Atto Camera
Mozione 1-00076
presentata da
ROBERTO COTA
testo di
giovedì 4 dicembre 2008, seduta n.098
La Camera,
premesso che:
grazie al lavoro condotto dal ministero dell'Interno e dai reparti investigativi delle Forze dell'Ordine, impegnate in una battaglia silenziosa e instancabile di contrasto al terrorismo di matrice fondamentalista islamica è stata sgominata una cellula Jihadista che operava in Lombardia, pronta a portare a termine eclatanti azioni di terrore che avrebbero avuto conseguenze devastanti;
i fatti di questi giorni dimostrano che siamo dinnanzi ad una evoluzione del fenomeno realmente preoccupante. La cellula terrorista di matrice fondamentalista islamica lombarda, da quanto si apprende dalle notizie riportate dagli organi di stampa, si presenta, infatti, come un organizzazione radicata sul territorio che non svolge soltanto il ruolo di collettore del terrore islamico internazionale, ma come una vera e propria base operativa pronta ad agire attraverso azioni di martirio suicida. Un'organizzazione pronta a colpire il nostro Paese nel cuore del suo territorio. Il Duomo di Milano, caserme, supermaket, discoteche (tutti luoghi affollati e frequentati da centinaia, migliaia di persone) erano stati individuati come obiettivi dove mettere in atto la strategia del terrore. Non si tratta quindi di azioni dimostrative ma di veri e propri attacchi militarmente organizzati che avrebbero avuto conseguenze devastanti;
a conferma di quanto detto basti pensare che è la prima volta nel nostro paese che oltre all'accusa di terrorismo internazionale viene contestato ai fermati appartenenti alla cellula islamica un capo di imputazione di rilevante importanza: concorso esterno alla rete terrorista di Al Qaeda;
in Italia il fenomeno sociale della diffusione di centri islamici e moschee, in molti casi abusivi, sta subendo negli ultimi anni un allarmante crescita esponenziale. Nel giro di poco tempo sono sorte in tutta Italia: moschee di dimensioni enormi, centri culturali e religiosi, scuole coraniche e attività commerciali gestite direttamente dalle comunità musulmane (macellerie, phone center, eccetera);
sempre più spesso, stando alle notizie pubblicate dagli organi d'informazione, ci si trova dinnanzi a casi emblematici dove è facilmente riscontrabile da un lato il manifesto rifiuto da parte delle comunità musulmane presenti in Italia di rispettare le normative vigenti e di adeguarsi alla regole comportamentali e culturali del nostro Paese e dall'altro lato l'atteggiamento superficiale delle istituzioni che non comprendendone i rischi adottano semplicistiche soluzioni, mettendo conseguentemente in pericolo la sicurezza dei cittadini;
il mantenimento di questa costosissima rete di associazioni islamiche in Italia è impensabile senza il sostegno e la solidarietà di moschee, centri universitari, donazioni, finanziamenti di Stati e banche che hanno come obiettivo la «diffusione della fede» (da 'wa). È ipotizzabile, inoltre, che i finanziamenti di queste attività, avvengano anche attraverso strutture parallele formate da commerci illeciti, riciclaggio di denaro, sfruttamento dell'immigrazione;
si stima che oggi l'ammontare di denaro utilizzabile dalle organizzazioni legate al fondamentalismo islamico ammonterebbe ad almeno 150 miliardi di euro;
è noto che questi centri culturali, oltre ad essere sede di attività religiosa, diventano anche centri della vita sociale e politica della comunità musulmana;
l'Islam si presenta fin dalle origini come un progetto globale che include tutti gli aspetti della vita. Include un modo di vivere, di comportarsi, di concepire il matrimonio, la famiglia, l'educazione dei figli, perfino l'alimentazione. In questo sistema di vita è compreso anche l'aspetto politico: come organizzare lo Stato, come agire con gli altri popoli, come rapportarsi in questioni di guerra e di pace, come relazionarsi agli stranieri, eccetera. Tutti questi aspetti sono stati codificati a partire dal Corano e dalla sunna e sono rimasti «congelati» nei secoli. La legge religiosa determina la legge civile e gestisce la vita privata e sociale di chiunque vive in un contesto musulmano, e se questa prospettiva è destinata a rimanere immutata come è accaduto finora, la convivenza con chi non appartiene alla comunità islamica non può che risultare difficile;
la legge islamica, rivolgendosi l'Islam a tutta l'umanità, è una legge personale e non dipende in nessun modo dall'elemento territoriale. La stessa nazionalità non è collegata, come avviene nella tradizione occidentale, allo jus sanguinis e allo jus loci, ma allo jus religionis, cioè, alla appartenenza ad una comunità di credenti che non è legata all'esistenza di un'entità statuale;
