ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/04307/202

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 477 del 24/05/2011
Firmatari
Primo firmatario: PALADINI GIOVANNI
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 25/05/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PALAGIANO ANTONIO ITALIA DEI VALORI 25/05/2011
MURA SILVANA ITALIA DEI VALORI 25/05/2011


Stato iter:
25/05/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
DICHIARAZIONE GOVERNO 25/05/2011
Resoconto GIORGETTI ALBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 25/05/2011
Resoconto GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto COMPAGNON ANGELO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
 
PARERE GOVERNO 25/05/2011
Resoconto GIORGETTI ALBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 25/05/2011

NON ACCOLTO IL 25/05/2011

PARERE GOVERNO IL 25/05/2011

RESPINTO IL 25/05/2011

CONCLUSO IL 25/05/2011

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/4307/202
presentato da
GIOVANNI PALADINI
testo di
mercoledì 25 maggio 2011, seduta n.478

La Camera,
premesso che:
vari studi - raccolti dai Verdi italiani - dimostrano la pericolosità delle centrali nucleari durante il loro funzionamento normale, studi che sono stati sistematicamente osteggiati dall'industria atomica;
le centrali elettronucleari sono a oggi 441 nel mondo, alle quali corrisponde il 13 per cento della produzione elettrica totale. Innanzitutto distinguiamo tra funzionamento in condizioni normali e problematiche radioattive relative agli incidenti. Il primo problema è costituito dal trizio (isotopo radioattivo che si forma durante il normale funzionamento delle centrali), idrogeno a massa pesante, tre volte di più dell'idrogeno normale. Questo gas si forma di norma negli strati alti dell'atmosfera per azione dei raggi cosmici sull'azoto e sull'ossigeno; una parte contribuisce a determinare il fondo radioattivo naturale. La maggior parte del trizio presente sul nostro pianeta è di tipo antropico. Cioè prodotto dalle attività umane. Negli ultimi anni la quantità di trizio è aumentata enormemente. Esso è definito un tossico di classe quarta dalla legge. In una centrale si produce un atomo di trizio ogni 10mila fissioni al secondo. Il trizio viene assorbito sia per ingestione, perché entra nella composizione degli alimenti, nonché sotto forma di acqua triziata, che per inalazione;
il destino di molti bambini che hanno vissuto nei pressi delle centrali atomiche si giocherebbe ancora quando sono in utero. Uno studio fatto in Romania mostra la quantità di trizio trovato nel latte. E la catena alimentare, peraltro, è caratterizzata dall'imprevedibilità dell'assorbimento. La distanza dalle centrali condizionerebbe la quantità di trizio assorbito; vi sono studi pubblicati che tuttavia evidenziano come quantità di trizio non trascurabile possano ancor essere significative a distanze di centinaia di chilometri dall'impianto nucleare. Il trizio cade sotto forma di vapore acqueo, e ha una grande importanza nella formazione delle piogge acide. Il trizio e il carbonio 14 vengono eliminati in situazione di normale funzionamento dai camini dove vengono trasportati nella troposfera, sono fortemente solubili, interferendo con l'uomo. Il trizio si concentra nel sangue e rimane nell'uomo, nella matrice organica in cui si è coniugato e vi persiste praticamente per tantissimo tempo a seconda della costituzione fisico-chimica dei diversi tessuti e del tipo di radio nuclide;
oltre al trizio altre sostanze radioattive sono prodotte dalle centrali. Il cesio (che ha un tempo di dimezzamento di 30 anni), lo stronzio 90 (28), lo iodio 131 (di 8 giorni ma con variabilità enorme, influenzato dall'età e dalle caratteristiche della persona) e il plutonio, che è un inevitabile prodotto delle centrali (25mila anni) ed è anche altamente tossico (la dose letale si stima in un milionesimo di grammo) e il carbonio 14 (5.700 anni). Nei reattori delle centrali con le reazioni fissili, infatti, si forma anche il plutonio. Se malato, anche in sola frazione di milligrammo, è letale per una persona. Anche lo iodio viene assorbito nella catena alimentare. La tiroide dei bambini è talmente «golosa» di iodio che l'assorbimento è velocissimo. In uno studio di qualche anno fa (dati Cnr sugli effetti di Chernobyl) si vede che dal 1987 in poi c'è un aumento lineare negli adulti e, dato su cui riflettere, ce n'è uno molto più importante, da un punto di vista dell'incidenza del cancro alla tiroide, nei bambini. Negli adolescenti si è avuto un assorbimento a linearità intermedia;
