ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/05369/017

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 674 del 31/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI BIAGIO ALDO
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 31/07/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PAGLIA GIANFRANCO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 31/07/2012


Stato iter:
31/07/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 31/07/2012
FERRARA GIOVANNI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

ACCOLTO IL 31/07/2012

PARERE GOVERNO IL 31/07/2012

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 31/07/2012

CONCLUSO IL 31/07/2012

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/05369/017
presentato da
DI BIAGIO Aldo
testo di
Martedì 31 luglio 2012, seduta n. 674

   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge in esame reca alcune disposizioni che mirano a rafforzare l'efficienza e il coordinamento degli organismi deputati a garantire la sicurezza dei cittadini, nella prospettiva della creazione di un adeguato sistema di gestione delle emergenze;
    nel corso dell'esame al Senato è stato introdotto, nell'ambito dell'articolo 1 del disegno di legge di conversione, un comma 2 aggiuntivo, che differisce al 30 settembre 2012, il termine per l'esercizio della delega al Governo per la riorganizzazione degli enti vigilati dal Ministero della salute scaduto il 30 giugno 2012;
    in particolare, la norma in esame fa riferimento alla delega disciplinata dall'articolo 2 della legge n. 183 del 2010, la cui scadenza era stata già differita al 30 giugno 2012 dall'articolo 1, comma 2, della legge n. 14 del 2012; si prevede, infatti, espressamente che «al fine di coordinare la riforma dell'associazione della Croce rossa italiana (CRI) con gli interventi per la funzionalità del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e con il riordino della protezione civile, allo scopo di realizzare un compiuto sistema di gestione delle emergenze, il termine di cui all'articolo 1, comma 2, della legge n. 14 del 2012, è differito al 30 settembre 2012»;
    il differimento del termine si è reso, anche questa volta, necessario a fronte della «tardiva» presentazione – in prossimità della scadenza del termine della delega – alle competenti Commissioni parlamentari dello schema di decreto legislativo riguardante il riordino della Croce rossa italiana: come lo schema n. 424 era stato trasmesso alle Camere il 18 novembre 2011, sei giorni prima della scadenza del termine di delega, originariamente fissato al 24 novembre 2011 (un anno dalla data di entrata in vigore della legge n. 183 del 2010), così lo schema n. 491 è stato trasmesso il 28 giugno 2012 e il termine è poi scaduto il 30 giugno 2012;
    il Comitato per la legislazione, come già nella precedente occasione, ha evidenziato che tale proroga, per costante giurisprudenza del Comitato, integra una palese violazione del limite posto dall'articolo 15, comma 2, lettera a) della legge n. 400 del 1988, secondo cui il Governo non può, mediante decreto-legge, «conferire deleghe legislative ai sensi dell'articolo 76 della Costituzione», interpretandosi il citato limite di contenuto come volto ad impedire che nel testo possano confluire disposizioni che incidano, in via diretta o indiretta, sulle modalità di esercizio di deleghe legislative, anche se già conferite; ha, altresì, segnalato che la disposizione in esame connette il differimento del termine per l'esercizio della delega alla finalità di «coordinare la riforma dell'associazione della Croce rossa italiana (CRI) con gli interventi per la funzionalità del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e con il riordino del servizio della protezione civile, nell'intento di realizzare un compiuto sistema nazionale di gestione delle emergenze», derivandone l'effetto per cui l'attuazione di tale finalità comporterebbe una integrazione dei principi e criteri direttivi della delega, che non contengono alcun riferimento al sistema nazionale di gestione delle emergenze;
    al di là dei meri problemi sulla legittimità «procedurale» dell’iter per l'esercizio della citata delega, ciò che maggiormente preoccupa è che il riordino complessivo della Croce rossa italiana – così come risultante dallo schema di decreto legislativo sottoposto al parere delle competenti Commissioni parlamentari – comporterà pesanti interventi «strutturali» con inevitabili effetti negativi soprattutto dal punto di vista occupazionale e organizzativo delle risorse umane;
    la Croce rossa italiana – oggi ente di diritto pubblico non economico con prerogative di carattere internazionale, avente per scopo l'assistenza sanitaria e sociale, sia in tempo di pace che in tempo di conflitto – ha svolto, negli anni, un ruolo encomiabile essenziale per i cittadini, come è emerso soprattutto in occasione dei recenti eventi calamitosi;
    attualmente le strutture della Croce rossa italiana coinvolgono circa 145 mila soci attivi sull'intero territorio nazionale, circa 4 mila dipendenti, suddivisi in lavoratori civili e militari, di cui oltre 1500 precari: si tratta, in sostanza, di uomini e donne, molti giovanissimi, che con abnegazione e passione, svolgono quotidianamente il loro lavoro con indiscussa capacità ed operatività;
    sarebbe opportuno – seppure in un rinnovato rapporto di vigilanza – garantire un effettivo e capillare controllo sulle decisioni relative ad alcuni aspetti della gestione che sono particolarmente delicati, mentre dallo schema di decreto emerge una mera «riformulazione organizzativa» che, per certi aspetti, consentirebbe alla dirigenza di poter operare scelte discutibili sul versante della gestione delle risorse economiche ed umane, legittimate dall'esigenza di riordino;
    la semplificazione e lo snellimento dell'organizzazione e della struttura amministrativa dell'ente nonché la razionalizzazione e l'ottimizzazione dei suoi costi di funzionamento – seppur ispirati ai principi di efficacia, efficienza ed economicità – non possono affatto tradursi in uno snaturamento della sua essenziale funzione pubblica né in una «politica» che rischia di compromettere la funzionalità di circa 4500 posti di lavoro;
    nell'attuale situazione di estrema sofferenza per l'intero sistema economico-produttivo nazionale, l'enorme potenziale di risorse umane, mobiliari ed immobiliari di tale prestigiosissimo ente, se correttamente utilizzato ed investito, potrebbe rappresentare un grande valore aggiunto per l'intero Paese, anche, dal punto di vista di una concreta attuazione ed implementazione del principio di sussidiarietà,

impegna il Governo

a tener conto delle criticità evidenziate in premessa e a rivedere lo schema di decreto legislativo recante il riordino della Croce rossa italiana, soprattutto al fine di introdurre le opportune misure volte a: salvaguardare, nell'interesse dei cittadini, la qualità e l'efficienza dei servizi svolti da un ente che gode di un ampio prestigio internazionale, quale è la CRI; garantire una effettiva tutela dei livelli occupazionali, salvaguardando l'attività e la professionalità dei numerosi operatori attualmente attivi nelle diverse strutture; assicurare un maggiore ed effettivo controllo sulla gestione delle risorse umane, immobiliari e finanziarie, nel rispetto dei principi di economicità, efficienza e trasparenza; ad evitare che il riordino – di cui sopra – comporti la creazione di condizioni ottimali per la speculazione privatistica sulle risorse, umane e strumentali, di un'associazione di promozione sociale di interesse pubblico.
9/5369/17Di Biagio, Paglia.