ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00184

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 182 del 26/05/2009
Abbinamenti
Atto 1/00165 abbinato in data 26/05/2009
Atto 1/00178 abbinato in data 26/05/2009
Atto 1/00179 abbinato in data 26/05/2009
Atto 1/00180 abbinato in data 26/05/2009
Atto 1/00181 abbinato in data 26/05/2009
Firmatari
Primo firmatario: CICCHITTO FABRIZIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 26/05/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COTA ROBERTO LEGA NORD PADANIA 26/05/2009
IANNACCONE ARTURO MISTO-MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA 26/05/2009
BOCCHINO ITALO POPOLO DELLA LIBERTA' 26/05/2009
VIGNALI RAFFAELLO POPOLO DELLA LIBERTA' 26/05/2009
CAZZOLA GIULIANO POPOLO DELLA LIBERTA' 26/05/2009
MORONI CHIARA POPOLO DELLA LIBERTA' 26/05/2009
FAVA GIOVANNI LEGA NORD PADANIA 26/05/2009
SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD PADANIA 26/05/2009
RAISI ENZO POPOLO DELLA LIBERTA' 26/05/2009
BALDELLI SIMONE POPOLO DELLA LIBERTA' 26/05/2009
ALLASIA STEFANO LEGA NORD PADANIA 26/05/2009
DELLA VEDOVA BENEDETTO POPOLO DELLA LIBERTA' 26/05/2009
REGUZZONI MARCO GIOVANNI LEGA NORD PADANIA 26/05/2009
VERSACE SANTO DOMENICO POPOLO DELLA LIBERTA' 26/05/2009
TORAZZI ALBERTO LEGA NORD PADANIA 26/05/2009
MAZZUCA GIANCARLO POPOLO DELLA LIBERTA' 26/05/2009
COSENZA GIULIA POPOLO DELLA LIBERTA' 26/05/2009


Stato iter:
26/05/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 26/05/2009
Resoconto GIACHINO BARTOLOMEO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 26/05/2009
Resoconto COMPAGNON ANGELO UNIONE DI CENTRO
Resoconto MISITI AURELIO SALVATORE ITALIA DEI VALORI
Resoconto TORAZZI ALBERTO LEGA NORD PADANIA
Resoconto COLANINNO MATTEO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VIGNALI RAFFAELLO POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/05/2009

ACCOLTO IL 26/05/2009

PARERE GOVERNO IL 26/05/2009

DISCUSSIONE IL 26/05/2009

APPROVATO IL 26/05/2009

CONCLUSO IL 26/05/2009

Atto Camera

Mozione 1-00184
presentata da
FABRIZIO CICCHITTO
testo di
martedì 26 maggio 2009, seduta n.182

La Camera,

premesso che:

gli effetti della crisi economica stanno avendo forti ripercussioni anche sul mondo del lavoro, soprattutto sulle imprese manifatturiere e su quelle che svolgono attività di ricerca, sperimentazione ed innovazione. L'ISTAT, nel IV trimestre 2008, conferma che la produzione manifatturiera nazionale è arretrata del -10,7 per cento (- 4,8 per cento su tutto il 2008);

riguardo ai primi mesi del 2009, l'indice della produzione industriale complessivamente considerato nel mese di marzo 2009 ha segnalato una diminuzione del 4,6 per cento rispetto al mese precedente nonché una variazione congiunturale della media degli ultimi tre mesi rispetto a quella dei tre mesi immediatamente precedenti pari a meno 9,8 per cento; nello stesso periodo gli indici destagionalizzati dei raggruppamenti principali di industrie hanno registrato, in termini congiunturali, variazioni negative: meno 5,4 per cento per i beni intermedi, meno 4,3 per cento per i beni di consumo totale, meno 4,1 per cento per i beni strumentali e meno 2,6 per cento per l'energia;

