ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/05178/002

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 634 del 17/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: BELTRANDI MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 17/05/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 17/05/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 17/05/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 17/05/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 17/05/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 17/05/2012
MISIANI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 17/05/2012


Stato iter:
17/05/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 17/05/2012
Resoconto D'ANDREA GIAMPAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

ACCOLTO IL 17/05/2012

PARERE GOVERNO IL 17/05/2012

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 17/05/2012

CONCLUSO IL 17/05/2012

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/05178/002
presentato da
BELTRANDI Marco
testo di
Giovedì 17 maggio 2012, seduta n. 634

   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame ha recepito il contenuto dell'ordine del giorno n. 9/5025/202, accettato dal Governo e volto a completare e rendere funzionale la disciplina in materia di nullità delle clausole dei contratti bancari contenuta nel decreto-legge n. 1 del 2012: in particolare, la nullità delle clausole che prevedono commissioni a favore degli istituti di credito a fronte di concessione, messa a disposizione e mantenimento di linee di credito, nonché loro utilizzo nel caso di sconfinamenti, viene limitata alle sole clausole stipulate in violazione delle disposizioni adottate in materia dal Comitato interministeriale per il credito e il risparmio (CICR) ai sensi dell'articolo 117-bis del decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385 (TUB);
    meritoriamente, nello stesso provvedimento, si introduce la disciplina di un nuovo organismo: l’«Osservatorio sull'erogazione del credito» da parte delle banche alla clientela, con l'obiettivo di attivare interventi contro l'ingiustificata restrizione creditizia ai danni del sistema imprenditoriale e con l'intento di promuovere l'accesso al credito;
    particolare rilievo va dato a questo organismo e un sincero plauso è rivolto al Governo per la sensibilità concreta rivolta al sistema bancario creditizio italiano, il quale da troppo tempo sconta il recessivo fenomeno della restrizione creditizia;
    la VI Commissione della Camera, già nel 2011, ha svolto una indagine conoscitiva sui mercati degli strumenti finanziari per meglio comprendere le necessità e le urgenze del nostro sistema economico finanziario. La Commissione ha ritenuto necessario operare con l'obiettivo di analizzare le evoluzioni storiche, l'attuale condizione e le prospettive di questo settore per quanto riguarda gli aspetti quantitativi ed i profili macroeconomici, verificando in tale contesto anche l'efficacia e l'adeguatezza del quadro normativo nazionale, comunitario ed internazionale, nonché degli assetti regolamentari e di vigilanza sussistenti in materia;
    l'analisi delle audizioni svolte ha consentito di enucleare, tra le altre, la specifica tematica relativa al rapporto tra le caratteristiche dei mercati degli strumenti finanziari e le modalità di finanziamento delle imprese, in particolare di piccole e medie dimensioni;
    a differenza dei paesi connotati da sistemi creditizi e produttivi avanzati, in Italia il finanziamento delle piccole e medie imprese si caratterizza per la prevalenza assoluta del ricorso all'autofinanziamento e, soprattutto, al credito bancario. Nell'ambito delle piccole e medie imprese, che rappresentano la quasi totalità delle imprese non finanziarie e che impiegano l'80 per cento della forza lavoro, solo lo 0,5 per cento di essa fa ricorso alla raccolta di risparmio presso il pubblico. La prevalenza del ricorso al finanziamento bancario è certamente connessa con le caratteristiche dimensionali del tessuto imprenditoriale italiano, il quale risulta estremamente frammentato poiché le Pmi rappresentano la quasi totalità delle imprese attive, tanto che sono solo 3.500 le imprese con più di 250 dipendenti, mentre il sistema è connotato da assetti proprietari fortemente concentrati;
    a causa di queste caratteristiche storicamente date, un'ampia percentuale delle imprese italiane risulta scarsamente patrimonializzata, quindi ogni restrizione della disponibilità di credito da parte delle banche legata, come nel caso attuale, alle incertezze delle prospettive economiche globali, al cambiamento sfavorevole delle condizioni di finanziamento e alla contemporanea esigenza delle stesse banche di migliorare i propri coefficienti patrimoniali per adeguare il proprio patrimonio di vigilanza sulla base delle più stringenti regole di Basilea 3, determina gravi difficoltà sia a sostenere quei meccanismi di innovazione di processo e di prodotto che sono ormai condizione essenziale per poter operare nel contesto della competizione globale, sia a far fronte alle esigenze finanziarie connesse con il semplice funzionamento ordinario delle imprese, le quali fanno ancora in larga parte ricorso a forme di provvista finanziaria molto tradizionali, quali, ad esempio, il finanziamento «a breve», caratterizzato dalle linee di credito bancario;
