ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/05256/061

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 657 del 27/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: PINI GIANLUCA
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 27/06/2012


Stato iter:
27/06/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
DICHIARAZIONE GOVERNO 27/06/2012
MARTONE MICHEL ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
PARERE GOVERNO 27/06/2012
MARTONE MICHEL ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 27/06/2012

NON ACCOLTO IL 27/06/2012

PARERE GOVERNO IL 27/06/2012

RESPINTO IL 27/06/2012

CONCLUSO IL 27/06/2012

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/05256/061
presentato da
PINI Gianluca
testo di
Mercoledì 27 giugno 2012, seduta n. 657

   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame, per esplicita ammissione del Governo, è stato messo a punto su indicazione ed in risposta alla famosa «lettera della BCE» del 5 agosto, inviata al Governo italiano da parte dei Governatori, l'uno in carica e l'altro subentrante, di un organismo prettamente finanziario, senza alcun ruolo politico e senza alcun avvallo democratico;
    a conferma di ciò alcuni giorni fa il Dott. Squinzi, presidente di Confindustria, ha ribadito che pur essendo questa riforma «una boiata» è necessario approvarla per dimostrare all'UE di avere obbedito all'indicazione partita a livello comunitario;
    tali atteggiamenti fanno emergere come né la BCE, né il Governo italiano, né il Ministro del lavoro, abbiano concepito e lavorato alla riforma in esame solo con l'obiettivo del tutto secondario di migliorare concretamente il nostro sistema. L'unico orientamento imprescindibile era invece rispondere, indipendentemente dalla bontà del contenuto della risposta, ad una autorità esterna che per di più non ha istituzionalmente alcuna conoscenza né alcuna competenza in materia del mercato del lavoro ma deve occuparsi obbligatoriamente solo di rigore monetario,

impegna il Governo

a pretendere in sede comunitaria un maggiore rispetto ed una maggiore indipendenza per scelte che sono prettamente politiche e sociali, in quanto afferenti alla vita delle persone, e non possono essere subalterne solo ed esclusivamente a scelte economiche e finanziarie.
9/5256/61Pini.