ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00203

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 196 del 02/07/2009
Abbinamenti
Atto 1/00208 abbinato in data 13/07/2009
Atto 1/00212 abbinato in data 13/07/2009
Atto 1/00219 abbinato in data 13/07/2009
Atto 1/00220 abbinato in data 13/07/2009
Atto 1/00223 abbinato in data 15/07/2009
Firmatari
Primo firmatario: BORGHESI ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 02/07/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DONADI MASSIMO ITALIA DEI VALORI 02/07/2009
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 02/07/2009
PALADINI GIOVANNI ITALIA DEI VALORI 02/07/2009
PORCINO GAETANO ITALIA DEI VALORI 02/07/2009
DI PIETRO ANTONIO ITALIA DEI VALORI 08/07/2009
DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI 15/07/2009


Stato iter:
15/07/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/07/2009
Resoconto BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 13/07/2009
Resoconto PIZZA GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
PARERE GOVERNO 15/07/2009
Resoconto VIESPOLI PASQUALE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 15/07/2009
Resoconto BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI
Resoconto SARDELLI LUCIANO MARIO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD
Resoconto LA MALFA GIORGIO MISTO - REPUBBLICANI REGIONALISTI POPOLARI
Resoconto PEZZOTTA SAVINO UNIONE DI CENTRO
Resoconto FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD PADANIA
Resoconto ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto CAZZOLA GIULIANO POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto QUARTIANI ERMINIO ANGELO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 08/07/2009

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 13/07/2009

DISCUSSIONE IL 13/07/2009

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 13/07/2009

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 15/07/2009

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 15/07/2009

NON ACCOLTO IL 15/07/2009

PARERE GOVERNO IL 15/07/2009

DISCUSSIONE IL 15/07/2009

RESPINTO IL 15/07/2009

CONCLUSO IL 15/07/2009

Atto Camera

Mozione 1-00203
presentata da
ANTONIO BORGHESI
testo di
giovedì 2 luglio 2009, seduta n.196

