ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00317

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 267 del 18/01/2010
Abbinamenti
Atto 1/00295 abbinato in data 18/01/2010
Atto 1/00312 abbinato in data 18/01/2010
Atto 1/00316 abbinato in data 18/01/2010
Atto 1/00318 abbinato in data 18/01/2010
Firmatari
Primo firmatario: FLUVI ALBERTO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/01/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LULLI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
VENTURA MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
MARAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
BOCCIA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
QUARTIANI ERMINIO ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
BENAMATI GIANLUCA PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
CARELLA RENZO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
CECCUZZI FRANCO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
COLANINNO MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
D'ANTONI SERGIO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
DE MICHELI PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
FADDA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
FOGLIARDI GIAMPAOLO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
FRONER LAURA PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
GASBARRA ENRICO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
GRAZIANO STEFANO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
MARCHIGNOLI MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
MARCHIONI ELISA PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
MASTROMAURO MARGHERITA ANGELA PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
PELUFFO VINICIO GIUSEPPE GUIDO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
PICCOLO SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
PIZZETTI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
PORTAS GIACOMO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
SANGA GIOVANNI PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
SCARPETTI LIDO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
SPOSETTI UGO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
STRIZZOLO IVANO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
TESTA FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010
ZUNINO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 18/01/2010


Stato iter:
19/01/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 18/01/2010
Resoconto CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 19/01/2010
Resoconto VEGAS GIUSEPPE VICE MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 19/01/2010
Resoconto MELCHIORRE DANIELA MISTO-LIBERAL DEMOCRATICI-MAIE
Resoconto CAMBURSANO RENATO ITALIA DEI VALORI
Resoconto OCCHIUTO ROBERTO UNIONE DI CENTRO
Resoconto GIBELLI ANDREA LEGA NORD PADANIA
Resoconto CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VIGNALI RAFFAELLO POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto SANTAGATA GIULIO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 18/01/2010

DISCUSSIONE IL 18/01/2010

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 18/01/2010

ACCOLTO IL 19/01/2010

PARERE GOVERNO IL 19/01/2010

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 19/01/2010

DISCUSSIONE IL 19/01/2010

APPROVATO IL 19/01/2010

CONCLUSO IL 19/01/2010

Atto Camera

Mozione 1-00317
presentata da
ALBERTO FLUVI
testo di
lunedì 18 gennaio 2010, seduta n.267

