ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/05389/036

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 678 del 07/08/2012
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 07/08/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CALGARO MARCO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 07/08/2012


Stato iter:
07/08/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 07/08/2012
POLILLO GIANFRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 07/08/2012

ACCOLTO IL 07/08/2012

PARERE GOVERNO IL 07/08/2012

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 07/08/2012

CONCLUSO IL 07/08/2012

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/05389/036
presentato da
BINETTI Paola
testo di
Martedì 7 agosto 2012, seduta n. 678

   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame è stato varato per rafforzare l'analisi e la revisione della spesa pubblica, con la finalità di evitare inefficienze, eliminare sprechi e ottenere risorse da destinare alla crescita;
    un recente rapporto dell'Unicef indica che in Grecia ci sono più di 439.000 bambini costretti a vivere al di sotto della soglia di povertà, tra malnutrizione e lavoro minorile. Alcuni fenomeni sociali che si stanno verificando in Italia lasciano prevedere che la condizione greca possa svilupparsi anche qui e che gli interventi messi in atto con la spending review, giustamente finalizzati a ridurre gli eccessi della spesa pubblica, per gli effetti sulla Sanità potrebbero, se non ben indirizzati, avere effetti negativi sulla condizione infantile del nostro Paese;
    l'aumento della disoccupazione giovanile ha raggiunto a maggio il valore record del 36,2 per cento, e l'incremento della precarietà del lavoro potrebbero indurre le donne a posticipare ancora l'epoca della gravidanza determinando un aumento dei rischi. Nel Lazio, che registra ogni anno circa 55.000 nati, il numero delle primarie over 35 era del 10 per cento negli anni ’80 e ha raggiunto il 35 per cento nel 2009. Nello stesso periodo il numero dei neonati pretermine è passato dal 5 all'8 per cento di tutti i nati;
    il ricorso ai servizi sociali e alle prestazioni sanitarie, a fini preventivi, diagnostici e terapeutici, se implicherà spese dirette con il pagamento di ticket non sarà sostenibile da ampi strati della popolazione;
    è auspicabile che, nonostante il difficile momento economico, vengano mantenuti e potenziati gli interventi per l'infanzia e le famiglie più povere. Una particolare attenzione dovrà andare alla salute in gravidanza, ai neonati e soprattutto agli immigrati, per le difficoltà di accesso ai servizi sanitari;
    è altrettanto auspicabile che l'annunciata diminuzione di posti negli ospedali italiani non comprometta l'assistenza ospedaliera pediatrica e neonatale. In Italia, infatti, ci sono piccoli reparti di pediatria e neonatologia che non hanno motivo di esistere. Il 10 per cento dei circa 550.000 nati in Italia ogni anno nascono in strutture con meno di 500 parti, spesso sprovviste di attrezzature e personale idoneo ad affrontare emergenze e a fornire un'assistenza specialistica. Inoltre, negli ultimi anni si è creata una grave carenza di pediatri neonatologi soprattutto nelle Regioni con piani di rientro del deficit sanitario;
    il blocco del reclutamento di nuovo personale, non permettendo la sostituzione di chi va in pensione e addirittura in maternità, sta mettendo in grave difficoltà la quasi totalità dei reparti di neonatologia;
    l'assistenza in queste strutture, pur riguardando solo il 2-3 per cento di tutti i nati, ha contribuito sensibilmente alla riduzione della mortalità neonatale e infantile del nostro Paese. Purtroppo esistono alcune regioni, come il Lazio, dove i posti di terapia intensiva neonatale sono insufficienti e, dunque, spesso neonati prematuri anche piccolissimi non possono essere curati nel centro dove nascono, ma debbono essere trasferiti in un altro ospedale con un aumento del rischio di morte e di esiti a distanza; i neonati pretermine di peso molto basso o quelli a rischio dovrebbero nascere ed essere assistiti in ospedali provvisti di Unità di terapia intensiva neonatale, dove è presente personale medico e infermieristico qualificato e apparecchiature tecnologicamente avanzate,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica, nell'ambito delle proprie competenze e d'intesa con le Regioni interessate, di prevedere l'accorpamento dei punti nascita con pochi nati e di identificare i reali fabbisogni dei reparti di terapia intensiva neonatale collocandoli in modo più razionale, il che costituirebbe, senz'altro, uno dei modi per diminuire le spese e migliorare i risultati per la salute infantile.
9/5389/36. (Testo modificato nel corso della seduta) Binetti, Calgaro.