a fine 2008 le imprese si sono trovate a fronteggiare un calo del -8,8 per cento nel mercato nazionale e del -7,4 per cento su quelli esteri del proprio portafoglio ordini a fine anno; pesante è poi la flessione del fatturato nel secondo semestre 2008 (-8,8 per cento, -2,9 su base annuale), mentre i prezzi alla produzione, che contengono gli aumenti ad +0,6 per cento, si sono giovati della caduta delle quotazioni delle materie prime (in particolare quelle energetiche e i metalli). Nei settori più legati al ciclo degli investimenti, metalli, meccanica e mezzi di trasporto, i listini prezzi registrano variazioni negative; gli indicatori confermano che il carattere della congiuntura, anche per parte del 2009, non sarà diverso, prevedendo una situazione di seria difficoltà specie nel settore manifatturiero, a fronte della maggiore tenuta di altri settori;

dagli ultimi dati che l'ISTAT ha diffuso per il terzo trimestre del 2008, emerge che il tasso di disoccupazione è salito al 6,1 per cento, con un incremento dello 0,5 per cento rispetto al precedente anno; il numero delle persone in cerca di occupazione ha registrato il terzo aumento tendenziale consecutivo, portandosi a 1.527.000 unità, il 9 per cento in più rispetto allo stesso periodo 2007; l'industria ha registrato un'ulteriore riduzione tendenziale dell'occupazione (-1,0 per cento, pari a 53.000 unità), concentrata nel lavoro indipendente; d'altro canto, stando alle rilevazioni dell'Inps, anche il regime della cassa integrazione sta subendo incrementi eccezionali con altissimi ricorsi alla sospensione dal lavoro per effetto del calo dei consumi;

è opportuno ricordare i rischi ben più gravi che - in conseguenza della crisi finanziaria - avrebbe potuto correre l'apparato produttivo se il Governo italiano, già dall'estate 2008 ed i Governi dell'Unione in forma coordinata non avessero provveduto tempestivamente a «mettere in sicurezza» il sistema del credito e a garantire i risparmiatori le misure del Governo a sostegno dei settori di taluni beni di consumo durevoli - a partire dall'auto - hanno consentito di contenere gli effetti economici della crisi ed avviato, in coerenza con indicazioni di carattere internazionale, le premesse per un'inversione di tendenza entro il secondo semestre dell'anno in corso;

con il decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, recante misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi, convertito in legge con modificazioni dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, sono state previste una serie di misure organiche riguardanti il sostegno del settore automobilistico e mirate per il salvataggio, la ripresa ed il sostegno delle imprese, segnatamente quelle piccole e medie dei settori in maggior crisi; le misure di deregolazione e di semplificazione adottate dal Governo nel corso del 2008 hanno agevolato l'attività ordinaria delle imprese, in particolare delle micro e delle piccole; l'estensione, per la prima volta, della cassa integrazione in deroga alle piccole imprese da parte del Governo ha contribuito alla tenuta dei livelli occupazionali;

le grandi imprese italiane si stanno caratterizzando per la rilevante espansione in ambito internazionale: l'operazione Fiat-Chrysler - il cui successo dipende in larga parte dal primato che il gruppo torinese può vantare sul versante delle nuove tecnologie ecologiche - è un chiaro segnale della capacità del nostro sistema produttivo di superare la crisi puntando sul cambiamento e sull'innovazione; l'internazionalizzazione della più importante azienda manifatturiera del Paese è altresì una condizione necessaria per assicurarne lo sviluppo, garantirne la presenza sui mercati e preservare, nel contempo, una prospettiva agli stessi stabilimenti italiani; il Governo - una volta realizzata la joint venture con il colosso Usa - ha chiesto alla Fiat affidamenti per gli stabilimenti italiani aprendo un tavolo di confronto che si intende portare ad esiti positivi; peraltro sono in corso le trattative per l'acquisto della Opel da parte della Fiat;

