ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/04307/197

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 477 del 24/05/2011
Firmatari
Primo firmatario: DONADI MASSIMO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 25/05/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 25/05/2011
PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI 25/05/2011
CIMADORO GABRIELE ITALIA DEI VALORI 25/05/2011


Stato iter:
25/05/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
DICHIARAZIONE GOVERNO 25/05/2011
Resoconto GIORGETTI ALBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 25/05/2011
Resoconto GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto COMPAGNON ANGELO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
 
PARERE GOVERNO 25/05/2011
Resoconto GIORGETTI ALBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 25/05/2011

NON ACCOLTO IL 25/05/2011

PARERE GOVERNO IL 25/05/2011

RESPINTO IL 25/05/2011

CONCLUSO IL 25/05/2011

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/4307/197
presentato da
MASSIMO DONADI
testo di
mercoledì 25 maggio 2011, seduta n.478

La Camera,
premesso che:
un recente studio del World Watch Institute evidenzia come l'energia atomica abbia iniziato la propria parabola discendente già dal 1980, e nel 1990 per la prima volta il numero di reattori arrestati ha superato il numero di avviamenti. Un trend confermato anche da ulteriori analisi: con riferimento ad aprile 2011, risultano in funzione nel mondo un totale di 437 reattori nucleari per 30 Paesi, 8 in meno rispetto al picco massimo di 444 reattori del 2002;
da questo anno inoltre i reattori avviati sono stati 25, mentre quelli spenti 32, compresi i 6 di Fukushima ed esclusi i 7 fermati in Germania dopo il disastro giapponese;
cala anche la produzione mondiale di elettricità derivante dall'energia nucleare: nel 2009 gli impianti hanno prodotto 2558 TeraWatt/ora (1 TWh equivale a 1012 watt ore), con una flessione di circa il 4 per cento se confrontati con i dati del 2006;
i sei Paesi più nuclearizzati (Francia, Germania, Corea del sud, Stati uniti, Giappone e Russia) hanno ridotto la quota di energia derivante dal nucleare;
i cantieri dei reattori di «terza generazione», gli EPR (i reattori nucleari di potenza che incorporano sviluppi delle tecnologie della «seconda generazione» - la stragrande maggioranza di quelli attualmente in funzione - con miglioramenti «evolutivi» nel progetto, ma senza innovazioni sostanziali sui principi di funzionamento) stanno fallendo dal punto di vista innanzitutto finanziario, come dimostra il caso del reattore finlandese Olkiluoto 3, il cui cantiere registra 4 anni di ritardo nei lavori e un quasi raddoppio nei costi;
il Governo cinese ha dichiarato di volere congelare tutti i progetti incorso. La Cina si era massicciamente impegnata nella costruzione di reattori con 27 dei 64 cantieri aperti prima del disastro di Fukushima;
secondo quanto pubblicato dal quotidiano La Repubblica, il 14 aprile, gli impianti dei 29 reattori nucleari installati ad appena 200 chilometri dai confini italiani e situati in Francia, Svizzera, Germania e quello in Slovenia a soli 130 chilometri da Trieste, risulterebbero oramai obsoleti, senza i livelli di sicurezza adeguati e pertanto pericolosi;
l'articolo citato sostiene che in Germania, nella Bavaria a soli 250 chilometri da Cortina d'Ampezzo e da Bressanone, è stato chiuso recentemente e in tempi brevi, il reattore denominato Isar 1, poiché considerato insicuro, reattore avente la stessa tecnologia (i boiling water reactor) e circa la stessa età di quello giapponese;
in Francia, Svizzera, Germania e in Slovenia le scelte di politica industriale ed energetica, hanno fino a poco tempo fa privilegiato il nucleare;
l'incidente giapponese, cosi come accadde con Chernobyl, ha evidenziato che i radionuclidi non conoscono frontiere, le radiazioni viaggiano con i venti, la pioggia le deposita su verdure e foraggio, dimostrando che le scelte energetiche di singoli Paesi possono produrre conseguenze anche per altri;
l'articolo del quotidiano La Repubblica descrive uno scenario generale sulla sicurezza degli impianti nucleari alle nostre frontiere situati nei Paesi citati pericolosa per la salute degli individui e per l'intero sistema ambientale;
l'accordo UE sugli stress test da effettuare sulle centrali nucleari del continente, il 12 maggio scorso, dopo la riunione dei responsabili per l'energia nucleare dei 27 stati membri, non è stato raggiunto. Ogni decisione è rimandata alla prossima riunione, in programma per il 19 e 20 maggio a Praga;
gli stress test che si stanno mettendo a punto a livello europeo per i 143 impianti presenti sul nostro continente non sembrano però molto accurati. Numerosi rischi, quali un incidente aereo, un attentato terroristico oppure un errore umano, sembra siano stati esclusi. Ci si è concentrati prevalentemente sulle calamità naturali: terremoti, inondazioni e variazioni violente di temperatura;
questi test sono lontani dal possedere il rigore necessario per una valutazione corretta della sicurezza dei reattori e per ridurre il rischio di incidente;
alcune associazioni ambientaliste hanno denunciato in particolare l'intenso lavoro di lobbying delle autorità francesi (ed inglesi) a detrimento della trasparenza e della sicurezza dei cittadini. Greenpeace, in particolare, ricorda di avere dimostrato fin dal 2005 che nessuna centrale nucleare, comprese quelle con la tecnologia EPR, resisterebbe alla caduta di un aereo di linea nel corso di un attentato del genere di quello dell'11 settembre,

impegna il Governo:

a chiedere in sede europea che gli stress test da applicare alle centrali nucleari siano rigorosi e ricomprendano errori umani e crash di aerei e non soltanto le catastrofi naturali;
a chiedere altresì che si ricorra per l'esecuzione dei test ad esperti indipendenti e non alle stesse società che gestiscono gli impianti nucleari al fine di ottenere una valutazione imparziale dei rischi.
9/4307/197. Donadi, Evangelisti, Piffari, Cimadoro.