ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00223

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 202 del 14/07/2009
Abbinamenti
Atto 1/00203 abbinato in data 15/07/2009
Atto 1/00208 abbinato in data 15/07/2009
Atto 1/00212 abbinato in data 15/07/2009
Atto 1/00219 abbinato in data 15/07/2009
Atto 1/00220 abbinato in data 15/07/2009
Firmatari
Primo firmatario: LO MONTE CARMELO
Gruppo: MISTO-MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA
Data firma: 14/07/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELCASTRO ELIO VITTORIO MISTO-MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA 14/07/2009
COMMERCIO ROBERTO MARIO SERGIO MISTO-MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA 14/07/2009
IANNACCONE ARTURO MISTO-MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA 14/07/2009
LATTERI FERDINANDO MISTO-MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA 14/07/2009
LOMBARDO ANGELO SALVATORE MISTO-MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA 14/07/2009
SARDELLI LUCIANO MARIO MISTO-MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA 14/07/2009
BRUGGER SIEGFRIED MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 14/07/2009


Stato iter:
15/07/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 15/07/2009
Resoconto VIESPOLI PASQUALE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 15/07/2009
Resoconto BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI
Resoconto SARDELLI LUCIANO MARIO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD
Resoconto LA MALFA GIORGIO MISTO - REPUBBLICANI REGIONALISTI POPOLARI
Resoconto PEZZOTTA SAVINO UNIONE DI CENTRO
Resoconto FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD PADANIA
Resoconto ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto CAZZOLA GIULIANO POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto QUARTIANI ERMINIO ANGELO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 15/07/2009

ACCOLTO IL 15/07/2009

PARERE GOVERNO IL 15/07/2009

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 15/07/2009

DISCUSSIONE IL 15/07/2009

APPROVATO IL 15/07/2009

CONCLUSO IL 15/07/2009

Atto Camera

Mozione 1-00223
presentata da
CARMELO LO MONTE
testo di
martedì 14 luglio 2009, seduta n.202

