ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/05358/003

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 669 del 19/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: CAMBURSANO RENATO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 19/07/2012


Stato iter:
19/07/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 19/07/2012
MOAVERO MILANESI ENZO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI EUROPEI)
Fasi iter:

ACCOLTO IL 19/07/2012

PARERE GOVERNO IL 19/07/2012

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 19/07/2012

CONCLUSO IL 19/07/2012

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/05358/003
presentato da
CAMBURSANO Renato
testo di
Giovedì 19 luglio 2012, seduta n. 669

   La Camera,
   premesso che:
    il trattato in oggetto, sottoscritto lo scorso 2 marzo da 25 Stati membri dell'Unione europea, con l'esclusione del Regno Unito e della Repubblica Ceca, che entrerà in vigore il 1o gennaio 2013, a condizione che almeno 12 Stati membri dell'area euro lo ratifichino, ha finalità di salvaguardare la stabilità della zona Euro prevedendo l'introduzione di regole specifiche, tra le quali il pareggio di bilancio e un meccanismo automatico per l'adozione di misure correttive in tema di deficit e di debito pubblico. In particolare, il titolo III del Trattato contiene le disposizioni relative alle regole sulla finanza pubblica, il cosiddetto Fiscal Compact;
    l'articolo 3 definisce la regola del pareggio di bilancio; ribadisce l'impegno delle parti contraenti a garantire la convergenza verso i rispettivi obiettivi di medio-termine (come definiti dal Patto di stabilità e crescita riformato dal cosiddetto Six-pack), con un margine massimo di scostamento consentito per il deficit strutturale pari allo 0,5 per cento del PIL; prevede deviazioni consentite rispetto a tale obiettivo solo in presenza di circostanze eccezionali; prevede l'impegno a definire meccanismi automatici di correzione che entreranno in funzione nel caso di deviazioni significative rispetto agli obiettivi di medio-termine;
    con la legge costituzionale 20 aprile 2012, n. 1, è stato introdotto il principio del pareggio di bilancio nella nostra Carta Costituzionale;
    l'articolo 4 del Trattato reca l'impegno al rispetto della regola di riduzione del debito pubblico definita nel Six-pack, stabilendo che quando il rapporto tra il debito e il prodotto interno lordo di una parte contraente supera il valore di riferimento del 60 per cento, di cui all'articolo 1 del protocollo n. 12 sulla procedura per i disavanzi eccessivi, allegato ai Trattati dell'Unione europea, la Parte contraente opera una riduzione a un ritmo medio di un ventesimo all'anno;
    l'articolo 4 del Trattato richiama l'articolo 2 del Regolamento del Consiglio europeo n. 1467/97 del 7 luglio 1997, come modificato dal Regolamento del Consiglio n. 1177/2011 dell'8 novembre 2011, con riferimento ai cosiddetti « fattori rilevanti» di cui tenere conto nell'ambito del calcolo del debito o del deficit eccessivo degli Stati rispetto ai limiti fissati dal Trattato stesso;
    l'articolo 2, paragrafo 3, lettere a), b) e c) del Regolamento del Consiglio europeo n. 1467/97 del 7 luglio 1997, come modificato dal Regolamento del Consiglio n. 1177/2011 dell'8 novembre 2011, riporta, tra i fattori rilevanti da tenere in considerazione, la posizione economica e finanziaria di medio termine degli Stati e, tra questi, in particolare la crescita potenziale, il ciclo economico e l'indebitamento netto del settore privato;
    sono attualmente in discussione presso questo ramo del Parlamento il disegno di legge n. 5359 recante la ratifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (MES), strettamente collegato a quello del Fiscal Compact, e il disegno di legge n. 5357, recante la ratifica dell'articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea relativamente a un meccanismo di stabilità per gli Stati membri la cui moneta è l'euro, fatta a Bruxelles il 25 marzo 2011;
    occorre evidenziare che il preambolo del Trattato sul Fiscal Compact, al terz'ultimo paragrafo, prevede che l'assistenza finanziaria nell'ambito di nuovi programmi a titolo di Meccanismo europeo di stabilità sarà subordinata, a decorre dal 1o marzo 2013, alla ratifica del Trattato in oggetto;
    in data 27 giugno 2012, in vista del Consiglio europeo del 28-29 giugno, la Camera dei deputati ha approvato mozioni di maggioranza con le quali si è impegnato il Governo a sostenere e promuovere iniziative europee per lo sviluppo e la crescita, con l'obiettivo di attivare con effetto immediato i Project bond europei; sostenere un rilancio forte verso un'unione bancaria, fiscale e politica dell'area euro; favorire, attraverso opportune modifiche dei Trattati, un processo riformatore volto ad attribuire alla Banca centrale europea un nuovo mandato che preveda il ruolo di prestatore di ultima istanza; proseguire nell'istituzione di un fondo speciale europeo, che assuma i debiti dei Paesi che eccedono il limite del 60 per cento del PIL, fissato dal Fiscal Compact, e che emetta obbligazioni a tassi di interesse ridotti con la garanzia di tutti gli Stati membri entro i limiti temporali determinati; nonché creare un nuovo meccanismo di solidarietà che contrasti le oscillazioni eccessive degli spread;
    i contenuti e le modalità con cui viene progressivamente condivisa a livello dell'Unione europea e della zona Euro sono sempre più incisivi e comparabili a quelli di uno Stato federale, a cominciare dalla rottura del principio unanimistico per l'entrata in vigore dei Trattati di cui all'articolo 14, comma 2, del Trattato sul Fiscal Compact;
    le modalità di integrazione politica continuano invece ad essere deboli e comunque sempre più inadeguate;
    ai fini di una riduzione del debito pubblico credibile e socialmente ed economicamente sostenibile, occorre implementare i citati Regolamenti del Consiglio europeo del luglio 1997 e del novembre 2011, con riferimento «ai fattori rilevanti» – crescita potenziale, ciclo economico e indebitamento netto del settore privato – e in parallelo avviare un'azione credibile di riduzione strutturale dello stock del debito pubblico;
    appare sempre più opportuno, nell'ambito di una disciplina fiscale, assicurare un'unitarietà e integrità del diritto dell'Unione europea e del suo quadro istituzionale, evitare che si introducano vincoli più rigidi di quanto già concordato ma soprattutto è auspicabile che si bilancino le norme relative alla disciplina di finanza pubblica con disposizioni volte a promuovere la crescita e la competitività, rafforzando l'integrazione economica all'interno del mercato unico;
    c’è il concreto rischio che politiche restrittive in fase recessiva allontanino la crescita generata da effetti prociclici, bisogna quindi spezzare questo circuito che rischia di affievolire il consenso della costruzione europea da parte dei cittadini e alimentare il nazionalismo ed il provincialismo in un momento in cui occorre più europeismo, l'isolazionismo in un momento in cui occorre la capacità di governare fenomeni di integrazione europee globale;
    le misure per la crescita adottate nel corso del vertice del 29 giugno, confermate nell'Eurogruppo dello scorso 9 luglio, quali la ricapitalizzazione della BEI ed i project bond, rappresentano l'avvio di una vera politica europea per la crescita e lo sviluppo,

