ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00312

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 267 del 18/01/2010
Abbinamenti
Atto 1/00295 abbinato in data 18/01/2010
Atto 1/00316 abbinato in data 18/01/2010
Atto 1/00317 abbinato in data 18/01/2010
Atto 1/00318 abbinato in data 18/01/2010
Firmatari
Primo firmatario: BORGHESI ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 15/01/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CAMBURSANO RENATO ITALIA DEI VALORI 15/01/2010
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 15/01/2010
MESSINA IGNAZIO ITALIA DEI VALORI 15/01/2010
BARBATO FRANCESCO ITALIA DEI VALORI 15/01/2010
DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI 15/01/2010
CIMADORO GABRIELE ITALIA DEI VALORI 15/01/2010


Stato iter:
19/01/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 18/01/2010
Resoconto DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI
 
PARERE GOVERNO 19/01/2010
Resoconto VEGAS GIUSEPPE VICE MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 19/01/2010
Resoconto MELCHIORRE DANIELA MISTO-LIBERAL DEMOCRATICI-MAIE
Resoconto CAMBURSANO RENATO ITALIA DEI VALORI
Resoconto OCCHIUTO ROBERTO UNIONE DI CENTRO
Resoconto GIBELLI ANDREA LEGA NORD PADANIA
Resoconto CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VIGNALI RAFFAELLO POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto SANTAGATA GIULIO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 18/01/2010

DISCUSSIONE IL 18/01/2010

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 18/01/2010

ACCOLTO IL 19/01/2010

PARERE GOVERNO IL 19/01/2010

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 19/01/2010

DISCUSSIONE IL 19/01/2010

APPROVATO IL 19/01/2010

CONCLUSO IL 19/01/2010

Atto Camera

Mozione 1-00312
presentata da
ANTONIO BORGHESI
testo di
lunedì 18 gennaio 2010, seduta n.267

