ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/04470/004

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 508 del 27/07/2011
Firmatari
Primo firmatario: BARBI MARIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 27/07/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TEMPESTINI FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2011
NARDUCCI FRANCO PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2011


Stato iter:
27/07/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 27/07/2011
SCOTTI VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

ACCOLTO IL 27/07/2011

PARERE GOVERNO IL 27/07/2011

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 27/07/2011

CONCLUSO IL 27/07/2011

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/4470/4
presentato da
MARIO BARBI
testo di
mercoledì 27 luglio 2011, seduta n.508

La Camera,
premesso che:
l'Accordo fra i quindici Paesi del Cariforum e la Comunità europea rappresenta l'unico accordo di partenariato economico fino ad oggi portato a termine in tale contesto; la sua particolare rilevanza emerge anche dagli scopi contenuti nell'Accordo, tra i quali primeggia l'obiettivo di ridurre ed eliminare in prospettiva la povertà, mediante l'istituzione di un partenariato commerciale coerente con l'obiettivo di uno sviluppo sostenibile con gli Obiettivi di sviluppo del Millennio e con l'Accordo di Cotonou del 2000;

tra i quindici membri del Cariforum, gli stati di Antigua e Barbuda, Bahamas, Barbados, Belize, Dominica, Giamaica, Grenada, Guyana, Haiti, Santa Lucia, Saint Kitts e Nevis, Saint Vincent e Grenadine, Suriname, Trinidad e Tobago e il territorio britannico d'oltremare Monserrat, sono tutti abolizionisti della pena di morte de facto e non de iure; tali paesi comminano le condanne ma non praticano esecuzioni da oltre 10 anni, tranne Saint Kitts e Nevis che ha purtroppo ripreso le esecuzioni nel 2008. L'unico paese fra questi decisamente abolizionista è Haiti, dal 1987;
nessuno di questi paesi prevede la pena di morte per i minori, mentre il metodo di esecuzione è generalmente l'impiccagione, tranne che per il Suriname dove è prevista la fucilazione;
in occasione del voto all'Assemblea generale dell'Onu relativo alla mozione promossa dall'Italia a nome e per conto di una coalizione transregionale che ha deliberato la proclamazione di una moratoria universale della pena di morte tutti i membri del Cariforum, con l'eccezione del Suriname che si è astenuto e di Haiti che oltre a votare a favore ha anche co-sponsorizzato, hanno votato contro;
per molti membri del Cariforum il Comitato giudiziario del Privy Council britannico rimane la corte d'appello di ultima istanza. In base alla sentenza Pratt e Morgan del Privy Council del 1993, la pena di morte non può essere eseguita e va commutata automaticamente in ergastolo nel caso in cui il condannato abbia passato più di cinque anni nel braccio della morte in attesa dell'esecuzione.
Bahamas, Saint Kitts e Nevis, Barbados, Belize, Domenica, Giamaica, Grenada, Guyana, Santa Lucia, Suriname e Trinidad and Tobago sono gli 11 firmatari dell'accordo del 2001 volto a stabilire una Corte caraibica di giustizia, sostitutiva del Privy Council di Londra come corte d'appello di ultima istanza nella regione. I leader dei paesi caraibici vedono in essa la fine dell'ultimo retaggio del colonialismo, ma i militanti per i diritti umani sono preoccupati che con la nuova giurisdizione aumenteranno le esecuzioni essendo i governi caraibici per lo più a favore della pena di morte;
la Corte caraibica di giustizia è stata inaugurata a Trinidad il 16 aprile 2005 ma ancora molti paesi devono emendare le proprie costituzioni per passare dalla giurisdizione del Privy Council a quella della Corte caraibica di giustizia;
l'11 marzo 2002, il Comitato giudiziario del Privy Council (JCPC), ha confermato la decisione emessa nell'aprile del 2001 dalla Corte d'appello dei Caraibi orientali e ha unanimemente considerato incostituzionale, in quanto inumana e degradante, la pena di morte quale sanzione obbligatoria per omicidio in sette paesi;
il 6 luglio 2004, il Privy Council di Londra ha ammesso, in seguito a un appello presentato da 4 condannati a morte, la costituzionalità della pena di morte quale sanzione obbligatoria per omicidio a Barbados, a Trinidad e Tobago. Considerata l'importanza della questione, per la prima volta il panel della Corte non era costituito dai consueti cinque giudici, ma da nove. Con cinque voti contro quattro, la Corte ha ribadito che la pena di morte obbligatoria è una misura disumana e degradante e contraria al diritto internazionale, ma ha stabilito che la lettera delle costituzioni di Barbados e Trinidad, contrariamente a quelle di altri paesi caraibici, impedisce al Privy Council di interferire. Secondo i cinque giudici della maggioranza, le costituzioni di questi due paesi impedirebbero chiaramente che leggi esistenti prima della loro promulgazione - come quelle relative alla pena di morte obbligatoria in caso di omicidio - possano essere annullate;
l'8 marzo 2006, con un'altra importante sentenza, il Comitato giudiziario del Privy Council ha stabilito che la condanna a morte obbligatoria per omicidio viola la Costituzione delle Bahamas e i diritti umani internazionalmente riconosciuti (questa sentenza è stata appena ribadita, a giugno 2011);
il 14 giugno 2011, la pena di morte obbligatoria per omicidio a Trinidad e Tobago è stata nuovamente respinta dal Privy Council, che ha annullato la condanna a morte di Nimrod Miguel, ritenendola «incostituzionale». La decisione del Privy Council avrà probabilmente delle conseguenze sulla maggioranza dei prigionieri del braccio della morte, che sono stati condannati in circostanze analoghe,

impegna il Governo:

ad avviare, di concerto coi partner europei, tutte le opportune iniziative volte a far avanzare le legislazioni nazionali dei membri del Cariforum che ancora prevedono la pena di morte al fine di facilitare il passaggio a una moratoria de iure e di modificare di conseguenza la posizione di tali paesi in seno all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, particolarmente importante in occasione del prossimo voto previsto sulla risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni previsto per il 2012;
a promuovere, in sede comunitaria, adeguate iniziative nei confronti dei Paesi membri del Cariforum che dovessero riprendere le esecuzioni.
9/4470/4. Barbi, Tempestini, Narducci.