La Camera,
premesso che:
il fallimento della Lehman brothers, avvenuto nel settembre del 2008, è assunto come simbolo dell'inizio della crisi finanziaria mondiale. Da allora il Governo, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, non è stato in grado di assumere provvedimenti significativi per facilitare il rapporto fra banche ed imprese;
se è vero che le principali banche italiane hanno sofferto perdite più contenute rispetto a quelle di altri Paesi, grazie ad una scarsa esposizione a titoli tossici ed alla prudenza del quadro regolamentare e di supervisione, è altrettanto vero che le difficoltà del sistema creditizio si sono scaricate e si stanno scaricando pesantemente sul nostro sistema economico;
come noto, l'Italia è fatta, soprattutto, di piccole e piccolissime imprese che utilizzano prevalentemente credito bancario, così che il credit crunch, che si è verificato a partire dagli ultimi mesi del 2008, ha colpito pesantemente anche quelle aziende che non avevano problemi di commesse;
le imprese segnalano, secondo la Banca d'Italia, difficoltà di accesso al credito: nell'agosto 2009 la crescita sui dodici mesi dei finanziamenti concessi dalle banche al settore privato non finanziario è scesa al 2,2 per cento, mentre un anno prima il credito cresceva a tassi molto più alti, del 10 per cento circa;
i prestiti erogati dai primi cinque gruppi bancari italiani, che rappresentano la metà di quelli complessivi nel nostro Paese, erano diminuiti nel mese di novembre 2009 del 3,5 per cento rispetto allo stesso mese del 2008;
gli strumenti ibridi messi a disposizione del sistema bancario con l'articolo 12 del decreto-legge 28 novembre 2008, n. 185, non sono stati utilizzati, se non marginalmente, dagli istituti di credito, eppure il tema della patrimonializzazione delle banche ha rappresentato e rappresenta ancora oggi un ostacolo da superare per garantire una normale iniezione di liquidità nel sistema economico italiano;
come ha ricordato il Governatore della Banca d'Italia Draghi all'assemblea annuale dell'Abi del luglio 2009, «le banche sono determinanti nel rendere la crisi che stiamo affrontando più o meno duratura, più o meno profonda. Bisogna conciliare il perseguimento di prudenti equilibri economici e patrimoniali con l'esigenza di non far mancare il sostegno finanziario alle imprese con buone opportunità di crescita, reali capacità di superare la crisi»;
un sistema bancario sano è condizione necessaria per lo sviluppo e per la tutela del risparmio, ma è, altresì, necessario che le banche integrino i risultati dei metodi statistici di scoring - che perdono parte della loro capacità predittiva in momenti eccezionali - con la conoscenza diretta del cliente, delle sue effettive potenzialità di crescita e di redditività nel lungo periodo;
durante l'attuale fase recessiva, le difficoltà che il mondo delle imprese ha segnalato rispetto al credito sono state collegate anche agli effetti determinati dall'accordo «Basilea 2», che in Italia è entrato in vigore a partire dall'inizio del 2008;
è stato rilevato che gli effetti prociclici dell'accordo incidono in questa fase in modo negativo, amplificando le fluttuazioni del ciclo economico. Nello specifico, questo significa che le banche che determinano il calcolo dei requisiti patrimoniali a fini di vigilanza sulla base dei rating interni registrano un fisiologico abbassamento del rating delle aziende. A tale riguardo è importante ricordare che solo quattro gruppi bancari sono stati autorizzati dalla Banca d'Italia a utilizzare a fini regolamentari i sistemi di rating interni per il calcolo degli assorbimenti patrimoniali;
l'obbligo per le banche di effettuare aggiustamenti più stringenti sul capitale proprio, nei momenti in cui sarebbero invece necessari interventi espansivi, una logica sostanzialmente prociclica, è un limite noto e messo in evidenza già durante i lavori per la definizione dell'accordo «Basilea 2»;
tali criticità sono note e correzioni sono allo studio: ad esempio, il comitato di Basilea il 17 dicembre 2009 ha pubblicato, per consultazione, alcune proposte finalizzate alla costituzione di specifici «cuscinetti» patrimoniali anticiclici;
il tema non è tanto mettere in discussione l'accordo «Basilea 2», quanto piuttosto dare una migliore applicazione a quei criteri, rendendo più moderne e trasparenti le relazioni tra banche e imprese, consentendo alle singole aziende di beneficiare di condizioni dipendenti dalla propria qualità creditizia;
sebbene il comitato di Basilea stia lavorando sull'ipotesi di introdurre meccanismi che favoriscano l'accumulo di riserve nei periodi di ciclo economico positivo e l'utilizzo delle riserve in eccesso per fronteggiare la crescita dei crediti non performing nelle fasi di ciclo negativo, è evidente che il lavoro di modifica dell'accordo non si può concludere in breve tempo, poiché si tratta di un percorso lungo in cui è necessario effettuare studi di impatto sul capitale delle banche e i conseguenti aggiustamenti;
