ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01972/064

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 114 del 14/01/2009
Firmatari
Primo firmatario: CAMBURSANO RENATO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 14/01/2009


Stato iter:
14/01/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 14/01/2009
CASERO LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 14/01/2009

ACCOLTO IL 14/01/2009

PARERE GOVERNO IL 14/01/2009

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 14/01/2009

CONCLUSO IL 14/01/2009

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/1972/64
presentato da
RENATO CAMBURSANO
testo di
mercoledì 14 gennaio 2009, seduta n.114

La Camera,
premesso che:
da mesi oramai siamo in una situazione di «Finanziaria permanente», i provvedimenti si susseguono e si inseguono l'uno l'altro, per lo più come decreti-legge omnicompressivi, caotici e che si correggono a vicenda impedendo al Parlamento di avere un quadro d'insieme della manovra di bilancio e di poter effettivamente intervenire sulle scelte di fondo anche per l'uso e l'abuso della questione di fiducia;
il plauso inizialmente riservato da numerosi commentatori al «decisionismo» con cui il Governo ha approvato in 9 minuti e mezzo una manovra economica che anticipava la legge Finanziaria senza averne discusso le linee generali nel Dpef e che di fatto svuotava la sessione di bilancio, derivava dall'insofferenza verso le procedure tradizionali, la cui riforma è da tutti considerata opportuna e urgente;
quel plauso, tuttavia, ha trascurato il fatto che questo modo di affrontare il problema non riformava le procedure come oggi possiamo ben constatare: si limitava a svuotare la funzione del Parlamento, aggirando regole che sono certamente da cambiare ma che sono tuttora in vigore;
il Governo, senza aver presentato e discusso in Parlamento le linee generali della politica economica, ha così approvato un complesso di provvedimenti proiettati sugli anni futuri, pur in assenza di un quadro generale condiviso. Non si tratta in questo caso di manovre correttive limitate - come spesso è accaduto a metà anno - ad adeguare gli andamenti finanziari dell'anno in corso agli obiettivi desiderati. Ma di un intervento profondo, sia pure spesso contraddittorio e dispersivo, con effetti immediati e ripercussioni negli anni a venire;
in altre parole le misure sono state sottoposte all'esame del Parlamento, calate al di fuori di qualsiasi quadro programmatico e senza che il Parlamento abbia avuto la possibilità di valutarne la pertinenza e l'efficacia rispetto ad obiettivi che lo stesso Governo era chiamato a fissare. Il quadro generale insomma è stato disegnato e discusso dopo e non prima delle manovre concrete. Si configura, quindi, non il benefico effetto di semplificazione e di snellimento delle procedure che tutti auspicano, ma un'azione che sottrae al Parlamento il diritto di indicare con la risoluzione al Dpef i limiti e i contenuti di massima che deve avere della manovra di bilancio. Non è una dunque questione di forma, ma di sostanza;
il Ministro dell'economia ha avuto gioco facile, in quanto da anni si discute di riforma della sessione di bilancio senza concludere niente di positivo. Il rischio vero è il vanificarsi di un reale ruolo del Parlamento nella definizione della politica di bilancio, come d'altronde sottolineato autorevolmente dalla lettera del Presidente della Repubblica del 25 giugno 2008. Si passa dunque in materia da un estremo ad un altro;
il tempo dedicato dal Parlamento alla discussione della «finanziaria» non si è nei fatti ridotto ma l'esame dei documenti di bilancio è stato solo reso caotico e dispersivo, sottraendo nei fatti al Parlamento il diritto di indicare i limiti e i contenuti di massima della manovra;
è unanimemente condivisa l'esigenza di una riforma della sessione di bilancio come delineata dal documento conclusivo approvato l'8 maggio 2007 dell'indagine conoscitiva sulle proposte di riforma condotta dalla Commissione bilancio;
c'è unanimità nel ritenere che si è raggiunto un punto critico di non ritorno che rischia di vanificare nei fatti una corretta dialettica sul terreno delle procedure di approvazione dei documenti di bilancio tra Esecutivo e Parlamento, ma anche di compromettere l'auspicabile equilibrio nelle relazioni intraparlamentari tra Commissione referente e Aula, tra Commissioni settoriali e Commissione Bilancio, tra Camera e Senato;
la riforma dell'esame parlamentare della manovra di bilancio, una riforma che snellisca le procedure salvaguardando le prerogative delle Camere, deve diventare nei prossimi mesi una priorità per tutto il Parlamento;
l'obiettivo finale dovrebbe essere quello di consegnare ai cittadini, al termine della nuova legislatura, istituzioni del bilancio pubblico chiare e leggibili, per i parlamentari e per i cittadini, al di fuori di ogni retorica decisionista; istituzioni che facciano da supporto ad un'economia più aperta, più competitiva e con finanze pubbliche trasparenti, in solido equilibrio corrente e sotto un controllo condiviso, nel quale Stato e Autonomie cooperino lealmente;
una riforma organica della sessione di bilancio dovrebbe integrare nella sessione sostanzialmente due elementi:
a) l'esigenza di coordinare i bilanci e le politiche finanziarie dello Stato e delle autonomie nell'ottica del nuovo modello di ispirazione federalista della Repubblica e nel rispetto del Patto europeo di stabilità e crescita;
b) il passaggio da un bilancio di risorse, che presenta i fondi suddivisi in base alla natura delle spese, ad una logica di obiettivi e di risultati;

impegna il Governo

ferme restando le prerogative del Parlamento, ad adottare le opportune iniziative affinché la riforma della legge n. 468 del 1978 diventi una delle priorità dell'agenda politica.
9/1972/64. (Testo modificato nel corso della seduta) Cambursano.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

bilancio dello Stato

competenza del Parlamento

controllo di gestione

economia pubblica

finanze pubbliche

legge finanziaria

politica di bilancio

politica economica

politica finanziaria

procedura parlamentare

questione di fiducia

revisione della legge