ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/05713/002

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 739 del 22/01/2013
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 22/01/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI 22/01/2013
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 22/01/2013


Stato iter:
22/01/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 22/01/2013
Resoconto DE MISTURA STAFFAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

NON ACCOLTO IL 22/01/2013

PARERE GOVERNO IL 22/01/2013

RESPINTO IL 22/01/2013

CONCLUSO IL 22/01/2013

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/05713/002
presentato da
DI PIETRO Antonio
testo di
Martedì 22 gennaio 2013, seduta n. 739

   La Camera,
   premesso che:
    ancora una volta, la Francia ha anticipato e spiazzato tutti gli altri partners europei con il suo intervento militare unilaterale e l'attacco aereo per contrastare l'avanzata dei gruppi islamisti ribelli nel nord del Mali (una volta chiamato Sudan francese, quindi una ex colonia), legati soprattutto a Al-Qaeda nel Maghreb islamico (Aqim);
    attualmente, sono stati schierati 1.400 militari francesi in Mali nell'ambito dell'operazione scattata l'11 febbraio scorso;
    l'iniziativa evidenzia la continuità della politica francese nel continente africano ma pone anche una serie di problemi. Infatti, da diversi mesi la diplomazia internazionale stava lavorando a una soluzione diplomatica per il nord Mali, prendendo anche in considerazione le rivendicazioni dei tuareg, i problemi di sottosviluppo e l'insoddisfazione della popolazione verso i traballanti governi succedutisi nella capitale Bamako, con l'intento di tessere un consenso interno ed esterno per migliorare la situazione di quella regione, tenendo in giusto conto anche le posizioni degli attori regionali, la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale e l'Algeria soprattutto; contestualmente, non si possono certo sottovalutare le problematiche di sicurezza regionale e internazionale che il connubio fra tuareg e islamisti qaedisti in questa zona potrebbe con il tempo rappresentare per l'insieme dei paesi occidentali attraverso la creazione di una potenziale zona franca terroristica nel retroterra del Mediterraneo;
    come già accaduto in Libia, l'accelerazione dei tempi di intervento ci pone di fronte all'evidente volontà di leadership francese dopo aver preparato per mesi l'opinione pubblica internazionale a tale eventualità incassando, per tale motivo, diverse risoluzioni del Consiglio di sicurezza (le ultime sono la 2071 del 12 ottobre 2012 e la 2085 del 20 dicembre 2012); con queste due risoluzioni, gli stati membri dell'Onu si sono impegnati a rispondere alla richiesta del governo maliano per il dispiegamento di una forza militare internazionale e a offrire sostegno alle attività di pianificazione dell'Unione africana e della Comunità economica degli stati dell'Africa occidentale (Ecowas); tuttavia, il Consiglio di sicurezza non ha di fatto utilizzato le proprie prerogative e sembra aver consegnato la risposta internazionale a un intervento unilaterale, screditando ancora una volta il suo ruolo di perno del sistema di sicurezza collettiva a livello globale;
    la Francia è poi riuscita anche a ottenere, nel corso della riunione straordinaria dei ministri degli esteri dell'Unione europea tenuta lo scorso 17 gennaio a Bruxelles, «l'istituzione di una missione per sostenere la formazione e la riorganizzazione delle forze armate del Mali. L’European Union Training Mission (Eutm Mali) garantirà quindi una formazione militare, addestrerà le forze armate del paese e fornirà consulenza sul comando, il controllo, la logistica e le risorse umane, così come sul diritto internazionale e la protezione dei civili. La missione non parteciperà alle operazioni di combattimento», come si legge in un comunicato ufficiale;
    il 16 gennaio scorso, davanti alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, il ministro degli esteri Giulio Terzi ha annunciato: «L'Italia è pronta a un supporto logistico dell'operazione in Mali... per arrivare a una rapida soluzione di questa crisi per evitare che si radichi la presenza endemica di forze estremiste sul territorio». Giampaolo Di Paola, il titolare della Difesa, pur escludendo soldati «sul terreno» ha fatto notare: «Il governo e le forze armate maliane, senza un aiuto immediato, crolleranno»;
    nel decreto di rifinanziamento delle missioni militari attualmente all'esame della Camera dei deputati sono previsti fondi per 24 istruttori italiani tra Mali e Niger; l'intenzione del Governo italiano appare, tuttavia, quella di non lasciare politicamente sola la Francia;
    dunque, ancorché senza truppe sul terreno, ma fornendo soprattutto mezzi (aerei militari da trasporto C 130-J e C-271 utili ai francesi o alle forze armate di paesi africani, e Boeing 767 in grado di rifornire in volo di carburante caccia amici come nella guerra del 2011 in Libia), l'Italia si prepara ad appoggiare l'offensiva militare cominciata dalla Francia contro le milizie fondamentaliste islamiche che controllano quella regione;
    tra l'altro, in risposta all'interventismo francese, la tragica operazione condotta nei giorni scorsi dagli estremisti islamici nel sito di In Amenas con il rapimento di 41 occidentali, testimonia di quali mezzi siano in possesso le unità radicali legate ad al Qaeda nel Magreb islamico e della loro volontà di estendere l'insicurezza all'insieme della regione; come è tragicamente noto, è finito nel sangue il blitz dell'esercito algerino contro il commando islamista all'interno dell'impianto di estrazione di gas nel Sahara algerino, al confine con il Mali; il raid dell'aviazione algerina, seguito da un'operazione di terra, è costata, infatti, la vita a 48 persone e 32 sequestratori, tra cui anche il capo del gruppo di terroristi;
    forte appare il rischio, dunque, di accrescere il consenso anti-francese, e quindi anti-occidentale, di popolazioni che si sentono emarginate, avvicinandosi ai movimenti terroristici,

impegna il Governo

   ad escludere, dal momento in cui inizierà la partecipazione italiana alla missione europea di cui alla premessa, un impiego sul campo di uomini e mezzi del nostro Paese a sostegno dell'operazione militare così come decisa unilateralmente dal governo francese;
   a fornire precisi e puntuali chiarimenti sull'impiego dei 24 istruttori italiani con riferimento sia alle reali mansioni da svolgere sia, nell'eventualità, ancorché scongiurabile, di un attacco terroristico nei loro confronti, alla modalità di tutela della loro incolumità.
9/5713/2Di Pietro, Di Stanislao, Borghesi.