quando evidenziata, la patologia si trova in uno stadio molto più avanzato e si presenta con metastasi linfonodali e polmonari con una frequenza molto superiore alla media; questi tumori sono molto più aggressivi. Un'altra patologia studiata sempre a Chernobyl è la cardiomiopatia da cesio, che ha generato infarti senza fenomeni infiammatori (gli studi sono quelli del dottor Yuri Bandazhevskij). L'Oms ha sempre ammesso che Chernobyl ha prodotto 4.000 vittime. Eugenia Stepanova, una ricercatrice del centro scientifico del governo ucraino dice: «Siamo pieni di casi di cancro della tiroide, mutazioni genetiche che non sono state registrate nei dati che erano sconosciuti venti anni fa». E ancora il vicecapo della commissione di valutazione per la radioprotezione: «Abbiamo studi che dimostrano come 34.499 persone, di quelle che partecipavano alla ripulitura, sono morte di cancro». Il tasso di mortalità è aumentato del 30 per cento. Queste informazioni sono state ignorate dall'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, ente nato sostanzialmente per la promozione del nucleare civile nel 1957 cui aderiscono 137 Paesi. Aiea ha una peculiarità che pochi conoscono: ad essa, in tema di nucleare, deve rendere conto la stessa Oms;
attorno al deposito di scorie situato ad Asse, in Bassa Sassonia (Germania), si è verificato un aumento dei casi di leucemia fra gli uomini, e di cancro alla tiroide fra le donne. Nell'ex miniera di salgemma di Asse durante gli Anni 60 e 70 furono sepolti 126.000 fusti di scorie nucleari, al 90 per cento provenienti da centrali atomiche. Il sito era ritenuto sicuro per un tempo indefinito ma molto, molto lungo. Negli ultimi anni tuttavia l'ex miniera è diventata instabile. Si sono verificate infiltrazioni d'acqua. Alcuni dei fusti che contengono le scorie si sono crepati, col risultato che l'acqua della miniera è radioattiva, e deve essere costantemente pompata verso gli strati più bassi. Soprattutto, è necessario spostare le scorie. Ora il Registro dei tumori ha pubblicato dati secondo i quali nella zona di Asse, fra il 2002 e il 2009, si sono verificati 12 casi di leucemia fra gli uomini: il doppio del numero statisticamente atteso. I casi di cancro alla tiroide fra le donne sono stati addirittura il triplo di quelli statisticamente attesi;
uno studio ufficiale del governo Tedesco dalla Bundesamtes fur Strahlenschutz (BfS) l'Ufficio Federale per la Protezione dalle Radiazioni dimostra che il rischio del cancro sta aumentando per bambini che crescono nelle vicinanze di centrali nucleari. In particolare per la leucemia, un caso speciale di cancro. In Germania, tutti i casi di cancro nei bambini vengono registrati. Quindi, è stato possibile indagare sui casi di cancro dei bambini dal 1980 al 2003. Coinvolti nello studio di ricerca erano: 1.592 bambini d'età inferiore ai 5 anni che hanno preso la malattia, e 4.735 bambini in buona salute. Il risultato ha mostrato un rischio significativamente più alto di contrarre il cancro se i bambini abitavano nei pressi delle centrali. Secondo i normali valori statistici nazionali, ci sarebbero 48 casi di cancro e 17 casi di leucemia dentro il sopracitato raggio di 5 km intorno alle centrali nucleari. Sono stati riscontrati, invece, 77 casi di cancro (60 per cento più del previsto) e 37 casi di leucemia (117 per cento più del previsto). Alla Radio Svizzera, il responsabile dello studio, Professoressa Maria Blettner (Università di Mainz) ha affermato che: «Possiamo provare statisticamente che il rischio per i bambini di contrarre il cancro aumenta se crescono vicino ad una centrale nucleare. Non possiamo arrivare ad nessuna conclusioni per gli adulti - semplicemente perché lo studio è relativo solo ai bambini»;
lo studio condotto dal Department of Sanitary and Socio-Medical Sciences, Area of Preventive Medicine and Public Health, Biostatistics and Epidemiology Units, University of Alcalà, Madrid, Spain, sui pazienti ricoverati nell'ospedale di Guadalajara nel periodo 1988-99 scelti, in base alla distanza di residenza dalla centrale di Trillo, 10, 20, 30 km ha evidenziato che i rischi di contrarre un tumore correlato a un'esposizione radiologica ha un incremento lineare in relazione alla distanza di residenza dalla centrale;
lo studio dell'ICRF Cancer Epidemiology and Clinical Trials Unit, Gibson Laboratories, Radcliffe Infirmary, Oxford, UK, ha analizzato 11 cause di morte legate ad eventi cancerosi in tre gruppi di popolazione, differenziati in base all'età, tra il 1969 e il 1978 in generale all'interno delle analisi effettuate dal sistema sanitario britannico. Uno dei parametri della ricerca era la prossimità a 15 impianti nucleari delle due regioni ed è emerso che c'è un significativo incremento di mortalità nelle persone al di sotto dei 25 anni per leucemia, per leucemia linfoide e per la sindrome di Hodgkin's, fenomeni che non riguardavano il gruppo tra i 25 e i 64 anni;
tutti questi studi giungono a un'unica conclusione: il rischio di cancro si incrementa per i soggetti che vivono nelle vicinanze delle centrali atomiche e in presenza delle cosiddette «piccole dosi» di radiazioni rilasciate dalle centrali durante il loro normale funzionamento,

impegna il Governo

a commissionare uno studio sulle patologie riscontrate dalle popolazioni che hanno vissuto nei decenni scorsi nelle vicinanze delle centrali nucleari italiane ed a fornire in merito una dettagliata relazione al Parlamento.
9/4307/202. Paladini, Palagiano, Mura.