Legislatura: 16Seduta di annuncio: 360 del 28/07/2010
Primo firmatario: PIANETTA ENRICO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 28/07/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 28/07/2010 Resoconto CASERO LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
ACCOLTO IL 28/07/2010
PARERE GOVERNO IL 28/07/2010
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 28/07/2010
RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 29/07/2010
CONCLUSO IL 29/07/2010
La Camera,
premesso che:
la meccanica strumentale, cioè i macchinari destinati alle attività manifatturiere, sono la base su cui si regge la competitività dell'industria, soprattutto in un mondo in cui la concorrenza di prezzo è appannaggio di nazioni emergenti con strutture dei costi molto favorevoli;
il fatto di disporre di costruttori di eccellenza mondiale aventi sede in Italia, legati alle imprese utilizzatrici da rapporti di lungo periodo, che si traducono in una conoscenza approfondita delle esigenze e, quindi, in una maggiore capacità di rispondervi, è un grandissimo vantaggio competitivo per l'industria italiana. La crescita e l'affermarsi dell'industria nazionale della meccanica strumentale hanno accompagnato, dal secondo dopoguerra in poi, lo sviluppo economico e sociale del paese. Ad oggi, il settore è arrivato a comprendere oltre 6.000 imprese che danno lavoro a più di 175.000 persone, un lavoro qualificato e di qualità. Nel corso degli anni l'industria italiana di comparto ha raggiunto e sopravanzato quella degli altri paesi europei, che pure avevano tradizione più radicata come Regno Unito o Francia, diventando il secondo produttore continentale dopo la Germania (quando non il primo, come avviene in molti comparti);
oggi, nel settore della meccanica strumentale, l'Italia vanta competenze eccezionali, che ne fanno uno dei partner tecnologici preferiti da utilizzatori di tutto il mondo. Macchine e sistemi fondati sulla modularità funzionale, adeguabili alle variazioni di produzione molto più facilmente e velocemente delle classiche unità di lavorazione, caratterizzano l'offerta dei costruttori italiani, capaci, come nessun altro, di conciliare know-how tecnologico con eclettismo creativo, esaltando, così, la propria vocazione alla specializzazione. A riprova di questo, i due terzi della produzione di questi sono destinati all'estero, facendo del nostro paese uno dei primissimi esportatori a livello mondiale. Il saldo commerciale del settore è strutturalmente in attivo e nel 2009 ha raggiunto il valore di 14.400 milioni. Con questo risultato, le imprese italiane della meccanica strumentale hanno dato un robusto contributo all'economia nazionale, in un periodo in cui conti con l'estero sono in sofferenza;
la crisi del 2009 ha, comunque, messo in grave difficoltà i costruttori italiani, che hanno registrato un crollo repentino della domanda, esteso a tutti i mercati e i settori clienti. Il valore della produzione ha raggiunto i 28.670 milioni di euro, in calo del 30 per cento; anche l'occupazione nel settore ha subito un'erosione, passando da oltre 186.000 unità a poco più di 175.000. I primi mesi del 2010 hanno registrato una timida inversione di tendenza ma i livelli della domanda, soprattutto quella interna, sono ancora lontani dalla normalità. Questo ha gravi implicazioni non solo per i costruttori di macchinari, che vedono prolungarsi il periodo di difficoltà, ma soprattutto per le prospettive di competitività dell'industria manifatturiera nazionale;
una lunga pausa nell'acquisizione di tecnologia produttiva avanzata si riflette necessariamente e negativamente sulla capacità di realizzare prodotti finiti qualitativamente all'avanguardia, che è l'unica strategia vincente per l'industria italiana. Si ricorda che un elemento caratteristico dell'economia italiana è di essere una delle principali economie manifatturiere, seconda sola alla Germania in Europa: la diffusione della tecnologia è, quindi, strettamente legata al livello dei mezzi di produzione utilizzati dalle imprese;
è necessario che la mano pubblica intervenga a scongiurare il rischio di un indebolimento della struttura portante dell'economia del paese, adottando provvedimenti che favoriscano gli investimenti delle imprese e anticipino il lento sviluppo della domanda, in modo da tutelare il patrimonio tecnologico ed economico rappresentato dalle imprese della meccanica strumentale, che saranno così in grado di fornire il loro contributo alla crescita dell'economia anche negli anni a venire,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di escludere dall'imposizione sul reddito di impresa il 50 per cento del valore degli investimenti in nuovi macchinari e in nuove apparecchiature appartenenti al comparto dei beni strumentali.
9/3638/269.Pianetta.
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