Atto Camera
Mozione 1-00198
presentata da
GABRIELE CIMADORO
testo di
martedì 30 giugno 2009, seduta n.194
La Camera,
premesso che:
la recessione economica internazionale e le difficoltà di settori produttivi, quali quello automobilistico o della produzione industriale, di grande interesse per lo sbocco del mercato dell'acciaio, hanno comportato un'importante contrazione anche del settore siderurgico, con una brusca diminuzione della produzione, dei costi e della domanda dei beni di questo comparto, interrompendo così una crescita iniziata nel 2002;
il commercio mondiale di acciaio ha subito una forte contrazione dall'inizio della crisi economica, derivante dalla notevole diminuzione della relativa domanda mondiale e dai tagli alla produzione nella maggior parte dei Paesi, e conseguentemente la caduta della produzione e le deboli prospettive di mercato hanno comportato rilevanti licenziamenti in molte regioni del mondo;
per contrastare gli effetti della crisi economica, molti Governi hanno messo in atto importanti interventi di stimolo economico, gran parte dei quali incidono indirettamente sull'industria siderurgica attraverso il sostegno alle industrie che utilizzano l'acciaio: infrastrutture, costruzioni, industria automobilistica ed altre;
la recessione che colpisce attualmente l'acciaio è, tuttavia, molto diversa da passate recessioni, in quanto non è specificamente dell'acciaio, ma è invece stata causata da una generale crisi economica globale e conseguentemente anche da una crisi dei settori che utilizzano l'acciaio, i quali hanno appunto registrato forti contrazioni nella produzione nel corso degli ultimi mesi;
a livello globale, infatti, la produzione mondiale di acciaio è scesa nel quarto trimestre del 2008 del 21 per cento in termini annuali (in alcuni Paesi è diminuita del 50 per cento o più) e del 22,9 per cento nel primo bimestre del 2009, rispetto allo stesso periodo del 2008;
in conseguenza di ciò, si prevede un calo dell'occupazione intorno al 20 per cento in Europa, dove gli addetti del settore siderurgico sono circa 500 mila;
per quanto riguarda il nostro Paese, la situazione è preoccupante: il comparto siderurgico, nel primo trimestre 2009, vede crollare il fatturato del 42 per cento rispetto al 2008 e l'acciaio prodotto è sceso del 36 per cento;
per fare solo qualche esempio, le fonti sindacali segnalano per l'area lombarda il ricorso a contratti di solidarietà di 24 mesi per Alfa acciai, Aso siderurgica e Ferriera Valsabbia, 13 settimane di cassa integrazione per Dalmine, mentre Beltrame programmerà il ricorso alla cassa integrazione guadagni settimana per settimana. Stesse sorti per le Acciaierie venete. Ricorso alla cassa integrazione anche per Ilva e ThyssenKrupp. Anche Piombino, secondo centro siderurgico d'Italia, e uno dei principali siti per la produzione di acciaio a ciclo integrale in Italia, si trova in una fase critica, con una capacità produttiva limitata al 30-40 per cento delle proprie potenzialità, con pesanti conseguenze sull'occupazione, anche per le piccole e medie imprese dell'indotto e per l'economia locale;
il settore siderurgico è chiaramente un settore strategico per il sistema industriale italiano ed è, quindi, indispensabile salvaguardare e riqualificare l'apparato produttivo del comparto, anche attraverso adeguati investimenti, a cominciare da quelli ambientali ed energetici, e, soprattutto, con adeguate scelte di politica industriale e di sostegno da parte del Governo. Affinché dette politiche di sostegno siano efficaci, è chiaramente necessaria una parallela e simile iniziativa da parte dell'Unione europea; i singoli Stati nazionali, infatti, difficilmente potranno da soli rimettere in moto il mercato in assenza di un intervento pubblico europeo;
la crisi siderurgica è, altresì, acuita a causa della forte concorrenza con i Paesi che esportano, anche in dumping, l'acciaio prodotto in eccedenza rispetto al loro fabbisogno interno,
impegna il Governo:
a reperire ulteriori risorse a favore del settore siderurgico per la proroga degli ammortizzatori sociali e l'integrazione al reddito per i lavoratori, anche precari, favorendo, là dove possibile, i contratti di solidarietà aziendali, così come è stato già sperimentato con la «settimana corta», introdotta da Cogne acciai speciali o da Alfa acciai;
ad adoperarsi affinché anche le aziende multinazionali del settore presenti nel nostro Paese si assumano la responsabilità sociale nei confronti del territorio, dell'ambiente e delle risorse umane, con il mantenimento dei posti di lavoro;
ad affrontare in maniera rigorosa le questioni della tutela della condizione dei lavoratori, a partire da quelle della sicurezza sui luoghi di lavoro, tenendo presente che il comparto presenta un triste primato in termini di incidenti mortali;
ad assumere tutte le iniziative volte a garantire e facilitare l'accesso e la continuità del credito per le società del settore, prevedendo, comunque, la possibilità che vengano certificati gli eventuali crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione, quale garanzia da fornire agli istituti di credito per l'ottenimento di anticipazioni;
a valutare, nei limiti del rispetto della normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato, la possibilità di introduzione di un sistema fiscale premiante finalizzato a ridurre le emissioni in atmosfera degli inquinanti più pericolosi, attraverso un ammodernamento degli impianti con tecnologie già disponibili sul mercato e già applicate con successo negli impianti siderurgici dei Paesi più avanzati, al fine di raggiungere l'obiettivo previsto in sede europea di una riduzione del 20 per cento di emissioni entro il 2020;
ad attivarsi in sede europea al fine di individuare un'efficace strategia complessiva e un intervento pubblico dell'Unione europea, senza i quali lo sforzo di ogni singolo Paese membro difficilmente può risultare realmente efficace.
(1-00198) «Cimadoro, Monai, Donadi, Borghesi, Evangelisti».