Legislatura: 16Seduta di annuncio: 356 del 21/07/2010
Primo firmatario: MECACCI MATTEO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 21/07/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 21/07/2010 BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 21/07/2010 FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 21/07/2010 TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 21/07/2010 ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 21/07/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 21/07/2010 Resoconto SCOTTI VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
ACCOLTO COME RACCOMANDAZIONE IL 21/07/2010
PARERE GOVERNO IL 21/07/2010
RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 21/07/2010
CONCLUSO IL 21/07/2010
La Camera,
premesso che:
il 10 luglio 1995, nel corso della guerra della Bosnia ed Erzegovina, le forze serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladic hanno attaccato l'enclave di Srebrenica, dichiarata «zona protetta» dalle Nazioni Unite e in cui migliaia di musulmani bosniaci avevano trovato rifugio;
dopo la presa di Srebrenica, e senza alcuna opposizione da parte delle forze dell'ONU lì presenti, le forze serbo-bosniache hanno separato dal resto della popolazione e poi ucciso, almeno 7.000 uomini e ragazzi bosniaco-musulmani di cui ad oggi sono stati ritrovati i corpi;
quanto successo a Srebrenica 15 anni fa è stato giustamente descritto come la peggiore atrocità commessa in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale ed è stato riconosciuto come un crimine di genocidio dal tribunale penale internazionale per l'ex Iugoslavia;
il generale Ratko Mladic, attualmente ricercato dal tribunale penale internazionale per l'ex Iugoslavia, è stato condannato con l'accusa di genocidio e crimini contro l'umanità, in particolare proprio per il massacro dei musulmani bosniaci a Srebrenica nel luglio 1995;
a distanza di 15 anni, la sorte di molte migliaia di persone scomparse a Srebrenica e in altre zone della Bosnia ed Erzegovina resta purtroppo ancora sconosciuta;
il 15 gennaio 2009 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che chiede al Consiglio e alla Commissione europea di commemorare nell'intera Unione europea oltre che ai governi della regione dei Balcani, l'11 luglio come giornata del genocidio di Srebrenica;
il 31 marzo scorso, il Parlamento serbo ha positivamente approvato una risoluzione, con la quale «condanna nel modo più severo» l'eccidio e esprime «profonde condoglianze e scuse per le famiglie delle vittime in quanto non è stato abbastanza per prevenire la tragedia», confermando così l'aprirsi di una nuova fase politica nelle relazioni della Serbia con l'Europa e i paesi balcanici;
pochi giorni fa, l'11 luglio 2010, il presidente serbo Tadic ha partecipato - per la prima volta nella storia della Serbia - alla commemorazione per la tragedia di Srebrenica, dichiarando che la Serbia farà di tutto per catturare e consegnare al tribunale dell'Aja il generale Ratko Mladic, e compiendo così un passo politico importante per la riconciliazione e l'affermazione della giustizia nei balcani;
la Serbia ha presentato lo scorso 22 dicembre la domanda per entrare a far parte dell'Unione europea e spera di ottenere lo status di Paese candidato a metà 2011,
impegna il Governo:
a sostenere il processo politico e riformatore avviato dal governo serbo guidato dal presidente Tadic verso la piena adesione della Serbia all'Unione europea;
ad agire con il massimo impegno, sia a livello bilaterale che in sede europea, affinché il governo serbo intensifichi le attività di indagine e possa così attuare la piena e completa collaborazione con il tribunale penale internazionale per l'ex Iugoslavia, innanzitutto attraverso l'arresto e la consegna del generale Ratko Mladic;
ad attivarsi all'interno del Consiglio europeo affinché dia attuazione alla risoluzione del Parlamento europeo citata in premessa che chiede «al Consiglio e alla Commissione europea di proclamare l'11 luglio giorno di commemorazione del genocidio di Srebrenica nell'intera Unione europea.
9/3620/1.Mecacci, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Maurizio Turco, Zamparutti.
EUROVOC :conflitto religioso
crimine contro l'umanita'
crimine di guerra
discriminazione religiosa
forza multinazionale
giurisdizione internazionale
omicidio
Serbia
zona protetta