ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/04612/094

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 518 del 14/09/2011
Firmatari
Primo firmatario: PATARINO CARMINE SANTO
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 14/09/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CONSOLO GIUSEPPE FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 14/09/2011


Stato iter:
14/09/2011
Fasi iter:

DICHIARATO INAMMISSIBILE IL 14/09/2011

CONCLUSO IL 14/09/2011

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/4612/94
presentato da
CARMINE SANTO PATARINO
testo di
mercoledì 14 settembre 2011, seduta n.518

La Camera,
premesso che:
in Castellaneta (Taranto), località «Le Grotte», si stanno effettuando i lavori per la realizzazione del Metanodotto Massafra (Taranto)-Biccari (Foggia), per conto della Snam-rete gas;
durante l'esecuzione dei predetti lavori di scavo sono venuti alla luce insediamenti archeologici che, considerando la vastità dell'area interessata, i rilievi, la natura e la ricchezza del materiale ritrovato (monete di bronzo e di argento, vasellame di pregevole fattura, monili e altro), fanno verosimilmente pensare ad una delle aree archeologicamente più interessanti del Meridione scoperte negli ultimi tempi;
tali scoperte stanno restituendo informazioni importantissime circa la presenza di un centro rurale databile tra l'età arcaica e quella romana, con il rinvenimento di una porzione di una necropoli infantile, di sepolture relative a nuclei familiari, di una tomba ad incinerazione, di ambienti abitativi ed importanti tracce legate alla produzione agricola;
le ricerche condotte negli ultimi decenni nella chora della colonia greca di Taranto hanno consentito di documentare segni evidenti di coltivazione della vite, inquadrabili tra l'età classica ed ellenistica, che troverebbero puntuali conferme e confronti in località «Le Grotte», dove sono perfettamente conservate numerosissime canalette rettangolari, parzialmente intersecate da solchi regolari continui praticati nel terreno limo-argilloso e nel banco calcarenitico, funzionali ad impianti di vigneti e resti di strutture insediative a carattere rurale, associate probabilmente ad un intenso sfruttamento agricolo dell'area. Nella parte settentrionale dell'insediamento, in una zona precedentemente utilizzata come necropoli, sono stati individuati i resti di un edificio di grandi dimensioni, con più fasi di vita, di cui sono chiaramente visibili un vano quadrangolare e parte di un impianto produttivo, connesso probabilmente alla produzione del vino;
grande interesse è stato mostrato per il sito archeologico da parte di docenti di università straniere (Grecia e USA) che hanno dichiarato di essere disposti a continuare gli scavi;
tali scoperte rappresentano, altresì, una grande opportunità per il turismo che, oltre al mare stupendo, alle gravine, ai centri storici con le loro chiese e i loro edifici, può offrire un'altra risorsa per la stagione estiva e un interessante programma di destagionalizzazione per tutti gli operatori del settore;
nonostante l'estensione dei rinvenimenti e la loro importanza sotto il profilo archeologico, culturale e turistico, la Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia, preposta all'alta sorveglianza delle attività di ricerca e catalogazione dei reperti, ha comunicato ai proprietari del fondo interessato dalle straordinarie scoperte, l'imminente interruzione delle attività di scavo ed, anzi, la prossima ricopertura del sito con il terreno nel frattempo asportato, per mancanza di risorse economiche;
la regione Puglia beneficia di un contributo europeo di 25 milioni di euro l'anno per la tutela e la salvaguardia della sua storia emersa e da fare emergere (proprio come per il caso in questione). Il comune di Castellaneta, tuttavia, non rientra tra gli interventi del Programma operativo interregionale attrattori culturali, naturali e turismo 2007/2013 (POIN), poiché non ricompreso all'interno degli ambiti geografici di intervento individuati dalla regione Puglia nel polo del Gargano e nel polo del Salento;
se tali ultime decisioni dovessero essere definitive, oltre ad impedire la prosecuzione delle attività di scavo, esse escluderebbero la fruibilità ai fini culturali, archeologici, turistici e di valorizzazione del territorio di un sito dalle straordinarie potenzialità;
l'abbandono di ogni interesse al sito da parte della Soprintendenza renderebbe «indifeso» rispetto ai probabili illeciti «interessamenti» dei «tombaroli», il tesoro che in esso si cela, provocando danni irreparabili sul piano culturale e mortificando tante iniziative imprenditoriali che, in una zona in cui il livello occupazionale è molto basso, potrebbero rappresentare concrete possibilità di lavoro e di sviluppo economico, specialmente per i giovani. Ciò, soprattutto alla luce delle allarmanti notizie pubblicate dalla stampa, relativa all'assurdo traffico di reperti archeologici che da tempo interessa tutta l'Italia, come dimostrato dai circa 2000 reperti, in gran parte provenienti da quella zona, recuperati dai Carabinieri tra la fine di giugno e i primi di luglio;
il Governo, in risposta ad un'interpellanza da me presentata in data 5 luglio 2011 (n. 2-01141), ha, tra l'altro, dichiarato: «Per quanto attiene alle iniziative da adottare, con la dovuta urgenza, per la valorizzazione di tale importante sito archeologico, la prefettura di Taranto, parimenti interessata dall'interpellanza, ha comunicato che potrà essere costituito presso la stessa prefettura, un tavolo di concertazione con la partecipazione della Snam, di tutti i soggetti istituzionali competenti e degli enti locali per esaminare tutte le possibili soluzioni. Al tavolo di concertazione parteciperà ovviamente, con un ruolo decisivo, la Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia, che valuterà, nell'ambito delle proprie competenze istituzionali le soluzioni che verranno prospettate»,

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa affinché la prefettura di Taranto, con il dovuto sostegno dei ministri dei beni culturali, dello sviluppo economico e dell'interno, per quanto di loro competenza, abbia gli strumenti per organizzare quanto prima un tavolo di concertazione con tutti i soggetti istituzionali e privati interessati e con gli enti locali (provincia e comune di Castellaneta), per impedire che venga interrotta l'attività di ricerca in corso e ordinata la chiusura del sito con tutti i danni che una tale insensata decisione comporterebbe sul piano culturale, sociale ed economico.
9/4612/94.Patarino, Consolo.