ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/04307/196

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 477 del 24/05/2011
Firmatari
Primo firmatario: ROTA IVAN
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 25/05/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 25/05/2011
CAMBURSANO RENATO ITALIA DEI VALORI 25/05/2011
CIMADORO GABRIELE ITALIA DEI VALORI 25/05/2011


Stato iter:
25/05/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 25/05/2011
Resoconto ROTA IVAN ITALIA DEI VALORI
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 25/05/2011
Resoconto GIORGETTI ALBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 25/05/2011
Resoconto GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto COMPAGNON ANGELO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
 
PARERE GOVERNO 25/05/2011
Resoconto GIORGETTI ALBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 25/05/2011

NON ACCOLTO IL 25/05/2011

PARERE GOVERNO IL 25/05/2011

RESPINTO IL 25/05/2011

CONCLUSO IL 25/05/2011

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/4307/196
presentato da
IVAN ROTA
testo di
mercoledì 25 maggio 2011, seduta n.478

La Camera,
premesso che:
un consuntivo su questi primi tre anni di legislatura mostra con assoluta evidenza come sulle fonti energetiche rinnovabili il Governo non abbia di fatto investito praticamente nulla, ma, al contrario, ha fin dal primo momento scelto con forza di porre al centro delle sue strategie energetiche, il ritorno al nucleare;
questa scelta, ad avviso dei presentatori scellerata, del nucleare imposta dal Governo fin dall'inizio, e che solo adesso - seppure in forma molto ambigua - sembrerebbe in parte «rimangiarsi», ha di fatto impedito di puntare fin da subito su una politica energetica che avesse al centro la crescita delle energie alternative, con la conseguenza di «affossare» quanto di importante aveva fatto il precedente Governo di centro-sinistra per il decollo di questo settore;
dopo ben tre anni di legislatura, il Ministro dell'Economia sembra accorgersi solo adesso degli elevatissimi costi legati al nucleare, finora volutamente ignorati dal Governo, se è vero che nei giorni scorsi il Ministro dell'economia e delle finanze coniava il concetto di «debito nucleare», secondo il quale i costi per il «decommissioning», cioè quelli derivanti dalla chiusura di una centrale nucleare, ridurrebbero il PIL del Paese e comunque ne aumenterebbero sensibilmente il debito;
è importante ricordare che i prossimi 12 e 13 giugno gli italiani saranno chiamati a votare per il referendum promosso dall'Italia dei Valori contro il nucleare, al fine di abrogare proprio la normativa che intende dare il via libera alla realizzazione di centrali nucleari sul territorio nazionale;
occorre invece puntare con maggiore determinazione a una vera innovazione in campo energetico, che deve vedere lo sviluppo delle energie rinnovabili nel rispetto della salvaguardia ambientale;
ci si augura che dopo la tragedia nucleare giapponese possa aprirsi qualche minimo spiraglio in questa direzione all'interno dello stesso governo. In questo senso ricordiamo che sempre il Ministro dell'Economia e delle finanze, intervenendo il 19 aprile scorso davanti alla commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo, sottolineava come «questa fase va utilizzata anche per sostenere investimenti pubblici destinati a operazioni di interesse collettivo: il finanziamento delle energie alternative risponde a questa esigenza»;
va rivista l'intera strategia energetica del governo, e il nuovo piano energetico nazionale, da troppo tempo atteso, deve diventare l'occasione per sostenere e aumentare con determinazione gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili, e nella ricerca e sviluppo in questo ambito. Ricordiamo che l'obiettivo che la UE ha posto all'Italia, è quello di coprire entro il 2020 con le fonti energetiche rinnovabili il 17 per cento dei consumi energetici nazionali;
finora l'unico provvedimento di rilievo di questa legislatura che ha riguardato le energie alternative è stato il recente decreto legislativo 28/2011 di attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili. Un provvedimento che, per come formulato, bloccherà lo sviluppo del settore delle rinnovabili che producono energia elettrica, e che per tali ragioni è riuscito a raccogliere una serie di forti critiche sia dal mondo imprenditoriale del settore che dalla totalità delle associazioni ambientaliste, tanto che, secondo quanto risulta ai presentatori di tale ordine del giorno, il Governo in queste ore sta provvedendo a varare un decreto interministeriale parzialmente correttivo del decreto legislativo 28/2011. Peraltro la lettura della bozza del suddetto decreto correttivo ha già provocato le prime critiche da parte delle principali associazioni di categoria operanti nel settore delle rinnovabili, che lo ritengono del tutto insoddisfacente;
tutta questa incertezza e totale improvvisazione non può che ripercuotersi negativamente sugli investimenti in un settore strategico e «anticiclico», quale è appunto quello delle energie pulite, che avrebbe invece bisogno di certezze e di un quadro normativo chiaro e non in continua modificazione,

impegna il Governo

a varare un nuovo piano energetico nazionale che superi definitivamente la nefasta parentesi nucleare e ponga finalmente al centro della politica energetica nazionale lo sviluppo delle energie rinnovabili e la filiera italiana del settore, garantendo a tal fine le necessarie risorse finanziarie.
9/4307/196. Rota, Borghesi, Cambursano, Cimadoro.