La Camera,
premesso che:
la recessione mondiale si è arrestata e si sta ora profilando - secondo la Banca d'Italia - una ripresa, in larga parte grazie al sostegno delle politiche economiche espansive adottate nei principali Paesi;
secondo le previsioni degli organismi internazionali, tuttavia, la ripresa si presenterebbe con ritmi contenuti. Rimane molto elevata l'incertezza sulla sua solidità: vi è il rischio che con il venir meno degli stimoli fiscali e monetari, e una volta esaurito il ciclo di ricostituzione delle scorte, la domanda privata possa tornare a ristagnare, frenata in molte economie da una disoccupazione elevata e crescente, dalla limitata disponibilità di credito e dall'esigenza delle famiglie di risanare i propri bilanci;
le più recenti valutazioni degli organismi internazionali prospettano per la media del 2009 un calo dell'attività intorno al 4 per cento, seguito, secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale, da un rialzo di pochi decimi di punto nel 2010;
pur in un contesto di domanda mondiale più favorevole, i dati disponibili sulle nostre esportazioni ne segnalano una persistente debolezza;
il credito bancario al settore privato non finanziario - secondo i dati forniti dalla Banca d'Italia - continua a risentire sia di una ridotta domanda di finanziamenti da parte delle imprese, a causa della difficile congiuntura economica, sia di un orientamento ancora restrittivo dei criteri di offerta, seppure con segnali di attenuazione. Qualità degli attivi e redditività delle banche hanno continuato a peggiorare; la raccolta ha ulteriormente rallentato, mentre sono migliorati i coefficienti patrimoniali dei maggiori gruppi bancari italiani;
secondo il direttore della vigilanza creditizia e finanziaria di Banca d'Italia, Stefano Mieli, le indagini sulle condizioni di accesso al credito condotte presso le banche e presso le imprese hanno rilevato che permane elevata la quota di imprese che dichiara di non ottenere l'ammontare di finanziamenti desiderati;
l'analisi delle politiche creditizie non può prescindere da un esame del tema dell'impatto dell'accordo «Basilea 2»;
l'accordo «Basilea 2» prevede sulla carta un trattamento di favore per le piccole e medie imprese, ipotizzando che, rispetto alle grandi, la loro rischiosità sia influenzata in misura minore dal ciclo economico e in misura maggiore da fattori di rischio specifici;
l'accordo «Basilea 2» si fonda sull'applicazione di metodologie statistico-quantitative all'attività creditizia, sia nella fase di selezione delle controparti da affidare, sia in quella della quantificazione del rischio di credito. Il riferimento naturale dell'accordo è alla informazione «pubblica» di tipo quantitativo (bilanci, indicatori andamentali), più agevolmente trattabile con strumenti statistici; la regolamentazione sottolinea, tuttavia, la necessità che i modelli di rating incorporino tutta l'informazione disponibile, compresi gli elementi qualitativi (principio di completezza delle informazioni). Essa introduce, inoltre, criteri definiti e restrittivi per il computo delle garanzie (credit risk mitigation) e richiede, quindi, una loro gestione ordinata;
in un contesto come quello italiano, dove la prevalenza della piccola e media impresa rende determinante il ruolo degli aspetti qualitativi, l'applicazione del requisito di completezza della informazione risulta particolarmente complessa e costosa. Si tratta, infatti, di:
a) raccogliere e aggiornare tempestivamente le informazioni, quantitative e qualitative;
b) trovare le modalità opportune per incorporare le informazioni qualitative nei modelli;
c) nel caso in cui ciò non sia possibile, modificare discrezionalmente i punteggi automatici attribuiti dal sistema di rating, facendo ricorso al cosiddetto override, cioè alla modifica discrezionale, ma motivata, che una banca può fare del rating attribuito dal modello statistico a un'impresa;
il punto cruciale è, comunque, la tempistica con la quale vengono aggiornate le informazioni sulle imprese e che oggi dà luogo a una prociclicità ritardata. I bilanci aziendali attualmente in corso sono quelli relativi al 2008, che offrono una rappresentazione inattuale dell'impresa stessa. Questo ritardo che oggi avvantaggia le imprese, domani le penalizzerà fortemente;
il metodo più proficuo per correggere il quadro regolamentare, adattandolo alla crisi in atto, sembra essere quella del dynamic provisioning, cioè quello di una rimodulazione anticiclica - come prevista in Canada ed in Spagna - degli accantonamenti di capitale da parte delle banche, tali da aumentare in periodi di alta congiuntura e da ridursi nei periodi di crisi, adeguatamente trattati sul piano fiscale, in maniera di non penalizzare il credito all'economia reale anche nei periodi di crisi;
c'è, tuttavia, da rilevare che i due Paesi citati hanno previsto che i rispettivi istituti di credito costituissero delle riserve prima dello scoppio della crisi finanziaria;
essendo stato sperimentato in una fase particolarmente critica, l'accordo «Basilea 2» è stato sottoposto a uno stress test particolarmente severo. Ma la soluzione non consiste nell'accantonare il nuovo quadro regolamentare, ma nell'attuarlo con gradualità e giudizio;
infatti, l'accordo «Basilea 2» è basata sull'analisi del rapporto rischio/redditività e sulla necessità di aggiornarlo di continuo, seguendo le aziende e il mercato molto da vicino. Questa prassi favorirà gli investimenti in innovazione e ricerca, che sono più rischiosi, ma possono generare maggiore reddito nel futuro e maggiore crescita economica. L'accordo «Basilea 2», inoltre, darà alle banche una maggiore discrezionalità nelle decisioni imprenditoriali di quelle imprese che chiedano un credito: in questo senso la banca diventa una sorta di consulente-controllore di qualità dell'impresa. Più accurate sono le analisi e le informazioni che una banca può ottenere rispetto ad un'impresa, meno la banca rischia che l'impresa non restituisca i soldi che le sono stati prestati. Meno la banca rischia, meno ha necessità di accantonare denaro per tutelarsi. Meno denaro accantona, meno lo deve ricaricare sui clienti, risultando, quindi, più competitiva;
nelle settimane scorse, Confindustria unitamente alla Confederazione degli industriali tedeschi (cioè le rappresentanze degli industriali dei due Paesi europei nei quali è più presente il settore manifatturiero) hanno chiesto come misura anticiclica una maggiore ed immediata flessibilità dei rating dell'accordo «Basilea 2»;