ai successi della FIAT si associano quelli dell'ENI, che prosegue una stretta partnership con il principale fornitore di gas dell'Unione, la Russia, ma non tralascia collaborazioni a tutto campo, quali da ultimo un contratto da 1,5 miliardi firmato in Egitto per lo sviluppo di progetti nei settori del gas e del petrolio;

tuttavia la peculiare caratteristica del settore industriale ed artigianale italiano è la dimensione distrettuale del suo sistema produttivo; in questo ambito l'organizzazione e le concentrazioni territoriali hanno permesso alle relative aziende di beneficiare di vantaggi competitivi determinati dall'ambiente sociale ed economico in cui si collocano, da un sistema di risorse e di fornitura locale che consente di contenere il costo del lavoro e assicura flessibilità alle imprese, da un complesso di capacità e conoscenze di imprenditori e lavoratori che costituiscono la base dell'originalità e della qualità dei prodotti italiani; non va dimenticato che il tessuto delle attività manifatturiere italiane, in particolare quello del Nord e del Centro, è tra i più performanti d'Europa; in particolare, la Lombarda ed il Nord Est presentano il valore aggiunto manifatturiero pro capite più alto in assoluto rispetto ai maggiori Paesi UE, con rilevanti risultati anche in altri settori dell'economia quali costruzioni, servizi;

ciò nonostante le piccole medie imprese, in particolare manifatturiere, stanno subendo il pesante fenomeno della delocalizzazione; si tratta di imprese ad elevatissimo investimento in forza lavoro specializzato e dotate di grandi patrimoni immateriali costituiti da brevetti, modelli e marchi, che si sostengono con forti anticipazioni di risorse finanziarie da parte degli istituti di credito;

è in atto un trasferimento vero e proprio di attività o di fasi della produzione da un Paese all'altro, soprattutto in vista di poter produrre a costi sempre più bassi. La spinta fondamentale a questo processo è duplice: le imprese cercano di essere presenti in mercati di sbocco che appaiono sempre più vasti e di ridurre i costi del lavoro per mantenere la loro competitività;

i fenomeni in questione esplicano conseguenze nel medio e lungo periodo spesso devastanti per i luoghi d'origine delle imprese dislocanti poiché avvengono senza gradualità alcuna e senza che il Paese oggetto della delocalizzazione abbia il tempo di maturare la propria crescita. Tutto ciò si ripercuote sulla sfera economica, sulla struttura e sulla composizione dei sistemi produttivi, nonché sulla sfera sociale di entrambi i Paesi; zone particolarmente colpite e penalizzate dagli effetti della delocalizzazione industriale sono il Lombardo-Veneto ed il Piemonte soprattutto riguardo al settore manifatturiero dell'industria della moda, dell'abbigliamento e del tessile;

nella Comunicazione della Commissione Europea Small Business Act viene sottolineata l'importanza delle piccole e medie imprese, in quanto creatrici di posti di lavoro e protagoniste della crescita delle comunità locali e regionali. La Commissione UE ha quindi individuato le iniziative essenziali da adottare, sia a livello europeo che degli Stati membri, verso tali realtà produttive, favorendo la creazione di condizioni di concorrenza paritarie per le piccole e medie imprese. Il 5 maggio 2009, la Commissione attività produttive della Camera dei Deputati ha approvato all'unanimità la risoluzione sullo Small Business Act;

tutti gli osservatori e le istituzioni internazionali sono concordi nel ritenere che le terapie adottate di concerto tra i Governi dei maggiori Paesi, sia sul versante della crisi del settore finanziario dove sono in preparazioni programmi di revisione di carattere strutturale, sia su quello dei comparti produttivi, abbiano arrestato la spirale verso il declino e posto le condizioni per la risalita;

la Bce ha ridotto il tasso di sconto ai livelli più bassi ipotizzabili; ciò favorirà la riapertura del credito alle imprese;