La Camera,
premesso che:
secondo la rilevazione da parte dell'Istat delle forze di lavoro nel nostro paese nel primo trimestre 2009 il numero di occupati risulta pari a 22.966.000 unità, segnalando un dato negativo (-0,9 per cento, pari a -204.000 unità su base annua);
in termini destagionalizzati e in confronto al quarto trimestre 2008, l'occupazione nell'insieme del territorio nazionale registra una flessione pari allo 0,3 per cento. Il tasso di occupazione della popolazione tra 15 e 64 anni scende di nove decimi di punto rispetto al primo trimestre 2008, portandosi al 57,4 per cento. Il numero delle persone in cerca di occupazione registra il quinto aumento tendenziale consecutivo, portandosi a 1.982.000 unità (+221.000 unità, pari al +12,5 per cento rispetto al primo trimestre 2008). Il tasso di disoccupazione passa dal 7,1 per cento del primo trimestre 2008 all'attuale 7,9 per cento. Rispetto al quarto trimestre 2008, al netto dei fattori stagionali, il tasso di disoccupazione aumenta di 3 decimi di punto;
la crisi finanziaria internazionale, come era facile prevedere, si è dunque trasformata in crisi economica e sta facendo sentire i suoi effetti anche nel nostro paese. Diversi importanti istituti di previsione, della Banca d'Italia, della Confindustria, di enti di ricerca indipendenti, indicano un ulteriore aggravamento della crisi in Italia, con una caduta del PIL nel 2009 superiore al 2,5 per cento e un aumento della disoccupazione sopra il 8 per cento;
i Ministri Sacconi e Tremonti hanno messo in discussione i dati dell'Istat sui disoccupati, sostenendo pubblicamente che l'Istat li ricaverebbe da un campione di mille persone, più o meno come quello usato per i sondaggi elettorali;
in merito alle modalità di rilevazione dei dati sulla disoccupazione, l'Istat ha precisato, con un suo comunicato del 26 giugno scorso, quanto segue:
sono 280 mila le famiglie (per un totale di circa 680 mila individui) che in un anno partecipano all'indagine sulle forze di lavoro in qualità di rispondenti. La rilevazione è dunque ampia e affidabile con un tasso di risposta tra i più elevati d'Europa: pari all'88 per cento;
l'indagine è condotta non solo telefonicamente, ma, in circa la metà dei casi presso il domicilio delle famiglie con interviste faccia a faccia, che sono successivamente intervistate telefonicamente. Ciò consente il raggiungimento delle persone senza telefono e quelle che hanno più difficoltà a comprendere l'italiano, come nel caso della popolazione straniera;
per definire una persona disoccupata non viene posta una sola domanda, né viene chiesto se è disoccupata. Al contrario, l'accertamento della condizione di disoccupazione viene fatto in modo stringente, sulla base di un ampio numero di quesiti volti a rilevare la situazione oggettiva della persona e non la percezione. Disoccupato è chi è senza lavoro, lo sta cercando attivamente ed è disponibile a iniziare a lavorare entro due settimane;
l'Istat per la rilevazione applica la metodologia stabilita da Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione europea, e definita con un apposito regolamento. La definizione è la stessa per tutti i Paesi;
se i due autorevoli Ministri ritengono che le informazioni dell'Istat sui disoccupati siano inattendibili dovrebbero intervenire con immediatezza per evitare che siano fornite all'opinione pubblica informazioni false;
ma, disgraziatamente, per il nostro Paese, i dati dell'Istat sono reali, e nessun ottimismo di maniera può occultare questa verità;
nelle piccole imprese, che costituiscono l'80 per cento del totale delle imprese e assorbono il 90 per cento dell'occupazione, sono cominciati i licenziamenti e le cessazioni di attività. Gli ultimi dati resi noti dalla Banca d'Italia, ottenuti applicando il loro consolidato modello econometrico a quanto si rileva nell'andamento del terzo quadrimestre del 2008, dicono che la recessione si aggraverà e proseguirà almeno per tutto il 2009 e per il 2010. Oltre 1,2 milioni di lavoratori perderanno il posto di lavoro nel prossimo biennio, con conseguenze sociali devastanti e con un impatto sui consumi che farà da moltiplicatore della crisi;
nel corso dell'anno 2009 arriveranno a scadenza più di 2 milioni di contratti di lavoro a termine. È impossibile prevedere quanti di questi verranno confermati ma è senza dubbio facile prevedere che la maggioranza di questi non verrà confermato ed in assenza di ammortizzatori sociali si tradurranno in «licenziamenti di fatto»;
nel 2009 le liste di disoccupazione rischiano di essere ingrossate soprattutto da lavoratori precari, per i quali non si può neanche parlare di licenziamento perché semplicemente questi ultimi non si vedranno confermato il contratto, si tratta di lavoratori completamente sprovvisti di qualsiasi forma di ammortizzatore sociale, anche perché al momento non risulta ancora nessun dispositivo attuativo di quegli ammortizzatori in deroga previsti per il 2009, le risorse che dovevano servire a questo scopo previste nel decreto-legge n. 185 del 2008 sono ancora del tutto bloccate. Si tratta di una cospicua somma, otto miliardi di euro, che sarà destinata probabilmente non ai lavoratori più deboli, poiché della loro ripartizione si provvederà in sede di contrattazione. L'indennità di disoccupazione dovrebbe essere ispirata al principio per cui il mantenimento del reddito in caso di perdita o assenza di lavoro costituisca un diritto di tutti e non il risultato della contrattazione tra Governo e parti sociali per i lavoratori dei settori «forti»;
