ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00140

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 152 del 25/03/2009
Abbinamenti
Atto 1/00209 abbinato in data 13/07/2009
Atto 1/00210 abbinato in data 13/07/2009
Atto 1/00215 abbinato in data 13/07/2009
Firmatari
Primo firmatario: MARAN ALESSANDRO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 25/03/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO 25/03/2009
SERENI MARINA PARTITO DEMOCRATICO 25/03/2009
NARDUCCI FRANCO PARTITO DEMOCRATICO 25/03/2009
PISTELLI LAPO PARTITO DEMOCRATICO 25/03/2009
TEMPESTINI FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 25/03/2009
CORSINI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 25/03/2009
BARBI MARIO PARTITO DEMOCRATICO 25/03/2009
CASTAGNETTI PIERLUIGI PARTITO DEMOCRATICO 25/03/2009
TOUADI JEAN LEONARD PARTITO DEMOCRATICO 25/03/2009
MOGHERINI REBESANI FEDERICA PARTITO DEMOCRATICO 25/03/2009
SARUBBI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 25/03/2009


Stato iter:
14/07/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/07/2009
Resoconto BARBI MARIO PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 13/07/2009
Resoconto SCOTTI VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
PARERE GOVERNO 14/07/2009
Resoconto SCOTTI VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 14/07/2009
Resoconto VOLONTE' LUCA UNIONE DI CENTRO
Resoconto EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI
Resoconto DOZZO GIANPAOLO LEGA NORD PADANIA
Resoconto MARAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BONIVER MARGHERITA POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 13/07/2009

DISCUSSIONE IL 13/07/2009

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 13/07/2009

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 14/07/2009

ACCOLTO IL 14/07/2009

PARERE GOVERNO IL 14/07/2009

DISCUSSIONE IL 14/07/2009

APPROVATO IL 14/07/2009

CONCLUSO IL 14/07/2009

Atto Camera

Mozione 1-00140
presentata da
ALESSANDRO MARAN
testo di
mercoledì 25 marzo 2009, seduta n.152

