ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/04307/188

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 477 del 24/05/2011
Firmatari
Primo firmatario: DI STANISLAO AUGUSTO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 25/05/2011


Stato iter:
25/05/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 25/05/2011
Resoconto DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 25/05/2011
Resoconto GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto COMPAGNON ANGELO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
 
PARERE GOVERNO 25/05/2011
GIORGETTI ALBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 25/05/2011

ACCOLTO COME RACCOMANDAZIONE IL 25/05/2011

PARERE GOVERNO IL 25/05/2011

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 25/05/2011

CONCLUSO IL 25/05/2011

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/4307/188
presentato da
AUGUSTO DI STANISLAO
testo di
mercoledì 25 maggio 2011, seduta n.478

La Camera,
premesso che:
dati recenti fanno emergere che sono 100 mila gli infermieri mancanti in Italia per raggiungere la media Ocse di 9 infermieri per 1000 abitanti e nei prossimi anni ci sarà bisogno di 22 mila medici. Circa 16 mila, invece, i precari della sanità che rischiano di saltare nel prossimo anno a seguito delle misure contenute nella manovra della scorsa estate. Per quanto riguarda il numero di posti letto, già in calo da anni, il loro numero subirà un ulteriore e drastico calo nelle regioni che devono rimettere a posto i conti della sanità: 11 mila nel prossimo anno;
l'Abruzzo è una di quelle regioni interessate da un piano di rientro con riduzioni, tagli al personale e chiusure dei piccoli ospedali e attualmente ci sono 4649 posti letto (compresi quelli di lungodegenza e riabilitazione), una media di 4,2 per ogni mille abitanti. Secondo una recente inchiesta, nel 2012 dovrebbero scendere a 3799 (3,5 posti ogni mille abitanti). Sono a rischio, quindi, altri 840 posti letto;
i sindacati sono intervenuti in maniera assai critica sia sulla norma di cui all'articolo 6 in esame, sia sul decreto n. 10 del 2011 del Presidente della Regione Abruzzo, commissario ad acta;
le segreterie regionali di CGIL-Fp, CISL-Fp e UIL-Fp, in una nota congiunta sostengono che il decreto del commissario «non risolverà i problemi della carenza di personale delle ASL e di fatto porterà al licenziamento di centinaia di precari. Infatti, stabilizzerà solo una minima parte dei precari, poiché consentirà l'assunzione di personale a tempo indeterminato prevalentemente attraverso l'istituto della mobilità (dunque personale proveniente da fuori regione che vuole trasferirsi a lavorare in Abruzzo). In via residuale e ove possibile, si attingerà a reclutare personale utilizzando lo scorrimento di graduatorie di concorsi a tempo indeterminato. Tali nuove assunzioni saranno appena sufficienti a garantire il turn-over del personale che andrà in pensione nel corso dell'anno 2011»;
quanto a «portare il riferimento della cosiddetta spesa storica dei lavoratori atipici delle Asl abruzzesi al 2010 anziché al 2009» secondo i sindacati tale decisione «consentirà poi di prorogare i contratti dei precari per qualche mese in più. L'emergenza si ripresenterà proprio a partire dai mesi estivi, dove la necessità di garantire ai dipendenti un minimo periodo di ferie, porterà serie difficoltà di garanzia dei livelli essenziali di assistenza. Tra l'altro, ciò porterà ad un ulteriore aumento della mobilità passiva verso le regioni limitrofe, con maggiori costi a carico della sanità abruzzese. Ne consegue che i provvedimenti adottati sono assolutamente insufficienti a risolvere i problemi delle carenze di personale della sanità pubblica e si rendono necessarie nuove misure che consentano ulteriori proroghe ed una reale stabilizzazione dei precari»;
altresì, per le disposizioni in esame non è prevista alcuna copertura finanziaria e ove necessario si farà ricorso alle risorse già stanziate dal decreto Abruzzo. Il Governo, nella documentazione trasmessa l'11 aprile 2011, ha precisato preliminarmente che l'applicabilità agli enti del SSN della norma di contenimento della spesa per il personale a contratto flessibile (comma 28 dell'articolo 9 del decreto-legge n. 78 del 2010) è solo in termini di principio. Pertanto le regioni non sono vincolate al rispetto puntuale del limite di spesa ma possono modulare l'intervento garantendo comunque una riduzione tendenziale di tale componente di spesa. Il Governo, inoltre, precisa che la relazione tecnica al citato articolo 9 del decreto-legge n. 78 del 2010, non associava effetti di risparmio alla norma di contenimento del lavoro flessibile con riferimento al sistema delle autonomie, ivi compresi gli enti del SSN;
risulta pertanto evidente la situazione drammatica in cui versa il sistema sanitario abruzzese e l'assoluta insufficienza dei provvedimenti adottati per risolvere i problemi delle carenze di personale della sanità pubblica,

impegna il Governo:

a valutare l'opportunità di aprire un tavolo di confronto con i sindacati regionali al fine di concordare nuove e necessarie misure che consentano ulteriori proroghe ed una reale stabilizzazione di tutti i precari;
a valutare l'opportunità di escludere totalmente la possibilità di attingere alle risorse stanziate dal decreto Abruzzo per la ricostruzione post terremoto per stabilizzare i precari della sanità, due emergenze che meritano risposte e soluzioni con lo stesso rispetto, la stessa dignità e dando i giusti mezzi e le giuste risorse tanto per i terremotati quanto per i precari.
9/4307/188. Di Stanislao.