secondo le analisi effettuate da un Osservatorio qualificato come la CGIA di Mestre, i lavoratori precari hanno raggiunto a fine settembre 2008 quota 2.812.700 corrispondenti al 12 per cento del totale degli occupati in Italia con una forte concentrazione nel Mezzogiorno, dal 2004 al settembre scorso sono aumentati del 16,9 per cento, dunque cinque volte di più dell'incremento registrato dai lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, cresciuti nello stesso periodo del 3,1 per cento;
i lavoratori «precari» in tutte le loro articolazioni rappresentano dunque una categoria in costante crescita: il 12 per cento dell'occupazione complessiva e quasi l'80 per cento della nuova occupazione;
il mondo del precariato è una realtà complessa e variegata oltre che in costante crescita: ai lavoratori a tempo determinato si affiancano quelli con contratti di somministrazione, i vecchi interinali e poi i lavoratori parasubordinati con tutta la miriade di differenti tipologie contrattuali;
per i cosiddetti contratti di collaborazione, di cui si stima che ne scadranno tra 300 mila e 400 mila all'anno, non c'è ovviamente alcuna possibilità di accesso alla cassa integrazione in deroga e per essi è stato previsto, nel decreto-legge n. 185 del 2008 del Governo, quello del «sostegno all'economia», un sussidio quasi simbolico e di difficile applicazione, pari al 10 per cento del reddito dell'ultimo anno;
le misure attivate dal Governo sono state inefficaci a mettere un argine alla crisi in atto. Gli stanziamenti previsti sono totalmente inadeguati a far fronte alla grave crisi economica ed occupazionale. Non saranno capaci di far fronte neppure alle esigenze di ammortizzatori sociali del primo semestre del 2009. Per di più, con il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008 e col disegno di legge n. 1167 in Senato, è stato prima smantellato e poi abolito il processo di stabilizzazione del personale precario avviato con le due leggi finanziarie del Governo Prodi. Ciò, da solo, determinerà la perdita di lavoro di oltre 160 mila lavoratori precari della pubblica amministrazione e della scuola;
i provvedimenti sul mercato del lavoro, contenuti nel «decreto anticrisi» varato dal Governo nella sua riunione di venerdì 26 giugno 2009, alla luce della forte crescita della disoccupazione a inizio 2009, risultano secondo i firmatari del presente atto di indirizzo del tutto inadeguati;
il provvedimento più importante consiste nella proroga della proroga, la possibilità concessa ai lavoratori in Cassa Integrazione di allungare ulteriormente la durata dei trattamenti loro riservati e addirittura rimpinguarli fino al 100 per 100 cento del salario precedente. Questo avverrà frequentando corsi di formazione forniti dalla stessa impresa presso cui operavano. La misura non può certo migliorare le opportunità di impiego di quei lavoratori che sono occupati in quelle tante imprese che non hanno un futuro oltre la crisi;
niente è previsto, viceversa, per quei 400 mila precari, quasi tutti giovani, che non si sono visti rinnovare il contratto dall'inizio della crisi, secondo i dati sin qui disponibili (che si fermano a tre mesi fa);
di questi, nella migliore delle ipotesi, solo uno su tre riceve un sussidio di disoccupazione ordinario per pochi mesi, a fronte di una durata della disoccupazione che nel cinquanta per cento dei casi è superiore ai 12 mesi;
manca di nuovo qualsiasi misura di sostegno a favore dei lavoratori a tempo determinato o parasubordinati, che non hanno diritto a nessun tipo di ammortizzatore sociale in caso di sospensione o cessazione del lavoro;
la stessa Banca d'Italia stima che si tratti di circa 1.600.000 lavoratori, e ci ricorda inoltre che, nelle famiglie in cui sono presenti solo lavoratori «atipici», l'incidenza della povertà è stimata al 47 per cento,
impegna il Governo
ad assumere le opportune iniziative al fine di estendere tutte le tipologie di ammortizzatori sociali, attuali e future, a tutti i lavoratori con contratti a tempo determinato o con altre forme di lavoro precario quando siano stati superati i 36 mesi di lavoro, comunque realizzati, nell'arco degli ultimi 5 anni.
(1-00203)
«Borghesi, Donadi, Evangelisti, Paladini, Porcino, Di Pietro, Di Stanislao».
Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

DECRETO LEGGE 2008 0185

EUROVOC :

contratto di lavoro

crisi monetaria

disoccupazione

finanze internazionali

lavoro atipico

lavoro temporaneo

licenziamento

situazione sociale

soppressione di posti di lavoro

statistica occupazionale