impegna il Governo:

   a considerare il Titolo III del Trattato, che contiene le disposizioni relative alle regole sulla finanza pubblica, il cosiddetto Fiscal Compact, tra le quali il pareggio di bilancio e un meccanismo automatico per l'adozione di misure correttive in tema di deficit e di debito pubblico, come un tutt'uno, così come avviene negli altri Paesi dell'Unione europea;

   a proseguire un'operazione seria, continua, strutturale di riduzione dello stock di debito pubblico;

   ad adoperarsi, presso i principali partner europei ai fini di confermare l'agenda per la crescita quale priorità della politica europea e ad intraprendere ogni necessaria iniziativa affinché il «Piano per la crescita in Europa» si possa, quanto prima, tradurre in concrete misure per lo sviluppo;

   affinché venga riservata maggiore attenzione alle politiche per l'occupazione e per le piccole e medie imprese; alla costruzione di un vero mercato europeo del lavoro; al finanziamento delle imprese che soffrono per stretta del credito, nonostante gli interventi di liquidità a lungo termine della Banca centrale europea;

   a sostenere in ogni sede incisive forme di integrazione politica tra i Paesi della zona Euro e a livello dell'Unione europea, comprese forme di legittimazione o elezione diretta del Presidente della Commissione e del Consiglio europeo.
9/5358/3Cambursano.