La Camera,
premesso che:
nel mese di gennaio 2009 si è concluso il ritiro dalla Somalia delle truppe etiopi, chiamate ad intervenire alla fine del 2006 per difendere il debole Governo di transizione dalle milizie delle corti islamiche;
il ritiro dei circa tremila soldati di Addis Abeba, la cui presenza per la verità non ha condotto a risultati apprezzabili, pone fine ad una presenza percepita dalla popolazione locale come forza di occupazione e potrebbe facilitare la formazione di un nuovo Governo che includa anche le forze islamiche, pur aumentando, nel contempo, le preoccupazioni su una possibile escalation dei conflitti interni tra le diverse fazioni;
i segnali di un'importante svolta, suscettibile di imprimere un rinnovato impulso al processo di pacificazione della Somalia, trovano conferma nella positiva conclusione della sessione del Parlamento allargato somalo, riunitasi a Gibuti il 31 gennaio 2009, che ha portato all'elezione del nuovo presidente, Sheik Sharif Ahmed, esponente moderato delle corti islamiche, accolto dalla comunità internazionale come l'unico in grado di portare la pace in un Paese devastato da quasi 20 anni di guerra;
la sua nomina va nella direzione del percorso indicato dall'accordo di pacificazione di Gibuti, firmato nel mese di agosto 2008, che faceva perno proprio su un coinvolgimento della componente moderata delle corti islamiche, al fine di ottenere un maggior consenso popolare e allontanare la minaccia di Al Qaeda, processo ora favorito da un cambio di atteggiamento della nuova Presidenza americana, più incline a riconoscere la natura composita e differenziata delle corti islamiche;
la Somalia resta, tuttavia, un Paese instabile e dilaniato dallo scontro fra le forze laiche e le forze integraliste, le quali non hanno riconosciuto l'elezione del nuovo Presidente e rimangono intenzionate ad assumere la leadership del Paese e a continuare il conflitto per imporre la ferrea legge islamica della sharìa;
la condizione di instabilità viene purtroppo confermata dalle recenti notizie stampa (febbraio e marzo 2009) che riferiscono della ripresa degli scontri, scatenati dai miliziani fondamentalisti shebab per prendere il controllo di Mogadiscio volti a impedire l'insediamento del nuovo Governo nella capitale, scontri che coinvolgono anche le truppe dell'Amison, African union mission in Somalia, e che potrebbero anche condurre a un ritorno delle truppe etiopiche nel Paese;
all'instabilità politica interna si affiancano poi numerosi altri elementi di preoccupazione: le vittime della guerra civile sono oltre 16 mila civili e 4 mila combattenti; l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha lanciato un campanello d'allarme sulla presenza in Etiopia di circa 16 mila somali, in particolare donne e bambini, alla ricerca di asilo politico; il Paese è diventato zona franca per la pirateria internazionale che opera lungo le rotte commerciali tra Europa e Asia; la presenza di Al Qaeda e comunque di formazioni politiche e combattenti di stampo integralista, in un'area all'ingresso del Mar Rosso e vicino al Golfo Persico, non può che suscitare inquietudine e altrettanta preoccupazione è suscitata dal contagio dell'instabilità dal Corno d'Africa alla regione interna dei grandi laghi africani;
mentre la crisi somala e la situazione del Corno d'Africa meriterebbe un maggiore livello di attenzione, l'interesse a livello mondiale sembra invece essersi fortemente ridimensionato; gli sforzi della comunità internazionale e delle Nazioni Unite degli ultimi anni, volti ad accompagnare il processo di stabilizzazione, sono apparsi deboli e spesso in ritardo rispetto alla realtà in mutamento;
in considerazione dei legami storici dell'Italia con la Somalia ed anche in vista del nuovo ruolo che il nostro Paese dovrà assumere sulla scena internazionale, in qualità di presidente del prossimo G8 - che dovrebbe assumere l'Africa e il Corno d'Africa come le aree su cui incentrare interventi e risorse - si pone con urgenza un'iniziativa tempestiva del Governo italiano, in grado di imprimere un cambiamento nella crisi somala;
l'Italia potrebbe essere l'attore determinante per la ripresa del dialogo fra gli attori regionali del Corno d'Africa, anche in considerazione del ruolo di primo piano svolto dal nostro Paese durante la conferenza di Nairobi, come presidente dell'Ipf, l'organizzazione dei Paesi donatori che ha sostenuto l'Igad (Intergovernamental authority on development, un'autorità intergovernativa subregionale per lo sviluppo dell'Africa orientale), nella gestione del processo di pace e come co-presidente dell'Ipf - Igad partners forum (che riunisce i Paesi membri dell'Igad con i Paesi partner, composto da Paesi occidentali e da numerosi organismi internazionali);
nel vertice di Nairobi, svoltosi nel mese di ottobre 2008, i Capi di Stato Igad hanno dichiarato di voler tornare ad esercitare un ruolo di leadership nella gestione della crisi somala e l'assunzione di tale ruolo, se sostenuto, potrebbe riaprire il dialogo con tutti gli attori somali in conflitto ed essere l'occasione anche per ricucire i legami spezzati fra Somalia ed Etiopia;
un sostegno convinto dell'Unione europea che supporti l'azione di Igad, Ipf, Unione africana, insieme al necessario potenziamento dei compiti affidati all'Unpos (United Nations political office for Somalia), unico raccordo attualmente esistente fra le Nazioni Unite e i leader e le fazioni somale potrebbe essere importante per rilanciare una soluzione politica in grado di riavviare un processo di stabilizzazione e pacificazione non solo per la Somalia, ma per l'intero Corno d'Africa;
in questo quadro è utile sostenere la Somali woman agenda, una rete nata nel mese di ottobre 2008 a Nairobi, presentata all'Onu e in sede europea, che rappresenta circa cinquantamila donne somale che, operando in una dimensione «inter-clan», lavorano per la ricostruzione del Paese, per la ripresa del lavoro, dell'imprenditoria femminile, dell'istruzione e della sanità, al fine di superare fattivamente la catastrofe prodotta da anni di guerra e dalle divisioni interne del Paese;
lo storico ruolo dell'Italia nell'area rischia di essere indebolito in assenza di un Sottosegretario per gli affari esteri con una specifica delega per l'Africa e di un inviato speciale italiano per la Somalia,
impegna il Governo:
a continuare a farsi promotore, in relazione alla nuova fase politico-istituzionale apertasi in Somalia, di nuove iniziative politico-diplomatiche nell'ambito dei preposti organismi internazionali, allo scopo di sostenere il processo di una riconciliazione nazionale inclusiva di tutte le forze presenti nel Paese e di appoggiare il processo di dialogo, pacificazione e stabilizzazione, auspicato sia dalla popolazione somala che dall'intera comunità internazionale;
a sostenere un'azione sinergica fra le Nazioni Unite, e tutte le competenti organizzazioni internazionali anche mediante la conclusione di un formale accordo di partnership, al fine di aumentare l'efficacia del comune sforzo per la stabilizzazione e lo sviluppo del Corno d'Africa;
a sostenere l'azione della Somali woman agenda, conformemente alla risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che assume la prospettiva di genere come parte integrante delle politiche di pace e sicurezza;
a sostenere in sede europea, l'ipotesi di nomina di un inviato speciale per il Corno d'Africa per concretizzare un rinnovato impegno a livello europeo in grado di favorire una via negoziale per la pacificazione e la stabilizzazione della Somalia e dell'intera regione;
a proseguire nel rilancio del ruolo italiano nell'area, influente per i legami storici, per i rapporti politici costruiti in questi anni, per l'equilibrio e l'autorevolezza che vengono riconosciuti alla nostra azione diplomatica, avanzando candidature italiane a ricoprire gli incarichi internazionali che si auspica vengano assegnati nelle opportune sedi.
(1-00140) «Maran, Fassino, Sereni, Narducci, Pistelli, Tempestini, Corsini, Barbi, Castagnetti, Touadi, Mogherini Rebesani, Sarubbi».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

danni di guerra

diritto musulmano

elezioni presidenziali

guerra

islam

istruzione

lavoro femminile

paese donatore

Unione africana

vittima di guerra