nonostante le spinte al rialzo (dovute alla ripartenza della domanda cinese) il prezzo del greggio resta a livelli sostenibili;
impegna il Governo
a recepire integralmente, per primo in Europa, le indicazioni suggerite agli Stati Membri dell'Unione Europea dallo Small Business Act e a realizzare al più presto gli impegni previsti dalla Risoluzione approvata in merito dalla X Commissione della Camera dei deputati, anche attivando un'organica azione di difesa e di sostegno alle imprese del settore dell'abbigliamento dei territori vocati e ricomprendendo in tali azioni l'osservanza da parte dei beneficiari di impegni diretti alla loro permanenza nei luoghi d'origine, al mantenimento e all'incremento della forza lavoro locale, all'assegnazione di lavori e all'eventuale esternalizzazione di processi produttivi ad imprese appartenenti all'indotto in cui esse operano;

a dare immediata esecuzione alle disposizioni relative alle misure urgenti a tutela dell'occupazione, alle disposizioni in favore delle piccole e medie imprese, nonché alle ulteriori norme volte al superamento dell'attuale crisi finanziaria, allo scopo previste dal decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito in legge con modificazioni dall'articolo 1 della legge 9 aprile 2009, n. 33;

ad avviare, nei settori e nei distretti in cui operino i «programmi di risanamento e sviluppo», interventi a favore delle reti d'impresa, definendo, anche sul piano normativo, la soggettività giuridica delle reti d'impresa come presupposto per una loro maggiore integrazione economica;

ad intraprendere le occorrenti iniziative affinché sia urgentemente emanato il decreto ministeriale previsto dalla delibera CIPE pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 24 marzo 2009 relativa a criteri e modalità di funzionamento del fondo per il finanziamento degli interventi consentiti dagli orientamenti UE sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà;

ad accelerare i pagamenti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese creditrici e a predisporre le misure previste dalla legge per quanto riguarda la certificazione dei crediti suddetti, onde consentirne lo sconto da parte degli istituti di credito, nonché ad adottare tutte le misure operative atte a garantire effettivamente l'applicazione ed il rispetto delle norme sui termini di pagamento dei fornitori;

a proseguire nell'impegno per garantire la continuità del credito alle imprese, anche attraverso le risorse previste per i confidi;

a perseguire gli obiettivi di tutela delle piccole e medie imprese nel settore manifatturiero anche attraverso l'attivazione di interventi riguardanti:

a) la sottoscrizione di accordi con le organizzazioni rappresentative del sistema del credito per la concessione di prestiti temporanei ed a tassi agevolati volti a mantenere in vita le imprese in difficoltà;

b) la semplificazione degli adempimenti amministrativi;

c) la riduzione dei carichi fiscali (Iva ed imposte sulla produzione) e degli oneri sociali;

d) la concessione di una quota significativa di incentivi per gli investimenti diretti alla ricerca e all'innovazione tecnologica delle PMI manifatturiere;

e) la riduzione del costo dell'energia, riportandolo sui livelli degli altri Paesi dell'UE, con particolare riferimento ai settori con elevati consumi energetici, come l'industria tessile;

ad emanare al più presto il regolamento dell'«Impresa in un giorno»;

a valutare la possibilità di un intervento per la riduzione delle aliquote contributive che pesano sul costo del lavoro delle imprese artigiane;

ad accelerare quanto più possibile, d'intesa con le Regioni, la definizione del «piano casa»;

a considerare la possibilità di ridurre la contribuzione Inail per il settore artigiano.

(1-00184)
«Cicchitto, Cota, Iannaccone, Bocchino, Vignali, Cazzola, Moroni, Fava, Simonetti, Raisi, Baldelli, Allasia, Della Vedova, Reguzzoni, Versace, Torazzi, Mazzuca, Cosenza».
Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

L 2009 0033

EUROVOC :

aiuto alla ristrutturazione

aiuto alle imprese

conseguenza economica

credito industriale

delocalizzazione

disoccupato

impresa artigiana

impresa in difficolta'

piccole e medie imprese