavoce, in un Consiglio dei ministri appositamente convocato, delle ragioni dei lavoratori siciliani;
il gruppo Fiat, nel corso della sua lunga storia aziendale, è stato ripetutamente beneficiato dal sostegno economico pubblico, al punto che al giorno d'oggi è difficile delineare il quadro complessivo degli aiuti ricevuti in dote dalle istituzioni per costruire o implementare i suoi stabilimenti;
l'azienda torinese, infatti, più volte sull'orlo del disastro economico, è abilmente ricorsa alla strategia che da molti è stata definita «della socializzazione delle perdite e della privatizzazione dei profitti»;
è stato calcolato che soltanto tra il 1990 ed il 2009 lo Stato italiano ha elargito alla Fiat, a fronte di quello che appare ai firmatari del presente atto di indirizzo un alterno «ricatto» occupazionale, circa 5 mila milioni di euro sotto variegate forme di sussidio, come esenzioni decennali dalle imposte sul reddito, ammortizzatori sociali, prepensionamenti, mobilità lunga, incentivi alla rottamazione e contributi in conto capitale e in conto interessi per gli investimenti nelle aree depresse grazie alla sola legge n. 448 del 1992, che dal 1996 al 2009 ha reso all'azienda automobilistica 208 milioni di euro, dei quali 48,27 milioni sono stati destinati ad agevolare un investimento per Termini Imerese;
oggi che la situazione economica del gruppo industriale, che ha conquistato una quota di mercato pari al 32 per cento, appare nettamente diversa, essendo stata abilmente risanata, come d'altra parte confermano anche gli indicatori di fine anno e relativi al volume di affari per il 2009, che registrano un incremento pari al 2,7 per cento rispetto all'anno precedente, resta la drammatica scelta del management di scaricare su altri le gravi ripercussioni di quelle che ai firmatari del presente atto di indirizzo appaiono scelte di comodo, come la vicenda della paventata chiusura dello stabilimento siciliano di Termini Imerese, da cui dipende l'economia di una vasta area della Sicilia, e le mancate garanzie dell'operatività di quello di Pomigliano d'Arco dimostrano;
oggi i destini di questi due distretti industriali sono tristemente intrecciati, essendo incerto il futuro lavorativo dei circa 7 mila addetti;
la Fiat, dunque, immemore dell'enorme debito morale che ha con lo Stato italiano pari almeno ai finanziamenti diretti e indiretti ricevuti nel corso degli anni, con dichiarazioni, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, pretestuose e deprecabili, dichiara che la produzione presso lo stabilimento di Termini Imerese non è competitiva, ricorrendo all'ausilio delle inesorabili leggi di mercato per giustificare il blocco della produzione di auto in una regione, la Sicilia, che sicuramente rappresenta la base logistica più grossa del Mediterraneo;
sarebbe pari a 425 milioni di euro, approssimati per difetto, la cifra stanziata dalle istituzioni siciliane negli ultimi anni per sostenere il distretto industriale termitano, dei quali 40 milioni per la formazione speciale degli operai dello stabilimento, 45 milioni per la realizzazione del porto di Fiumetorto (che sarebbe dovuto servire per spedire le auto sul continente, ma che non viene più utilizzato dalla Fiat, che, con ovvio aggravio di spese, ha sempre preferito i porti di Catania e di Augusta), 45 milioni per la costruzione della stazione ferroviaria a piccola e media velocità di Fiumetorto, che dista appena un chilometro dalla fabbrica di Termini Imerese ed alla quale hanno contribuito anche l'Anas e le Ferrovie dello Stato, 95 milioni in funzione del contratto di programma 2001/2005, 200 milioni di investimento, sottratti ai complessivi 350 che l'Enel aveva destinato all'intera Sicilia, ma che ha utilizzato per riconvertire le sue centrali a combustione vicino l'impianto di Termini in centrali a metano, operazione richiesta dalla stessa Fiat in quanto la fuliggine e le emissioni di quelle a combustione danneggiavano i suoi impianti, ed, in ultimo, il cofinanziamento pari al 25 per cento della regione Sicilia in tutti gli investimenti e le spese della Fiat nell'impianto di Termini Imerese;
ai suddetti importi vanno oggi aggiunti 400 milioni che la Regione siciliana è pronta ad investire, di cui 200 in infrastrutture e 200 in innovazione tecnologica;
nell'aprile del 2009 è arrivata dalla Commissione europea l'autorizzazione, per le autorità italiane, a concedere alla Fiat, per un progetto che prevede la produzione di un nuovo modello di automobile in Sicilia, aiuti per 46 milioni di euro per investimenti a finalità regionale volti ad ampliare lo stabilimento Fiat di Termini Imerese, a modificare il processo di produzione e a diversificare la produzione stessa, permettendo così di salvaguardare i posti di lavoro esistenti nella regione. Tale misura, secondo le autorità di Bruxelles, «risulta compatibile con i requisiti previsti dagli orientamenti sugli aiuti di Stato a finalità regionale 2007-2013 e dalle norme sui grandi progetti di investimento, perché Fiat non aumenterebbe considerevolmente la sua capacità di produzione»; la stessa Commissione europea osservava che: «Si può pertanto ritenere che gli effetti positivi di questo investimento in termini di sviluppo regionale superino le possibili distorsioni della concorrenza»,
impegna il Governo:
ad avviare un fruttuoso percorso di dialogo, con l'azienda, la Regione siciliana e le parti sociali, al fine di garantire un futuro certo ad un'area industriale come quella di Termini Imerese e del suo indotto, che dispone di numerose e qualificate risorse umane;
a prevedere che in caso di incentivazioni statali a filiere produttive, queste non vengano concesse ad aziende che abbiano delocalizzato parti significative della propria produzione;
a mettere a punto, anche mediante un'attività di concertazione con le realtà istituzionali e sociali del territorio, un piano di interventi per il rilancio della presenza della Fiat in Sicilia, che faccia perno sul miglioramento del contesto infrastrutturale, sulla riqualificazione professionale dei lavoratori addetti e sulla predisposizione di opportunità e risorse per favorire, insieme ad enti accademici ed enti di ricerca, la realizzazione di iniziative volte alla ricerca ed all'innovazione tecnologica legate all'automobile, ma anche ad altre produzioni di interesse del gruppo Fiat.
(1-00319) «Lo Monte, Commercio, Latteri, Lombardo, Brugger».
Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

FIAT

EUROVOC :

aiuto economico

automobile

cessazione d'attivita'

diversificazione della produzione

industria automobilistica

innovazione

restrizione alla concorrenza

sostegno economico

stabilimento

sviluppo regionale