La Camera,
premesso che:
gli ammortizzatori sociali sono un intervento che ha ricadute diverse a seconda delle aree territoriali e delle regioni alle quali si rivolge. Nel Sud, pur essendo presente una realtà industriale, questa ha numeri di occupati e presenza territoriale assai diversa dal Nord del Paese;
in tale ambito la cassa integrazione non può essere l'unica modalità attraverso la quale leggere l'impatto della crisi attraversata dal sistema produttivo nazionale: infatti, il Mezzogiorno è caratterizzato da una forte presenza di lavoro precario e da una disoccupazione rilevante;
nelle regioni del Mezzogiorno i disoccupati, di fatto, sono senza ammortizzatori sociali, mentre le risorse finanziarie destinate al Mezzogiorno sono utilizzate per affrontare la crisi dell'intero Paese, oltretutto le regioni del Mezzogiorno non hanno gli strumenti per erogare direttamente misure che affrontino la grave crisi occupazionale;
l'economia del Mezzogiorno, attraverso la concatenazione fra problemi irrisolti e minacce derivanti dalla globalizzazione, è ancora più fragile con gravi problemi strutturali, non attraendo investimenti ed esportando in maniera largamente insufficiente;
sovente si afferma che la crisi economica riguarda soprattutto il Centro-Nord: la realtà è ben altra e più complessa, più articolata e più difficile;
le ragioni del convincimento che la crisi economica riguardi esclusivamente il Nord risiede nell'osservazione esclusiva dell'indicatore congiunturale della cassa integrazione. Infatti, ad esempio, i dati della cassa integrazione guadagni ordinaria relativi al mese di febbraio 2009 furono impressionanti: risultava che la crescita delle ore autorizzate rispetto al 2008 raggiungeva il 527 per cento nel Nord, il 386 per cento nel Centro e il 300 per cento nel Sud. Su 65 milioni di ore, ben 50 milioni erano nelle regioni del Centro-Nord: oggi questi dati sembrano migliorare grazie all'azione del Governo;
il quadro cambia profondamente se si analizzano i dati dell'indagine Istat sulle forze lavoro, relativi al quarto trimestre 2008, sulla cui base emerge che il mercato del lavoro meridionale è realmente drammatico. Infatti, al Sud alla fine del 2008 l'occupazione si è ridotta di 126 mila unità rispetto al 2007. Nel medesimo periodo nel Centro-Nord, pur con un forte rallentamento, l'occupazione è aumentata di 150 mila unità;
relativamente alla sola industria meridionale, questa ha perso nel 2008 circa 65 mila addetti, mentre il settore delle costruzioni ne ha persi altri 30 mila. Questi dati, che non sono riscontrabili nella crescita della cassa integrazione, ci dicono che migliaia di lavoratori con contratto a termine, una delle categorie dei precari fortemente presente nel Mezzogiorno, sono irrimediabilmente senza lavoro e senza reddito, nonché privi di copertura di un sistema di ammortizzatori sociali adeguato;
i dati del 2009 nel settore industriale meridionale, pur non ancora ufficiali, ugualmente raccontano della terribile situazione sul versante dei licenziamenti nelle piccole imprese dell'indotto e nell'appalto dei grandi insediamenti produttivi, che da sempre ricorrono ai contratti a termine. Scatta, infatti, la cassa integrazione ordinaria per i lavoratori dei grandi insediamenti della siderurgia (Taranto), dell'auto (Pomigliano d'Arco, Termini Imerese, Termoli, Sulmona, Cnh di Lecce ed altri), della meccanica varia (elettrodomestici in Campania), della metallurgia non ferrosa e chimica di base sarda (Portovesme, Porto Torres), della componentistica pugliese, del mobile imbottito murgiano-lucano, del tessile, abbigliamento e calzaturiero; mentre per i contratti a termine delle piccole imprese scattano i licenziamenti;
questo è un quadro che, anche se riferito alla sola industria, evidenzia la necessità di dare risposte immediate nell'ambito del sostegno ai redditi, oltre che in supporto al sistema produttivo. Ma il sistema attuale degli ammortizzatori sociali si presenta incompleto ed asimmetrico, non in grado di assicurare le tutele universali;
con la crisi sono emerse gerarchie di gravità sempre maggiori. Ci sono coloro che hanno perso il posto di lavoro e hanno meccanismi di protezione sociale, a cominciare dalla cassa integrazione. Ci sono i disoccupati da lungo tempo, sopra i cinquant'anni, che non sanno come rientrare nel circuito attivo, ci sono i laureati e i giovani in genere che non riescono ad entrare nel mondo del lavoro, a ciò si deve aggiungere l'emergenza, che impone di non lasciare centinaia di migliaia di persone di colpo a reddito zero;
giova ricordare che l'accordo Governo-regioni sugli ammortizzatori sociali è stato finanziato quasi totalmente con fondi delle regioni meridionali. Degli 8 miliardi complessivi, 2,6 miliardi sono a carico del fondo sociale europeo e ben 4 miliardi sono del fondo per le aree sottoutilizzate, per l'85 per cento vincolato alle regioni meridionali. Questo pur importante e prezioso accordo copre il sistema cassa integrazione e deroghe, ma ovviamente non interviene su quella parte di mercato del lavoro meridionale che registra i licenziamenti, non interviene sul precariato, non interviene con alcuna norma di sostegno al reddito;
il vero intervento di ammortizzatori sociali per il Mezzogiorno dovrebbe essere quello di avviare e sostenere una serie di misure che affrontino il disequilibrio tra Nord e Sud, tenendo conto delle peculiarità del Mezzogiorno attraverso forme di promozione dell'occupazione, sia di quella giovanile, che di quella in uscita dalle realtà di piccole, medie e grandi imprese;
con il decreto-legge n. 78 del 2009 il Governo, ferme restando le iniziative intraprese a sostegno delle imprese, è intervenuto con azioni nei confronti di lavoratori che sono percettori di sostegno al reddito, al fine di sviluppare progetti di formazione e riqualificazione; inoltre, si è provveduto al rifinanziamento delle proroghe a 24 mesi della cassa integrazione per cessazione attività e all'aumento del 20 per cento del trattamento di integrazione salariale nei contratti di solidarietà;
interventi, quelli attivati dal Governo, certamente positivi, ma che ancora una volta vengono finanziati da risorse del fondo per le aree sottoutilizzate, quindi del Mezzogiorno, che sono state destinate al fondo sociale per l'occupazione, e in ogni caso ancora insufficienti per contrastare la disoccupazione e l'inoccupazione presente nel Sud e che ancora meno affrontano in maniera decisa la precarietà lavorativa e la povertà di larghe fasce di popolazioni del Sud,
impegna il Governo:
ad assumere, nel quadro della riforma degli ammortizzatori sociali, iniziative che tendano a colmare il disequilibrio tra il Nord e il Sud del Paese, attraverso misure finalizzate a favorire l'occupazione, soprattutto nelle piccole e medie imprese;
ad incentivare e sostenere le iniziative di auto-impiego e di microimpresa, anche facilitando l'accesso al credito e al microcredito;
a rafforzare, d'intesa con le regioni, iniziative e misure di politiche attive del lavoro;
ad individuare, solo in tale ambito, forme di sostegno al reddito, al fine di superare ogni forma di assistenzialismo.
(1-00223) «Lo Monte, Belcastro, Commercio, Iannaccone, Latteri, Lombardo, Sardelli, Brugger».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

cassa integrazione

contratto di lavoro

diritto del lavoro

disoccupazione

grande impresa

industria edile

lavoro temporaneo

licenziamento

Mezzogiorno

politica occupazionale

recessione economica

sicurezza sociale

soppressione di posti di lavoro