    secondo i dati della Banca d'Italia, la contrazione dei prestiti bancari registrata nel 2011 ha riflesso i vincoli all'offerta di credito provocati, in quella fase, dall'instabilità del mercato dei titoli pubblici: le tensioni sul fronte della liquidità delle banche che ne sono derivate hanno spinto gli intermediari a irrigidire le politiche di impiego, accentuando la decelerazione del credito dovuta al calo della domanda da parte di famiglie e imprese. La dinamica dei prestiti è condizionata anche dal peggioramento della qualità del credito;
    la situazione non sembra poter cambiare nel breve periodo poiché il futuro
quadro economico descritto nel Def, è chiaro: Per l'anno in corso, sono state riviste al ribasso le assunzioni sulla crescita dell'economia globale, ora al 3,1 per cento, e sull'espansione del commercio mondiale, ora al 3,4 per cento. Anche se recentemente il contesto internazionale sembra essere divenuto più favorevole, continuano a persistere elementi di incertezza per il futuro, che certo non facilita l'accesso al credito delle Pmi;
    ad avviso della Banca d'Italia, l'intervento dell'Eurosistema ha fortemente ridotto i rischi di finanziamento delle banche nel medio termine. Ora gli intermediari italiani dispongono di risorse liquide per fronteggiare passività in scadenza e per finanziare l'economia; la dotazione di collaterale è anch'essa assai ampia. Nell'ambito dei sondaggi condotti dalla Banca d'Italia, le maggiori banche italiane hanno manifestato l'intenzione di impiegare parte dei fondi ottenuti dalla BCE per riavviare il credito a famiglie e imprese. Come sempre però, i miglioramenti delle condizioni di offerta potranno riflettersi, con gli usuali ritardi, sulla dinamica effettiva dei prestiti;
    nell'ambito dei sondaggi condotti dalla Banca d'Italia, le maggiori banche italiane hanno manifestato l'intenzione di impiegare parte dei fondi ottenuti dalla BCE per riavviare il credito a famiglie e imprese;
    le banche italiane inizialmente sono risultate estranee alla crisi economica solo grazie all'obsolescenza degli strumenti utilizzati, obsolescenza che però non ha potuto impedire la dolorosa trasformazione della crisi in economica, crisi che ha travolto il tessuto produttivo domestico. Infatti, nel primo trimestre 2012, in Italia si sono registrati 3.001 fallimenti, quasi 33 ogni giorno. Un dato, questo, che evidenzia un incremento del +0,4 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2011 ma, soprattutto, un drammatico +36,6 per cento rispetto ai primi tre mesi del 2009, quando la crisi economica aveva da poco iniziato a far sentire i suoi effetti;
    se perdurasse questo trend negativo le banche si potrebbero trovare, nei prossimi anni, ad affrontare delle sofferenze bancarie di massa che ne potrebbero mettere a rischio la loro stessa stabilità poiché le nuove regole di Basilea 3, che entreranno in vigore il prossimo anno, prevedono un rafforzamento del patrimonio delle banche. Naturalmente tutti i crediti vantati verso debitori falliti si trasformerebbero in passività, con risultati ancor più negativi per il sistema bancario;
    l'attività del nuovo organismo istituito, V Osservatorio sull'erogazione del credito e sulle relative condizioni da parte delle banche alla clientela, avrà una particolare attenzione alle imprese micro, piccole, medie e a quelle giovanili e femminili, nonché sull'attuazione degli accordi o protocolli volti a sostenere l'accesso al credito dei medesimi soggetti;
    le competenze dell'Osservatorio, sono le seguenti a) monitorare l'andamento dei finanziamenti erogati e delle relative condizioni dal settore bancario e finanziario alla propria clientela, in particolare alle imprese micro, piccole, medie e a quelle giovanili e femminili; può richiedere alla Banca d'Italia, anche su base periodica, dati sui finanziamenti erogati e sulle relative condizioni applicate; b) elaborare le segnalazioni e le informazioni ricevute; c) analizzare l'attuazione di accordi e protocolli volti a sostenere l'accesso al credito; d) formulare eventuali proposte in un «Dossier sul credito» che viene messo a disposizione delle istituzioni e dei soggetti interessati; e) promuovere la formulazione delle migliori prassi per la gestione delle pratiche di finanziamento alle imprese, alle famiglie e ai consumatori volte a favorire un miglioramento delle condizioni di accesso al credito, in relazione alle specifiche situazioni locali;

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di promuovere un tavolo di intesa con ABI, Cdp, le organizzazioni imprenditoriali, con particolare attenzione tra queste ai comitati di base di imprenditori spontaneamente costituitesi con il nascere e l'aggravarsi della crisi economica e che più di altri interpretano i bisogni degli aderenti, per considerare delle forme di ristrutturazione diffusa dei debiti verso le banche, in modo che si possano prolungare i tempi di restituzione in caso del perdurare della situazione di crisi economica e rendere così meno gravose le rate dei mutui. Ciò potrebbe permettere alle imprese aventi adeguate prospettive economiche e di continuità aziendale di superare il periodo di crisi stesso che, a partire dall'analisi dei dati resi pubblici dal Governo nel DEF, si annuncia di non breve durata. La ristrutturazione si propone venga posta in essere senza costi aggiuntivi per le imprese; la facoltà del debitore di estinguere anticipatamente, in tutto o in parte, il proprio debito ristrutturato con rimborso anticipato non sia assoggettato ad una penale di estinzione.
9/5178/2
Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti, Misiani.