mentre oramai è palese che anche in Italia all'interno di alcune comunità islamiche si annidi la presenza di gruppi eversivi, (basti ripensare alle vicende giudiziarie che hanno investito il centro islamico di viale Jenner a Milano, la moschea di Cremona e quella di Gallarate), allo stesso tempo non è invece facilmente riscontrabile, a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, una collaborazione con le forze dell'ordine e la magistratura da parte di quei musulmani che si dichiarano moderati e che continuano a chiedere diritti dimostrando la volontà di volersi integrare nella nostra società;
è necessario quindi ribadire come secondo i firmatari del presente atto di indirizzo non vi potrà mai essere integrazione senza la preventiva accettazione da parte di tutta la comunità islamica del principio fondamentale della separazione inequivocabile tra la sfera laica e quella religiosa e della separazione inequivocabile tra la sfera laica e quella religiosa e delle normative vigenti in materia di libertà individuale e di pensiero, di obbligo scolastico, di autodeterminazione e di uguaglianza formale di tutti i cittadini davanti alla legge, lo status giuridico o religioso delle donne, il rispetto del diritto di famiglia e dell'istituto del matrimonio, dei minori e dei non credenti e il trattamento degli animali;
l'assenza di azioni istituzionali volte a scoraggiare tale fenomeno ha conseguentemente portato alla diffusione di uno stato di illegalità nel quale le organizzazioni islamiche di matrice fondamentalista hanno potuto operare in piena libertà;
il Gruppo della Lega Nord, ritenendo necessario intervenire in tempi rapidi per regolamentare l'attività delle comunità musulmane presenti nel paese, ha presentato una proposta di legge (A.C. 1246) recante «Disposizioni concernenti la realizzazione di nuovi edifici destinati all'esercizio dei culti ammessi» volta a regolamentare l'attività delle confessioni religiose presenti nel nostro paese che non hanno stipulato intese con lo Stato italiano. Tale proposta prevede l'istituzione di un elenco presso il ministero dell'interno di tutte le guide spirituali che esercitano attività di culto in comunità religiose che non hanno stipulato intese, prevede, inoltre, che le Regioni, in attuazione di quanto stabilito in materia di governo del territorio dal terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione, possano concedere l'autorizzazione per la realizzazione di nuovi edifici destinati a funzioni di culto, per la ristrutturazione o il loro cambiamento d'uso, alle confessioni religiose che non abbiano stipulato intesa con lo Stato secondo quanto disposto dall'articolo 8 della Costituzione, solo previa presentazione da parte del richiedente di apposita domanda da presentare alla Regione interessata corredata di progetto edilizio, dal piano economico finanziario e dall'elenco degli eventuali finanziatori italiani o esteri, sottoscritta da un numero di aderenti all'associazione stessa con atto notarile e approvata mediante referendum da parte della popolazione del Comune interessato, secondo le disposizioni del relativo statuto comunale;
non è dato dimenticare che dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, l'Italia è impegnata, come del resto tutto il mondo occidentale, in una lunga guerra al terrorismo internazionale di matrice islamica fondamentalista;
terrorismo internazionale «Jihadista» ha messo sotto scacco l'Europa con gli attentati terroristici di Madrid dell'11 marzo 2004 e di Londra del 7 luglio 2005;
è necessario ricordare che nella rivendicazione degli attentati di Londra si faceva esplicito richiamo proprio all'Italia indicando il nostro Paese come prossimo obiettivo per una operazione di terrore se possibile ancora più eclatante di quelle di Madrid e Londra;
impegna il Governo:
ad attivarsi, anche attraverso iniziative legislative urgenti per introdurre misure straordinarie di contrasto al terrorismo di matrice islamica:
a) che consentano l'immediata espulsione degli imam, che anche solo nell'esercizio del culto, mettendo in essere comportamenti contrari ai princìpi dell'ordinamento giuridico italiano e promuovendo un pensiero ostile nei confronti dell'Occidente, contribuiscono a diffondere una cultura del terrore;
b) che prevedano una moratoria per la costruzione di nuove moschee e centri culturali islamici fino a quando non sarà approvata una legge per regolamentare l'edificazione di luoghi di culto per le confessioni che non abbiano stipulato intese con lo Stato italiano e predisponendo l'immediata chiusura di tutte le moschee e centri islamici al cui interno si riscontrino presenze eversive.
(1-00076) «Cota, Guido Dussin, Dal Lago, Reguzzoni, Alessandri, Allasia, Bitonci, Bonino, Bragantini, Brigandì, Buonanno, Callegari, Caparini, Chiappori, Comaroli, Consiglio, Crosio, D'Amico, Dozzo, Luciano Dussin, Fava, Fedriga, Fogliato, Follegot, Forcolin, Fugatti, Gibelli, Gidoni, Giancarlo Giorgetti, Goisis, Grimoldi, Lanzarin, Lussana, Maccanti, Laura Molteni, Nicola Molteni, Montagnoli, Munerato, Negro, Paolini, Pastore, Pini, Pirovano, Polledri, Rainieri, Rivolta, Rondini, Salvini, Simonetti, Stefani, Stucchi, Togni, Torazzi, Vanalli, Volpi».