è, comunque, innegabile che, specie in Italia, le aziende devono essere aiutate a fare passi in avanti nella loro aggregazione e verso una maggiore capitalizzazione. L'Italia è un Paese che deve la sua ossatura produttiva alle piccole e medie imprese, ma che ha un sistema economico molto chiuso, carente di quella capacità di innovare che è la molla necessaria per la competitività. L'ovvia conseguenza è che le piccole e medie imprese dell'Italia risultano avere un livello di capitalizzazione basso. Per le imprese italiane, storicamente sottocapitalizzate e ancora basate sul pluriaffidamento bancario a breve, quello di capitalizzazione sarà l'indicatore che darà più preoccupazioni;
le imprese italiane, soprattutto quelle di minori dimensioni, non sono adeguatamente trasparenti; regole severe con sanzioni effettive per chi nasconde e occulta i dati contabili consentirebbero alle banche di rischiare di più e chiedere meno garanzie;
l'entrata in vigore dello schema aggiornato di supervisione prudenziale pubblicato prima di Natale 2009 dal comitato di «Basilea 2» è stato dilazionato al 2012. I tempi lunghi della riforma generale del quadro regolatorio internazionale sui requisiti patrimoniali delle banche, nonché la complessità del processo di riforma che sconta una molteplicità di proposte di modifica da parte della Commissione europea e del comitato di «Basilea 2», impongono di esplorare anche strade alternative per rafforzare il sistema creditizio senza penalizzare il credito alle piccole e medie imprese;
l'articolo 11, comma 4, del decreto-legge n. 185 del 2008 ha introdotto la garanzia dello Stato sugli interventi del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, quale garanzia di ultima istanza. Quest'ultima, in relazione alla disciplina prudenziale, rientra tra le «tecniche di attenuazione del rischio di credito», qualificandosi come controgaranzia rilasciata da uno Stato sovrano. Di conseguenza, in relazione al requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito, alle esposizioni assistite dal fondo nella forma della garanzia diretta e della controgaranzia a prima richiesta, si applica il fattore di ponderazione associato allo Stato italiano («ponderazione zero»), in quanto più favorevole di quello del soggetto debitore, nei limiti dell'importo che il fondo è tenuto a versare in caso di inadempimento del debitore principale ovvero dei confidi;
il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 25 marzo 2009 ha stabilito criteri, condizioni e modalità di rilascio della garanzia di ultima istanza;
l'intervento del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese avrà l'effetto di rendere «leggero» il debito delle imprese garantite ai fini del calcolo del patrimonio minimo che le banche devono possedere in relazione alla rischiosità della loro esposizione creditizia, così come stabilito dall'accordo «Basilea 2»;
istituito dal Governo Prodi (articolo 2, comma 100, lettera a), della legge n. 662 del 1996) in 9 anni di attività, il fondo di garanzia ha ammesso alla garanzia del fondo stesso oltre 58 mila operazioni finanziarie per un totale di finanziamenti garantiti pari a 11,2 miliardi di euro;
nel caso della garanzia diretta, il fondo interviene nella misura massima del 60 per cento dell'importo di ciascuna operazione finanziaria. Tale percentuale è elevata fino all'80 per cento in casi particolari (per le piccole e medie imprese a prevalente partecipazione femminile, per le piccole e medie imprese ubicate nelle zone 87.3 a) del Trattato che istituisce l'Unione europea, per le piccole e medie imprese aderenti a programmazione negoziata). Nel caso di controgaranzia, il fondo interviene, invece, nella misura massima del 90 per cento della garanzia prestata dai confidi o dagli altri fondi di garanzia;
alla data del 12 marzo 2009, risultano finanziamenti in essere per oltre 3,33 miliardi di euro ed un importo garantito totale in essere pari a circa 1,76 miliardi di euro. L'accantonamento medio risulta pari all'11,7 per cento e la percentuale media di copertura (rapporto tra le garanzie prestate ed i finanziamenti concessi) è pari al 52,9 per cento;
il moltiplicatore calcolato sul «finanziato», dato dal rapporto, è pari a circa 16. Con un euro di dotazione del fondo sono, dunque, attivabili 16 euro di finanziamenti. Il moltiplicatore calcolato sul «garantito» è, invece, pari a circa 8. Un euro di dotazione del fondo consente, pertanto, di attivare circa 8 euro di garanzia;
il fondo è stato finanziato per un miliardo e mezzo di euro per il quadriennio 2009-2012;
l'importo garantito dal fondo di garanzia per le piccole e medie imprese è stato innalzato, con decreto del Ministro dello sviluppo economico del 9 aprile 2009, da 500 mila euro a un milione e mezzo di euro;
l'intervento del fondo, inoltre, è stato esteso, per la prima volta, alle imprese artigiane, estendendo notevolmente la platea dei potenziali beneficiari. I circa 250 confidi dell'artigianato contano, infatti, circa 700 mila imprese associate;
dai dati citati appare evidente come l'entità dei finanziamenti a disposizione, il tetto dell'importo garantito, le percentuali su cui si applica la garanzia siano del tutto insufficienti e non consentono di fornire uno sostegno adeguato alle piccole e medie imprese, incluse le imprese artigiane, in particolare in questa fase di crisi,
impegna il Governo:
a promuovere nelle sedi opportune, la revisione dell'accordo di «Basilea 2» al fine di favorire il credito alle piccole e medie imprese;
a valutare opportuni meccanismi incentivanti ed agevolazioni per favorire l'aggregazione tra imprese e l'incremento patrimoniale delle stesse;
a valutare l'opportunità di assicurare la continuità e l'estensione dell'attività di garanzia del fondo rivolto alle piccole e medie imprese, di cui all'articolo 15 della legge n. 266 del 1997, valutando altresì la possibilità di incrementare le risorse a disposizione del fondo di garanzia, il tetto dell'importo del credito garantito e le percentuali sulle quali si applica la garanzia.
(1-00312) «Borghesi, Cambursano, Donadi, Messina, Barbato, Di Stanislao, Cimadoro».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

banca

crisi monetaria

finanziamento dell'impresa

garanzia

garanzia di credito

impresa

piccole e medie imprese

recessione economica

regime di aiuto

revisione d'accordo