l'attenuazione degli effetti prociclici è, infatti, un obiettivo a medio termine, mentre sarebbero necessari interventi urgenti, specie per le piccole e medie imprese più intensamente colpite dal credit crunch;
da alcune parti, pertanto, è stato richiesto un intervento a livello nazionale, anche di tipo legislativo, per definire una «moratoria» nell'applicazione di «Basilea 2»;
tale proposta presenta alcuni elementi di criticità sia di tipo formale sia di merito;
anzitutto, si deve ricordare che le nuove regole di Basilea derivano da un processo legislativo complesso che nasce a livello di direttiva comunitaria e da un successivo recepimento a livello nazionale, effettuato in ambito parlamentare e da parte della nostra autorità di vigilanza (la Banca d'Italia) con apposite norme di rango primario e secondario: pertanto una «moratoria» di «Basilea 2» sarebbe, di fatto, non attuabile, tenuto conto dei vincoli a livello europeo;
per quanto riguarda il merito, immaginare una moratoria di «Basilea 2» significherebbe riportare il rapporto banca-impresa indietro nel tempo. «Basilea 2», introducendo criteri più razionali di misurazione del rischio, ha innovato profondamente il rapporto tra banche e imprese, rappresentando l'occasione per rendere più moderne e trasparenti le relazioni tra le banche e le imprese, consentendo alle singole aziende di beneficiare di condizioni dipendenti dalla propria qualità creditizia, senza dover scontare inefficienze di altri;
tuttavia, le imprese segnalano che vi sarebbe un'applicazione rigida dell'approccio dei rating e una modalità di attribuzione del rating che appare a volte oscura. Sembrerebbe, altresì, basso l'utilizzo delle informazioni qualitative che la banca acquisisce attraverso il suo radicamento sul territorio;
pertanto, se si volesse ipotizzare un'azione proattiva sull'offerta di credito intervenendo sull'accordo «Basilea 2», sarebbe utile non tanto intervenire sui sistemi di rating (moratoria di «Basilea 2»), quanto piuttosto identificare modalità volte a rendere meno severi i vincoli patrimoniali e, quindi, consentire alle banche di effettuare, a parità di altre condizioni, minori accantonamenti, ad esempio, a fronte dei crediti erogati alle piccole e medie imprese, non rinunciando, pertanto, a una corretta valutazione del rischio di credito, ma diluendo nel tempo gli effetti della valutazione medesima;
sarebbe, quindi, auspicabile un intervento, anche concertato con i partner europei, che preveda, per un tempo limitato (ad esempio, di 18 mesi) e con riferimento ai finanziamenti alle piccole e medie imprese, la riduzione delle ponderazioni del rischio di credito che determinano il livello di accantonamento delle banche, con evidenti e tangibili effetti in termini di sostegno alla crescita dell'economia;
tale riduzione dovrebbe riflettersi interamente sull'offerta di credito da parte delle banche alle piccole e medie imprese, anche mediante un aumento del limite percentuale annuo di deducibilità delle svalutazioni e una riduzione dei periodi di imposta a cui è consentita la deduzione delle svalutazioni eccedenti il limite stesso;
inoltre, tale allentamento dovrebbe accompagnarsi alla costituzione, sempre in via straordinaria e transitoria, di un fondo presso la gestione separata della Cassa depositi e prestiti, destinato alla prestazione di garanzie alle banche su finanziamenti a medio e lungo termine, anche garantiti dai confidi, concessi dalle banche alle piccole e medie imprese e a favorire le operazioni di consolidamento a medio termine dei debiti a breve (anche medianti operazioni di cogaranzia effettuate dalle regioni e finalizzate al consolidamento);
un trattamento meno rigido per le imprese di minori dimensioni si giustificherebbe anche alla luce del fatto che, sebbene le piccole e medie imprese presentino spesso un rischio di insolvenza più elevato rispetto alle grandi, il fallimento di una piccola impresa ha un impatto sul sistema bancario molto più circoscritto,
impegna il Governo:
a promuovere in tutte le sedi internazionali la rapida conclusione del processo di revisione del trattato di «Basilea 2», diretto ad attenuare gli effetti prociclici per quanto riguarda il medio periodo e, in tempi brevi, la riduzione della ponderazione del rischio di credito che determina il livello di accantonamento delle banche con riferimento alle piccole e medie imprese, così garantendo a queste ultime un maggiore afflusso di liquidità;
ad assumere iniziative volte a costituire un fondo di garanzia pubblico sui finanziamenti a medio e lungo termine, anche garantiti dai confidi, concessi dalle banche alle piccole e medie imprese.
(1-00317) «Fluvi, Lulli, Ventura, Maran, Boccia, Causi, Quartiani, Benamati, Carella, Ceccuzzi, Colaninno, D'Antoni, De Micheli, Fadda, Fogliardi, Froner, Gasbarra, Graziano, Marchignoli, Marchioni, Mastromauro, Peluffo, Piccolo, Pizzetti, Portas, Sanga, Scarpetti, Sposetti, Strizzolo, Federico Testa, Vico, Zunino».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

aiuto finanziario

banca

credito

erogazione di prestito

garanzia di credito

impresa

piccole e medie imprese

piccolo commercio

politica di sostegno

sistema bancario

svalutazione